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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Ai Piani di Cengia – Auronzo Misurina

 

I Piani di Cengia, uno dei punti di transito tra i più significativi all’interno dell’area che copre il territorio delle Tre Cime di Lavaredo. L’area geografica di Auronzo e Misurina è caratterizzata da diversi punti di vista che spaziano dai verdi prati alla roccia pura di Dolomia, quella pallida e che ne da il nome di “Monti Pallidi”.

Zona caratteristica che crea punto di congiunzione tra due rifugi: il Rifugio Lavaredo e il Rifugio Pian di Cengia, strutture ricettive che rimangono ben salde all’interno delle Dolomiti Bellunesi considerando la vicina linea di confine con le Dolomiti di Sesto e la regione dell’Alto Adige.

Punto di partenza direttamente dal Rifugio Auronzo lungo quell’affascinante cammino su sentiero 101 ai piedi dell’interno versante Sud delle Tre Cime in direzione del Rifugio Lavaredo.

Il Rifugio Auronzo 2320m (dx) e un primo accenno di panoramica verso i Cadini di Misurina (sx)

Vista sulla Val Marzon con in lontananza i riflessi del centro abitato di Auronzo di Cadore

Questa prima parte di sentiero, quella che costeggia questo versante delle Tre Cime, è da considerarsi una comoda e facile passeggiata ai piedi di queste enormi cime che, viste da questo versante, non sono la caratteristica immagine “da cartolina” delle Tre Cime che tutti conosciamo. Una passeggiata quindi, che si muove su di un ampio sentiero che guarda a Sud verso la Val Marzon e in lontananza il centro abitato di Auronzo di Cadore, nota località turistica dell’intera vallata.

Punti di vista che si moltiplicano man mano che si avanza verso la piccola Cappella degli Alpini dove l’enorme bastione della Croda dei Toni da già bella figura di se stesso. Un efficace benvenuto direi.

Le Tre Cime di Lavaredo viste da Sud, dal sentiero 101

Lungo il sentiero 101 con vista sulla Croda dei Toni

Giungere così al Rifugio Lavaredo 2344m è come dare il via a tutti quei escursionisti in procinto di addentrarsi all’interno di questo vasto e roccioso territorio. La sua figura rappresenta la vera porta delle Tre Cime, quel punto logistico di grande importanza che, e in base ai vari tragitti percorsi, diventa quel momento di sosta di metà giornata molto importante.

Il Rifugio Lavaredo ai piedi della Croda di Passaporto

Rifugio Lavaredo 2344m

Rifugio Lavaredo 2344m

Da questa sua posizione strategicamente panoramica, una bella visuale che guarda verso i Cadini di Misurina creando così un effetto straordinario di profondità, soprattutto per chi nell’ambito della fotografia di un certo livello è continuamente alla ricerca di questi punti di vista. Rifugio tipicamente estivo dove la sua gestione è ben gestita e curata dalla Famiglia Vecellio, offrendo ospitalità notturna per un massimo di quindici persone.

I Cadini di Misurina (dx) e in lontananza parte del gruppo montuoso delle Marmarole (sx)

Il Rifugio Lavaredo con sguardo verso i Cadini di Misurina.

Una bella poesia di Natura che sta per iniziare, una bellissima giornata di sole dove il cielo azzurro lascia spazio soltanto a qualche debole nuvola bianca. Ed è proprio questa l’espressione della Natura in poesia, composta e ben ordinata, per dare il meglio di se ai bordi di un piccolo lago che di anno in anno si presenta con quella sua minuscola figura per dare vita a questa piccola oasi leggermente più in quota rispetto al Rifugio Lavaredo: il piccolo Lago di Lavaredo.

Il Lago di Lavaredo

Forcella Lavaredo 2434m vista dal Lago di Lavaredo

E’ praticamente impossibile non accorgersi della sua presenza. Il sentiero 104, quello che in maniera obbligata conduce al Pian di Cengia, gli si aggira attorno quasi a simboleggiare un caloroso abbraccio, un senso di protezione per questo specchio d’acqua dalla fragilità di cristallo. E’ una bella sensazione, un bel colpo d’occhio che fa ben evidenziare il versante ad Est delle Tre Cime, ben rappresentata da Cima Piccola di Lavaredo 2857m e da Forcella Lavaredo 2454m presente leggermente sulla destra di Cima Piccola.

Versante Est delle Tre Cime di Lavaredo visto dai Laghi di Lavaredo. Cima Piccola di Lavaredo in primo piano.

Si inizia a scendere, il lungo cammino che segue porta ad una lunga discesa ai piedi della fantastica Croda di Passaporto. Vetta che si slancia nel cielo a 2701m di quota, il cammino prosegue quasi ad accarezzarne la base con un continuo aprirsi di punti di vista che colpiscono al cuore. Il Pian di Cengia è formato da un’ampio altipiano erboso, verde e bassa erba dove la stagione estiva la colora di bellissimi fiori nel renderla uno straordinario giardino naturale, dove la mano dell’uomo sarebbe un valore aggiunto di poco conto. Tutto ciò che la rende così particolarmente “viva” è la naturalezza dettata da una Natura che del suo giardino ne conosce ogni minimo angolo.

Ma non solo il verde e i fiori colorati, il Pian di Cengia se guardato verso Nord presenta l’intera colonna rocciosa che dal Paterno alle Crode dei Piani forma una lunghissima lingua rocciosa degna della migliore Dolomia. Sembra di essere all’interno di un immenso teatro con i Piani di Cengia a far da palcoscenico ad una platea rocciosa, che da Croda di Passaporto a Forcella Pian di Cengia forma una linea naturale dove varie guglie completano un punto di vista tutto per se.

Una serie continua di insenature, forcelle e campanili rocciosi che dal punto di vista escursionistico danno vita ad una lunga linea di sentiero che si innalza a quote medie di 2600m, la Via Ferrata Innerkofler al Paterno

I verdi prati del Pian di Cengia, sullo sfondo parte del Gruppo delle Marmarole

Fiori tra la roccia, spettacolo di Natura

Forcella del Camoscio 2649m tra la Croda di Passaporto e il Paterno

Leggera salita in direzione dei Lago di Cengia

Perdersi in lunghe soste in questo frangente è cosa normale, se mi guardo attorno i miei occhi sbizzarriscono di fronte a tutto questo. L’aggiunta del Monte Cengia 2559m e il sentiero che inizia ad aumentare di quota lungo una linea bella ampia dove di passo in passo inizio a guardare tutto con una dimensione diversa. Un piccolo tratto roccioso un po impegnativo, oltrepassando un piccola forcella proprio al di sotto delle Crode dei Piani ed eccomi al cospetto del Lago di Cengia 2322m. Questo è un lago molto particolare in cui di anno in anno sorprende la sua forma, e questo è dettato dal livello di neve presente durante l’Inverno che come per magia lo raddoppia. Si perchè capita di trovarlo “single” un’Estate e di trovarlo, l’Estate successiva, in compagnia di un gemello più piccolo. E’ sbalorditivo tutto questo, una forte emozione dettata da questo cambiamento che lo rende (li rende) unico nel suo genere.

Il Lago di Cengia

La Croda di Passaporto vista direttamente dal lago di Cengia. Appena dietro le Tre Cime di Lavaredo

Il Lago di Cengia

Se siete alla ricerca del punto giusto per una meritata pausa di metà giornata, allora siete sul posto più perfetto dell’intero Pian. Un piccolo dosso ai piedi del lago, una bella panchina in legno perfettamente posizionata sul punto panoramico più strategico di questo angolo di territorio. Guardarsi in avanti ed ammirare così questo piccolo lago da una prospettiva leggermente più alta, seguendo quella linea di sentiero di fronte a me per risalire in una progressiva serpentina verso Forcella Pian di Cengia. Oppure guardarmi di spalle e avere una prospettiva completa della Croda di Passaporto con la sagoma delle Tre Cime di Lavaredo quasi a districarsi con difficoltà di fronte la grande mole della Passaporto.

Quanto silenzio, quanta straordinaria e magnifica solitudine.

Si perchè questa bella giornata di fine Luglio non è ancora presa d’assalto dal pacifico esercito di turisti che come me vivono a cuore aperto queste mie stesse sensazioni, passioni. Un regalo tutto per me!!.

Il Lago di Cengia, dal sentiero 104 in direzione di Forcella Pian di Cengia

L’ultima piacevole fatica sta per avere inizio, l’ultimo passaggio lungo questo tratto di sentiero che porta ad altre infinite destinazioni. Il sentiero, il 104 che diventa quella serpentina vista ai piedi del lago e che è l’ultimo tratto che mi innalza di livello prima di raggiungere il Rifugio Pian di Cengia.

Bello, ampio, panoramico, dove il lago inizia a dare bella immagine di se stesso con quel punto di vista che da una quota più elevata esprime maggiormente la sua particolarità. Questa “pozza” d’acqua alimentata da piccoli ruscelli che scendono dal Monte Cengia 2559m, sia per mezzo di canali nel sottosuolo che tramite piccoli e quasi invisibili corsi d’acqua, che nella loro semplicità ne regolano in maniera perfetta il suo stato attuale, un riciclo d’acqua che lo mantiene puro e limpido.

Il sentiero sale, il piccolo lago inizia a nascondersi fino a scomparire definitivamente.

Linea di sentiero 104

Linea di sentiero 104

Vecchi ruderi di antiche costruzioni in alta montagna. Tra questi sassi tanta storia di montagna di altri tempi

Tutto inizia a cambiare. Cambia il punto di vista, l’ambiente che mi circonda e anche il tempo inizia dare segnali di leggera instabilità. Giusto il tempo di questa risalita finale, tratti di roccia che si perdono nel verde di bassi prati e le nuvole iniziano ad avere il sopravvento nei confronti del sole. Ennesima dimostrazione di come in quanto poco tempo tutto potrebbe essere diverso. L’aria si fa più fresca, le nubi coprono il sole con quell’alternanza che ti fa percepire temperature più fresche dove folate di vento premuniscono anche la possibilità di qualche temporale. Ma come ben si sa, dalla montagna tutto è possibile e nulla prevedibile.

La roccia lascia spazio ai verdi prati. In lontananza (sx) Forcella Pian di Cengia

Tratto di sentiero pianeggiante, l’ideale per quel momento di facile camminata

Nuvole minacciose o no, sento già il profumo della cucina del Rifugio Pian di Cengia. Non si tratta di premonizione ma bensì del fatto che mezzogiorno è suonato da circa una mezz’oretta e la voglia di rancio ben consistente si fa già sentire. Quel tratto finale, lo stesso che iniziato tra questi verdi prati mi fa nuovamente ritrovare la pura roccia di Dolomia. Arrivare così in Forcella Pian di Cengia 2522m, essere quasi investito dalle forti correnti d’aria che risalgono dal versante opposto, dall’Alpe dei Piani che di seguito conducono al Rifugio Locatelli 2405m e la più classica veduta delle Tre Cime di Lavaredo. Sembra di essere improvvisamente catapultato all’interno di una tempesta formata solo dal vento. Dalla Forcella le nuvole che sovrastano l’Alpe dei Piani scorrono nel cielo ad una velocità impressionante, degna del miglior Time Laps ma a velocità normale. Questo effetto meteo va in contrasto con le correnti che risalgono dal Pian di Cengia, creando così dei forti vortici nuvolosi che alimentano strati cumuliformi dall’aspetto poco rassicurante

.

Forcella Pian di Cengia con vista verso il Popera e il Monte Giralba di Sopra

Vista verso l’Alpe dei Piani

Forti e resistenti a qualsiasi intemperia di altra montagna

Il famoso ponte tibetano, quello che permette di aggirare una spalla rocciosa che guarda verso la Croda dei Toni. Passaggio molto suggestivo dove lo sguardo verso i Piani di Cengia si perde lungo le lontane Marmarole e i Cadini di Misurina. Brevi tratti di sereno ne permettono la visuale, questione di pochi minuti prima di essere nuovamente ingoiati dalle nuvole in continuo e frenetico movimento.

Ancora pochi passi, aggirata una piccola spalla rocciosa eccolo come un fiero soldato in prima linea.

Il Rifugio Pian di Cengia 2528m, posizionato con fierezza ai piedi del Panettone 2615m che della sua piccola struttura in legno lo rende unico all’interno di questo mare roccioso. Ora quella specie di premonizione, quel sentore di fame può trovare il posto che merita. Rimango tranquillamente seduto nella sua panoramica terrazza sebbene quelle nuvole abbiano preso l’iniziativa di accarezzare con estrema leggerezza questa piccola ed ospitale struttura. Carezze che richiedono un piccolo prezzo da pagare, l’umidità è forte e quel freddo così filtrante concede di consumare un’ottimo pranzo a patto di essere ben vestiti. Ma questo non è un problema, vivere la mia montagna è anche consumare un pranzo accarezzato da queste nuvole di cui da fidarsi ci sta ben poco.

Il ponte tibetano, passaggio suggestivo e pieno di fascino

Rifugio Pian di Cengia

Buon appetito…

Da qui in poi il programma continua. Nuvole minacciose o no il mio passo segue le linee di sentiero dove poter arrivare il più in alto possibile. Sono l’uomo più felice sulla terra.

 

Ai Piani di Cengia – La Mappa

PIANI-DI-CENGIADownload

 

Ai Piani di Cengia – Il Video


 

Location: Pian di Cengia – Dolomiti Bellunesi (BL)

Area Geografica: Auronzo Misurina – Tre Cime di Lavaredo (BL)

Regione: Veneto

Accesso: dal Rifugio Auronzo su sentiero 101 in direzione Rifugio Lavaredo

Tempi di Percorrenza: Rifugio Auronzo -> Rifugio Lavaredo 45 minuti

Rifugio Lavaredo -> Lago di Cengia 60 minuti

Lago di Cengia -> Forcella Pian di Cengia 60 minuti

Forcella Pian di Cengia -> Rifugio Pian di Cengia 10 minuti

Dislivello Totale: Rifugio Auronzo -> Rifugio Lavaredo +20 metri

Rifugio Lavaredo -> Lago di Cengia +22 metri

Lago di Cengia -> Forcella Pian di Cengia +200 metri

Forcella Pian di Cengia -> Rifugio Pian di Cengia -70 metri

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