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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Al Setsass – Passo Valparola

Aggiornamento: 21 feb

Anello perfetto che guarda verso le Dolomiti d’Ampezzo e le Dolomiti di Badia.

 

Il primo impatto è quello di rimanere abbagliati dai verdi prati che dal Passo di Valparola 2168m si allungano verso Le Laste e la Vizia. Il primo colpo d’occhio, quello ad effetto che vede rispecchiarsi sulle calme acque del piccolo Lago Valparola l’inconfondibile sagoma che innalzandosi al cielo da vita al Sass de Stria. E’ un colpo d’occhio sicuramente ad effetto, che guarda verso il versante ad Est formato dalle Pale de Gerda. Lunga cresta rocciosa che genera la vetta più alta, la croce del Setsass posizionata a 2571m di quota.

Il piccolo Lago Valparola, specchio del Sass de Stria

I verdi prati de La Vizia

E’ l’inizio di un nuovo sentiero, di una nuova escursione che abbraccia all’interno del suo anello questa lunga formazione rocciosa a metà tra le Dolomiti d’Ampezzo e le Dolomiti di Badia. L’inizio spensierato che prende vita al Rifugio Valparola 2168m su sentiero 23, che scorre lungo l’intera base rocciosa che guarda ad Est, tra il versante delle Dolomiti d’Ampezzo e, più a Sud, delle Dolomiti Agordine.

Tutto questo non poteva che raccogliere a se due degli emblemi naturali di questi due territori. Oltre al citato Sass de Stria per le Dolomiti d’Ampezzo, il Col di Lana 2462m per l’Agordino, che svetta in lontananza con la sua inconfondibile mole e raccolto dai verdi prati del Bosch Roncòn e i boschi del Cenabona. Tutti nomi particolari, da conoscere per bene perchè racchiudono a se antiche tradizioni di una montagna millenaria.

 

Immerso nel verde

La Natura regala così un primo punto di vista che anima di positività ogni mio pensiero. Il sole, quello del primo mattino, che illumina e riscalda in maniera piacevole questi verdi prati. La notte è stata funestata da una serie di temporali che sono premonitori di un sentiero, almeno quello più esposto all’alpeggio, sicuramente più difficile. I pascoli che si liberano all’interno di questi territori seguono delle vie più in quota, in direzione del Piz Ciampei a 2290m. Lassù hanno sicuramente trovato durante la pioggia notturna un riparo più favorevole, ed ora un’erba non ancora riscaldata dal sole. Più fresca e più umida, quella preferita da queste docili creature.

La forcella, ai piedi del Piz Ciampei

Indicazioni su roccia. Il sentiero 23 in direzione di Pralongia

In lontananza, sulla destra, la verde sagoma del Col di Lana 2462m

Tutto il minimo indispensabile per iniziare nel modo migliore questa nuova giornata. La prima parte di sentiero si snoda attraverso un percorso molto semplice, attraverso questi verdi prati che lasciano la mia impronta ad ogni passo. La presenza di diversi acquitrini e le rocce visibilmente scivolose, sono monito di ciò che in precedenza ho già descritto. Il mese di Luglio è sempre un periodo molto particolare dal punto di vista meteo. Porta con se le ultime avvisaglie di una Primavera da poco terminata, dove i temporali pomeridiani e notturni fanno parte di quel periodo di assestamento prima di dare il via alla nuova Estate.

Si entra così all’interno del “Percorso Storico del Col di Lana”

La giornata quindi prosegue piacevole. Della lunga spinale rocciosa delle Pale de Gerda, non è che da questo primo frangente si possa scrutare a pieno la sua lunga formazione rocciosa, che si innalza di quota fino a dare vita a guglie e torrioni di roccia prima della grande vetta, quella della sua croce.

Entrare così all’interno del “Percorso Storico del Col di Lana”, un territorio che durante la Grande Guerra (1915-1918) ha sicuramente visto uno dei periodi più sanguinari di questo primo conflitto bellico. Una tabella indicativa da le prime utili informazioni di ciò che è stato, e di cosa testimonia ancora oggi questo territorio.

Vista verso il Col di Lana

Camminare nella storia. Certo, perchè ad ogni passo equivale il valore storico del sentiero che si sta percorrendo. Tutto l’ambiente che mi circonda poco più di 100 anni fa ha sacrificato a se la vita di migliaia di ragazzi, per colpa di una Guerra non voluta ma imposta. Quelli che sono ora i nostri liberi sentieri escursionistici, durante quel triste periodo erano dei sentieri di Guerra, utilizzati da questi giovani soldati per difendere il territorio italiano dal tentativo di progressione dell’esercito Austro-Ungarico.

Scopri e leggi la Grande Guerra al Col di Lana

Vista verso il Lagazuoi (sx) e il Sass de Stria (dx)

E’ bene guardarsi attorno, ammirare così questo spettacolare panorama che si allontana verso Sud, dove le Dolomiti Agordine elogiano le loro vette più blasonate, le stesse condivise con il territorio Ampezzano. Ci si allunga all’interno di questo sentiero e cambiano così le prospettive, guardando pure a ciò che si lascia alle spalle. Sono ben visibili le eleganti pareti rocciose che si innalzano verso il cielo, come la grande parete del Lagazuoi che vista dal Passo di Valparola inizialmente dava una certa fisionomia della sua struttura originale. Ora però, man mano che mi allontano, riesco a penetrare meglio all’interno di questo enorme muro di Dolomia bianca.

Si prosegue sul sentiero 23, parte del famoso Sentiero Italia…

Proseguendo il cammino il sentiero inizia a presentare le prime avvisaglie di livello. Leggeri passaggi su roccia in contrasto con il verde di questi bassi boschi, per dare così un tocco di genialità naturale. Una parte con un tratto in cui la presenza di un cordino d’acciaio facilita movimenti più impegnativi e le tanto desiderate pareti e pinnacoli rocciosi che finalmente iniziano ad accompagnarmi lungo questo mio sentiero. Si entra così a poco a poco all’interno del contesto più spettacolare, quello in cui sto per confrontarmi nel suo cuore roccioso.

Bella vista verso il Col di Lana e i boschi circostanti

Infatti dopo un primo approccio “radente” con la base di questo raggruppamento montuoso, il sentiero inizia ad allontanarsi leggermente ed offrire così una migliore visuale di questo versante Ampezzano. Il Col di Lana, come i boschi de Le Laste, rimango fermi ed impassibili quasi a volermi invitare ad esplorare quel loro magico angolo naturale, che poi il Col di Lana stesso conduce alla sua vetta. Ma questa sarà un’altra storia, un’occasione prossima per conoscere meglio questo versante geografico più a Nord delle Dolomiti Agordine.

Il verde dei pascoli che si perde nel blu del cielo…

Il versante ad Est, le Pale de Gerda…

Le Pale de Gerda, sembrano foglie dorate…

Con il Col di Lana fermo a guardarmi…

Il Pico Setsass 2429m, il mio primo obbiettivo

 

Passo Sief 2.200m

Non solo il primo degli obbiettivi di giornata ma anche metà dell’itinerario che si va così a completare. Certo, perchè se in questa mia prima parte il confronto che ho avuto con questa Natura si è completamente sviluppato in un contesto completamente boschivo, ora la roccia mi da il benvenuto. Cambia l’aspetto e con essa la sensazione di entrare all’interno di una nuova escursione, un nuovo itinerario tutto da scoprire.

E’ come se i verdi prati lasciassero spazio alla roccia, un po per volta come Natura comanda…

Un graduale cambiamento di scenario in cui mi vedo accolto da un sentiero che viene improvvisamente preso d’assalto da questa bianca roccia. La sensazione è positiva, questa serie di naturali cambiamenti nutrono in maniera energica la mia curiosità. La prima volta nel cuore di questa meravigliosa montagna, ogni passo un nuovo mondo da scoprire e l’entusiasmo di quel eterno ragazzo che vive in me. Questa è libertà, la mia…

Il Passo Sief, 2200m di spettacolo puro. Il suo storico Bivacco posto ai piedi del Pico Setsass e un repentino cambio di panoramiche. Devo salutare e ringraziare quel versante che mi ha dolcemente accompagnato per metà di giornata, dal Passo, rimanendo sempre su sentiero 23, inizio a focalizzare quei nuovi e lontani versanti che guardano verso le Dolomiti di Badia e del vicino Trentino Alto Adige.

Il Bivacco è un ampia e confortevole struttura che immerge il suo sguardo verso l’Agordino. Da nettamente di spalle al Passo e alla vetta del Pico Setsass e lo trovo chiuso, il che mi fa pensare ad una struttura privata e non pubblica (me ne accerterò personalmente). Di recente restauro l’impressione che mi trasmette è quella di una struttura sicuramente confortevole e utilizzabile anche durante la stagione invernale.

Bivacco Sief 2200m

Il nuovo versante, quello ad Ovest dal Passo Sief. Un nuovo mondo da scoprire…

 

Il versante Ovest

Il nuovo che arriva, quel cambiamento che finalmente mi porta a guardare verso questo versante per scrutare nuove panoramiche, nuovi punti di vista. Dal Passo Sief, a 2200m, si apre lo spazio sconfinato che si allunga verso le meraviglie di un’altra Regione estremamente Dolomitica. Il Trentino Alto Adige.

Con sguardo sicuro verso la Marmolada, ricoperta dalle nubi in lontananza…

Il sentiero 23 mi accompagna verso un mare roccioso di grande intensità. Questo versante ad Ovest del Setsass che non lascia la presa al famoso Sentiero Italia, e che per l’ennesima volta testimonia la forza di questa roccia che sembra viva, quasi a muoversi sotto ai miei piedi. Questo è un passaggio importante, la forza dominante di questo elemento mi porta ad un confronto di massimo rispetto, perchè so benissimo che quello che seguirà sarà una lunga salita che per arrivare in croce di vetta darà valore a questo rispetto. E’ uno spettacolo indescrivibile, passaggi su piccole e facili forcelle illuminate da un piacevole sole, che sembra quasi colorare d’oro il mio cammino.

Aspetti che in lontananza prendono sempre più forma, denti aguzzi che spuntano improvvisi dalla base di questo sentiero quasi a formare delle vele naturali di una possente nave che non conosce deriva. In lontananza i vari territori che si inerpicano dalle verdi vallate al cielo, massicci rocciosi come il Sella e le vette più blasonate che danno vita al Passo Gardena e a quell’angolo della Val Badia che si unisce alla vicina Val di Fassa.

Un continuo cambio di direzione, alcune avvisaglie di sentiero dove ampi fazzoletti d’erba cercano di avere la meglio nella possanza della roccia. Alcuni facili sali/scendi e la lunga parete del Setsass che in alcuni frangenti mi permette di osservare la sua vetta, con quell’inconfondibile sagoma dettata dalla sua croce. Il mio prossimo obbiettivo.

Il punto di cambio arriva una volta raggiunte le piccole baite che si affacciano su di un’affascinante terrazza di verdi prati all’altezza de i Formiei. Da qui un doveroso momento di raccoglimento, rimanendo fermo a guardare per l’ennesima volta questo straordinario quadro naturale dove le nuvole vestono di candido questo bellissimo cielo blu.

Ed eccolo il mio nuovo cambio di direzione. Si inizia a salire, la vetta rocciosa del Setsass richiama la mia attenzione attraverso una prima parte abbastanza impegnativa, che sale a perdi fiato verso un impegnativo scollinamento. Questa prima parte è molto breve, si deve solamente affrontare con la dovuta calma. Mi trovo sulle gambe diverse ore di sentiero e questo primo tratto roccioso così impegnativo non facilita molto il mio proseguo.

Le prime baite de i Formiei

Su sentiero 24 si cambia direzione. Seguendo sulla destra per cima Setsass

Un tratto abbastanza impegnativo con la roccia sempre dominante…

I verdi prati de i Formiei, prendono sempre più forma con l’avanzare della quota

E come sempre dopo il sacrificio e la fatica si viene sempre premiati. Una lunga linea di sentiero, perfettamente orizzontale che accompagna il mio sguardo verso il crostone finale della cima. Un tratto di assoluta tranquillità che lascia temporaneamente spazio al verde di improvvisi prati. Il versante a monte del Vallone Pudres è il perfetto fermo immagine al mio obbiettivo primario. La vetta sembra li, a pochi passi da questo mio punto ben preciso. Ma so benissimo che prima di questo la cima mi metterà nuovamente alla prova, come se per doverla conquistare ci fosse l’ultimo pegno da pagare…

L’alto Vallone Pudres, in lontananza la vetta di cima Setsass…

Quel tratto piacevole che scorre sotto ai miei piedi e che mi permette di recuperare le giuste energie per la parte finale. Quel piacere condiviso con le nuove panoramiche che si stagliano all’orizzonte. Torno a vedere nuovamente alcune parti del grande massiccio del Lagazuoi, quel suo versante più ad Ovest che si innalza ai pedi del Passo Valparola. Ma una vetta in particolare attrae la mia attenzione: il Cunturines 3064m.

Maestosa pietra di granito che con la luce del sole estivo sembra si tinga di rosa. Dal Valparola si presenta come una delle tante vette di grande spessore, ma che se osservate dalla sua base non identificano perfettamente la sua norme mole. Da questa mia quota, circa 2500m, si presenta come parte di uno scenario naturale di grande imponenza. Ennesima dimostrazione in cui la grandezza di un elemento lo si valorizza dalle quote più alte.

Il massiccio del Cunturines 3064m

Vista del Cunturines tra due mausolei in pietra

Solida ed imponente. Il suo versante ad Est domina la Valle di Mareo, che sale verso la Valle di Rudo e il Passo di Limo 2172m, per chiudere una serie di straordinari sentieri all’interno del Sasso delle Dieci 3026m nel territorio geografico di San Vigilio di Marebbe. L’Alto Adige dal cuore Ladino…

 

In croce di vetta, il Setsass a 2571m

Ritrovo così la roccia, dai radiosi e tranquilli prati di questo versante inizia la salita, l’ultima dell’intera giornata. Questo suo versante, che da poi vita alle Pale de Gerda, si compone unicamente di roccia. Alcuni passaggi facilitati da scalini naturali che in certi frangenti non regalano comunque nulla, anzi. Il cielo che improvvisamente inizia a chiudersi con quella sensazione di un’imminente pioggia dettata da ampie nuvole scure e minacciose.

E poi arrivo alla cima. Un centinaio di metri per scorgere la sua croce, ancora pochi passi per concludere in grande stile il punto più impegnativo di questo anello. La vetta del Setsass è così raggiunta, senza lasciare un minimo di spazio anche al più debole raggio di sole. Il vento freddo che risale direttamente dai vari versanti porta con se qualche goccia di pioggia, ma questo non è un problema.

L’impegno richiesto non guarda in faccia dei temporanei momenti di maltempo. La soddisfazione è così grande che si è disposti anche a restare per qualche minuto in balia di un tempo incerto. Anche questo fa parte di questo mio spirito, un contatto con questa Natura sotto i suoi diversi aspetti. Quel panino addentato ai piedi della croce, e il mondo intero che mi stringe forte a se.

Fantastico punto di vista verso il Sella, sebbene coperto dalle nubi

La vetta del Setsass a 2571m

Il Col di Lana e il Passo Sief

Le Cunturines (3064m – sx) e il raggruppamento delle vetta di Fanes (2980m – dx)

L’instabilità meteo mi porta ad anticipare il rientro. Il vento aumenta di intensità e la nuvolosità aumenta di stratificazione, arrivando a coprire in certi momenti la visuale che mi circonda. Scendo seguendo nuovamente la linea del sentiero di salita. Il contesto cambia notevolmente durante la fase di discesa. I tempi si accorciano notevolmente ed ecco che, come spesso capita, la montagna ti riserva quelle sorprese che accetti e vivi con grande piacere e intensità. Il cielo si apre nuovamente, quel tratto di sentiero che scavalca a monte il Vallone Pudres torna a brillare nel suo splendido verde, illuminato da un sole straordinario.

Torno così a riscaldarmi, nel modo più naturale a disposizione. E’ un piacere assoluto, un premio che ricevo per aver portato a termine questa mia prima alla vetta del Setsass. Avrei preferito assorbire il calore del sole di questa meravigliosa Estate in croce di vetta, ma è bene accontentarsi e fare buon pensiero a ciò che si riesce a raccogliere. In Natura tutto non è sempre possibile.

Parte finale, ancora un paio d’ore di cammino per chiudere questo straordinario cerchio e ritornare nuovamente al Passo Valparola.

 

Il gran finale…

Ora tutto diventa più facile, anche mentalmente. Essendo per me un sentiero tutto nuovo tengo in considerazione la mia mappa e i vari dislivelli presenti all’interno di questa parte finale dell’itinerario. Sulla carta tutto sembra facile, e la realtà dei fatti darà ragione a questo mio pensiero. Sceso nuovamente al bivio adiacente ai Formiei e alle sue baite, il sentiero 24 prosegue nuovamente su facili e spettacolari punti rocciosi. Il panorama sembra essere a mio favore e tutto prosegue nella più assoluta armonia. Stanco certo, ma mai deconcentrato su tutto ciò che mi circonda.

E’ quel sentirsi veramente libero, dove il passo più importante ed impegnativo è stato compiuto. Ora non mi resta che vivere ciò che manca per terminare questa mia giornata. Appena scavalcata una piccola forcella rocciosa ai piedi de Les Pizades 2265m, una bellissima discesa lungo i verdi prati del Vallone Pudres che in questo frangente ammiro da un punto di vista decisamente diverso. Guardando più in su, verso il cielo, la vetta del Setsass e la sua bellissima croce ora illuminata da un sole meraviglioso e coperta da un cielo azzurro.

 

Vallone Pudres – Punti di vista

In lontananza la lunga parete rocciosa del gruppo di Fanes

Le cime di Fanes (sx) e il Lagazuoi (dx)

La vetta del Setsass e il Vallone Pudres

Dal Vallone di Pudres verso le vette di Fanes (sx) e il Lagazuoi (dx)

Ritorno così nei boschi. Il Borat, ampio territorio che raccoglie a se questa ultima parte di sentiero boschivo. Il sentiero 24 ora cammina dolcemente ai piedi del versante a Nord delle Pale de Gerida. Viste da questo loro versante opposto assumono una prospettiva completamente diversa rispetto a tutto ciò che mi hanno regalato nella prima parte di questa mia infinita giornata.

L’alpeggio, ciò che mi mancava come ciliegina sulla torta. Già da un po di tempo udivo in lontananza quel particolare tintinnio che preannuncia la presenza di uno dei spettacoli naturali più belli che io riesca a vivere all’interno di questi contesti naturali. Le mandrie al libero pascolo, belle e al cospetto delle ultime e calde ore di questa giornata. L’alpeggio ai piedi del Piz Ciampei 2290m, il gran finale.

Si torna a camminare attraverso il bosco…

Freschi torrenti di alta montagna

Alcuni passaggi su roccia…

Ai piedi del Piz Ciampei…

Cartolina finale di questa straordinaria giornata…

Da qui è solo questione di pochi minuti, il Passo Valparola e il suo Rifugio appaiono all’improvviso appena raggirato la base del Piz Ciampei. Ritrovo così il rumore della strada principale, quella che collega le regioni turistiche trentine con quelle venete attraverso il Passo Falzarego. L’ultimo pensiero lo dedico a me stesso, guardando quella linea di sentiero, il 23, che circa otto ore prima ha dato il via a questa mia nuova scoperta, a questa mia nuova avventura.

La soddisfazione è grande e non si potrebbe calcolarla nemmeno sulle dita di dieci mani. Ogni nuova esperienza lascia un segno indelebile sui miei pensieri e sul mio modo “logico” di vedere e vivere la vita. Non fa testo se la stanchezza inizia a impadronirsi della mia mente e del mio corpo, ciò che porto a casa per l’ennesima volta è una fonte carica di energia positiva che può controllare qualsiasi tipo di difficoltà.

 

Il Setsass – Note Tecniche

Bellissimo e coinvolgente anello. Da un punto di vista escursionistico la croce di vetta rimane sempre l’obbiettivo primario su cui organizzare l’intera giornata. La vetta del Setsass la si può benissimo considerare come parte centrale dell’intero anello, indipendentemente da che versante lo si possa iniziare. Il dislivello complessivo dell’anello, vetta del Setsass esclusa, si aggira all’incirca sui +200m complessivi. Se si aggiunge la deviazione per raggiungere la vetta a 2571m, il dislivello totale è di +450m circa. Tempi di transito totali, comprese le varie pause, che si aggirano sulle 7h e 30m complessivi. Ovviamente i tempi rimangono sempre individuali.





 

Il Setsass – Il Video


Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

 

Location: Tra il Passo di Valparola 2168m e il Col di Lana 2452m

Area Geografica: Alto Agordino (BL) – Dolomiti d’Ampezzo (BL) – Val Badia (TN)

Regione: Veneto e Trentino Alto Adige

Accesso: Dal Rifugio Valparola 2168m su sentiero 23 in direzione del Bivacco Sief 2262m

Tempi di percorrenza: Dalle 7h alle 8h compresa la salita al Setsass

Link: InfoDolomitiCortinaDolomitiAgordinoDolomitiVenetoMontagnaVisitTrentinoAltaBadia

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