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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Alpeggio “Mon Amour”, senza di loro non sarebbe Estate

Gli alpeggi più belli delle Dolomiti Bellunesi, e dintorni…

 

Certo, perchè la loro è una presenza importante quanto un Rifugio o una meta prefissata. Un riferimento di grande valore. Sono gli alpeggi, i grandi pascoli in alta quota che ogni Estate colorano le nostre lunghe giornate.

Uno dei spettacoli più belli che si possa incontrare lungo questi vasti prati verdi”.

Sono l’emblema della stagione più bella, si specchiano al sole e al caldo di uno dei periodi dove la libertà di movimento ci permette di poter respirare a pini polmoni questa Natura così fantastica.

Sette itinerari, sette alpeggi che da mio giudizio meritano di essere segnati sulla propria “Agenda Escursionistica”. Rientrano all’interno delle Dolomiti Bellunesi e nei dintorni, dove la diversità degli animali presenti crea questa nostra grande curiosità.

  1. 1- L’alpeggio in Val Salata (Dolomiti d’Ampezzo)

  2. 2- L’Alpe di Fosses (Dolomiti d’Ampezzo)

  3. 3- L’alpeggio al Mondeval (Val Fiorentina)

  4. 4- L’alpeggio in Val Lorera (Comelico Superiore)

  5. 5- L’alpeggio all’Ucia de Gran Fanes (Fanes Sennes Braies)

  6. 6- L’alpeggio in Casera Ciauta (Valle del Boite)

  7. 7- L’alpeggio in Casera Lerosa (Dolomiti d’Ampezzo)

 

1- L’alpeggio in Val Salata Dolomiti d’Ampezzo

L’ultima porta delle Dolomiti d’Ampezzo. Tra il Vallon Scuro e la Val Salata a circa 1770m sorge il Cianpo de Crosc, una verde distesa che si apre al cielo nel cuore boschivo di queste due vallate. Oltrepassata Malga Ra Stua (1695m) su sentiero 6 ci si addentra all’interno del Vallon Scuro.

Una piacevole passeggiata che in circa 20 minuti conduce a questi ampi prati del Cianpo. L’alpeggio è costituito prevalentemente da mucche da latte, che in maniera piacevole passano le loro giornate ai piedi di una piccola e particolare baita privata.

L’intero alpeggio è parte integrante del pascolo di Malga Ra Stua, non è cosa rara vedere alcune di queste splendide creature muoversi liberamente tra i boschi del Rudo e del territorio circostante.

Un punto di passaggio che di norma si incontra nelle prime ore della mattinata. L’orario perfetto per assaporare i primi colori estivi del nuovo giorno, dove l’erba risulta più lussureggiante e carica di vitalità

Il loro alpeggio è la via di comunicazione per i vari sentieri che collegano le Dolomiti d’Ampezzo con Fanes Sennes e Braies. Da qui si possono raggiungere i Rifugi del vicino territorio geografico di San Vigilio di Marebbe: Il Fodara Vedla (1966m), il Rifugio Senes (2115m) e il vicino Rifugio Munt de Senes (2178m). Per le Dolomiti d’Ampezzo la lunga salita che porta allo splendido Rifugio Biella alla Croda del Beco (2327m).

 

2- L’Alpe di Fosses Dolomiti d’Ampezzo

A mio parere personale, l’alpeggio più bello che mi sia mai capitato di trovare lungo le mie giornate tra i sentieri dolomitici. La particolarità di questo alpeggio è data inizialmente dalla sua locazione geografica. Posto a 2162m lungo le sponde del Lago Grande di Foses e della Remeda Rossa, che svetta in cielo a 2605m all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.

Un’immensa radura completamente a cielo aperto, l’ideale per i pascoli che all’interno di questo territorio sono composti unicamente da pecore dalla lana bianca. Un paio di muli e cavalli giusto per dare un po di colore a questo straordinario ambiente naturale.

Di vedere un grande pascolo composto unicamente da sole pecore è un’esperienza che a memoria non ricordo di averla mai vista. Tante, una lunghissima fila indiana mi viene incontro scendendo dai piani erbosi del Roter Turm (2553m).

Seguono il loro istinto naturale per raggiungere le sponde del grande lago. Scendono per abbeverarsi e per iniziare la seconda parte di giornata, per affrontare poi la lunga notte sotto le stelle ai piedi della piccola Malga Fosses (2139m) dimora dei pastori.

Rimangono ben raccolte una di fianco all’altra. L’Estate quassù viene vissuta a stretto contatto con il caldo sole. Nessuna sporgenza, nessuna formazione geologica che possa permettere a loro un po di ombra. Ma si tratta di animali che si adattano a questo contesto senza nessun problema, e la grande fonte d’acqua disponibile è la loro principale difesa per le lunghe giornate estive.

A far loro compagnia, un paio di muli e un cavallo che danno quasi l’impressione di mantenere in ordine il loro pacifico cammino. Il pastore e il suo cane mi accolgono con grande tranquillità.

“E’ un piacere vedere di tanto in tanto qualcuno. Questo non è un sentiero molto battuto, anzi molti nemmeno sanno che esista un luogo come questo”.

E le sue parole sono monito di uno status di solitudine molto forte, e da questo punto di vista lo invidio da morire. Vivere per tre mesi quassù, e in questo contesto naturale, deve essere una di quelle esperienze che fanno da tassello importante per una vita migliore.

L’alpeggio è raggiungibile da Malga Ra Stua->Vallon Scuro->Cianpo de Cròsc. Al Ciampo si segue sulla destra il sentiero 26 che sale al Lago di Foses e Rifugio Biella. Dall’alpeggio si prosegue poi sempre su sentiero 26 in direzione del Rifugio Biella (2327m) che si raggiunge in circa 1h di marcia poco impegnativa.

 

3- L’alpeggio al Mondeval Val Fiorentina

I muli di Casera Mondeval de Sora (2158m). Questo bellissimo alpeggio è stata una delle sorprese più belle incontrate in questi lunghi anni di escursionismo dolomitico. La sorpresa viene dalla presenza di un notevole numero di muli che in tutta pace e tranquillità passano le loro giornate tra i prati del Mondeval, in Val Fiorentina.

Casera Mondeval de Sora

Il loro punto di riferimento rimane questa piccola casera posizionata ai piedi del Monte Mondeval (2455m) e della spalla rocciosa dello Spiz de Mondeval (2504m). Arrivando in Casera noto solo la presenza di un paio di cavalli, eppure in lontananza l’inconfondibile tintinnio delle piccole campanelle mi fanno presagire la presenza di un pascolo circostante.

La Casera che guarda verso lo Spiz de Mondeval (2504m – sx), Forcella Ambrizzola (2277m) e il Becco di Mezzodì (centrali)

Chiedo informazione ai malgari, giovani e molto presi da questa loro stagione che onestamente la percepisco con una certa invidia da parte mia. Rilassati e completamente assorti da questa pace e da questo silenzio.

Il ragazzo più giovane mi indica la posizione in cui si trovano gli animali, non mi è ancora ben chiaro che si tratta di muli quando nella mia testa la certezza che si parli di mucche mi da già una certa idea della situazione.

Devo risalire verso la Sepoltura Mesolitica, raggiungere così il sentiero 436 che conduce in Forcella Giau (2630m) e poco prima di giungere nelle vicinanze del Lago delle Baste (2281m) ecco che strane e bianche figure danno vita a questo territorio.

Sono ben raggruppati all’interno di un prato che scollina leggermente verso il piccolo lago. Di bianchi e di neri e per nulla intimoriti dalla presenza di altri escursionisti. Anzi devo dire che un paio di loro sono attratti dal panino di mezza giornata di alcuni di noi.

E’ un grande piacere poterli ammirare così naturali e liberi. Mi avvicino a loro, si lasciano tranquillamente accarezzare, dove inevitabilmente uno di loro sembra il ciuchino dispettoso della situazione. Completamente di pelo nero, mi gira attorno annusando il mio zaino e cercando invano con i denti qualcosa da mordere.

Tutto termina con l’ultimo saluto. La stagione sta per finire e quello che mi concedo è un arrivederci alla nuova Estate che verrà. Questo bellissimo alpeggio lo trovate lungo il sentiero 436, che da Forcella Giau (2360m) attraversa l’intero muro roccioso della Ponta Lastoi de Formin (2587m), dello Spiz de Mondeval (2504m), per giungere così in Forcella Ambrizzola (2277m). Di norma è facile trovarli proprio lungo il sentiero, alcuni di loro sono attratti dalla presenza degli escursionisti in transito e questo ne crea quel gruppo ben compatto a seguito, caratteristico dei muli in branco.

 

4- L’alpeggio in Val Lorera Comelico

E qui vi si trovano le capre, belle e eleganti nei loro movimenti. Mi piace definirle in questo modo, con quel loro stile tutto particolare che le rendono uniche all’interno del loro mondo animale. Di solito si è propensi a vederle aggregate a qualche alpeggio di mucche, minuscole come sono fanno contorno a questi grossi esemplari, e la loro presenza sembra quasi indiscutibile all’interno di questi pascoli.

Le trovo con piacere lungo il sentiero 146 che dal Passo Monte Croce risale verso il Col Quaterna, in Val Lorera nel Comelico Superiore. Ben richiuse all’interno di un ampio recinto, hanno a disposizione l’intero versante di una delle verdi vette che a monte vanno a formare la famosa Cresta Carnica.

Il piccolo alpeggio di capre che guarda verso le Dolomiti di Sesto

A differenza di altre tipologie di pascoli, le capre vengono radunate all’interno di ampi recinti. Non hanno quella forte sensibilità di rimanere in branco, la loro curiosità ed indipendenza da altre simili, tende ad allontanarle e di conseguenza disperderle all’interno di boschi mettendo a serio rischio la propria vita.

L’intera Val Lorera vista dal Col Quaterna (2503m). In lontananza le Dolomiti di Sesto

L’intera valle è una grande immersione nel verde. L’intero territorio geologico è composto da roccia principalmente vulcanica, il Col Quaterna (2503m) è di fatto un ex vulcano vissuto durante il Triassico. Diversi torrenti scendono dai verdi versanti che formano la famosa Cresta Carnica, dando vita così al Torrente Padola che segna la linea di confine tra il Veneto e l’Alto Adige.

E le nostre affezionate mucche?. Ci sono pure loro, più a monte e in direzione della Sella dei Frugnoni (2539m). Sono tutte ben raggruppate attorno ad una piccola baita. L’Acqua, grazie ai torrenti presenti, alimenta una vasca in legno e questo diviene il loro punto di riferimento per abbeverarsi durante le calde giornate estive.

Impatto visivo di gran effetto verso la Val Lorera e le lontane Dolomiti di Sesto

La Val Lorera viene attraversata da un unico sentiero, il 146 che taglia in due le regioni confinanti del Veneto e dell’Alto Adige. Risale in direzione della crosta rocciosa del Frugnoni (2563m) per giungere così in Sella dei Frugnoni (2539m). Il Col Quaterna, su sentiero 148 e l’intero anello che oltrepassata Casera Rinfreddo (1887m) e Malga Coltrondo (1879m) conduce nuovamente al Passo Monte Croce in Comelico.

 

5- L’alpeggio all’Ucia de Gran Fanes Fanes Sennes Braies

Appena lasci le Dolomiti d’Ampezzo ti colleghi all’interno del Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies. Per la precisione nel territorio geografico di San Vigilio di Marebbe. Lascio di poco la Val di Fanes, risalendo dal sentiero 10 che dalle Cascate di Fanes (Dolomiti d’Ampezzo) mi accompagna direttamente al Sasso delle Dieci (3026m) e a questo territorio capitanato da due famosi Rifugi: l’Ucia de Fanes (2060m) e l’Ucia Lavarella (2042m) .

Immensa distesa di verdi prati, ai piedi delle vette di roccia frastagliata del Sas dai Bec (2562m) e di una serie di spinali rocciose che rende questo territorio molto particolare. Un fascino naturale che non passa per nulla inosservato.

Nel cuore di questi prati sorge una piccola baita, sulle sponde del Rio de Fanes. E’ l’Utia de Gran Fanes, molto ospitale e in una posizione che la rende un piccolo gioiello all’interno di questo splendido alpeggio a 2103m.

L’Ucia de Gran Fanes (2103m)

I suoi pascoli sono caratterizzati dalla presenza di mucche da latte, qualche gallina e qualche capra che si muove liberamente al seguito dei manzi più grandi. Un punto di vista straordinario, il Rio Fanes che divide in due il territorio in questa sua lunga serpentina che scende verso la Val Travenanzes, per finire la sua corsa e dare vita alle già menzionate Cascate di Fanes.

Il Rio Fanes, un vero Eden naturale…

Per arrivare fin quassù i sentieri che collegano questa parte di territorio richiedono almeno due ore di marcia, e questo ne identifica maggiormente il suo isolamento dal resto del mondo. Rende questo posto così magico che la Natura stessa può esprimersi al meglio di se stessa.

E’ una magia che sembra essere senza tempo. Raggiungo questa località ogni Estate, mi piace vivere questo alpeggio sia come una meta finale che come punto di passaggio. Ogni volta mi soffermo per molto tempo, prendo le mie pause e mi lascio contemplare dalle varie situazioni che in maniera molto spontanea si impossessano della mia mente. Ne vedo una fonte di importante spiritualità personale, mi fa sentire vivo.

L’Ucia de Gran Fanes è la porta delle Dolomiti di Fanes. Questo alpeggio, oltre che dalle Cascate di Fanes, si raggiunge dalla località di Armentarola, seguendo il sentiero 11 che dalla Capanna Alpina (1720m) risale verso il Gran Plan. Dal versante opposto, quello che guarda il Valun de Fanes, seguendo il sentiero 11 con indicazioni Lago di Limo/Ucia de Gran Fanes.

 

6- L’alpeggio in Casera Ciauta Valle del Boite

Nell’Alta Valle del Boite, nel Cadore che vede questo territorio confinare con le vicine Dolomiti d’Ampezzo. Uno dei punti di vista verso l’Antelao tra i più belli e suggestivi. Casera Ciauta è la classica struttura che si rende generosa e ospitale per i vari prodotti caseari che si servono e che si consumano a km0 certificati.

Casera Ciauta (sx) al cospetto del Pelmo

L’alpeggio si pone a 1550m, ai piedi del maestoso Pelmo. Le mucche che si muovono liberamente all’interno del suo territorio sono prevalentemente di razza Frisona e Pezzata Rossa. Bellissimo alpeggio che si apre al cielo aperto dei prati della Ciauta e dei Piani de la Palù, al cospetto del miglior sole di stagione.

Questo è un alpeggio che si allunga verso il Cianpe de Najaron e del Col de Fer (2019m) dove si congiunge con i pascoli del Rifugio Venezia A. de Luca (1940m). Dai verdi prati si passa ai boschi circostanti, garantendo ugualmente delle bellissime sorprese. Dalle mucche della Ciauta si entra così in contatto con un pascolo composto unicamente da splendidi cavalli che, immancabilmente, si fanno simpaticamente scortare da bizzarre e curiose capre dal pelo lungo.

Tutto si divide in due situazioni ben diverse. Due tipologie di animali al pascolo che offrono due punti di vista, dove ogni animale presenta le sue caratteristiche rendendo questo passaggio molto particolare. Le mucche, indifferenti e sempre disinteressate della presenza umana a confronto con questi splendidi cavalli, più curiosi e attratti soprattutto da qualsiasi cosa (abiti o zaino) che sfoggia colori molto forti.

Giornate che si vorrebbe non finissero mai. Momenti in cui vorresti dedicare il tuo tempo per cercare di entrare in contatto mentale con queste splendide creature. Si rimane veramente senza parole, inermi a così tanta bellezza.

Questi alpeggi si raggiungono salendo su sentiero 475 che dal centro abitato di Villanova (Borca di Cadore) sale in Ciauta. Oltrepassata la Casera si prosegue sempre per il sentiero 475, dove le mandrie di cavalli vi attendono ai piedi del Pelmo.

 

7- L’alpeggio in Casera Lerosa Dolomiti d’Ampezzo

Sfatiamo definitivamente il pensiero che tutti gli alpeggi siano uguali. Le razze bovine che si prestano a queste attività rientrano all’interno delle più classiche Pezzate o Frisona, caratteristica costituzione adatta a questi pascoli in alta quota.

Ciò che differenzia un pascolo dall’altro, e che non le rende uguali, è il territorio e la formazione geografica che li ospita. Catene montuose, spinali e verdi prati che ne creano un’unica caratteristica con panorami sempre diversi

Chiudo questo mio articolo soffermandomi sugli alpeggi che sovrastano il territorio del Vallon Scuro, all’interno delle Dolomiti d’Ampezzo. Su quel sentiero n°8, che da Malga Ra Stua (1695m) sale verso Forcella Lerosa (2020m). Poco prima di giungere in forcella, sulla sinistra e semi nascosta, il Cason de Lerosa (2035m) si apre ai splendidi pascoli lungo la Lerosa, ai piedi della Croda Rossa Pizora (2850m).

Casera Lerosa, guarda verso la Croda del Vallon Bianco (2687m) nelle Dolomiti d’Ampezzo

All’interno di questa infinita pace, si muovono liberamente le Pezzate e gruppi di splendidi cavalli di diverse razze. Onestamente trovare le parole per lo stato d’animo che tutto questo trasmette è veramente difficile.

Liberi, ai piedi della Croda Rossa Pizora (2850m)

Casera Lerosa e il Sote Socroda

Il luogo ti lascia d’incanto, la libertà espressa da questi animali fa da quadro ai vari raggruppamenti montuosi che fanno da cornice a questa fantastica opera naturale. Il territorio è linea di confine tra le Dolomiti d’Ampezzo e il Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies. Il Cason si trova ai piedi del bellissimo raggruppamento della Croda Rossa (3146m), guardando a Nord le vette di Sennes e a Sud le varie cime delle Dolomiti Ampezzane.

Spettacolo verso le Dolomiti d’Ampezzo…

Alpeggio che si trova lungo il sentiero 8, che dal Vallon Scuro sale in Forcella Lerosa per poi ridiscendere nuovamente lungo la Val de Gotres, per entrare così all’interno del territorio geografico della Val dei Chenope, Alto Adige.

 

Sette straordinari punti di vista, punti di passaggio che colorano e caricano di energia positiva il nostro cammino. Risultano per me quel momento di sosta, dove condividere l’umiltà e la semplicità di questi liberi animali. Rispecchiano perfettamente questo mio desiderio di libertà, mi muovo attorno a loro mantenendo sempre quella giusta distanza, cercando di rispettare questa loro pace, cercando sempre di immedesimarmi in loro stesse il più possibile.

Sarebbe impossibile pensare ad un Trekking senza la loro salutare presenza.

Stefano

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