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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Bianca Stia (Agordino Dolomiti)

 

Bellissima escursione in Malga la Stia, un Autunno che non ti aspetteresti ma che in maniera molto repentina, e con grande sorpresa, ha modificato temporaneamente il tipico quadro di colori naturali di questa stagione.

L’Agordino, la bellissima e solitaria Valle di Gares per una facile e spettacolare escursione per raggiungere a 1785m di quota la solitaria Malga, immersa all’interno di quel suo silenzio di una stagione appena terminata e che la rende un luogo di pace e serenità.

Angoli del piccolo centro abitato di Gares

Angoli del piccolo centro abitato di Gares

Apro il balcone della piccola terrazza dell’Albergo che mi ospita nella bellissima Falcade. Un punto di vista che guarda verso il Col Margherita con la spalla illuminata dal primo e debole sole di giornata che accentua maggiormente il bianco della neve caduta nei giorni precedenti.

E’ una bella sensazione, un piacere che in quei momenti di un nuovo giorno sono di auspicio per tutto ciò che nelle prossime ore incontrerò lungo il mio cammino. La complicità di previsioni meteo favorevoli arricchiscono maggiormente questa mia positività.

Il gelo di una notte appena trascorsa lungo la Valle di Gares

La Valle di Gares, fascia boschiva che dal centro abitato del bellissimo paese di Canale d’Agordo, paese Natale di Papa Luciani – il Papa del sorriso, si allunga verso il piccolo centro abitato di Gares che ne chiude definitivamente la sua corsa. Il silenzio e quella tranquillità che rendono queste piccole comunità belle da vivere, rispettando quella pace che in questi primi momenti di un nuovo giorno rendono tutto l’ambiente che mi circonda racchiusi in un interminabile letargo.

E il sole inizia a brillare lungo il versante ad Est del Focobon

La complicità di questo gelo così improvviso non coglie per nulla impreparati gli abitanti di questi luoghi. Lungo le piccole strade presenti nel cuore del paese tutte le case sono ancora chiuse, mentre alcuni camini soffiano con forza la fuliggine delle stufe a legna già attive. E’ una bella sensazione, questo freddo pungente è un’ottimo tocca sana per mantenermi in un costante movimento: guanti e berrettone sono già d’obbligo, almeno in queste prime ore nella morsa di questo gelo.

Punto di vista lungo la valle, l’ombra delle montagne circostanti e il sole che in lontananza già splende.

Il sentiero che risale tra la Val del Rif e la Val di Creta è la comune strada carrozzabile che sale con molta tranquillità lungo i pendii boschivi ai piedi delle vette della Ponta dei Mar (2365m) e del Cimon della Stia (2391m). Facile da intraprendere durante l’Estate, offre l’opportunità di raggiungere la Malga in una comoda e serena passeggiata per tutte le età. Diviene a questo punto un buon auspicio per la stagione invernale dove le ciaspole divengono sicuramente un facile invito per affrontare questo dislivello di circa 384m con la stessa serenità offerta dalla stagione calda.

I boschi iniziano a vestirsi di bianco

Da quella tenue e leggera presenza di neve lungo la valle alla sua maggiore consistenza che nel giro di pochi minuti prevale sull’intero territorio. Se dal centro abitato di Gares tutto dava l’impressione di quella sporadica nevicata, risalire di almeno un centinaio di metri il suo dislivello è l’equivalente del passare da quel primo e timido Autunno ad una stagione invernale vera e propria.

L’intero ambiente che mi circonda è completamente invaso da questo suo meraviglioso abito bianco. Il bosco e gli ampi spazi a cielo aperto mi regalano un benvenuto che, oltre a sorprendermi in maniera gioiosa, mi permettono di muovermi all’interno di una stagione quasi fuori luogo. Si sale di quota e il sole inizia a riscaldare questa meravigliosa Natura.

E’ un continuo susseguirsi di cambiamenti. Esco un po alla volta dal fitto bosco della piccola Val di Creta e inizio a guardarmi finalmente attorno, i primi punti di vista verso le vette che in questo momento mi stanno ad abbracciare, dimostrando quell’intenso calore dato da questo sole in questa giornata così straordinaria.

Vista verso la Zima di Pape (2503m)

Vista verso il versante ad Est della Focobon (3054m)Gruppo Pale di San Martino

Una delle sensazioni più ricercate da ogni escursionista è quella di potersi muovere il più possibile attraverso gli spazi aperti. Spazi che si aprono al cielo, quasi a voler entrare il più possibile in contatto con il sole e poter ammirare l’intero ambiente circostante. Osservare il paesaggio e ritrovare in ogni vetta la sua sfumatura stagionale è una grande sensazione, e vivo tutto questo quando giungo ai piedi di quell’enorme area aperta che delimita l’accesso alla Malga.

Malga la Stia. Forcella della Stia (sx) e il Cimon della Stia (dx)

Sono alla mia prima volta in la Stia, una nuova scoperta che mi gratifica con questa sua particolarità. L’avevo notata per la prima volta la scorsa Primavera, da Casera Campigat (1804m) risalendo dalla Valle di San Lucano nel suo versante opposto. L’avevo notata in lontananza, e vederla da quel suo punto di vista così solitaria ed immersa in quel suo verde alpeggio mi è rimasta impressa come quel chiodo fisso da aggiungere in Agenda. E così è stato, arrivare fin quassù durante questo sorprendente Autunno.

Il messaggio benvenuto offerto dalla Malga

Iniziare questo cammino con la consapevolezza di trovare la Malga chiusa e senza nessun servizio di ristorazione disponibile. Avvicinarmi a lei, passo dopo passo su di un sentiero coperto da uno strato di circa 15cm di neve e vedere strani movimenti di animali che sembrano “fuori luogo” per questa stagione così particolare.

Eppure, indipendentemente dal “fuori luogo”, ciò che sembra è una meravigliosa realtà formata da questi splendidi cavalli che, ben riforniti di fieno fresco, rimangono ancora presenti all’interno della struttura.

Belli da vedere, da guardare con occhi di chi ne nutre una certa invidia. Rimangono tranquilli e accettano la mia presenza senza scomporsi minimamente, sono così talmente abituati alla presenza umana che la mia figura passa per loro quasi inosservata. Li guardo con una certa attenzione, mi piace molto soffermarmi sugli animali perchè credo che in ogni loro movimento, o atteggiamento, ci siano cose da imparare e da intuire su quello che rappresenta la loro personalità.

Rimangono fermi al sole, sembra quasi che provino quello stesso piacere che sto provando io in questi momenti. Siamo pienamente coinvolti da questo suo calore all’interno di un contesto di un silenzio che, quasi scandito da un tempo naturale, viene interrotto da quell’inconfondibile frastuono dettato dalla slavina.

Vista verso la Focobon

Vista verso Forcella della Stia (sx) e il Cimon della Stia (dx)

L’abbondante nevicata e le temperature che a questa quota si aggirano sui 15° creano quell’effetto tanto naturale quanto terrificante delle slavine. Dall’intero versante che dalla Focobon segue verso Forcella della Stia è un susseguirsi di medie e alte scariche. Alcune riesco a notarle ancora prima che la distanza ne trasporti quel suo inconfondibile rumore, mentre altre, quelle più vicine e che si sviluppano dalle creste più alte del Cimon, arrivano quasi a sorpresa, e posso assicurarvi che la sensazione che provo è molto forte.

Vista sulla Focobon (sx) e su Forcella della Stia (dx)

Lascio momentaneamente da parte la Malga, voglio risalire leggermente verso la forcella ma questo vorrebbe dire avvicinarmi ad un territorio “minato” e poco sicuro. Guardandomi bene attorno e calcolando con una certa attenzione i punti di arresto di queste continue scariche, inizio ad avvicinarmi ad un canalone creato in modo naturale da una slavina di notevoli dimensioni. Faccio molta fatica a muovermi, credo di camminare su di uno strato di 20cm sicuri di neve e la mancanza delle ciaspole rende impegnativo il mio cammino.

Arrivato alla base di questo canalone per istinto sento che converrebbe fermarmi quà. Non faccio in tempo a ragionare su questo che dalla Ponta dei Scalet (1965m), che si trova più a valle del Lastei di Focobon (2721m), un’enorme ammasso nevoso si stacca con una violenza tale da portare giù a valle un quantitativo di neve incalcolabile. Quel poco di vento presente riesce a trasportare verso di me alcuni residui nebulosi che mi investono in modo leggero e senza nessun rischio personale, ma ciò che percepisco nel “respiro” di quella slavina è un messaggio che mi invita a ritornare sui miei passi, nell’immediato!

Malga la Stia che guarda verso la Zima dei Vanedei e il Caoz (sx) e la spinale che si allunga verso la Palalada (dx)

Rientrare in Malga, luogo decisamente più sicuro…

Malga la Stia

Bellissima struttura ricettiva che offre ospitalità durante la stagione estiva. Dalla sua piana si gode uno straordinario panorama che guarda verso l’Agner, sulle Comelle e sul Focobon. Agriturismo di recente ristrutturazione è un ottimo punto di ristoro dove poter degustare i prodotti tipici locali e la sana e nutriente cucina di alta montagna.

Durante i rimanenti mesi dell’anno diviene un’ottimo punto di riferimento per potersi muovere all’interno del suo territorio. In Autunno per la colorazione dei boschi lungo la valle, d’Inverno per straordinarie ed interminabili ciaspolate alla portata di tutti e durante la Primavera per assistere al momento del cambiamento, alla fioritura e a tutte quelle situazioni di una nuova stagione in arrivo.

 

Malga la Stia – Punti di Vista d’Autunno (con la neve!)

Al mio arrivo la Malga ha chiuso i battenti da una decina di giorni. Trovo ancora del personale presente, impegnato nelle pulizie di fine stagione prima di chiudere definitivamente porte e finestre in vista dei lunghi mesi invernali. La loro presenza è il motivo per cui questi cavalli ancora si muovono liberamente e noto con sorpresa la figura di un’altro quadrupede, molto più piccolo ma dall’aspetto del ruffiano per antonomasia.

Il Divo (o la Diva ) per eccellenza. Dal momento in cui mi sistemo per un panino su uno dei tavoli imbanditi unicamente dalla neve, la sua presenza è caratterizzata da un continuo sussulto di fusa, di movimenti per attirare la mia attenzione ad ogni suo apprezzamento nei miei confronti. Ad ogni mio movimento per le foto e il video di rito diviene la mia ombra, senza abbandonarmi per un istante. E allora non mi resta che cedere alle sue attenzioni, lasciarlo liberamente disteso sul tavolo da me occupato con quel fermo immagine che ne dimostra la sua sovranità all’interno di questo ambiente. Il vero “gatto delle nevi”.

Interessante itinerario per ogni stagione. Vista l’esperienza vissuta con la neve credo sia un ottima destinazione per delle spettacolari ciaspolate come già descritto. E’ ovvio che il territorio rappresenta degli aspetti da tenere molto in considerazione visto la presenza di possibili slavine, ma questo è un mio messaggio d’attenzione che si pone principalmente durante la stagione del disgelo. Durante l’Inverno che verrà la cosa importante è rimanere il più lontano da qualsiasi possibile rischio in merito. Di ampi spazi ce ne sono così talmente a sufficienza da poter esaudire qualsiasi desiderio di ciaspolare in tutta libertà ai piedi del Cimon della Stia. Ottima escursione, soddisfatto e ancora una volta felice della scelta fatta.

 

Malga la Stia – La Mappa

MAPPA-MALGA-LA-STIADownload

 

Malga la Stia – Il Video


 

Location: Cimon della Stia – Agordino (BL)

Area Geografica: Val di Gares – Canale d’Agordo (BL)

Regione: Veneto

Link: AgordinoDolomitiCanale d’AgordoVisitVenetoVenetoMontagnaInfoDolomiti

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