Stefano Germano
Bivacco Menegazzi e Casera da Camp – Agordino
Aggiornamento: 20 feb
L’ultimo Autunno, gli ultimi colori di stagione.
Escursione del 12/11/2k22
Un bellissimo anello autunnale, l’ultimo prima dell’avvento definitivo della neve. Un ultimo sguardo verso il versante più occidentale dell’Agordino, ancora immerso nei suoi colori tipici di stagione e in un silenzio che porta con sè quella pace dettata da passi che non conoscono tempi o misure.

Domadore è una località formata da un paio di baite nel versante centrale della Valle delle Pale, una lunga insenatura boschiva che da Pala della Madonna scende verso l’abitato di Sagron-Mis, a pochi metri dal Passo Cereda. Un punto di partenza che vede in questa località un ritorno, all’interno di un contesto naturale che ho già vissuto durante l’Inverno scorso ma che ora mi vede incuriosito nel completare questo perfetto anello escursionistico in assenza della neve trovata in precedenza.


La giornata è leggermente offuscata da una leggera velatura che copre un cielo che sembra dia l’impressione di aprirsi al sole da un momento all’altro. Il sentiero 720 segue la linea di cammino di una bellissima strada ampia, sebbene con quel dislivello che già si fa sentire. La stagione dei disboscamenti regolamentati prosegue anche in questa parte al confine con il Trentino, ultimi giorni in cui uomini e mezzi lavorano sodo prima dell’arrivo della prima neve e fermare così questa pacifica invasione di sostentamento.


La mia strada bianca è perfettamente agibile in quei tratti dove ancora una leggera e vecchia asfaltatura regge il peso del tempo, per diventare fango e acquitrini laddove prende quella sua naturale formazione boschiva. Sale ripidamente in direzione dei Pra di Forca, un ampio piano boschivo che si pone ai piedi del Col Piagher (1532m). Nel complesso è un cammino molto piacevole, una serie di serpentine tra l’asfalto e il fango per giungere ad una deviazione che lascia per un breve tratto la strada bianca.

Potrei benissimo seguire la stradina, ma il richiamo verso i boschi e la naturale formazione del sentiero attraggono maggiormente la mia attenzione e il desiderio di mettermi a stretto contatto con la Natura e l’ambiente che mi circonda. È così infatti, sulla sinistra di questo mio primo bivio rimane ben visibile la numerazione di sentiero 720 che per un breve tratto porta i segni dei grandi macchinari che in questa stagione si inerpicano a tutta forza lungo queste spalle boschive e ripide.

La salita iniziale si addolcisce maggiormente. Una serie di piacevoli sali/scendi che scorrono sempre attraverso i boschi delle spalle più a Nord di Domadore. Da questo tratto ora è maggiormente visibile la lunga catena montuosa che da Cima d’Oltro (2397m) sono il punto di riferimento per la linea di confine con il Trentino. La mia posizione, e quella che perdurerà per tutta la giornata, scorre nelle vicinanze e alla base di una catena rocciosa che fino alla Croda Granda (2849m) sarà la linea di confine tra le due regioni.

Oltre a questa cortina rocciosa prende vita la Val Canali e l’intero massiccio delle Pale di San Martino, non visibili però per tutta la durata dell’escursione odierna. Rimarranno unicamente un punto di riferimento virtuale, dove nella mia mente andrà a formare un nuovo capitolo Dolomitico e recentemente vissuto lungo quei meravigliosi territori. Ci vuole poco per collegarmi nuovamente con la strada bianca. In effetti il sentiero 720 mi riconduce nuovamente lungo questa forestale, che con un buon gioco di gambe in certi tratti diviene leggermente impegnativa.
Casera Cavallera – 1679m
I primi punti di vista prima di entrare all’interno dei Pian Lonch, un bivio che non deve trarre d’inganno e che, ben evidenziato da un segnavia, segnala sulla sinistra il proseguo per Casera Cavallera e Bivacco Menegazzi. Una leggera pendenza per iniziare così a camminare attraverso i Lonch e guardare per la prima volta la lunga muraglia rocciosa che dalla Cima d’Oltro finalmente dà vita all’intero massiccio che vede nel lontano Agnèr la cornice completa di ciò che mi accompagnerà per tutto il giorno. Solo che più avanti il sentiero di cammino mi porterà alla base di quei bastioni e guglie di imponente roccia.


Devo dire che “finalmente” il tratto d’asfalto lascia definitivamente spazio alla terra battuta, e questo per me è un modo di vedere l’escursionismo sotto una veste più naturale e a stretto contatto con questo mio meraviglioso ambiente. Lunghe ed ampie serpentine che di passo in passo aprono punti di vista verso valle di grande rilievo. È un pò come se guardassi da questa quota più elevata ciò che mi sono lasciato dietro, ciò che da Domadore mi ha accompagnato fin quassù e che ora vedo da una prospettiva completamente diversa.


Il lontano Passo Cereda (1361m), la valle di Sagron-Mis e quelle piccole località che formano quei nuclei abitativi lungo le Pale del Garofolo e del Piz Sagron (2486m). In alcuni tratti lascio il sentiero principale per salire leggermente di qualche metro verso i versanti più ad Est, ed avere così una prima prospettiva delle lunghe ed ampie vallate che guardano verso l’abitato di Gosaldo (1224m) e quella catena montuosa che in lontananza danno poi vita all’Agordino e alle sue vette più rinomate.

Tutto questo prenderà più luce nel momento in cui raggiunta Casera Cavallera avrò così a disposizione un intero territorio geografico da scoprire ad occhi aperti. La strada sterrata mi congiunge con questa Casera, il mio primo obbiettivo sulla carta. Casera Cavallera si pone su di una piccola terrazza aperta ai verdi alpeggi del Pian Lonch, aperta solamente durante la stagione estiva per dare così vita ai suoi pascoli e ospitalità agli escursionisti di stagione. Un luogo meraviglioso, un silenzio che da questa sua bellissima terrazza panoramica mi accompagna verso le lunghe valli e le lontane vette che guardano verso l’Agordino meridionale.
Domadore -> Casera Cavallera in 1h 10 minuti con un dislivello di +340m


Una prima e meritata pausa, condivisa con due arzille mamme che dopo aver lasciato i bimbi a scuola hanno ben pensato di regalarsi questa parte di escursione, per poi scendere nuovamente in direzione di Gosaldo e “ritirare” così i bimbi all’uscita della scuola. Tempi e modalità ben calcolati, complimenti a loro e alla loro grande energia nell’esprimere il piacere di questa “toccata e fuga” in Casera Cavallera.
Bivacco G. Menegazzi al Pianlonch – 1737m
Entrare così nel cuore di questa mia giornata è un fremito troppo invitante. La mia pausa in Cavallera è limitata al tempo strettamente necessario, zaino in spalla con la piena consapevolezza di sapere già cosa mi attende più a monte. Alle spalle della Cavallera le indicazioni di sentiero 720 che iniziano su di un breve tratto un po’ impegnativo e che danno al Bivacco una tempistica di circa 15 minuti. Ultimi sguardi verso la Cavallera che si proietta lungo le lontane vallate Agordine, un breve tratto di bosco per uscire poi a cielo aperto nel cuore del Pian Lonch.

In effetti il tempo che divide la Cavallera al Menegazzi lo si può tranquillamente conteggiare in quei 15 minuti preventivati dalle tabelle precedenti. Ampi spazi dove questa Natura regala una grande terrazza panoramica, dove svettano al cielo le grandi pareti rocciose di Pala della Madonna (2524m), del Sass d’Ortiga (2634m) e una successione di guglie e campanili rocciosi che si perdono nelle parti più nascoste ed inarrivabili di questo primo frangente dell’intero raggruppamento dell’Agnèr.


Alla base di tutto questo, e ben accudito da questi piacevoli prati, l’eterno e solitario Bivacco G. Menegazzi. Un punto di riferimento logistico raggiungibile praticamente tutto l’anno. La strada bianca da Domadore per giungere così con facilità in Cavallera, proseguendo poi sul prolungamento della strada stessa e ben visibile sulla destra prima di raggiungere la Cavallera, sono il perfetto proposito per giungere al Menegazzi anche durante la stagione invernale. Ramponi e ciaspole ovviamente inclusi.

Il Bivacco è accessibile e aperto tutto l’anno. Al suo interno una stufa a legna, un comodo tavolino con sedie e al piano superiore la possibilità di condividere 6 brande per altrettanti posti letto. Lugo perfetto per vivere una notte anche durante la gelida stagione bianca. Durante le varie stagioni dell’anno punto di collegamento di vari sentieri che si innalzano verso le vette rocciose che da un’eternità vegliano su queste splendide vallate.








Infatti il sentiero 720 prosegue poi verso la linea di confine con il vicino Trentino, salendo verso Forcella delle Mughe (2244m) per scendere in direzione della Val Canali e del Rifugio Treviso (1629m). Altra interessante ma più difficile via di accesso è la Scaletta, un sentiero abbastanza più impegnativo che sale verso il vallone roccioso ai piedi del Sass d’Ortiga in direzione della Croda Granda e del Bivacco Reali a 2595m.
Non solo paesaggistico, ma punto di riferimento per una rete di sentieri che conducono a nuovi territori regionali per prospettive di chi, nel corso delle stagioni più fattibili, conducono a Trekking molto più impegnativi e da conteggiare in diversi giorni di cammino. Direi proprio fantastico.
I Valloni
È così che mi piace definirli. Si tratta di due punti geografici che ora entrano a far parte di questa mia seconda parte di giornata. Due lunghe insenature boschive che si affrontano lungo il sentiero 773 che lascia definitivamente i prati del Bivacco Menegazzi per guardare verso Malga de Camp. Dal Menegazzi la tabella indicativa di sentiero da come riferimento Malga Camp e i più lontani Passo di Luna (1718m in 1h 30m) e Rifugio Scarpa Gurekian (1748m in 2h 30m).



Una linea di sentiero quasi orizzontale, con alcuni tratti che da Valle Sprit e il Vallone Antersass (i due valloni) si compongono di un paio di passaggi con un leggero dislivello. Il sentiero mi porta nei punti più vicini alla base delle vette già menzionate. Non solo quel versante che poi più a monte da vita alla Croda Granda, ma una serie di pareti e guglie rocciose che portano il nome di Torre S.Anna (2122m), Torre Sprit (2391m) e altri vari campanili di pura roccia Dolomitica che da questa linea di cammino si possono ammirare in tutta la loro bellezza architettonica naturale.
Ricovero Casera de Camp – 1750m.
E se fino al Bivacco Menegazzi era una storia già affrontata nei mesi precedenti, dai due valloni a Casera de Camp è tutto un nuovo mondo per me da scoprire. Il 773 si presenta facile ma selvaggio, in alcuni punti, come nel versante più a monte del Vallone Antersass, con tracce di frana e linea di cammino da “inventarsi” per un breve tratto ma con il riferimento del corretto proseguo ben visibile e facilmente raggiungibile.



Momenti che mi entusiasmano. La diversità che offre un sentiero poco frequentato e al di fuori dei luoghi più blasonati, è un’alchimia che mi permette di confrontarmi con la migliore espressione di Natura libera e selvaggia. Un confronto che mi permette di rimanere solo, in un lasco di tempo che raccolgo in quei 75 minuti necessari per giungere in Casera de Camp.


Mi appare come un piccolo miraggio, placidamente silenziosa e in pace con il mondo intero. Lasciata sola dà poco tempo ormai, dove attorno a questi suoi ampi spazi, a questi lussureggianti prati, si notano tracce di una lunga Estate vissuta quassù nel più totale equilibrio di assoluta libertà. Qual sul tavolo esterno e quelle sue panche che diventano per l’ennesima volta il mio luogo perfetto per una meritata pausa, l’ultima della giornata prima di scendere nuovamente verso valle.



Un panorama che sembra infinito, quasi a voler raccogliere a sè l’intero Agordino. Alle sue spalle l’imponente massiccio roccioso che dalla Croda Granda dà vita all’intera spinale Dolomitica che con grande possanza scende verso Cima d’Oltro, rendendo onore a quella linea geografica territoriale che si divide tra il Veneto e il Trentino. Una leggera velatura nel cielo che per qualche minuto si apre, regalandomi quella luce perfetta per “respirare” l’ultimo tiepido calore di un sole che per l’intera giornata si è fatto desiderare.





Momenti intensi, importanti e di grande valore. Momenti in cui dalla Natura stessa percepisco quell’aria di un imminente cambiamento. Per chi come me porta con sé una lunga esperienza di montagna, sa benissimo calcolare i tempi di una nuova stagione che sta per arrivare. L’aria stessa, più fresca e che induce un abbigliamento più pesante, porta con se quella sensazione in cui la neve e il bianco Inverno sta già bussando alla porta. Guardo con serenità questi ultimi colori autunnali, cerco di fermarli all’interno della mia mente con la consapevolezza che in una manciata di giorni tutto questo sparirà definitivamente. Almeno per quattro o cinque mesi.


Prevale quel senso di malinconia, quel pensiero un po’ triste che allunga la sua mano nella mia e che va a chiudere definitivamente un lungo anno vissuto con grande intensità e senso di “vita” all’interno di queste montagne, di questi infiniti sentieri selvaggi. L’ultima espressione di un Autunno dai mille e caldi colori, gli ultimi istanti in cui i prati bruciati dal primo gelo cadranno in un lungo letargo, ricoperti da quella coltre nevosa quasi a voler custodire tracce e istanti di una lunga Estate e di un forte Autunno che ormai mi sta lentamente salutando.



Tutto questo capita quassù, tutti questi pensieri che esprimo con una certa malinconia nascono guardando verso questo infinito panorama e da questa meravigliosa Casera, che per l’ennesima volta riflette il mio senso di umiltà, di umanità e di rispetto per tutto quello che mi circonda. Ma è tempo di riprendere il cammino. Il sole lentamente inizia quella sua ultima fase di giornata con quella leggera velatura che copre definitivamente quel suo tiepido e percettibile calore.
Proseguo sempre su strada bianca, seguendo questa forestale in direzione del Pra Lonch e tenendo sempre come riferimento Casera Cavallera e Bivacco Menegazzi. Per rientrare a Domadore non devo fare altro che seguire inizialmente le indicazioni di sentiero di questi due luoghi incontrati nelle ore precedenti, per congiungermi nuovamente con quel bivio che si collega con il sentiero 720 e giungere così nuovamente a Domadore in circa 90 minuti dalla da Camp.


Per la neve è questione di un paio di giorni. Le previsioni non sbaglieranno di sicuro, mi guardo per bene attorno durante il rientro al punto di partenza e chiudere così questo meraviglioso cerchio con gli occhi di chi guarda questi infiniti colori per l’ultima volta, almeno per questo 2k22…
Bivacco Menegazzi – Casera de Camp – Note Tecniche
Facile e poco impegnativa giornata sebbene lunga. La parte leggermente più impegnativa la si affronta immediatamente alla partenza da Domadore. Per giungere in Casera Cavallera il dislivello che si affronta è di +340m in salita seguendo un’ampia forestale e giungere alla Cavallera in circa un’oretta. Poi da questo punto la parte più impegnativa la si lascia definitivamente alle spalle.
Da Casera Cavallera è questione di circa 15 minuti per giungere al Bivacco Menegazzi con un dislivello proprio irrisorio, e che mantiene questo standard anche per Casera de Camp che si compone in 75 minuti di facile escursione sebbene molto più selvaggia rispetto alla prima parte. Si rientra a Domadore seguendo sempre la strada forestale, o strada bianca, tenendo inizialmente come riferimento la Cavallera e il Menegazzi.
Bivacco Menegazzi – Casera de Camp – Il Video

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Location: Pra Lonch (BL)
Area Geografica: Agordino Orientale – Agnèr (BL)
Regione: Veneto
Accesso: dalla località di Domadore su sentiero 720