Stefano Germano
Casera Doana (Cadore Dolomiti)
Quando pensi all’Inverno già lontano…
Parto con questo mio pensiero, dopo mesi e mesi abbondanti di neve. L’idea è quella di una lunga giornata di quelle che desideri da tempo, spensierata e poco impegnativa dove poter dare libertà ai pensieri e alle emozioni senza troppa fatica. Ammirare i boschi di questa prima Primavera, attraverso una Natura che mi conceda l’opportunità di guardare verso panorami ben definiti. A stretto contatto con quella realtà culturale formata da Malghe e Casere disperse tra le quote medie e che pensi già libere dal bianco manto invernale.
Che io sia un grande amante di questo lato culturale che vede nelle Malghe e le Casere un punto di riferimento di grande valore storico, è un dato di fatto. Dalla Primavera fino all’Autunno questi luoghi così simbolicamente importanti, sono uno degli obbiettivi che segno sempre in agenda e che fanno parte della mia cultura escursionistica. Racchiudono a se tante storie, tanti momenti di vita vissuta sia passata che presente. Casera Doana e Malga delle Pecore diventano così l’obbiettivo prefissato. Il Cadore che guarda verso le vicine Dolomiti Friulane ne diventa così protagonista.
Il Valico di Cima Campigotto
E’ il punto di riferimento geografico più vicino al versante montuoso che sto per affrontare. Nulla di impegnativo, come da me descritto l’assoluta ricerca di pace e tranquillità dettata principalmente dal sentiero prescelto.

Tracce di Inverno ancora presente, ma il disgelo comincia a prevalere in Natura
Risalendo in auto di mattino presto la strada che da Laggio di Cadore mi conduce al Valico di Cima Ciampigotto e Casera Razzo, vedo attorno a me una Natura in fase di mutazione. I boschi sono per una buona parte ancora “bruciati” dal gelido Inverno ma finalmente liberi dalla morsa della neve e del ghiaccio. Questo mi fa presagire quello che cerco. Quel mio prossimo sentiero completamente assorto e immerso tra questi colori che si mescolano tra quel “bruciato”, e i primi segnali rigogliosi del verde che avanza. Bastano pochi minuti per cambiare completamente la visuale in ciò che spero per questa mia nuova giornata. Il tempo di giungere alla partenza del sentiero 338 che trovo lungo la strada e a circa un paio di chilometri prima del Valico.

Si sale lungo i boschi del Bosconero
Segui il sentiero…
Il mio sentiero di riferimento è quindi il 338. Si addentra immediatamente lungo i boschi del Bosconero che in questa stagione sono in fermento. La neve è ancora abbondante, e il calore di queste prime belle giornate rigonfia maggiormente i torrenti che scendono dalla Val Larga, dalla Val di Roda e dal Piano del Laguscel. E’ un continuo concerto di suoni emanati dall’acqua, quasi a dimostrare un’allegra risonanza. La Natura è in fermento, lo dimostra a gran voce con questo suo concerto naturale, che riesce perfino a nascondere i suoni di quell’altra Natura formata dagli uccellini che, dimostrando lo stesso fermento, cercano invano di farsi sentire attraverso quel turbinio di suoni e rumori. Il nulla di fronte alla possanza e alla forza dell’acqua.

I primi deboli raggi del sole che filtrano attraverso il bosco

Indicazioni ben posizionate e di facile proseguo
Il Bosconero
Uno spazio geografico che si posiziona lungo il territorio boschivo che dal centro di Laggio di Cadore si allunga verso Casera Razzo e le Dolomiti Friulane. Sono i boschi tanto amati da Papa Wojtyla durante le sue vacanze estive a Lorenzago di Cadore. Gli stessi boschi, le stesse valli e le stesse panoramiche vissute in prima persona da questa personalità che, a mio parere, rimarrà per sempre nella memoria futura.
Una lingua boschiva che si innalza verso i piani che si sviluppano ai piedi del Monte Verna (2106m) e del Colrosolo (2139), che per tutto l’anno diventano due dei punti di arrivo per chi si addentra lungo questo territorio. Tutto prosegue come previsto, la mia serenità viene perfettamente scandita da questa pace così reale dal contesto in cui mi trovo.

Come seguire un’unica e sicura via, non ti puoi sbagliare.

Il sentiero 338 risale tranquillamente ai piedi della vetta del Casoi (1865m), così ben nascosta dai boschi circostanti che nemmeno si fa notare. Ma questo è anche dettato da questi momenti così particolari, momenti che cambiano la visuale nel preciso istante in cui i boschi si aprono al cielo azzurro di questa bellissima giornata.
Una di quelle situazioni che io identifico come l’ennesimo miracolo offerto da questa Natura, è quel cambiamento improvviso e repentino che ti coglie quasi di sorpresa. I boschi iniziano così a diradarsi, a mostrare finalmente quei punti di vista che spaziano verso un orizzonte che sembra quasi infinito. Parte del Cadore nella sua veste migliore.

Leggermente da sinistra in lontananza le Tre Cime di Lavaredo, il Tudaio (2146m sx), il Crissin (2475m centrale)
E’ come un primo sussulto che anticipa di poco quello che si preannuncia come uno dei più belli spettacoli dell’intera giornata. Il sentiero gira improvvisamente sulla sinistra, lasciando quasi definitivamente il Bosconero per ammirare così la lunga Val Piova che si allunga verso valle e i primi centri abitati del Cadore visibili da questo versante.
E’ la mia prima volta quassù, la lunga schiena rocciosa del versante Sud del Tudaio (2146m), della vetta del Crissin (2475m) e del Popera Valgrande (2513m), che messi uno di fianco all’altro sembrano voler contrastare quel piccolo e debole tentativo da parte delle Tre Cime di Lavaredo di emergere più a Nord.

E’ un’esperienza così veloce che in men che non si dica mi porta a raggiungere in così breve tempo il mio primo obbiettivo di giornata: la Costa di Salez e Casera Doana.
Casera Doana – 1911m
Ora il sole diventa finalmente parte integrante della mia giornata. Si apre dinnanzi a me una grande distesa formata da leggere ondulazioni ricoperte di quel bianco candido di una stagione già passata da un po di tempo. Tutto ciò che mi compare di fronte, passo dopo passo, è composto da ampi spazi, dove primeggia la figura della vetta del Colrosolo, che con i suoi 2139m è la più alta della Costa di Salez.

Svetta in lontananza il Colrosolo (2139m)
E’ come entrare all’interno di un grande teatro, di un ampio spazio aperto al caldo sole di questa nuova Primavera. Le varie dorsali che fungono da pareti naturali, e che sovrastano questo mio spazio, sono ancora in prevalenza ricoperte dalla neve. Noto che questo detta dei tempi abbastanza brevi per queste distese nevose. Ogni versante che compone il Verna e il Colrosolo lasciano i segni di quell’imminente e definitivo disgelo. Ampie e lunghe strisce di erba vedono finalmente la luce, create da quella forza naturale dettata da piccole slavine. Niente di cui preoccuparsi, ma il pensiero che nasce in me guardando con attenzione a quelle formazioni “a caduta libera”, mi fa ben capire che basterebbe anche così poco per creare nell’immediato una tragedia inimmaginabile.

E’ come sentirsi un animale in assoluta libertà…
Tutto questo fa parte di quell’abile gioco dettato da questa Natura, che non manca mai nel farsi valorizzare per quanto selvaggia sia. Di tanto in tanto giunge l’eco di quell’inconfondibile distacco nevoso che arriva da chissà dove. Gli ampi prati della Costa di Salez ti racchiudono a se, oscurando completamente qualsiasi punto di vista incontrato nelle ore precedenti. Sembra che questo angolo naturale voglia concentrare la tua attenzione su di un punto ben preciso. Quel punto che non lascia spazio ad altro se non a dove realmente ti trovi. Prigioniero benevolo di un luogo straordinario.

Ebbene si, di neve ancora tanta…
Che dite, arriviamo finalmente in Casera Doana?. Ebbene si, ci si arriva immediatamente.
Appena entro all’interno di questo teatro creato dalla mia immaginazione, la Casera la si vede adagiata sulla destra. La struttura principale ben visibile e le sue stalle esterne ancora quasi completamente ricoperte dalla neve presente. E’ la mia prima quassù, per cui faccio un po di fatica a focalizzare per bene l’intera composizione di questa struttura. Ma ciò che coglie la mia attenzione è leggermente più lontano dalla Casera.

Il primo punto di vista verso la Casera
Una struttura in legno, una torretta che da lontano sembra una di quelle utilizzate dalla Forestale nell’intento del loro lavoro a salvaguardia di questi territori. La Casera può ancora aspettare, la giornata è lunga e tutto ha il suo tempo. Rimango quindi preso da questa struttura, la raggiungo e la trovo ben posizionata su quello che io considero un punto perfetto, quel luogo strategico che mi permette una visuale al top della Costa di Salez e della Casera stessa.

La torretta di osservazione

Dalla torretta verso la vetta del Crissin (2475m sx) e il Brentoni (2548m dx)

Casera Doana dalla torretta di osservazione

Casera Doana si pone a circa 1911 metri di quota su di una sporgenza naturale che guarda verso la Costa della Frugola, una lingua boschiva che scende verso i vari versanti della Val Piova. La Doana viene utilizzata durante l’Estate per i tradizionali alpeggi di stagione. Mucche, cavalli e pecore sono gli “abitanti” abituali di questo bellissimo alpeggio, non aperto al pubblico ma che offre l’opportunità di avvicinarsi e conoscere la realtà e la quotidianità degli alpeggi nelle alte quote. Dispone di ben 140 ettari immersi nel verde più lussureggiante e un panorama mozzafiato che si allunga verso il Cadore delle grandi e blasonate vette rocciose.

Verso gli Spalti di Toro

L’Antelao (sx), le Marmarole e il Cristallo (centrale), le Tre Cime di Lavaredo e la Croda dei Toni (dx)
Provo un grande piacere muovermi a ridosso di questa Casera. La neve è ben solida e questo facilita molto il mio cammino, passo dopo passo alla scoperta di questa bellissimo e funzionale luogo. La sua base principale è formata da una grande struttura abilmente costruita utilizzando la roccia naturale sicuramente prelevata dal territorio che la ospita. Le due stalle esterne sono per buona parte ricoperte da un’ampia coltre nevosa, ma ciò che riesco a fare è di entrare all’interno delle stesse essendo, quasi per mio stupore, con le porte aperte e liberamente accessibili. Attrezzi da lavoro, accessori e tutto quello che fa parte della quotidianità durante i lunghi mesi estivi. Si respira quell’aria così particolare, dettata da tempi e tradizioni che si tramandano da generazioni e generazioni. Purtroppo mi sento “ignorante” in materia di attrezzi da lavoro per cui in ogni singolo oggetto cerco di trovare la sua possibile utilità.
Casera Doana – Punti di Vista

Verso il Brentoni

Le stalle esterne

La struttura principale

Verso il Colrosolo

La struttura principale

Targa in legno in corrispondenza della porta principale
La Malga delle Pecore – 1865m
La piccola Malga delle Pecore l’avevo già individuata durante il mio piano organizzativo “sulla carta” per questa escursione. La si nota già dalla Doana e non sfugge all’occhio curioso ed interessato del sottoscritto. Meno di 10 minuti di facile cammino che la divide dalla Doana stessa. Pensate che basta scendere di circa 100m di dislivello per notare i suoi ampi prati circostanti per una buona parte già liberi dalla coltre invernale. Il mio piacere così raddoppia.

Vista sull’Antelao (sx), le Marmarole (centrale) e Malga delle Pecore in primo piano
Il piacere di poter camminare finalmente su dei prati liberi, resi ancora secchi dal gelo invernale ma con quei primi segnali colorati dei primi fiori che con grande forza riprendono il loro posto per diritto. Sono quelle situazioni dettate dalla semplicità, dove il dialogo che si instaura con questa Natura crea delle grandi emozioni.

Anche questa è una Malga non adibita ad ospitalità pubblica. Come la vicina Doana occupa il territorio che si allunga verso Cima Camporosso (1865m) per i suoi alpeggi estivi. La sua quota leggermente inferiore offre la possibilità di ammirare una bella panoramica che guarda verso gli Spalti di Toro in maniera molto più completa.
La sua struttura è molto semplice, la grande tettoia esterna funge da riparo notturno per gli animali liberi al pascolo. Con la vicina Doana si divide questo ampio spazio geografico che vede in Cima Camporosso il punto panoramico più bello, che si espone verso il Cadore con le migliori prospettive.
Malga delle Pecore – Punti di Vista

Verso gli Spalti di Toro

Malga delle Pecore

Tipica Malga del Cadore

Nuova vista verso gli Spalti di Toro
La mia curiosità viene improvvisamente conquistata dalla vetta di Cima Camporosso. Dista meno di 10 minuti di facile cammino dalla Malga. Non esiste una linea di sentiero ben definita, quella che si può definire “la vetta” non è altro che un promontorio erboso che, come per sorpresa, mi presenta una nuova struttura.
Baita Camporosso. Una bella sorpresa si!!. Già la sua è una posizione da fare invidia ad altri luoghi ben blasonati. Dell’esistenza di questa Baita certamente privata non ne ero al corrente, e il primo impatto che provo lo immagino nel svegliarmi al mattino, aprire le sue finestre e poter porgere il primo sguardo di giornata a tutto questo….

Baita Camporosso, che bel risveglio….

Gli Spalti di Toro dalla Baita…
Questo è quello che io definisco “il gran finale”, ciò che considero il regalo di questa mia Natura come a voler prolungare quel mio patto fatto con essa.
“Puoi chiedermi di tutto: fatica, sacrificio, costanza ed impegno. Da parte tua ricambia con tutto il meglio che possiedi”
Da questa cima, o meglio da questa radura aperta al cielo azzurro, la Natura per l’ennesima volta mantiene fede al patto che ci unisce. Non solo la Doana, la Pecore, ora anche la Camporosso fa la sua parte. Il quadro è perfetto!.

Baita Camporosso

Vista verso il Colrosolo

Inizialmente dall’Antelao, il resto poi arriva da se…
Da questa sua posizione l’esposizione del vento è maggiore. Soffia forte, risalendo di gran mole dalla valle del Cadore. Mi riparo a ridosso della sua pensilina esterna, comoda e ben rivestita dal legno di questi boschi. E’ il mio punto fermo, dove prendere spunto per quel mio classico ed immancabile momento di giornata. Tutto questo completa così questa che sin dall’inizio era solo una semplice e facile escursione. Semplice e facile certo quello si, ma tutto ciò che immancabilmente si realizza è l’ennesima emozione che con grande soddisfazione riporto con me a valle.
Bella scoperta, bella escursione, con l’idea di ritornare quassù ad Estate inoltrata dove gli animali al pascolo renderanno ancora maggiore l’effetto di questa straordinaria alchimia.
Casera Doana – Note Tecniche
Escursione in generale relativamente facile. Si tratta di un sentiero che si compone in un unico senso di marcia sia per l’andata che per il ritorno. Circa +300m di dislivello lungo il sentiero 338 che parte direttamente dalla strada che sale in direzione di Casera Razzo e il Valico di Cima Ciampigotto. Prima parte in prevalenza boschivo, con ampia e ben evidente linea da seguire e buona segnaletica direzionale. Punti di vista interessanti si completano già all’arrivo in Casera Doana. Malga delle Pecore e Baita Camporosso sono nelle vicinanze e raggiungibili in pochi minuti di facile passeggiata.
Per tutte le stagioni due i punti di grande interesse da aggiungere a quelli già descritti: La vetta del Monte Verna (2106m) e del Colrosolo (2139m) che risultano come due dei due punti panoramici più ad effetto per chi vuole ammirare la Doana e l’intera Costa di Salez, “incorniciata” a dovere dalle grandi pareti che abbracciano l’intero territorio circostante.
Casera Doana – La Mappa
Casera Doana – Il Video
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Location: Costa di Salez (BL)
Area Geografica: Valico di Cima Ciampigotto (BL)
Regione: Veneto
Accesso: Dalla strada che da Laggio di Cadore sale al Valico di Cima Ciampigotto/Casera Razzo. Il sentiero 338 inizia sulla destra direttamente dalla strada all’incirca 2km prima del Valico
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