Stefano Germano
Casera Lerosa – Dolomiti d’Ampezzo
La ricerca perfetta di pace e serenità…
Quel luogo perfetto, seminascosto dalle alte spalle erbose di uno dei tanti meravigliosi pascoli delle Dolomiti d’Ampezzo che si innalzano in alta quota. Sai della sua isolata presenza solo se la conosci. Lungo quel sentiero che sale in Forcella Lerosa rimane assorta nel suo silenzio.

Uno di quei luoghi in cui staccare la spina per un intera giornata, quando senti il bisogno di vivere la montagna senza meta ed impegno. Il luogo perfetto dove immergersi all’interno di un Paradiso di straordinaria bellezza, dove ogni tuo pensiero raggiunge ogni possibile risposta.
Una di quelle mete che io considero come un punto di riferimento per quella giusta ricarica di energia. Spesse volte, soprattutto d’Estate, mi prende quel forte desiderio di staccare la spina almeno per un giorno. Magari dopo un periodo in cui sono impegnato giorno dopo giorno a continue escursioni. Arrivo al punto in cui il mio fisico chiede quella giusta pausa, mantenendo sempre quel contatto costante con questo territorio che mi circonda.

L’alpeggio di Casera Lerosa 2035m diviene così quella perfetta combinazione dove raggiungere questo piccolo Paradiso ancora integro, facile da raggiungere e senza troppo impegno fisico. Per passarvi così una giornata intera immerso tra questi verdi pascoli, panorami che guardano verso l’infinito e quella pace e tranquillità, fonte principale di quella giusta ricarica fisica.
Verso Malga Ra Stua
E’ il punto di riferimento prima di salire verso il sentiero in direzione di Forcella Lerosa. Non sono un abitudinario delle cose rese facili da fattori organizzativi interni. Malga Ra Stua 1695m è una piacevole struttura che offre ogni ben di Dio, per l’escursionista di alto livello o per chi cerca un luogo adatto per passarvi un’intera giornata con la famiglia.
La Malga è quella che io considero la porta d’ingresso che guarda verso il versante più a Nord del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Quel versante che conduce poi all’interno del Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies. Si può quindi raggiungere facilmente tramite il servizio navette che parte direttamente dalla vicina località di Fiames.
“Ma questo non è da me…”

Certo!, tutto questo non è da me. Raggiungere qualsiasi destinazione come un Rifugio o una Malga, è un principio che mi porta a muovermi, a camminare ed arrivare il più lontano possibile con le mie forze. All’interno di questa mia semplice regola c’è il piacere di camminare lungo un sentiero, attraverso i boschi per arrivare dove voglio con la piena consapevolezza che tutto questo è salute.
Dalla località di San Uberto, rinomata zona geografica punto di partenza di diverse escursioni che dalle vicine Cascate di Fanes si risale verso la Val Travenanzes, Fanes Sennes e Braies e il territorio di San Vigilio di Marebbe. Ma da San Uberto si raggiunge anche la menzionata Malga Ra Stua, il Rifugio Biella, il Sennes e il Fodara Vedla. Un punto di partenza straordinario, dove dimenticarsi di servizi navette e iniziare un cammino straordinario.



Il sentiero è il 6, che inizialmente si muove a poche decine di metri dalla piccola strada interna, per poi inoltrarsi maggiormente verso la Costa dei Siè. Una lunga discesa tra boschi e torrenti pieni di energia, dove non mancano cascate ed angoli naturali di grande impatto. Lo scroscio dell’acqua è così talmente forte da nascondere qualsiasi possibile rumore esterno, strada interna compresa.


Da tantissimi anni giungo all’interno di questo territorio, che sia per una destinazione o l’altra mi sono sempre posto il principio di risalire questo versante seguendo questo sentiero. Così tanti anni che nulla ha alterato le mie sensazioni dove, anno dopo anno, trovo sempre qualcosa di diverso. Qualcosa su cui porre la mia attenzione, la mia curiosità, perchè la Natura è un essere globale vivente. In continua espansione, come se tutto l’habitat che mi circonda fosse alla costante e continua ricerca di uno spazio sempre maggiore, un po come sono io…

Tutto si muove all’interno di una lunga vallata completamente tenuta nascosta dal primo sole del mattino. Sembrerebbe una specie di gola, tra la spalla del Son Pouses (versante ad Est) e la Costa dei Siè (versante ad Ovest). Così leggermente più in profondità rispetto alla località di San Uberto che le prime luci del nuovo giorno illuminano questi boschi solamente all’arrivo in Malga Ra Stua. Questo luogo è storia già raccontata in altre mie precedenti escursioni, e verrà sicuramente un luogo dove raccontarne di altre in un prossimo futuro.
Ed è da qui che finalmente ritrovo il piacere del calore del sole. Quel piacere che respiro dopo quella prima ora di sentiero che mi lascio alle spalle. E’ sempre una delle sensazioni più belle che si possano vivere, soprattutto al mattino presto e d’Estate quando le temperature rimangono ancora fresche. Quel contrasto che inietta energia e forza vitale, dove ogni possibile contesto di questa nuova giornata diventa un obbiettivo da raggiungere. I famosi pascoli di Ra Stua, questo immenso alpeggio che si innalza verso il Vallon Scuro per perdersi poi alle quote più alte.



Pronto per la seconda parte, quella che in meno di 1h mi porterà in Casera Lerosa. Lascio temporaneamente Malga Ra Stua, la troverò con calma nel pomeriggio al mio ritorno. Il sentiero n°8 parte proprio alle spalle della Malga, una forte pendenza iniziale che si innalza verso i boschi del Ciais. Panorami che passo dopo passo prendono vita, un territorio che guarda verso Occidente dove le vicine vette di roccia frastagliata di Fanes Sennes e Braies diventano ad ogni cambio di direzione parte integrante e completa della mia giornata.



Fortunatamente è difficile scandire il tempo. Non lo voglio nemmeno fare, voglio che ogni secondo possa durare minuti incalcolabili. Sebbene la giornata stia diventando sempre più calda mi sento molto bene. Ho nelle gambe cinque giorni consecutivi di Trekking con un dislivello di oltre 5mila metri, ma la consapevolezza di dover affrontare questa mia giornata staccandomi quasi del tutto da qualsiasi escursione lunga ed impegnativa, mi permette di staccare completamente con il mondo esterno. Di riuscire a fermare così il tempo…
“Ciò che mi circonda si compone da ciò che vedete…”




Un sentiero è composto da mille situazioni, tutte diverse fra loro dove perfino un singolo ciuffo d’erba ne può fare la differenza. Il mio desiderio di staccare per un giorno non lo devo vivere unicamente a Casera Lerosa raggiunta, lo devo vivere da quell’istante in cui infilo i miei scarponi per iniziare la mia salita. Le diverse sfaccettature di questo sentiero sono testimoni di quel distacco. Mi devo solo guardare attorno con la piena consapevolezza che tutto ciò che mi circonda è lì, per me e per nessun altro…



Lasciata Malga Ra Stua non ho trovato nessuna anima viva, unica eccezione un paio di ragazzi in MTB che scendevano dalla Forcella. Immaginatevi tutto questo nel più assoluto silenzio. Il sole, il vento e una piccola famigliola di ciuchini liberi all’interno di questo mio momentaneo mondo. Tranquilli all’ombra di qualche pino, giusto il necessario per mantenersi a dovuta distanza da un caldo che piano piano sta invadendo questo cielo meraviglioso. La prima forma di esseri viventi dopo aver lasciato Ra Stua, rimangono fermi ed impassibili.



Mamma, Papà e il loro piccolo. Completamente disinteressarti dalla mia presenza (e come dargli torto…) presi nell’intento di brucare l’erba migliore quella che all’ombra di questi pini risulta sicuramente la migliore. La loro presenza sono ciò che anticipa il mio arrivo ad una piccola deviazione sulla sinistra. La Lerosa ancora rimane nascosta da questo frangente di sentiero che si snoda ai piedi della Croda de R’Ancona 2366m. Un bivio che non presenta nemmeno una tabella indicativa per quanto il sentiero sia ben ampio e ben marcato.

Per avere la certezza di non sbagliarsi si deve guardar verso Nord, dove il massiccio roccioso della Croda Rossa Pizora (KL Gaisl 2850m) compone una delle spalle che svettano verso il cielo dando vita alla bellissima Croda Rossa (Hohe Gaisl 3146m). Ecco, se segui questo riferimento non ci si può sbagliare. Una leggera salita che si apre ai verdi prati dell’alpeggio di Casera Lerosa. Ancora non la vedi, devi affrontare un paio di serpentine ed ecco che improvvisamente si percepisce quell’inconfondibile suono liberato nel vento dalle campanelle degli animali al pascolo.



Casera Lerosa – 2035m
Si adagia su di una stretta terrazza panoramica a 2035m di quota. Di chi sia di proprietà questo non lo so ma è ben evidente che si tratta di una struttura sicuramente privata. Questo impone la sacrosanta regola del rispetto nei confronti di questa piccola dimora, che mi ospita in questa bellissima giornata e che mi accoglie ugualmente in modo pacifico mettendomi a disposizione ciò che la Natura stessa abilmente ha creato.
Un immenso alpeggio dove cavalli di razza e mucche da latte danno vita a questo piccolo miracolo, creato da abili mani umane in pieno accordo con una Natura disponibile a crearne la cornice perfetta. Gli animali stessi sono l’esempio di questa tranquillità. Non si scompongono minimamente di fronte alla mia presenza, tenendo lo stesso atteggiamento dei ciuchini incrociati lungo il sentiero.





Questa loro compostezza è dettata dall’abitudine di essere in contatto con l’uomo. Un atteggiamento che identifica il rispetto che da sempre hanno ricevuto e questo è un punto di osservazione molto importante. Anche in questo frangente, in cui sono libere e controllate da nessuno, esprimono quella fiducia nei mie confronti che fa ben capire di sentire a loro agio la mia presenza. Rimane sempre valido quel concetto in cui vanno ugualmente lasciate tranquille, senza mai esagerare.


Casera Lerosa è dunque un piccolo Paradiso. La sua staccionata che delimita l’area interna è abitualmente chiusa da un cancello che si può tranquillamente aprire. Nessuna indicazione di proprietà privata e quel tavolone esterno in puro legno che è un inevitabile invito per una pausa di giornata. Io però non me la sento di approfittare di questa situazione. Parto sempre dal principio che non è casa di tutti, posso benissimo consumare il mio pranzo a sacco tra le grandi rocce che si trovano tutt’attorno. E’ belle viverla e vederla così, senza nessuna presenza ma viva nella sua libertà.


E’ un punto di riflessione straordinario, si gode di una vista che guarda a Nord quelle vette frastagliate di Fanes Sennes e Braies che ora sembrano più complete dal punto di vista panoramico. Si scorge in lontananza la piramidale della Muntejela di Senes 2544m, dove ai suoi piedi si trova il piccolo Rifugio Ucia Munt de Senes 2176m e il fratello maggiore, l’Ucia de Senes 2116m. Bella vista verso la Val Salata che sale velocemente in direzione di quel versante che parla già il dialetto dell’Alto Adige Sud Tyrol.
Ma non ci si ferma solo a questo. Basta una bella giornata come questa, limpida e con quel vento che ne libera di qualsiasi “impurità” naturale per guardare ancora più lontano e scrutare così alcuni margini rocciosi che compongono la lunga spinale del Sasso delle Dieci (Sas dales Diesc 3026m) nel territorio geografico di San Vigilio di Marebbe, fino a raggiungere quelle più vicine e che compongono cime all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. La cosa più semplice da fare a questo punto è rimanersene seduti e contemplare a tutto questo…


Ci si sente appagati da tutto questo. In poco più di 2h di cammino si arriva in questo luogo così meraviglioso, che si abbraccia ad un ambiente che di solito viene guardato come un punto di transito. Certo, perchè quel sentiero che sale da Malga Ra Stua, il n°8, continua per pochi minuti fino a raggiungere Forcella Lerosa 2020m. Questa può essere quella possibile alternativa da raggiungere prima di iniziare il rientro verso Ra Stua seguendo la stessa linea di sentiero della mattina.
Consiglio questa parte finale. La Forcella segue poi una lunga discesa che attraversa la Val de Gotres per giungere così in prossimità di Passo Cimabianche a 1530m. Ma questa è un’altra storia. Forcella Lerosa è custode di un cimitero austriaco della Grande Guerra. Vi furono sepolti diversi giovani soldati periti durante i bombardamenti lungo questa linea di confine. Al termine della Guerra, dopo diversi anni, furono riesumati e consegnati alle rispettive famiglie. Un motivo in più per visitare ed onorare questo luogo.


L’intero territorio lo visito in tutti i mesi dell’anno. In ogni stagione mi trasmette sempre emozioni diverse tra di loro, come durante la mia escursione invernale in Casera e Forcella Lerosa. Tanta di quella neve in una giornata splendida, come quella che ho vissuto in questa mia Estate 2021, porgendo in essa tanta speranza e tanti pensieri che ho voluto riservare in quell’Inverno come ora. E’ un luogo magico, non ci sono altri pensieri. Io ho voluto staccare per un giorno, l’ennesimo, lungo questo versante che guarda ad Est del Vallon Scuro, ai piedi dell’immensa Croda Rossa e tra questi pascoli che sono stati la ricarica migliore per mente, anima e fisico.
Casera Lerosa – Note Tecniche
Escursione prevalentemente facile, panoramica e spensierata. Dalla località di San Uberto si sale in Malga Ra Stua su sentiero 6 e si raggiunge la Malga in circa 1h 15 minuti con un dislivello di +246m. Da Malga Ra Stua si sale seguendo il sentiero 8 per Forcella Lerosa. La casera si raggiunge in poco più di 1h con un dislivello di +340m. Complessivamente in circa 2h 30 minuti si arriva così all’interno di questo indimenticabile Paradiso.
Casera Lerosa – La Mappa
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Casera Lerosa – Il Video
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Location: La Lerosa (BL)
Area Geografica: Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo
Regione: Veneto
Accesso: Dalla località di San Uberto su sentiero 6 per Malga Ra Stua
Link: Dolomiti d’Ampezzo – Malga Ra Stua – InfoDolomiti – VenetoMontagna – Cadore Dolomiti