Stefano Germano
Casera Pioda – Cima Fertazza
L’unione di due vallate, la Val di Zoldo e la Val Fiorentina
A volte basta poco, seguire un unico sentiero che tiene collegate tra loro una o più valli e crearne così un escursione di straordinaria bellezza. Il contesto non cambia di molto, soprattutto se una vetta o dei verdi alpeggi vengono visti da diversi punti di vista. Cambiano le panoramiche, cambia quel senso di orientamento che ti porta con grande entusiasmo a guardare ciò che ti circonda, fino ad arrivare a toccare quel cielo con una mano intera.
Palafavera – Val di Zoldo

All’ombra del maestoso Pelmo, leggermente assonnato visto l’orario di primo mattino, che mantiene addormentata questa località dell’alta Val di Zoldo. La sua grande mole crea quella zona d’ombra che rinfresca l’aria a tal punto da rimanere ancora per un po ben coperti. L’aria di una fresca notte appena conclusa si respira ancora, la si sente punzecchiare leggermente quelle parti del mio corpo già scoperte. La sensazione è di straordinario benessere, quella carica di energia vitale dove senti il respiro della Natura su te stesso.

Guardando verso la Civetta
Quel sentiero (il 564) che conosco così a memoria che guardare le mie mappe è praticamente inutile. Palafavera è uno dei punti più conosciuti e facili per risalire verso i verdi prati della Pioda. Una lunga serpentina di facile ed ampia strada battuta che si snoda attraverso i boschi ai piedi del Col de la Traversa (1887m). Durante la stagione invernale questo sentiero prende vita come una delle tante piste da discesa dell’intero e spettacolare comprensorio dello Ski Civetta. Ma è durante la stagione estiva che assume quella sua più pacifica invasione dettata dall’escursionismo che ti porta fin lassù, dove la Civetta, e i suoi Rifugi, ne diviene la Regina in assoluto.

Guardando più a Sud, verso la Valle Civetta
Una rilassante e tranquilla salita, poco impegnativa e che mi regala quella tranquillità e il giusto passo per risalire in direzione dei prati di Pioda. Spunti interessanti per una lunga panoramica che guarda verso Sud. Le basse radure rocciose de Le Mandre di Sopra, la verde Valle Civetta che ospita altrettanti impianti invernali ai piedi della grande montagna e una bella visuale che vede nella Val di Zoldo i centri abitati di Pecol Vecchio e Pecol Nuovo.

Il versante Sud/Est della Civetta. Le gobbe rocciose di Cima de Gasperi (2994m) e di Cima Civetta (3220m.)
Tutto segue un mio schema non predisposto. Cammino lungo questa salita con quel mio cammino spensierato, facendo lavorare al mia mente e nel ricercare in ogni piccola cosa il giusto pensiero, la giusta ispirazione per trovare la parola per ogni situazione. Una lenta e pacifica camminata, affiancato da altri escursionisti dove dopo il saluto di rito ognuno torna nei propri pensieri, all’interno dei propri sguardi alla ricerca della propria emozione.
Casera di Pioda – 1816m
La trovo pacificamente adagiata a 1816m nel cuore dei verdi prati della Pioda. La sua posizione fino a qualche anno fa la vedeva come l’alpeggio più bello di questo versante ad Est della Civetta. Per molti anni transitare lungo la Pioda era poter ammirare questi pacifici pascoli, con mucche e capre intente nella loro quotidianità di stagione. La Casera allora era in fermento, e da parte dei pastori stessi più di qualche volta la pacifica condivisione di un buon bicchiere di vino e qualche fetta di formaggio fresco.

Vista sulla Busa del Toro (2268m sx) e Cima del Coldai (2277m -dx)

Eccola Casera di Pioda, inizio a vederla sulla destra della foto immersa tra il verde della Pioda
Di questi tempi purtroppo le cose sono decisamente diverse. Di quella vitalità di un tempo ora ne rimane solamente la struttura in pietra della Casera stessa. Ancora ben tenuta ed integra della sua forma originale, ma mancante di quel suo lato naturale dove il regno animale per antonomasia era la simbiosi perfetta per le montagne che la circondano.

Tuto questo mi riporta indietro nel passato, quando l’arrivo in Casera era quel punto di sosta perfetto di metà mattina. Allora veniva presa in considerazione prima di iniziare la lunga salita che conduce nel cuore della Civetta. Il sentiero 556 che dalla Pioda sale verso la Busa del Toro (2268m), con tappa fissa al Rifugio Coldai (2132m) per poi affrontare il mitico TransCivetta alla scoperta di questo colosso di Dolomia della Civetta.

Malgrado i suoi anni ancora ben tenuta

Vista della Casera verso la Roa Bianca

Freschi e colorati fiori lungo i prati della Pioda

Casera Pioda, alle sue spalle si innalza la Civetta
Ed è proprio di questo sentiero (il 556) che sale al Rifugio Coldai che mi sento particolarmente attratto. Una piccola deviazione più a monte, seguendo questa prima parte di sentiero fino ad arrivare nei pressi di una piccola baita che vista la sua posizione è un mio piccolo sogno di vita. Una deviazione che mi incuriosisce non solo per questa struttura, abbastanza malconcia ma che mi trasmette tanta pace e serenità, ma per il panorama che si può scrutare da questa sua posizione così “strategica”.

Un perfetto “salto nel vuoto”, che porta verso panorami che dal vicino Col dei Baldi sia allunga verso il Mondeval. Il Cernera e le varie vette che formano questa muraglia che da Cima Ambrizzola si allarga verso il Beco di Mezzodì. L’intera Val Fiorentina che puoi benissimo scrutare da questo piccolo e nascosto angolo della Pioda.

In lontananza il Mondeval…

Verso la Val di Zoldo

Il Pelmo, onnipresente

Un mio piccolo sogno, per un mio desiderio molto personale…
Una leggera deviazione, una di quelle occasioni che portano via poco tempo ma che vale veramente la pena di sfruttare ad ogni momento. Saluto questa “mia piccola baita” che nella mia memoria rimarrà per sempre quel sogno strettamente personale.
Col dei Baldi – 1922m
Ora tutto assume un aspetto molto diverso. Il sentiero 561 da Malga Pioda si innalza leggermente, rimanendo sempre lungo quella sterrata ampia e di facile proseguo. Man mano che il sentiero mi accompagna prendono sempre più vita le strutture invernali dello Ski Civetta, ma ciò che riesco a raccogliere da tutto questo sono nuovi punti di vista ed orizzonti straordinari.

Cima Coldai (2277m centro), Crepe Sora Pioda e Crepe de Sotto Pioda (1969m dx)
La Civetta rimane ancora Regina incontrastata. Lungo il sentiero verso Col dei Baldi inizia a prendere forma quel suo versante a Nord, e la sua incredibile mole formata dalla lunga parete che in alta quota forma la Val Civetta. La lascio alle mie spalle, indipendentemente dalla sua possanza mi allontano sempre più da lei. Ora di fronte a me tutto cambia notevolmente, ed io sono pronto a lasciare al mio destino le emozioni migliori.

Da Forcella di Alleghe (1900m) verso la Marmolada
Forcella di Alleghe (1900m) si snoda lungo il sentiero che rientra all’interno dell’Anello Zoldano, una perfetta escursione circolare che abbraccia per intero la Val di Zoldo, tenendo il Pelmo come punto nevralgico di questo straordinario itinerario. Riesco ad ammirare senza troppa fatica la Regina Madre delle Dolomiti, la Marmolada. Spunta improvvisamente dalla forcella stessa lungo il Pian dei Sech che, scendendo più a valle, da vita al centro turistico di Piani di Pezzè.

Il sentiero sale senza nessuna difficoltà. Molto ampio e semplice nella sua continuità che permette di potermi distrarre senza particolari problemi. Questa tranquillità mi porta a seguire per istinto quell’interesse di altri angoli che mi coinvolgono in semplici e facili deviazioni. Vengo nuovamente attratto, quasi come un richiamo che dai boschi circostanti arrivano alla mia mente. Ritrovo nuovamente il Pelmo, tenuto nascosto da questa nuova parte di sentiero dai verdi prati e boschi del Col di Dof (1917m) e Col Marin (1841m).

In questa parte più in quota l’erba è leggermente diversa. Alcuni banchi di neve ancora presenti la rendono con quel caratteristico colore che sembra bruciata dal sole. Secca e ancora distesa, portando con se il peso delle abbondanti nevicati di una lunghissima stagione invernale. Questo crea un momento di grande emozione. Questi prati ancora addormentati creano una terrazza panoramica naturale che si apre verso la Val Fiorentina. Ed è la nuova valle che mi da il benvenuto, prendendosi tutte le mie attenzioni fino ad ora riservate alla Val di Zoldo.

Lo Spiz de Pore (sx), il Cernera (centrale), il Mondeval (dx) e Cima Ambrizzola (in lontananza sulla dx)

Casera Fontanafredda (1768m), alle sua spalle splende la Val Fiorentina…
Prendo il mio tempo, questa volta nessuna deviazione che mi distolga l’attenzione da ciò che è il mio sentiero. Entra in scena quel mio momento di contemplazione alla ricerca della pace assoluta. Solitario e abbracciato dal vento che sale da valle, a creare in maniera istintiva questa situazione che prende vita in maniera del tutto naturale, spontanea. Sono questi gli istanti in cui devo prendere il mio tempo, e gestirlo nella contemplazione e solitudine assoluta. Nulla può distrarmi da tutto questo, il momento è solo mio…
Col de Baldi è pena dietro l’angolo. Tutto è ancora fermo e in attesa di ripartire per la nuova stagione estiva. Lo Chalet Col dei Baldi (1922m) è incredibilmente deserto, con molta probabilità i tempi per la sua riapertura saranno un pò più lunghi di altre presenti lungo questa cresta in alta quota. Rimane ugualmente un piacere poterlo avvicinare ed osservare questa sua bella ed elegante struttura completamente in legno di montagna. La magia prosegue il suo corso, e la Civetta rimane sempre ad osservare i miei spostamenti. Ora la sua forma è nuovamente cambiata.

Chalet Col dei Baldi (1922)
La Costa del Conte
Sulla carta il mio punto di arrivo, ma sono consapevole che ora ha inizio quello che è sicuramente il tratto finale verso la vetta del Fertazza più impegnativo. Una lunga discesa verso i Prà della Costa dove non esiste sentiero. Si deve unicamente seguire la strada sterrata che dal Col dei Baldi scende in direzione de La Tiezza (1800m), a ridosso degli impianti di risalita che guardano verso il Col dei Baldi stesso. Da qui mi addentro all’interno di un piccolo boschetto dove la sterrata prosegue e che mi conduce ad una segnaletica che già mi risulta famigliare.

I boschetti del Prà della Costa
Lungo la ripida salita che costeggia la pista invernale che scende in direzione dei Prà direttamente dalla Costa del Conte, la presenza di alcune baite private sono quel belvedere che fa sempre piacere, e che ristora pure la mente. Il sole è già alto, caldo e con quella sua naturale frenesia di voler sciogliere definitivamente gli ultimi nevai presenti nelle quote più alte. Questo lo percepisco pure io e affrontare questo ultimo tratto, con un dislivello di circa +300m, richiede quel pizzico di impegno in più rispetto a quello servito in precedenza. Queste piccola baite sono un toccasana, mi permettono delle piccole soste, importanti per la mia idratazione e per ammirare questo continuo cambiamento di punti di vista.

Fiori freschi e l’erba che torna nuovamente verde

La fortuna di guardare ogni giorno verso questa montagna…

Freschi prati a ridosso della Civetta

Un po d’ombra e di sano refrigerio…

Panorami maestosi

La salita più impegnativa verso la Costa del Conte
Cima del Fertazza – 2101m.
Arrivare a toccare con mano la croce di vetta è sempre una grande soddisfazione. E’ quel tuo obbiettivo finalmente raggiunto con la consapevolezza di aver dato tanto di te stesso. Ore di cammino e quel dislivello che soprattutto nelle stagioni più calde fa la differenza. Nulla importa se hai dovuto affrontare un sentiero selvaggio e roccioso, o se la sua vetta ti ha accompagnato attraverso i boschi e i verdi prati che compongono questo versante ad Ovest della splendida Val Fiorentina. L’impegno e il sacrificio rimangono, fanno parte del tuo bagaglio personale di eterno escursionista.
Da qui, dai suoi 2101m di quota osservo una panoramica a 360° che guarda verso l’Agordino, la Val Fiorentina la Val di Zoldo. La Val di Zoldo si, perchè arrivato a questa quota spunta nuovamente verso l’orizzonte più a Sud di dove mi trovo io ora. Sembra che non manchi nulla, vette e catene montuose che si allungano verso il Trentino e al vicino Alto Adige. Riesco a penetrare con lo sguardo anche a ridosso delle prime vette che guardano il versante più a Nord del Parco Naturale delle Dolomiti Bellunesi (a Sud da questa mia posizione).

Il Fertazza, croce di vetta

Maestosa Civetta

Il Lago di Alleghe (sx), il Sasso Bianco (centrale) e la Marmolada (dx)

Panoramica tra la Val Fiorentina e la Val di Zoldo

A ridosso della Val Fiorentina, lo Spiz de Pore (sx), il Lagazuoi e l’Averau (centrale in lontananza), e il Cernera (dx)
Ora è come se mi sentissi a casa, raggiunta la mia meta non mi resta che prendere appunti e focalizzare nella mia memoria ogni singolo istante, ogni singolo movimento di queste nuvole che accarezzano con cura ogni vetta, portando quei piccoli momenti di ombra in tutte le valli circostanti.
Ora però il pensiero va in direzione di una buona tavola imbandita. E’ solo questione di cinque minuti, riprendendo quel piccolo tratto di salita alla vetta che mi separa dal Ristoro Belvedere. La giornata è tranquilla e tutto è premonitore di un pranzo a dovere immerso nella tranquillità.
Ristoro Belvedere – 2100m

Accogliente ristoro a 2100m di quota che guarda verso la Civetta da una terrazza panoramica sicuramente privilegiata. Il Ristoro Belvedere a gestione famigliare per tradizione, dove Michela e il suo personale, eleganti nei loro abiti tradizionali, offre la migliore ospitalità e la cucina tradizionale della Val Fiorentina. Mi sono sentito a mio agio, la cortesia della padrona di casa e di tutto il personale interno rende merito a questo luogo incantevole, dove il pranzo viene accompagnato dalla meravigliosa Natura e dai colori che arricchiscono questo territorio fiabesco.

Perfetta terrazza Dolomitica

La Civetta rimane l’icona per tradizione…
Buon appetito a me….



E come tutte le cose belle pure questa giunge al termine. Arriva il momento del rientro, seguendo una nuova linea di sentiero che conduce a Palafavera seguendo un perfetto anello che dalla Costa del Conte evita il Col dei Baldi e che su sentiero 568 mi accompagna dolcemente verso questa lunga discesa in direzione di Casera Fontanafredda e Casera Vescovà.
Verso Palafavera
Una lunga serpentina, il sentiero 568 rimane più a valle rispetto a quello di salita. Lasciata la Costa del Conte scendendo alla base della Crepa delle Salere, un piccolo raggruppamento di roccia scura che divide questo territorio con i boschi che scendono verso Forcella Pecol (1786m). Ormai la giornata sta per giungere al termine, il mio passo si fa sentire leggermente più stanco e la discesa in questi frangenti potrebbe pure diventare impegnativa.

In Forcella Pecol a 1786m

Ultimo punto di vista verso la Civetta…
Anche la Civetta torna a cambiare il suo aspetto. Sebbene semi nascosta dal Col dei Baldi riesco ad ammirarla per l’ultima volta prima di essere definitivamente rapito dalle vallate più basse. Casera Fontanafredda (1768m) è il luogo ideale per chi vuole fare poca fatica e gustare i suoi piatti tipici arrivando comodamente in auto. Il suo alpeggio è ai preparativi finali per l’imminente stagione stiva.

Casera Fontanafredda (1768m)

Casera Vescovà (1734m) che guarda al Pelmo
Ridiscendo nuovamente attraverso un sentiero poco tracciato, l’inconfondibile sagoma di Casera Vescovà è ben visibile. Così talmente vicina alla Fontanafredda che diviene un riferimento importante per il suo sentiero, il 561, poco segnalato ma facilmente affrontabile senza particolari problemi. La Vescovà è l’ultimo frangente, ora non mi resta l’ultima mezz’ora di cammino lungo un’ampia sterrata che guarda verso il Pelmo, sempre più vicino ed indiscutibile padrone di queste due vallate.

Il Pelmo sulla via del ritorno a Palafavera…
Bellissimo anello in quota con partenza ed arrivo in località Palafavera (Val di Zoldo). Il sentiero si snoda completamente attraverso ampie strade sterrate e le piste invernali dello Ski Civetta. La parte che da Palafavera (1550m) raggiunge Casera Pioda (1816m) si compone di un dislivello di +266m in salita, mentre da Casera Pioda alla vetta del Fertazza (2182m) il dislivello complessivo, compreso il transito in Col dei Baldi (1922m), è di +366m. In questa parte finale si trova il punto più impegnativo dell’intera giornata. Da La Tiezza come riferimento di salita la pista invernale che scende direttamente dalla Costa del Conte è quella che consiglio di affrontare con più cautela rispetto al resto dell’itinerario. Dopo un piacevole pranzo al Ristoro Belvedere consiglio di rientrare lungo il sentiero per Casera Fontanafredda e Casera Vescovà su snetiero 568–561. L’anello risulta così perfetto.
Casera Pioda – Cima Fertazza – La Mappa
Casera Pioda – Cima Fertazza – Il Video
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Location: La Pioda (Val di Zoldo) – Costa del Conte (Val Fiorentina) (BL)
Area Geografica: Val di Zoldo – Val Fiorentina (BL)
Regione: Veneto
Accesso: Dalla località di Palafavera (1550m) – Val di Zoldo – sentiero 564 per Casera Pioda
Link: Val di Zoldo – Val Fiorentina – InfoDolomiti – VisitVeneto – VenetoMontagna – Ristoro Belvedere