Stefano Germano
Cima Hornischegg – Cresta Carnica
Aggiornamento: 20 feb
In Traversata Carnica tra le Dolomiti di Sesto.
Un lungo e quasi interminabile Trekking. Seguirlo sulla mappa e organizzarne ogni possibile deviazione o congiungimento di sentiero mi fa ben capire che non è tanto un fattore legato ad un dislivello di medio impegno, quanto la lunghezza che ho predisposto per questa mia nuova escursione. Punto di riferimento la croce di vetta dell’Hornischegg, a 2550m di altitudine e punto massimo di quota.

In lingua italiana è il Monte Arnese, si trova lungo un tratto della bellissima Cresta Carnica e guarda per intero il territorio geografico delle Dolomiti di Sesto. Raggiungere la sommità maggiore è reso facile dalla comoda funivia che parte direttamente da Moso e che in breve tempo raggiunge l’Hanspiel. Da qui è questione di un’oretta di salita per raggiungerne la vetta.
Ovviamente rimango sempre ben lontano dagli agi e dalle situazioni che facilitano il raggiungimento di un determinato obbiettivo. Ed è per questo che il mio programma prevede la partenza direttamente al Passo di Monte Croce in Comelico (1636m) ponendomi come obbiettivo iniziale Malga Klammbach e di conseguenza la vetta dell’Hornischegg.
La seconda parte si snoda lungo la bellissima Cresta Carnica, perfetta linea di confine tra l’Italia e l’Austria, per poi scendere verso gli alpeggi dell’Alpe di Nemes e avvicinarmi a valle in direzione del Passo di Monte Croce in Comelico. Un perfetto anello Dolomitico, che abbraccia a se due meravigliosi alpeggi come la Klammbach e la Nemes e la Cresta, affascinante e scorrevole al limiti di due Stati.
Passo di Monte Croce in Comelico – 1636m
Passo di Monte Croce in Comelico. A dire il vero è una di quelle situazioni che mi ha visto come punto di partenza così talmente tante volte che a riprenderlo nuovamente in considerazione non mi attrae più di tanto. Fatto e rifatto è un cammino su sentiero 131 che mi passa quasi indifferente, su quel segnavia che per l’ennesima volta conduce all’Alpe di Nemes.

Rimane comunque un ottimo spunto per una piacevole e spensierata passeggiata. All’interno di questi boschi solcati da questa ampia strada forestale. Al mattino presto buona parte del sentiero rimane ancora immerso in una notte che lentamente inizia a dare luce alla nuova giornata. Fresca al punto tale da consentire ancora un abbigliamento leggermente più pesante.
Il piacere di quei primi echi che risuonano dagli alpeggi leggermente più a monte. Giunto al bivio dell’Hocmoos, dove la lunga pedana in legno attraversa le prime torbiere in direzione della Nemes, cambio direzione e numerazione di sentiero. La forestale 133 si muove su leggeri sali/scendi che costeggiano sulla sinistra gli ampi prati dell’Hocmoos con le prime mucche libere al pascolo che già si fanno riscaldare da quel primo sole che illumina l’intera vallata. Ora tutto inizia a cambiare definitivamente.

Il bivio all’Hocmoos…

Al bivio si prosegue per la forestale 133

Bellissimo e sereno cammino…
È come camminare per la prima volta all’interno di un nuovo territorio. Sono passati poco più di tre mesi da quando a Primavera inoltrata sono salito alla Klammbach. Allora tutto portava con sé le ultime avvisaglie di un lungo Inverno, dove la maggior parte di questi territori erano ancora ben coperti dal bianco manto nevoso. La situazione ora è completamente diversa, viva e resa tale da questi meravigliosi prati.



L’indifferenza iniziale lascia così posto alla mia curiosità, al mio piacere di guardare verso una montagna nuova e dai punti di vista sempre più interessanti. Si tratta ancora di una piacevole passeggiata fino a raggiungere Saumhad che pone fine a questa radura pianeggiante. Un grande crocefisso in legno e una tabella che identifica il limite finale dell’alpeggio della Nemes, per dare così vita all’alpeggio della Klammbach che ora dista poco più di 30 minuti di cammino.
Malga Klammbach – 1944m
Il sentiero 133 rimane sempre composto dalle strade forestali che rappresentano per la maggior parte le vie di comunicazione all’interno di questi territori. Inizia una salita più impegnativa, e forse forse quella che concentra a sé il maggior dislivello di questa prima parte. Non nutre nulla di particolare, una serie di curve tra i boschi del Purnwald con qualche punto di vista verso le spalle erbose in quota e che rappresentano ciò che sarà il mio passaggio nel pomeriggio.




Malga Klammbach appare all’improvviso. Spunta dopo una curva sulla sinistra dove i boschi stessi lasciano nell’immediato spazio ai primi e verdi prati. Un piccolo monumento dedicato ad un aviere italiano perito quassù durante la Grande Guerra per entrare così all’interno di un mondo meraviglioso. Se dovessi simboleggiare l’alpeggio perfetto dal panorama ineguagliabile, sicuramente quello della Klammbach non avrebbe eguali in questi luoghi.


Bellissima e posizionata su di un pianoro che guarda verso le Dolomiti di Sesto. Vette rocciose, che dalla Meridiana si allungano verso la Val di Padola e il Popera. È perfino possibile ammirare da lontano le Tre Cime di Lavaredo se l’aria pulita lo consente, e all’interno di tutto questo delle spalle erbose e un paio di baite racchiuse in un grande recinto dove l’erba e i fiori ne rendono un vero Paradiso terrestre.

Il pianoro che ospita questa grande struttura in legno guarda verso monte, dove ampie spalle erbose si innalzano verso le vette maggiori, quelle della Cresta, dove mandrie di mucche e cavalli si godono piacevolmente la loro libertà. Liberi tra di loro, senza nessuna distinzione come di norma si fa in questi alpeggi. Sembra una convivenza pacifica e senza nessuna distinzione, sebbene i cavalli mantengano sempre quel senso di aggregazione interna e poco condivisa con le mucche…o viceversa.
L’orario è ancora presto. La struttura ricettiva della Malga si anima da poco e le pulizie di dovere prima di iniziare la lunga giornata sono iniziate da poco. Per ora nessun caffè e nemmeno nulla da mettere sotto i denti. Ma bisogna saper rispettare i tempi e le abitudini che questa cultura mantiene ancora viva, a differenza di una cultura molto vicino alla mia dove il tempo viene scandito in maniera frenetica, senza respiro e con dei limiti che io ritengo più “disumani”.



La mia è una pausa in Klammbach che non conosce tempo. Consapevole che la giornata è appena cominciata, prendo tutto il tempo necessario per godermi questo spettacolo naturale. Accarezzando i cavalli percepisco da questa loro fisicità la forza e l’energia che emanano. Sono così talmente abituati al contatto con l’essere umano da sembrare del tutto indifferenti dalla mia presenza. Guardo i movimenti di queste creature che si contrappongono alla bellezza del paesaggio che mi e li circonda.
Faccio delle valutazioni ed esprimo dei pensieri personali, mi chiedo quanto della nostra vita stiamo sbagliando e come in modo del tutto arrogante e inconsapevole stiamo erroneamente gestendo la nostra quotidianità. Quando percepisco quella sensazione in cui il tempo non è una necessità ma una questione di libertà, mi rendo veramente conto di come il resto del mondo non abbia ancora capito il valore che ha il vero “senso della vita”. Questi sono pensieri, punti di vista che percepisco solo in situazioni analoghe a quelle che sto vivendo quassù, ora.




Ma è tempo di ripartire. Devo staccare da questa mia energia interiore ed iniziare così a muovermi nel tratto decisamente più impegnativo dell’intera giornata. Un tratto che impegna dal punto di vista di dislivello, considerando che ora il sentiero 133 sale direttamente verso la vetta dell’Hornischegg con un dislivello complessivo di +600m. Inizialmente rimane una comoda forestale che si impenna quasi da subito attraverso questi verdi prati, incrociando gli ultimi pascoli di mucche che si mantengono più a monte.


Ora nessun bosco a darmi più refrigerio di fronte ad un sole che inizia la sua lunga salita verso il cielo azzurro di questa bellissima giornata. Le temperature iniziano gradualmente a salire, cosa già prevista dal meteo e che con il passare delle ore trova così conferma. Il caldo e l’impennata di cammino a creare quel connubio tante volte temuto di Trekker. Cosa molto importante è avere un costante rifornimento di liquidi, e l’ultimo disponibile per quasi l’intero Trekking è quello di Malga Klammbach.
Hornischegg o Monte Arnese – 2550m
La mia mappa parla chiaro. Il sentiero 133 si compone di questa forestale che si limita per una certa lunghezza, per proseguire su un normale sentiero di montagna. E così è, dopo uno dei gruppi di mucche presenti più in quota la forestale stessa lascia spazio a questo sentiero ben marcato immerso in questi splendidi prati. Noto verso monte, lungo i pendii dell’Holbrucker Spiz il movimento di alcuni animali troppo veloci nei loro spostamenti per essere delle mucche.

Dalla fisionomia non sembrano nemmeno cavalli vista lo loro goffa postura, ma sono troppo lontani dal mio punto di vista e il mio pensiero cade su camosci o cervi. Ma questo sarà un dubbio che riuscirò a svelare solo nel pomeriggio, quando il mio Trekking si snoderà a quelle quote. Cambio di sentiero. Come da mappa sulla sinistra inizia una nuova via di salita. È il sentiero 134, che sebbene non comporti nessuna tabella o numerazione scritta, è ben evidente sia dalla marcatura su sentiero che dalle caratteristiche bandierine bianco/rosse dipinte su roccia che ne identificano la corretta via da seguire.

Lungo il sentiero 134
Un primo tratto abbastanza in pendenza per poi entrare all’interno di un nuovo contesto. Il sentiero diventa così più piano e molto piacevole da seguire dopo la prima parte abbastanza impegnativa. Ampi prati che guardano verso la Valle di Sesto, verso le vette rocciose che si compongono nel versante opposto e che danno vita alle Cime di Sesto (2709m), a punta Tre Scarperi (3145m) ed una successione di guglie e campanili rocciosi di fascino ineguagliabile.
Un passaggio meraviglioso. Ampi panorami che iniziano ad aprirsi verso Nord, verso quei versanti alpini della oramai vicina Austria, dove il suo confine geografico e politico si avvicina sempre più. Questa parte di sentiero corre alla base di una spalla erbosa che si innalza verso l’Hornischegg, la mia vetta. Ed è da qui che già inizio ad intravedere in modo molto limpido la mia croce di vetta, che sembra posizionata in un modo come per attenderne il mio avvicinamento.
Ma ciò che rende magico questo passaggio è la presenza lungo il versante più alto di questa spalla di un gregge di pecore in lento ma costante movimento. Non solo il tintinnio delle loro campanelle, ma il fischio e la guida di abili pastori che con il supporto dei loro cani mantengono l’intero branco in perfetta linea di cammino. Quasi a voler stabilire una supremazia ed una disciplina nel muoversi all’interno di un contesto così difficile della montagna. In linea di massima un centinaio di capi, due pastori e quattro cani a mantenere l’ordine delle cose. Fantastico.

Pecore al pascolo…

Vista verso le Dolomiti di Sesto
Nuovo bivio e nuovo cambio di sentiero. Se dalla Klammbach le uniche forme di vita incontrate si contano su questo gregge di pecore, l’Hanspiel porta a monte la funivia ed un numero maggiore di escursionisti. Dal punto di arrivo della stessa alla vetta dell’Hornischegg è questione di poco più di un’oretta di cammino, sebbene con un bel dislivello da affrontare (all’incirca +400m) e che mette a dura prova chi di escursionismo ne fa una passione marginale o per nulla integrante della loro vita.

Inizia la parte più impegnativa del sentiero 134

Sulla cresta il Rifugio Sillaner…
In effetti da questo margine noto sul viso di alcuni di loro una notevole forma di sofferenza, sebbene il punto a monte della funivia si trovi solo a qualche centinaio di metri da questa mia posizione. Un nuovo segnavia, indicazioni per la croce di vetta e per il Rifugio Sillaner che si trova a 2447m di quota e che scorre lungo la Cresta Carnica nel versante opposto a quello che a me interessa. Da un punto di vista escursionistico quello del Sillaner è il punto di inizio della Cresta, che poi prosegue verso Sud coprendo i territori di Sesto, dell’Alto Comelico per giungere così in Friuli Venezia Giulia. Un Trekking sicuramente unico nel suo genere.

Ultima parte che guarda solo per la vetta. Una leggera salita per un breve tratto che si allunga in un facile e panoramico pianoro. Da questo è ben evidente la mia croce di vetta, l’Obermahdsattel, una forcella a 2470m, e sulla sinistra la figura del Rifugio Sillaner. La bellezza di questo tratto panoramico è data dalla sensazione di notare senza indugi la perfetta linea della Cresta dal suo livello massimo, e un considerevole numero di escursionisti che dal Sillaner stesso si muovono in direzione dell’Hornischegg.
E come spesso accade la vetta chiede qualcosa in cambio. Poco più di 100m di dislivello finale, un sentiero che si impenna improvvisamente seguendo una serpentina che sulla destra lascia il principale che porterebbe direttamente all’Obermahdsattel. Roccia franosa e in una continua progressione di dislivello. I ruderi delle caserme militari presenti nella sua sommità, un paio di cambi di direzione ed eccomi finalmente conquistato dalla bellezza di questo luogo. Fiato corto e le gambe che sentono la fatica.


A 2550 metri di altitudine la grande croce svetta nel cielo, e tutt’attorno una vista panoramica che guarda sia verso l’Austria, e le sue lontane vette dai nevai eterni, che verso la mia amata Italia, verso le Dolomiti di Sesto. Un luogo straordinario, un forte vento che risale dai versanti limitrofi reso freddo dalla presenza di nuvole grigie che nascondono per ora la presenza del sole.


Per una pausa mi vedo costretto ad indossare abiti leggermente più pesanti, e trovare così il mio angolo perfetto per il mio di momento così perfetto.
Karnischer Hohenweg o Cresta Carnica
Arrivo in vetta dopo poco più di 4h dal Passo di Monte Croce in Comelico transitando per Malga Klammbach. Pranzo a sacco da consumarsi su un luogo più idoneo. Unicamente dati dal fatto che le forti correnti d’aria che si incrociano dai vari versanti presenti, rendono difficile rimanere su di un punto fermo. Trovo un po’ di riparo vicino ai ruderi delle vecchie caserme militari presenti, ma la loro condizione e la presenza di erbacce alte non mi rassicura da un punto di vista personale. Sarei in aggiunta coperto dal meraviglioso panorama.

Laghi Hollbrucker See
Decido di incamminarmi lungo la Cresta Carnica, sulle sponde dei due piccoli laghi Hollbrucker See a ridosso della vetta dell’Hornischegg, trovo un punto molto più favorevole per il mio pranzo con una vista verso le Alpi Austriache di grande interesse. Momenti di grande montagna, di grande intensità di pensiero in cui tra un morso e l’altro posso scrutare questa infinita catena montuosa e i grandi ghiacciai che più a Nord sovrastano i territori più a valle. Estate afosa e torrida, ma che non ostacola minimamente quelle infinite e lontane distese bianche.
La vetta dell’Hornischegg diviene il “giro di boa” di questo mio Trekking. Ciò che mi manca ora è di coprire nuovamente la stessa lunghezza di sentiero che mi separa dal Passo di Monte Croce, ma visto da una quota completamente diversa e da un contesto Naturale più selvaggio e più coinvolgente. Se dal Passo raggiungere la Klammbach risulta una bella passeggiata escursionistica, questa seconda parte ora si snoda lungo una via di cammino più selvaggia e che assapora maggiormente di Trekking allo stato puro.



Devo guardare verso l’Hollbrucker Spiz, che in lingua italiana è meglio conosciuto come la Cima di Pontegrotta. Si innalza a 2581m di altitudine ma non sarà un punto che dovrò raggiungere. Rimanendo un riferimento unicamente legato al sentiero e alle indicazioni presenti, la Cima potrò solamente osservarla dalla sua base. In effetti il mio sentiero anticipa con una deviazione il raggiungimento di quella vetta.
Il 403 diviene ora la via di transito. Il Karnischer Hohenweg (la Cresta Carnica) ora parla completamente in tedesco. Le caratteristiche tabelle indicative abitualmente sparse lungo i sentieri delle Dolomiti ora lasciano il posto alle tabelle gialle di riferimento dell’AVS, l’Alpe Verein Austriaco. In effetti ci si muove tenendo in considerazione le varie destinazioni che si districano lungo questa via principale. Corrispondono perfettamente alla numerazione delle mappe italiane ma riportano scritte in lingua madre.
Per andare sul sicuro, indipendentemente dalla corretta numerazione, pongo come riferimento scritto l’Hollbrucker Spiz o in alternativa l’Obstanser Hutte, due riferimenti che combaciano perfettamente sulla via da seguire. Il sentiero rimane così in quota, un susseguirsi di leggeri sali/scendi su alcuni tratti leggermente franosi e con quell’esposizione che comunque non nutre nessun problema personale.

Versante austriaco della Cresta Carnica…

Versante di Sesto della Cresta Carnica…
Un tratto che guarda verso il versante di Sesto, per poi passare delle piccole forcelle e guardare nuovamente verso il versante austriaco. Un via vai di continui cambi “di Stato” mantenendo sempre viva l’attenzione su tutto ciò che mi circonda. Giungo ad una forcella con due diverse numerazioni di sentiero. Il 403 onnipresente con i miei riferimenti di cammino, mentre sulla destra il 133 che scende velocemente verso i verdi alpeggi che si collegano poi a Malga Klammbach. Una possibile variante se si vuole rientrare in Malga.
Il mistero sulle strane figure in movimento avvistate subito dopo la Klammbach, su sentiero 133, ora hanno una forma ben definitiva. Finalmente posso fare luce alla mia curiosità e constatare che si trattava di alcuni esemplari di Alpaca, i caratteristici animali Andini dei paesi asiatici. Sono cinque, si muovono liberi lungo questo versante a monte che si avvicina al mio sentiero di cammino. Quasi sicuramente di proprietà della Klammbach stessa, ma tenuti a quote più elevati forse per motivi di convivenza con altre specie da alpeggio.



Mi fermo per un pò ad osservarli da lontano, illuminati da un fascio di luce che come per miracolo riesce a penetrare la spessa coltre di questa mia nuvola grigiastra. Riposato e con la pancia piena a puntino riprendo così il mio cammino, percependo di tanto in tanto quel loro strano modo di esprimersi che non si avvicina minimamente ad altre specie animali liberi in questi pascoli. Ora la mia via si pone quasi orizzontale, con qualche passaggio leggermente più elevato per arrivare così alle varie forcelle lungo la via.
Il cammino lungo la Cresta si fa ad un certo punto più perfetto lungo la linea di confine. Non più una serie di passaggi da un versante di Stato all’altro ma tutti e due unificati da un cammino che non cambia nessuna prospettiva. Un alto ceppo in pietra, uno di quei simboli che mi fanno per l’ennesima volta capire che sto camminando su un territorio di Guerra. La Grande Guerra, questa linea di confine occupato dall’Esercito Austriaco e ai bordi dello Schwarzsee, un piccolo lago a 2400m di quota, un piccolo cimitero militare.

Lo Schwarzesee
Cinque croci con cinque nomi stampati sopra, un piccolo mausoleo in memoria composto unicamente dalla roccia di queste montagne. Una targa commemorativa in lingua Madre che ben fa capire che da allora, conflitto 1915/1918, trovano quassù riposo eterno i corpi di questi cinque giovani ragazzi. Un momento molto particolare. Un silenzio assoluto che invade questo mausoleo, dove il sole di tanto in tanto illumina con forte luce ogni singolo particolare di questo luogo così storico e molto ben tenuto.



Il lago e il mausoleo si trovano nell’Hochgrantenjoch (Sella di Nemes) a 2429m di altitudine. Da questo punto una lunga valle erbosa scende a capofitto verso valle, dove in lontananza noto Malga Nemes, nell’Alpe di Nemes. Ma per arrivare fino laggiù è ancora lunga. Da questa forcella lascio il sentiero 403 che poi prosegue verso l’Hollbrucker Spiz. La lunga discesa sulla sinistra riprende su sentiero 14 per rientrare così all’interno del territorio dell’alpeggio dell’Alpe di Nemes.
Un’ampia curva sulla destra che lascia la base della Cresta Carnica e guarda su di una bellissima forcella panoramica. Da qui un punto di sosta che guarda verso la bellissima Val Lorera, con il Col Quaterna (2503m) inconfondibile piramide verde immersa tra questi prati. Leggermente più a valle alcuni animali al pascolo, che si muovono in prossimità di una baita che spunta praticamente dal nulla.

Verso l’Obere Pulle…

L’Obere Pulle e l’Alpe di Nemes
È l’alpeggio del Nemes Alm, un’ampia radura erbosa che forma una terrazza al di sopra della Val Lorera e ai piedi del Roteck (Monte Rosso). Per osservarla ed ammirare questo bellissimo pascolo bisogna salire direttamente quassù. Dalla Val Lorera è praticamente impossibile notarla. È una di quelle sorprese che alimentano la mia curiosità. Una possibile nota scritta per una possibile escursione dedicata. Messa praticamente in agenda per questa Estate.

Dal Roteck alla Val Lorera e il Col Quaterna in lontananza…

Dal Roteck alle spalle erbose del Pullkopf (2381m)
Il Roteck è una bellissima vetta che sovrasta il territorio del Federaleite e del Nemes Alm. Una croce di vetta che guarda in modo straordinario verso le Dolomiti di Sesto, ridando da quassù lo sguardo alla Val di Padola e alla grande catena del Popera che di quest’ultima valle ne è l’emblema principale. Un bel punto di osservazione, sebbene la stanchezza inizi a farsi sentire. Laggiù l’Alpe di Nemes mi attende.




Una lunga discesa che scende lungo un versante centrale che sulla destra vede le spalle erbose del Rullkopf (2381m) e sulla sinistra il Roteck. Trovo dopo diverse ore acqua corrente, che scende direttamente dai versanti della Cresta dando così vita ad un torrente di acqua fresca che mi accompagnerà fino alla Nemes. Rifornimento quasi d’obbligo, una bella bevuta di acqua nuova, pulita e di una freschezza che ora arriva come una mano dal cielo.
Alpe di Nemes – 1877m
Infatti il sole torna padrone del mio cielo. Le nuvole si allargano maggiormente, il cielo azzurro torna ad accompagnarmi lungo questa mia parte finale e di conseguenza il caldo comincia a mettere le mani sulla mia idratazione. Ma ora il problema dell’acqua è ben che risolto. Il sentiero 14 prosegue la sua discesa, lasciando i verdi prati per iniziare un tratto su basso bosco, che non è sufficiente per a darmi un po’ di refrigerio in questo caldo pomeriggio.

Arrivo così in al Rifugio Malga di Nemes, a 1877m e dopo 2h 30m dalla croce di vetta dell’Hornischegg. Vengo accolto da un alpeggio meraviglioso. Mai visto in tutti questi anni un numero così considerevole di animali adagiati su di una spalla posta alle spalle del Rifugio. Sembra che mucche e cavalli si siano dati appuntamento in questo punto per un evento del tutto particolare. Le grandi vasche piene di sale adiacenti a quelle piene di acqua fresca, sono prese d’assalto dalle due fazioni di animali.
Un caos creato solamente da tutte quelle campane raggruppate una vicina all’altra, e dalle mosche che dalla quantità di animali presenti vanno a festa. Mi muovo con tutta tranquillità all’interno di questo pacifico raduno, sotto il loro occhio completamente indifferente alla mia presenza. È un finale che si vorrebbe vivere ogni qualvolta che si è impegnati in un Trekking lungo come questo. Una ricarica energetica di grande spessore, in cui il rapporto tra uomo e animale raggiunge il suo equilibrio perfetto.



Stanco ma soddisfatto. Mi mancano solo quei 45 minuti che ora mi separano dal Passo di Monte Croce. Ultimo frangente di giornata, un caffè alla Nemes e poi la lunga discesa su sentiero 131. Oltrepasso la torbiera dell’Hochmoos e mi fermo su di una panchina di legno posta in testa di questa radura. Guardo lassù, riesco a vedere la sagoma della Klammbach e più in alto una buona parte di quel frangente di Cresta Carnica affrontata le ore prima.

Ero lassù ed è stato fantastico, ed è come se riuscissi a percorrere per intero quel lungo passaggio senza tralasciare nulla. Dalla vetta dell’Hornischegg ai vari passaggi tra una forcella e l’altra, tra uno Stato e l’altro in questa mia ennesima e straordinaria giornata in alta quota.
L’Hornischegg – Note Tecniche
Lunga ed impegnativa. Da un punto di vista di dislivello si parte dal Passo di Monte Croce in Comelico a 1636m. Considerando i 2550m di quota del punto più alto dell’Hornischegg il dislivello si racchiude in +914m di salita, che dalla Klammbach in poi sono i più marcati. Dalla croce di vetta si segue la Cresta Carnica, molto agevole e ben marcata. Un continuo sali/scendi poco impegnativi e con quei tratti leggermente più ripidi per il raggiungimento delle diverse forcelle presenti. Tempi complessivi per questo anello che si aggirano sulle 9h, ovviamente individuali. Possibilità di rifornimento acqua in Klammbach e successivamente all’altezza del Roteck.
L’Hornischegg – Il Video
Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube
Location: Obermahsattel – Tyrol
Area Geografica: Dolomiti di Sesto – Alto Adige (BZ) e Karnische Alpen (Tirolo Austriaco)
Regione: Alto Adige
Accesso: Dal Passo di Monte Croce su sentiero 131 con indicazioni Alpe di Nemes e Malga Klammbach