Stefano Germano
Cima Specie (Fanes Sennes e Braies)
Dalle Dolomiti di Braies, la più bella panoramica verso le Dolomiti Bellunesi.
C’è un luogo che io considero la più bella terrazza panoramica per poter ammirare l’intero versante più a Nord delle Dolomiti Bellunesi. Si tratta di una vetta che si innalza a 2307m di quota, appena dentro l’area geografica del Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies. Si tratta di Cima Specie, in lingua tradizionale lo Strudelkopf.
E’ luogo privilegiato che si guarda direttamente da Prato Piazza, famoso luogo di villeggiatura all’interno del territorio di Braies. La vetta dello Specie è ben raggiungibile in circa 60 minuti di facile cammino direttamente dal Rifugio Vallandro (2010m – Prato Piazza), su di una comoda sterrata leggermente più impegnativa d’Inverno.

Dalla Frazione di Carbonin, vista del versante più a Nord del gruppo del Cristallo (Dolomiti d’Ampezzo)
Per raggiungere con più facilità Prato Piazza, il mio sentiero, il 37, ha inizio direttamente dalla piccola frazione di Carbonin che si trova lungo la Statale che collega Cortina d’Ampezzo a Dobbiaco. Punto di partenza ben conosciuto per tutti gli escursionisti che di stagione in stagione hanno desiderio di raggiungere questa località turistica in quota. Rinomata per le sue splendide panoramiche e le sue strutture ricettive di massimo livello.
In effetti questa lunga sterrata che porta in quota non è solo il riferimento per escursionisti ed appassionati di MTB durante l’Estate. La stessa viene utilizzata anche d’Inverno. Completamente ricoperta di neve diventa così occasione per affrontarla in discesa, e rientrare così a Carbonin comodamente con gli sci ai piedi. Quella di oggi è una giornata particolare, siamo ai primi di Maggio e il disgelo sta facendo il suo corso. Alcuni ammassi di neve e detriti di tronchi di grossi alberi sono la testimonianza di recenti e pericolose frane lungo questa semplice strada di montagna.
“E dove è possibile lasciare la sterrata ed immergersi lungo il sentiero più naturale attraverso i boschi, mi da la netta impressione di essere l’idea migliore”.

La neve si dirada, tutto riprende da dove si era lasciato…

Mi addentro così attraverso i boschi lungo il sentiero naturale
E’ una sensazione piacevole, importante. La sensazione che provo è data dal fatto che abbandonare la sterrata per inoltrarmi lungo i boschi della Val di Specie mi permette di rimettere nuovamente piede lungo il sentiero. Quello puro, quello naturale e che si addentra lungo la Natura più bella di queste montagne. E’ come ritrovare la giusta strada dopo mesi e mesi di un’Inverno che sembrava non finire mai. Ora tutto questo inizia nuovamente a prendere vita. La neve alle medie quote si dirada, spuntano le tracce del sentiero e con esso le prime segnaletiche su bassa roccia, e i fiori e i torrenti che tornano ad essere rigogliosi e presenti.

Il sentiero e i fiori che tornano ad impadronirsi di questa Natura.
Prato Piazza – Dolomiti di Braies 2000m
Tutto rimane ben nascosto dalla folta vegetazione, da questi boschi che sono la miglior compagnia che posso trovare lungo questo mio solitario cammino. Sono avvolto da un silenzio straordinario. La Primavera si fa sentire anche dai suoni, dai rumori. Come gli uccelli che segnalano la loro presenza e i torrenti che risuonano in un infinito eco lungo la valle, portando con se il disgelo per il nuovo che comincia.
E’ un momento molto intenso, lo vivo in maniera molto particolare. La Natura, le particolari vibrazioni che riesco a percepire da ambienti naturali come il bosco, sono in me di un effetto straordinario. Mi sembra di percepire quella sensazione di pace e tranquillità assieme a quella particolare misticità che il bosco stesso racchiude. La fitta vegetazione, non avere nessun riferimento visivo e a volte il fantasticare su possibili ed immaginarie figure.

Oltre il bosco, il cielo aperto a Prato Piazza. I Cadini di Misurina (sx) e il versante a Nord del Cristallo (centro + dx)
Dopo questa prima parte così particolare, arrivo a Prato Piazza. L’ambiente che mi circonda cambia notevolmente. Lascio i boschi della Val di Specie e mi faccio accogliere da quel tiepido sole, che di tanto in tanto si lascia coinvolgere da un nascondino con le nuvole presenti nel cielo. Ora faccio parte di questo territorio. Il Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies prende vita da questo versante, ampliando la sua area geografica fino ai versanti più occidentali del Tirolo e coprire così buona parte dell’Alto Adige.

E da qui è come ritornare all’Inverno…
E’ proprio come un “tornare indietro”. Se fino poco tempo prima mi sentivo così entusiasta di ritrovare finalmente le tracce naturali del sentiero, ora, alla bella quota di 2000m netti, improvvisamente ricompare la neve. Che l’Inverno passato sia stato abbondante di nevicate, questo mio 3 Maggio conferma perfettamente questa situazione attuale. Ma non c’è problema, bisogna adattarsi al corso della Natura e dei tempi che la stessa impone.
Il classico biglietto da visita che si incontra salendo da questo versante. Ciò che io definisco la “porta d’entrata” in Prato Piazza, è l’inconfondibile sagoma in pietra del Forte di Vallandro, adiacente al famoso Rifugio Vallandro. Il forte, o meglio conosciuto in lingua originale Sperrwerk Platzwise, fu costruito tra il 1888 e il 1895 dall’Esercito Austro-Ungarico con il compito di difendere dall’alto l’intera valle sottostante.
Utilizzato sia durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, nel corso degli anni ha subito diversi cambiamenti e ampliamenti, che lo rendono ancora oggi una struttura ben conservata e che rende bene l’idea della tipologia di architettura militare utilizzata all’epoca. Al suo fianco, come detto, il Rifugio Vallandro, ampia e confortevole struttura turistica, che in questo periodo di transazione stagionale è chiusa al pubblico.

Il Forte di Vallandro

Il forte e la Croda Rossa (Hohe Gaisl – 3146m)

Il Rifugio Vallandro 2010m

Il Rifugio e il forte che guardano verso le cime della Cresta Bianca (Dolomiti d’Ampezzo – 2932m)
Se vogliamo cercare il punto di vista più interessante di Prato Piazza, dal Rifugio è possibile ammirare la bellezza di questo territorio che si pone ai piedi della maestosa Croda Rossa (Hohe Gaisl – 3146m). Un’imponente massiccio di roccia rossastra (più evidente come colore in Estate) che svetta a 3146m divenendo l’emblema naturale di questo luogo turistico.
Turistico si. Prato Piazza dispone del grande e lussuoso Hotel Hohe Gaisl, e altri tre Rifugi/Malghe che compongono così questo ospitale angolo geografico delle Dolomiti di Braies: il Rifugio Prato Piazza, Malga Prato Piazza e Malga Stolla. Ampia scelta per varie tipologie di vacanze. Per chi può permettersi di vivere nel lusso questo fantastico territorio e per chi, con più umiltà, ama il fascino delle cose più semplici e alla portata del proprio portafogli.

La vetta della Croda Rossa e ai suoi piedi i prati innevati di Prato Piazza

Altra visuale della Croda Rossa
Nel mio rimango sempre con i piedi il più in terra possibile. Nel senso che apprezzo maggiormente le cose semplici ed umili, quelle che mi avvicinano maggiormente alla cultura e alle tradizioni di un luogo specifico. Decido di proseguire per la vetta sebbene le condizioni meteo stiano leggermente cambiando. Giunto in Prato Piazza inizio a sentire un forte e gelido vento che sale direttamente più da Nord, lungo la Val Stolla. Le nuvole iniziano a fare la loro presenza, alternando il piacevole tepore di questo sole ad improvvisi e repentini cali di temperature che impongono di attrezzarsi di un vestiario leggermente più pesante.

Dal Rifugio Vallandro, indicazioni per la vetta dello Specie. In lontananza il Picco di Vallandro 2839m

Il sentiero che mi accompagna per questa prima parte di salita completamente innevato.

Lascio dietro di me il Forte di Vallandro.
Questa parte che mi divide dalla vetta potrebbe sembrare quella più semplice e facile sulla carta. Ma come si sà le stagioni impongono delle regole ben diverse. Se d’Estate in meno di 60 minuti si arriva tranquillamente in vetta seguendo la facile e comoda sterrata (sentiero 34), durante l’Inverno e in questo periodo di inizio Primavera con la neve ancora presente la situazione è completamente diversa.
Vuoi la giornata molto fredda, questo forte ed insidioso vento e un sole che non brilla più come le ore precedenti, questa parte di sentiero diventa così per nulla visibile e completamente ghiacciato. Improvvisamente mi trovo a dover seguire una linea immaginaria, alcune orme lasciate da chi mi ha preceduto nei giorni precedenti e così tanta neve da rendere impossibile una linea di cammino ben definita. Fortunatamente conosco bene il territorio…

Indicazioni per la vetta dello Specie
He si!! tutte situazioni che in Natura non rendono sicuramente le cose facili. L’utilizzo delle ciaspole praticamente difficile (troppo ghiacciato) ma con addosso quel forte desiderio di non tralasciare nulla che mi possa fermare nel mio intento. Questa parte finale di escursione si snoda attraverso un territorio privo di boschi, a cielo aperto. Luogo ideale per i pascoli di stagione che durante l’Estate si trovano un po dappertutto, caratteristica di Prato Piazza.
Il fatto comunque di avere ampia visibilità permette anche a chi non è un buon conoscitore del territorio di vincolarsi e muoversi con una certa libertà e sicurezza. Questo è un valore aggiunto molto importante, ciò non toglie che la pressione data da elementi naturali come il vento e il freddo siano comunque un ostacolo anche per chi, come il sottoscritto, ne conosce a memoria ogni singolo albero presente.

Ampi sprazzi di sole, tracce di chi mi ha preceduto
Visto le circostanze vengo pure io preso dalla voglia di uscire da quello che sulla carta dovrebbe essere il giusto sentiero da seguire. Alcune traccie di chi mi ha preceduto escono dalla “retta via”, decido di seguirle con la sicurezza di sapere dove si addentrano. Mi complico “leggermente” la vita, lasciare il sentiero più naturale per seguirne uno dettato dall’istinto mi porta si ad accorciare i tempi, ma allo stesso tempo impone una fatica maggiore viste le notevoli pendenze da affrontare. Meglio così, maggior impegno portano al corpo a riscaldarsi maggiormente, e a tal proposito vi posso assicurare che con il passare delle ore il freddo aumenta.
Strudelsattel
O meglio, un fortino militare posto a 2208m a monte della Val Chiara (Helltall). Punto di osservazione Austriaco che durante la Grande Guerra teneva sotto controllo l’intera Valle di Landro. Lo trovo appena oltrepassata una collina, alla base di una lunga spinale rocciosa dell’Helltaler Schleghten, che vede la sua vetta maggiore a 2453m.

Lo Strudelsattel, quella piccola linea orizzontale al centro della foto…
Questa piccola struttura, di cui ne rimangono solamente le mura, riesce quasi a malapena a restare fuori per buona parte dal grosso volume di neve presente. La Val Chiara, che sale da Nord, alimenta in modo del tutto naturale i forti venti di stagione. Questo comporta intensi ammassamenti di neve che, complici le pareti del fortino stesso, vanno a creare dei consistenti cumuli di massa nevosa.
Lo Strudelsattel rimane comunque quel punto di riferimento che rende piacevole l’inizio dell’ultima parte di escursione. La croce di vetta dello Specie da qui è già ben visibile, che sembra quasi a portata di mano.

Il cippo commemorativo in pietra dello Strudelsattel

In vista della vetta dello Specie

Dalla Val Chiara

Verso la Croda Rossa

La croce di vetta di Cima Specie
Cima Specie (Strudelkopf – 2307m)
La mia meta si avvicina, la vetta dista circa 300m dal piccolo fortino. La sua croce è ben visibile, il bianco che la circonda la rende ancora più accentuata nella sua forma. Questo ultimo tratto è quello in cui devo mettere più impegno. L’intera area è un turbinio di correnti d’aria che si incrociano tra loro. Ad ogni soffio si eleva in cielo una consistente nebulosa composta da neve farinosa e gelida. Il contesto sembra quasi surreale che alimenta maggiormente il mio senso di avventura. Il sole che prosegue questa sua danza, questo suo apparire e scomparire a ridosso dei banchi nuvolosi che, in maniera repentina, guadagnano sempre più spazio all’interno di questo cielo blu.
“Raggiunta la vetta, raggiunta la meta.”

In vetta di Cima Specie 2307m. Sulla sinistra le Tre Cime di Lavaredo
Il primo impatto è quello più decisivo, quello più forte. In questo mio pensiero ribadisco quel concetto in cui un luogo, sebbene visitato altre volte, ad ogni occasione riesce sempre a farti vivere quelle classiche sensazioni “della prima volta”. Un primo impatto forte certo, alimentato questa volta nel poter ammirare tutto ciò che mi sta attorno sotto questa veste che porta con se ancora i colori dell’Inverno. Il forte vento alimenta maggiormente la visibilità. Le correnti d’aria alle quote più alte puliscono l’orizzonte da qualsiasi impurità naturale, come la foschia e le nubi di media altezza
.

Dal fortino alla Croda Rossa. Che spettacolo…
Di fronte a me si stagliano le immense pareti innevate che compongono il versante più a Nord delle Dolomiti Bellunesi. Dalle Dolomiti d’Ampezzo alle Dolomiti di Auronzo e Misurina. Le Tre Cime di Lavaredo, le lontane Marmarole e i Cadini di Misurina. Se punto il mio sguardo più a Sud l’intero raggruppamento del Cristallo, dove persino le Tofane sembrano a portata di mano. Ma non da meno sono le Dolomiti di Sesto, che vedono nella Valle di Landro la linea di confine del loro territorio Occidentale. Tutta quella spinale rocciosa formata da una serie di Crode che in maniera naturale si collegano poi alle Tre Cime di Lavaredo.

Pura magia verso le Tre Cime di Lavaredo (sx) e i Cadini di Misurina (dx)
Preso da tutto ciò che mi circonda quel forte elemento naturale dettato dal vento passa nettamente in secondo piano. Sono abbracciato da una serie di vedute che incantano, e che mi mettono di fronte ad uno spettacolo naturale di immenso valore. L’atmosfera è resa più magica anche da altri elementi. Le nuvole per esempio. Creano dei giochi d’ombra che si stagliano con forza lungo le grandi distese innevate dello Specie. Sembra quasi di poter calcolare la velocità di ogni nuvola seguendone l’ombra proiettata su questo bianco così candido. L’effetto a occhio nudo è straordinario, tutto viene dettato da dei tempi che rendono vivo questo spettacolo di Natura.

Vista verso la Cresta Bianca e l’intero versante del Cristallo

Il muro roccioso delle varie Crode delle Dolomiti di Sesto

Vista verso l’Helltaller Schlechten

Primo piano dedicato alle Tre Cime di Lavaredo

L’osservatorio panoramico. Tutte le vette e le are visibili da questo punto segnalate da questa struttura
Il Rientro
E poi, immancabilmente, si torna nuovamente alla realtà. Dopo aver sfruttato ogni secondo a mia disposizione e aver così vissuto questi momenti così intensi, la Natura stessa mi fa capire che è arrivato il momento di lasciare la vetta. Impossibile trovare quel punto fermo che mi permetta di gustare il mio pranzo a sacco. La vetta dello Specie è libera, a cielo aperto e alla portata di qualsiasi intemperia, e questo rende vana la speranza di poter trovare quell’angolo di riparo tutto mio. Un ultimo sguardo a ciò che mi circonda, inizia così la fase di rientro. Me la prendo ugualmente comoda, dosando ogni passo in modo tranquillo in modo da godere del rientro ammirando le varie prospettive che ora, nel senso opposto, appaiono come un qualcosa di nuovo da ammirare.

Note tecniche
Per chi ha conoscenza del territorio sa benissimo che la vetta dello Specie è un’obbiettivo fattibile per tutto l’anno. Non esistono stagioni in cui sia sconsigliato raggiungerne la cima. Durante l’Inverno e quella prima parte di Primavera in cui si abbonda ancora della neve presente, salire in questo versante direttamente da Prato Piazza non impone nessun pericolo. Sebbene la sterrata (sentiero 34) che da Prato Piazza sale alla croce di vetta possa essere completamente nascosta dalla neve, è comunque possibile trovare delle varianti che stanno più a monte della sterrata stessa.
Questo non comporta nessun pericolo e nessuna infrazione a quello che io identifico il “codice dei sentieri”. Quel mio pensiero che porta a dare sempre la priorità al sentiero da seguire, unicamente per un fattore di sicurezza. Per il rientro dalla vetta, che sia verso Prato Piazza o Carbonin, si segue lo stesso sentiero di salita. Sconsiglio il sentiero secondario per rientrare al Rifugio Vallandro, quello che evita il rientro attraverso Prato Piazza. Quel sentiero è tipicamente estivo e completamente inutilizzabile durante l’Inverno/inizio Primavera.
Cima Specie – La Mappa
Cima Specie – Il Video
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Location: Cima Specie (Strudelkopf 2307)
Area Geografica: Prato Piazza – Dolomiti di Braies (BZ)
Regione: Alto Adige
Accesso: Dalla frazione di Carbonin (SS Cortina-Dobbiaco) su sentiero/sterrata 37 in direzione Prato Piazza
Link: VisitAltoAdige – Rifugio Vallandro – Braies
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