Stefano Germano
Anello invernale alle Cinque Torri – Dolomiti d’Ampezzo
Aggiornamento: 20 feb
Bianca espressione di un meraviglioso Natale
Il nuovo Inverno apre le sue porte all’interno di un ambiente straordinario, ricco di fascino e di ciò che la Natura ha abilmente saputo forgiare nel corso di milioni di anni di continue evoluzioni. Le Dolomiti d’Ampezzo racchiudono a sé un susseguirsi di luoghi che di anno in anno, stagione dopo stagione, non smettono mai di rendere omaggio a questa naturale evoluzione.

Per questo mio nuovo anno, e per questa nuova stagione bianca, decido di tornare nuovamente all’interno di quel territorio che guarda verso il Passo Falzarego, per vivere in prima persona l’emozione che l’Inverno mi riserva all’interno delle Cinque Torri. Possanza e maestosità, fascino ed eleganza che si veste di un bianco candido per una meravigliosa giornata in un giorno per me molto speciale.
Decido di farmi un regalo. Con la complicità di una giornata che sembra immersa in una Primavera quasi indescrivibile, mi incammino lungo una strada boschiva che guarda al giorno di Natale come quel regalo così perfetto che non mi concedevo da tantissimi anni. Natale con i tuoi come si dice per abitudine. In questo caso però una serie di circostanze mi “liberano” da questa regola e decido così di abbinare questa festività al giorno del mio 56° compleanno. Un connubio che va oltre la perfezione, a mio modesto modo di vedere.


Non avevo mai affrontato l’anello delle Cinque Torri durante questa stagione. In anni passati ho camminato di lungo e in largo all’interno di questo territorio senza mai però rendere merito a questa possibile alternativa. Ed eccomi, in quel parcheggio che si trova lungo la strada che da Cortina sale al Passo Falzarego e che si pone alla base della Tofana di Rozes già illuminata dal primo sole di prima mattina. Un colore il suo che si risalta maggiormente al bianco che la circonda e che ai miei occhi è quella carica di energia positiva per questo momento che io considero un “evento” tutto mio.

La stradina sale leggermente attraverso i boschi che guardano verso le Pale de Rutorto. È la stessa stradina che durante l’Estate permette di raggiungere il Rifugio Cinque Torri con i mezzi motorizzati. In questo periodo è chiusa al traffico veicolare dato che il Rifugio stesso tiene un calendario di apertura unicamente estivo. Ben battuta nella sua prima parte con evidente presenza di alcune parti ghiacciate dove porre un pò di attenzione, e dove i ramponcini svolgono un egregio lavoro.
Il Cason de Claudio
È questione di qualche centinaio di metri prima di giungere al termine di questa sua ampia battitura. Giusto all’altezza della nuova funivia che collega Cortina con le Cinque Torri, la Cortina Skyline, la stradina ora si rigonfia maggiormente di quel manto naturale, rendendo alcuni tratti di cammino leggermente più impegnativi. La numerazione di sentiero da seguire è il 439, che segue questa serpentina e che passo dopo passo si immerge sempre più tra questi silenziosi boschi. A questo proposito ritengo opportuno dare un consiglio, un consiglio che mi allontana definitivamente da questa strada e seguire una deviazione molto accattivante.


Sta di fatto che tra i boschi di Landries una ben visibile marcatura di sentiero, sempre 439, sulla sinistra inizia ad innalzarsi leggermente verso i boschi, abbandonando così la stradina principale. Una bella battitura indica la giusta linea di sentiero da seguire. Leggeri sali e scendi che mi accompagnano all’interno di un ambiente naturale ancora nascosto al sole, dove il freddo in questo frangente si fa sempre più presente. È un passaggio molto coinvolgente, dove quel suo lato selvaggio alimenta in modo progressivo il piacere di regalarmi una giornata così speciale.

Trovo questa deviazione molto più agevole rispetto alla sua versione estiva. Forse la grande quantità di neve presente attenua maggiormente quei tratti di salita dove la naturale geologia impone una battitura sicuramente diversa. Questo mi fa capire che di neve sotto ai miei piedi ce né così tanta da farmi percepire questo cammino molto più facile rispetto a quello affrontato qualche mese fa. La scelta di salire al Rifugio Cinque Torri seguendo questa deviazione, lasciando da parte la stradina principale, nasce dalla curiosità di ammirare una baita privata che penso sia il desiderio di chi, come me, sogni di possedere un piccolo angolo di Paradiso come il Cason de Claudio.
È una meraviglia all’interno di infinite meraviglie. Un luogo che si estranea completamente dal resto del mondo creando attorno a se un mondo tutto suo, in una quotidianità che non conosce ne tempo e nemmeno quella frenesia che purtroppo “flagella” la nostra vita. Ma prima di raggiungere questo luogo, se si guarda bene durante la salita, il sentiero 439 pone una nuova deviazione sempre sulla sinistra. Si tratta di qualche centinaio di metri di norma ben battuto, su di un tratto leggermente pendente ma che mi porta in un punto panoramico che non deve assolutamente mancare in questa mia lunga giornata.


Come per magia il sole brilla proprio in direzione del mio cammino. Sembra quasi un riferimento per la giusta direzione da seguire, con quei suoi caldi e rossastri colori ad illuminare il mio viso per la prima volta dall’inizio di giornata. Una piccola e meravigliosa terrazza panoramica che apre il sipario su di uno scenario meraviglioso, uno scenario che abbraccia a se l’abitato di Cortina d’Ampezzo e le sue montagne per eccellenza come il Pomagagnon, il Cristallo e il Sorapis, con i Cadini di Misurina che come per incanto si intromettono pacificamente tra queste imponenti pareti rocciose. Parte della Valle del Boite e l’inconfondibile forma piramidale dell’Antelao, per chiudere questo perfetto quadro naturale con la Croda da Lago, il Lastoi del Formin e Forcella Giau.


Il momento è uno di quelli forti. Un silenzio assoluto che mi accompagna verso questa splendida visione, con leggere folate di aria fresca e il sole che ora entra a fare parte definitivamente della mia giornata. L’energia e la positività che respiro sono impossibili da commentare. Sto vivendo tutto questo con i miei occhi che trasmettono alla mia mente emozioni che bisogna solamente vivere. Dedico una decina di minuti del mio tempo a tutto questo, sebbene il tempo stesso quassù sia solo una questione “marginale” e di poco conto. Il tempo rimane fuori dal contesto in cui mi trovo, rimane fuori perché non esiste tempo quando tutto ciò che stò vivendo è parte di ciò che rappresenta la mia filosofia e idea di vita.


Ritorno sui miei passi. Lascio questo luogo così pieno di vita per riprendere nuovamente il sentiero 439. Da qui una serie di sali e scendi leggermente più impegnativi dove i ramponcini sono maggiormente indicati visto la presenza di qualche tratto leggermente ghiacciato. I boschi iniziano a diradarsi ed aprire il cielo sopra di me e giungere così ad un bivio. Si collega su un ‘ampia strada bianca, ben battuta e che in circa 10 minuti raggiunge il Rifugio Cinque Torri. Per il Cason invece guardo verso sinistra. lo si vede distante un centinaio di metri, e basta così poco per questa deviazione che merita altro tempo mentale da dedicare.
Un piccolo angolo disperso all’interno di un Paradiso senza tempo. È una baita privata, tenuta in modo impeccabile e dove tutto sembra ben definito anche per passarvi un lungo Inverno. Un caminetto esterno ben organizzato, una legnaia ben rifornita e quella sua terrazza esterna che guarda verso luoghi che mi tornano sempre famigliari. Da questo luogo così solitario rimane impeccabile la vista verso la Croda da Lago e il Lastoi de Formin, con quell’eccezione però che ora anche il Cernera e il Nuvolau entrano a far parte di questo mio mondo visionario e dai panorami che di ora in ora aprono il mio cuore e alimentano la mia anima.








Un luogo ideale per una piccola e meritata pausa, rispettando questa struttura per ora disabitata e che nel rispetto della privacy e della proprietà altrui non deve essere “profanata” dall’arroganza, e da quella libertà che troppe volte porta a lasciare sempre quella incombente traccia (spazzatura) che al termine della giornata deve essere riportata sempre a valle.
Seguo queste semplici ma importanti regole. Con la coscienza a posto rimango seduto al sole di questa sua bellissima terrazza esterna. Mi godo così il momento, respirando ad occhi chiusi il calore di questo sole che di ora in ora sembra portare sempre più ad una tipica giornata primaverile. Stò così bene che non vorrei mai muovermi da questo mio angolo così silenzioso e completamente in disparte dal resto del mondo. Ma la mia giornata è ancora lunga, e con sincerità devo lasciare a malincuore tutto questo. Ciò che mi aspetta è un susseguirsi di emozioni che devo assolutamente vivere, e sentire mie con tutta la volontà possibile.
Rifugio Cinque Torri – 2137m
Mi collego nuovamente con la deviazione di sentiero precedente. Il sentiero 439 sale leggermente lungo le Pale de Rutorto seguendo un cammino molto piacevole e ben battuto, e che improvvisamente guarda verso l’imponente Torre che nel 2004 è stata l’unica superstite di un crollo quasi apocalittico. È una storia che ha cambiato definitivamente l’aspetto naturale di questi cinque bastioni di Dolomia, lasciando comunque traccia di come potevano essere ammirate in tutta la loro naturale bellezza. Qualche centinaio di metri di cammino per congiungermi nuovamente con la stradina affrontata nella prima parte, nuovi punti panoramici che ora si aprono lungo le Crepe dei Ronde e le vette che circondano queste ampi spazi immersi nel candido bianco invernale. Giungo così al Rifugio Cinque Torri a 2137m di quota.




Dal Rifugio i panorami si perdono verso ampi pianori che con grande eleganza si innalzano leggermente verso spalle e pareti rocciose che verso Sud danno poi vita ai vari gruppi montuosi del Passo Giau e della Ra Gusela. La visione è magnifica. Ciò che il Lastoi de Formin e il Cernera in precedenza identificavano un determinato territorio, ora con il Nuvolau e l’Averau tutto si arricchisce di una fantastica cartolina geologica completamente immersa in una stagione che cambia ogni stato d’animo, ogni pensiero.

Essendo nelle vicinanze degli impianti invernali di Baita Scoiattoli, vedo con grande sorpresa il Rifugio Cinque Torri quasi dimenticato dal resto del mondo. Solo ed illuminato da un sole meraviglioso con quelle sue porte, quei suoi balconi e quei tavolini esterni completamente in balia degli elementi naturali di stagione. Qualche traccia lasciata da precedenti escursionisti e null’altro se non la mia di presenza. Rimango plagiato da questa sensazione di meravigliosa solitudine, respirando in questo silenzio il senso più positivo dei miei pensieri più belli.


Essendo a fine anno pure questo cade perfettamente al caso. Come per istinto cerco di fare una specie di “rewind” di questo mio 2k22 che sta per giungere al termine. Oltre a collegarmi a diversi punti che rientrano all’interno del territorio che mi ospita, torno all’Estate scorsa e a tutte quelle avventure ed escursioni che con il buono e il cattivo tempo ho affrontato un passo dopo l’altro. Una perfetta lucidità mentale, dovuta a questo habitat e a questo silenzio così perfetto, mi ha permesso di ricordare momenti e passaggi che in un certo senso avevo un pò dimenticato. La mia soddisfazione di tornare un pò indietro nel tempo e riprendere così nuovamente in mano cose già successe, mi ha fatto stare bene.


Penso sempre che ciò che è stato non deve per forza essere sempre dimenticato. Ha più senso dimenticare ciò che si porta con sè come esperienze e momenti negativi, e valorizzare per portarsi dentro per l’eternità ciò che invece acquisisce un valore inestimabile. Ed è ciò che in questo momento riesco a focalizzare, e a tenere tutto ben stretto in uno dei punti più “vulnerabili” come il mio cuore.
Ma ora mi attende ciò per cui stò dedicando questa mia giornata. L’anello delle Torri in questa veste candida come mai avevo affrontato prima. Voglio congiungermi inizialmente con il Rifugio Baita Scoiattoli per un bel caffè di metà mattina. Da questa struttura poi scendere leggermente di qualche centinaio di metri in direzione delle Torri e da li dare il via a questo anello naturale meraviglioso. Da Baita Scoiattoli la cartolina fotografica più bella delle Torri, ma è dalla presenza di una tabella indicativa posta quasi alla base della torre maggiore che lo spettacolo ha inizio.
L’Anello delle Cinque Torri
Vengo distratto più volte dalla presenza in lontananza del Lagazuoi e della Tofana di Rozes. Ora rientrano all’interno di questa parta finale di giornata come la cornice perfetta che abbraccia un quadro meraviglioso. Il sentiero è ben battuto, si incunea quasi nell’immediato alla base delle due torri centrali franate. Una serie di passaggi seguendo una linea di demarcazione che come un lungo serpente apre a panoramiche verso il Passo Falzarego possenti e maestose. Rimango sempre a stretto contatto con le torri, la neve aumenta maggiormente questa loro forza naturale fino a giungere ad un bivio.





Ai miei piedi, ad un centinaio di metri, ciò che la neve non è ancora riuscita a coprire completamente dei baraccamenti del Museo all’aria aperta delle Cinque Torri. Baracche, capanni e una serie di collegamenti su trincea completamente immersi nella neve. Una secca curva a gomito per entrare sempre più nel cuore delle torri. Una leggera discesa che anticipa la presenza di un passaggio completamente sotto la roccia. Qui si deve stare molto attenti, la presenza di un’ampia lastra di ghiaccio potrebbe diventare insidiosa se non si utilizzano i ramponcini.







Uscito da questa cavità lo scenario diviene ancora più interessante Se il versante che guarda verso Baita Scoiatoli è perennemente in balia del sole, questo nuovo versante che guarda verso Est risulta completamente all’ombra per tutta la stagione invernale. Questa situazione comporta la presenza di un manto nevoso più spesso e in certi tratti più ghiacciato. La Tofana di Rozes emana un riflesso del sole così forte da illuminare il mio viso, mentre guardo questo versante delle torri con una prospettiva completamente diversa.

Da questo punto di vista riesco a percepire maggiormente la fisionomia completa delle Cinque Torri. È un pò come se questo versante desse maggiormente l’idea di come fossero realmente strutturate prima del grande crollo. Cumuli di neve che in certi tratti chiederebbero l’utilizzo delle ciaspole, riuscendo a sprofondare fin sopra le ginocchia. E questo per una scelta fatta in precedenza. Stà di fatto che appena uscito dalla cavità rocciosa il sentiero battuto si divide in due parti. Quello leggermente più a monte (sulla destra) che prosegue decisamente in modo più lineare e ben battuto, e quello che scende di poco verso valle (sulla sinistra) che poi si rivela meno battuto e più consistente di neve. Io, ovviamente, decido per il secondo…


Rimane comunque una bella situazione, un passaggio su neve morbida e consistente che arricchisce di quel senso di “avventura” questa mia giornata. Dopo alcuni tratti un po’ impegnativi risalgo leggermente fino a collegarmi con il sentiero più a monte, trovando così una linea di cammino più agevole e battuta. Da questo frangente, che sta per chiudere definitivamente l’anello interno, ritorno ad ammirare punti di vista che guardano nuovamente verso Cortina, la Valle del Boite e tutta quella serie di gruppi montuosi che dalla Croda da Lago salgono verso il Lastoi de Formin e il Cernera.


È un modo completamente nuovo di osservare ciò che in mattinata avevo già visto. Ora il sole brilla da Occidente, lungo quel suo cammino che già guarda al tardo pomeriggio ed una notte quasi imminente. Questa sua posizione illumina tutti quei versanti sopra citati di cui ora posso ben scandire ogni forma, ogni sagoma e ogni possibile spigolatura. Colori più forti e resi vivi dalla naturale colorazione rossastra di queste pareti alla soglia del tramonto. E la neve che in certi frangenti identifica maggiormente ogni guglia e campanile roccioso che mi si pone all’orizzonte.


Perfino le torri assumono un aspetto e un colore completamente diverso, soprattutto rientrando nuovamente al Rifugio Cinque Torri ed ammirarlo da un punto di vista sicuramente privilegiato, con in lontananza le Crepe de Ronde, il Nuvolau e il Cernera ad intensificare la loro presenza con quelle “smagliature” che la nostra stella primaria per l’ennesima volta ne risalta ogni singolo particolare. Ultima sosta di giornata al Rifugio, che anche in questa circostanza non attira l’attenzione di nessuno, se non della mia attenzione e di quella mia gratitudine di poter vivere nuovamente questa pace e questo silenzio da “eterno” padrone di queste montagne.
Le Cinque Torri – Note Tecniche
Facile e media escursione, tipicamente invernale e dalle mille sfumature. Dal punto di partenza posto al grande parcheggio dei boschi del Cian Zopè, si giunge al Cason del Claudio e il Rifugio Cinque Torri su sentiero 439 in circa 2h con un dislivello complessivo di +357m circa. Dal Rifugio si sale in 15 minuti al Rifugio Baita Scoiattoli che in questo frangente è il punto più alto dell’intera escursione (2255m). Da tenere in considerazione che l’area di Baita Scoiattoli rientra all’interno del comprensorio invernale di Cortina d’Ampezzo – Passo Falzarego. Questo ovviamente impone un tracciato ben definito dedicato alle ciaspolate/pedonale che si affianca alla pista da sci che scende direttamente dall’Averau. Da porre quindi un po di attenzione per non uscire dall’area dedicata ai pedoni.
L’anello delle torri ha inizio ad un centinaio di metri da Baita Scoiattoli. Una tabella indicativa, la stessa tabella estiva, evidenzia in modo chiaro la giusta linea da seguire. Da qui una bella serpentina ben battuta raggira completamente le torri in senso orario per arrivare leggermente più a monte al Rifugio Cinque Torri. L’anello si completa tranquillamente in meno di 1h e in maniera agevole senza nessun rischio personale. Cosa importante avere con sé i ramponcini, mentre per quanto riguarda le ciaspole, e le battiture di sentiero presenti, si potrebbero anche non tenere in considerazione.
Per il rientro al punto di partenza, dal Rifugio Cinque Torri consiglio di seguire la strada forestale (sentiero 425) e giungere così al parcheggio di Cian Zopè in circa un’oretta di facile passeggiata.
Anello Inverale alle Cinque Torri – Il Video
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Location: Le Cinque Torri – Cortina d’Ampezzo (BL)
Area Geografica: Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo (BL)
Regione: Veneto
Accesso: In località Cian Zopè (strada di collegamento da Cortina d’Ampezzo al Passo Falzarego) su sentiero 439 per il Rifugio Cinque Torri