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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Costa della Spina – Comelico

Aggiornamento: 21 feb

Straordinari panorami in alta quota, nel verde Comelico.

 

Come dico da sempre, ci sono modi e modi di interpretare una semplice escursione o un Trekking di grande impegno. In questo caso, lungo questa spinale in quota, ti trovi di fronte ad una via di mezzo. Quel lato di semplicità che vede nella sua totale lunghezza quel massimo impegno richiesto. La Costa della Spina è un bellissimo viaggio di una sola giornata per contemplare al meglio lo spirito naturale dettato dalle ampie panoramiche che guardano veramente molto lontano. Il Comelico, con quella sua naturale caratteristica che ti regala il verde più intenso, attraverso improvvisi pascoli che sembrano lasciati soli e liberi al loro destino. Pace, serenità e quel silenzio che ti rapisce l’anima.

 

Casamazzagno – 1281m

Quando lo guardi dalla strada che ti accompagna verso la Val di Padola, è uno di quei paesi magicamente diroccati nei versanti più a monte di questi boschivi e lussureggianti raggruppamenti alpini. Una delle caratteristiche più comuni all’interno del Comelico. Piccoli centri abitati che tramandano quei loro primi insediamenti datati secoli e secoli fa, quando l’allora cultura di montagna portava a costruire i primi centri abitativi il più in alto possibile.

La quota voleva dire proteggersi maggiormente dalle possibili inondazioni, che all’epoca non erano controllate come ora ma lasciate in balia a Madre Natura. La quota voleva dire uno sviluppo agricolo migliore, con gli alpeggi che a quelle quote fornivano prodotti di grande qualità. La comodità dei vicini boschi dove poter cacciare le più svariate tipologie di animali per uso quotidiano. La Costa della Spina parte proprio da qui, da quei valori che per secoli hanno indotto l’uomo a vivere nelle quote più alte.

L’intera Costa si snoda attraverso tre differenti sentieri. Dal centro abitato della tranquilla e panoramica Casamazzagno, si segue in auto la piccola strada interna fino a raggiungere l’antica chiesa di San Leonardo. Piccola chiesa adagiata su di una bellissima terrazza panoramica, datata come costruzione nel 1442 al di sopra di un altariolo già presente.

Si prosegue per questa strada asfaltata fino ad arrivare al termine di questa (loc. Le Federe), visibile dalla carrareccia che ne prosegue un limitato percorso. Già da questa posizione è possibile ammirare una panoramica che si allunga verso valle e i centri abitati di San Nicolò in Comelico e Santo Stefano di Cadore, seguendo la linea naturale del torrente Padola.

Tre linee di sentiero per tre destinazioni che si congiungono alla Sella del Quaterna 2300m. Il sentiero 147 che scende verso la Val Digon con indicazioni Casera Silvella 1827m, Passo Silvella 2329m e la vetta del Quaterna 2603m. Il 149 che segue il versante verso la Val di Padola, che arriva in Sella e alla vetta del Quaterna. Quello che io intraprendo nella fase di andata è il 148, che scorre in quota lungo la cresta della Costa tenendo le migliori panoramiche che guardano sia verso la Val Digon che la Val di Padola. Il massimo tra le tre possibili varianti.

Il bivio, quello decisivo che sulla sinistra segue il 148

La Spina nasce dalla spalla boschiva del Coston Sommo all’altezza del Monte Spina a 1967m. Il lavoro frenetico dei boscaioli si nota dalle diverse cataste di legna che si incontrano lungo l’ampio sentiero, che rimane ancora una comoda carrareccia. Le ombre di questo sole di primo mattino svolgono un ruolo affascinante all’interno di questa Natura boschiva così silenziosa. Di tanto in tanto, attraverso alcuni punti in cui il bosco lo permette, è ben evidente la presenza del versante ad Est, che guardando verso la Val Digon offre i primi spunti panoramici verso le Crode dei Longerini 2305m, e della lunga spinale che da Cima Palombino 2600m forma quella parte della Traversata Carnica divisa con la vicina Austria.

Un bellissimo gioco di luci. Partire presto vuol dire riuscire a cogliere quel calore forte del sole di primo mattino. Quel calore che dona tonicità ai verdi alpeggi del Comelico, rendendoli quasi dorati alla nostra vista. Spunti e particolari che fanno la differenza, che già ad inizio sentiero trasmettono quella positività e quel stato di benessere ottimale per entrare in simbiosi con la semplicità di questa splendida Natura.

Un crocefisso, appare improvvisamente beato tra questi verdi prati….

L’intero versante che guarda verso questo spazio territoriale dell’Alto Comelico, porta con se i tristi destini di migliaia di soldati periti durante la Grande Guerra. La linea di confine con la vicina Austria definiva questo territorio come prima linea di offensiva italiana verso l’esercito Austro-Ungarico. La Costa, come il Quaterna, hanno visto morire centinaia e centinaia di ragazzi che, indipendentemente dalla nazione da loro rappresentata, questi verdi alpeggi ne hanno segnato il loro triste destino. Una croce, un ceppo in pietra che guarda verso i due versanti per non dimenticare…

Una croce in pietra che guarda verso i due versanti opposti…

Dei fiori cresciuti dalla Natura, quasi a simboleggiare le anime di questi ragazzi perduti…

Ed è a questo punto che lascio definitivamente i boschi. Da questo frangente fino al ritorno alle Federe solo il sole, il cielo azzurro e, immerso tra questo verde così straordinario, panoramiche di straordinaria profondità. Posso effettivamente dire che ora la Costa della Spina entra nel vivo della mia giornata.

 

Costa della Spina – transito superiore

Il sentiero 148 lo definisco a questo punto una lunga e poco impegnativa passeggiata. Ho già raggiunto la quota massima che si aggira tra i 2000 e i 2100m. Un susseguirsi di dolci sali/scendi che mi tengono fortemente a contatto con le due diverse panoramiche. Essendo completamente in cresta si divide tra le due vallate che compongono i due rispettivi versanti. La Val di Padola con i relativi gruppi montuosi del Popera e della Croda Rossa di Sesto (sulla sx), e la Val Digon con le vette aguzze di Cima Palombino 2600m, di Cima Vallona 2532m e del Monte Cavallino 2689m, a completare questa perfetta cornice naturale (sulla dx).

Versante sinistro verso la Val di Padola: Cima Padola, Cima Bagni e il Popera…

Versante destro verso la Val Digon: svetta in cielo la cima del Palombino (2600m sx)

Basta guardarsi indietro, in lontananza il Brentoni e il Tudaio…

Per potervi descrivere questa pacifica “invasione” da parte mia, provate ad immaginarvi di percorrere un sentiero semplice, in alta quota, dove il verde dell’erba e la roccia scura di cui ne è composto vada in forte contrasto con quel blu di un cielo reso unico dalla quota, e dalla purezza dell’aria che respiro e che mi circonda.

Che forma ha la libertà…

Sembra quasi di oltrepassare la quota delle vette circostanti…

Un ceppo in pietra, l’unica forma presente resa tale per mano dell’uomo…

Si rimane così assorti da questo straordinario cammino, che la distrazione porta a percepire solamente quello che sembrerebbe l’unico rumore presente. Quello di un vento che salendo dalle rispettive vallate diventa la culla dei nostri sogni, dei nostri desideri. Una distrazione che ad un certo punto accompagna sulla scena, con i dovuti modi e tempi, quel tintinnio tanto particolare, tanto da me amato e che racchiude a se la presenza dei meravigliosi pascoli di queste alte quote. La sorpresa raddoppia nel preciso istante in cui, dopo aver oltrepassato una piccola spalla di sentiero, appaiono di fronte a me, improvvisamente, un raggruppamento di animali allo stato brado. Cavalli e mucche, che con la stessa pace e tranquillità, condividono alcune ed ampie pozze d’acqua creandone una straordinaria poesia.

Il loro alpeggio li colloca esattamente a metà della cresta. Che siano dell’alpeggio di Malga Silvella che guarda verso la Val Digon?, o di Casera Ciampugon che guarda verso il versante opposto della Val di Padola?. Questo forse non lo saprò mai, ma onestamente la cosa non mi è così importante, ciò che guardano i miei occhi è ciò che trasmettono alla mia mente: spettacolo perfetto di una Natura ancora solida ed incontaminata.

 

Dal Col Rosson 2305m alla Sella del Quaterna 2379m

Si rimane in quota, qualche leggero sali/scendi alle pendici dei colli che fanno parte di questa lunga cresta. Il Col Rosson 2305m come il Col de la Crodata 2310m, due vette verdi e lussureggianti che ammiro seguendo la mia linea di sentiero che rimane leggermente alla loro base. Ma la Costa sta cambiando, una mutazione che notavo leggermente accentuata già ai piedi del Monte Spina. La roccia intensifica maggiormente, passo dopo passo, la sua naturale formazione geologica. Siamo lontani dalla bianca roccia di Dolomia, l’intera Costa è formata da una stratificazione rocciosa di origine vulcanica, e il Col Quaterna stesso porta con se la testimonianza millenaria di un passato in cui prima di coprirsi dei verdi prati attuali era un vulcano in piena attività.

Da un sentiero verde e lussureggiante…

… ad un sentiero che inizia a cambiare tonalità di colore

Da una vecchia trincea della Grande Guerra che guarda verso la Val Digon, verso il nemico di allora…

Le mie prospettive cambiano visuale. Il sentiero 148 scende leggermente verso la sinistra, scompare definitivamente quel riferimento verso la Val Digon. Le vette del Rosson e del Crodata nascondono in modo definitivo qualsiasi possibile punto di vista che guarda verso quell’angolo del Comelico che si innalza verso la vicina Austria. Ed è la Val di Padola e la sua lunga spinale rocciosa che si innalza verso le Dolomiti di Sesto ad “invadere” il resto della mia giornata. Mi avvicino con calma e senza fretta alla base del Col Quaterna 2503m, con la sua grande forma piramidale che porta con se la testimonianza di un’attività vulcanica durante periodi del nostro pianeta che nemmeno possiamo immaginare.

Mi guardo indietro, ne ho fatta di strada…

Col Quaterna 2503m, ai suoi piedi la Sella del Quaterna 2379m

 

Sella del Quaterna 2379m – Rifugio Rinfreddo 1887m

Arrivare in Sella equivale al giro di boa della giornata. Poco più di 3h di transito dal punto di partenza delle Federe (loc. Casamazzagno), e guardando bene mi trovo vicino all’ora di pranzo. L’occasione viene da se, devo solo far una piccola deviazione di sentiero e scendere così in direzione de La Punta e del vicino Rifugio Rinfreddo 1827m.

Dalla Sella inizia una lunga discesa, una serpentina su sentiero 173 che in circa 20 minuti mi porta al bivio de La Punta. Seguo il sentiero 149 mantenendo sempre una linea di facile discesa arrivando così al Rifugio Rinfreddo dove mi aspetta l’ospitalità e la buona tavola di una delle strutture più belle ai piedi del Quaterna.

Rifugio Rinfreddo 1827m

Rifugio Rinfreddo 1827m

 

La Punta 2053m – Casera Ciampugon 1905m

Ripartire ben rifocillati è sempre una gran bella soddisfazione. Quando l’ospitalità, la cortesia e la buona tavola rendono merito alla tua giornata, ciò che ne segue si affronta sempre con quella marcia in più. Ritorno sui miei passi, riprendo in senso inverso il sentiero 149 che mi riporta nuovamente al bivio de La Punta. Inizia la via del ritorno. Cambia il sentiero e cambia pure il dislivello.

Il 149 scorre più a valle rispetto al 148 tenuto lungo la cresta principale. I tempi di percorrenza sono notevolmente dimezzati, e questo dovuto da un dislivello sicuramente favorevole e da un percorso che affonda le emozioni sul verde più intenso. Quel verde caratterizzato da una quota inferiore e i boschi lussureggianti del Salacie e del Ciampugon. E’ un’altra escursione, un modo decisamente diverso di guardare verso la Val di Padola.

Al bivio de La Punta

Piccole terrazze di colori naturali

Il verde delle quote inferiori. La luce calda del sole ne completa questa sua bellissima colorazione

Leggeri e docili sali/scendi, vengo trasportato dalla naturale bellezza e semplicità di questa seconda parte grazie alla rigogliosa Natura che mi circonda. La cresta in alta quota mi ha regalato momenti che portano con se un fascino tutto particolare, mentre in questa seconda parte vivo in maniera molto più intensa questa immancabile rappresentazione del verde Comelico, che mai mi stancherò di considerare come unico nel suo genere.

E’ quel rientro che si vorrebbe trovare ad ogni escursione. Dopo una lunga mattinata ci si porta appresso l’accumulo delle fatiche che sulle gambe in certi momenti si fanno sentire. A volte il sentiero mette a dura prova, magari per ore ed ore sei stato così impegnato fisicamente che l’ultima parte, quella del rientro, diviene più impegnativa del solito. In questo caso la situazione è ben diversa. Vivo queste ultime ore di sentiero con quella facilità che mi permette di focalizzare a mente fresca tutto ciò che mi circonda. Diviene così un piacevole cammino, verso casa e in maniera quasi rigenerante.

“Ostacoli” lungo il sentiero…

Casera Ciampugon 1905m, la porta che chiude definitivamente questa mia giornata. L’ultimo alpeggio che rende vita all’intera Costa della Spina, dove per l’ennesima volta la rappresentazione del mondo animale mi trasmette quel senso di libertà. Libertà che leggo anche nei volti del malgari, fortunati a mio modo di vedere nel vivere un’intera Estate ai piedi di un mondo naturale così straordinariamente infinito.

Libertà di gestire ogni giornata, di condividere con questa Natura e con questi animali il silenzio più assoluto, di guardare ogni giorno in modo sempre diverso senza dove seguire dei programmi prestabiliti e imposti da qualche condizione che non rientra all’interno del mio modo di vedere “la libertà”. Invidio tutti questo, magari guardando solo i pro tralasciando definitivamente i contro ma di questo mi importa ben poco. Per questa libertà accetterei ben volentieri qualsiasi “contro”.

 

Casera Ciampugon 1905m – Punti di Vista

Lasciata la Casera il sentiero battuto lascia spazio alla strada sterrata. Rimango su sentiero 149 che attraversa gli alti boschi de La Federola. Ampio e piacevole finale dove il sole guarda sempre più verso Ovest, quel suo angolo che lo lega a quel suo tramonto così particolare dove la sua luce inizia già a tinteggiare in maniera diversa le bianche pareti del Popera e di tutti quei versanti rocciosi che fanno parte del suo raggruppamento. Anche la prospettiva che si allunga verso Sud, verso gli abitati di Casamazzagno e di San Nicolò in Comelico, sono abbagliati da una luce molto diversa. Una luce che da il meglio di se al mattino presto, quando la notte appena terminata porta ancora quel fresco intenso di primo mattino, sebbene ad Estate inoltrata.

Guardando verso Sud, verso il Brentoni e il Tudaio…

 

Costa della Spina – Info Tecniche

Trekking relativamente lungo. La sua difficoltà maggiore non sta nel suo dislivello complessivo, ma bensì dalla durata di questo suo fantastico anello. La prima parte, che da Casamazzagno arriva alla Sella del Quaterna, impone tempi di marcia che vanni stimati almeno di 3h 30m (individuale). Per la pausa al Rifugio Rinfreddo si scende nuovamente di livello rispetto alla Sella (-492m), mentre per ritornare dalla Rinfreddo al bivio per La Punta un dislivello di +166m in circa 20 minuti di cammino. Dal bivio de La Punta in meno di 2h si raggiunge Casera Ciampugon, e in meno di 1h la località de Le Federe punto di partenza del mattino. Consiglio questo anello così meraviglioso con la certezza di previsioni meteo favorevoli. Con la luce del sole e il cielo azzurro vivrete un’esperienza di grande intensità panoramica.





 

Costa della Spina – Il Video


Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

 

Location: Costa della Spina – Comelico Superiore (BL)

Area Geografica: Val di Padola – Val Digon – Dolomiti Bellunesi

Regione: Veneto

Accesso: Da Le Federe, località Casamazzagno, su sentiero 148

Link: Comelico TurismoInfoDolomitiVisitVenetoVenetoMontagnaVal di PadolaRifugio Rinfreddo

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