Stefano Germano
Croda Sora i Colesei – Comelico
Aggiornamento: 9 apr
Fantastico escursione tra il Comelico e le Dolomiti di Sesto
Dopo la precedente escursione al Monte Cavallino, rimango ancora nel Comelico per questa lunga giornata attraverso la Val Popera. Il Comelico che guarda verso le vette di Cima Bagni e del Popera, per giungere al Rifugio Berti e guardare verso le Dolomiti di Sesto.

E’ una bellissima giornata di fine Primavera. L’Estate bussa alla porta e lo fa nel modo migliore, regalandomi una splendida giornata dove per la prima volta in questo 2k22 percepisco il forte risalto del sole su questa meravigliosa e bianca roccia di Dolomia.
Rifugio Selvapiana Lunelli – 1568m
Tutto ha inizio all’interno di questo territorio. Dopo una colazione allo Sweet Art di Padola, salgo verso Valgrande per giungere ai piedi dei boschi del Selvapiana. Da qui il Rifugio Selvapiana Lunelli scandisce il primo passo verso questa mia nuova giornata.
Questo bellissimo Rifugio si pone su un pianoro erboso che improvvisamente si apre tra i boschi del Selvapiana. Eccezionale vista panoramica sulle imponenti vette rocciose di Cima Bagni (2983m), del Monte Popera (3046m) e di Cima Undici (3090m), senza togliere nulla ad altre.

Dalla vetta del Popera (sx) a Cima Undici (centrale) il Rifugio Selvapiana Lunelli a 1568m

Libero alpeggio al Selvapiana Lunelli…

Bellissima fioritura di stagione…
Ed è dal Rifugio che parte ufficialmente questa mia lunga giornata. Il sentiero 101 lascia il territorio di Valgrande per addentrarsi all’interno dei boschi del Selvapiana. Bellissimo tratto che si muove su ampio sentiero con un leggero dislivello. Un inizio come piace a me, con calma e senza dover dosare nell’immediato le forze.


Man mano che risalgo questo versante, la bellissima panoramica che guarda verso la maestosa muraglia rocciosa che raggruppa le vette del Popera aumenta di intensità. E’ ben definita quella sensazione di avvicinamento, dove passo dopo passo mi sembra di avanzare verso queste imponenti vette percependo la loro possanza.
Sono già avvolto da un silenzio surreale. Lascio Valgrande e il traffico della statale che collega Padola al Passo dio Monte Croce in Comelico, per avventurarmi all’interno di un fresco e pacifico Paradiso. Due soli sono i “rumori” che imperversano in questi miei momenti così speciali: il piacevole scroscio dell’acqua del torrente che da monte scarica la neve invernale, e il tintinnio del pascolo adiacente.



Ora posso benissimo dire di essere finalmente entrato in contatto con questo meraviglioso sistema naturale. Tutto scorre con una calma che si respira attraverso la leggere brezza che a brevi tratti si libera nell’aria. Attraverso così il torrente illuminato da un sole che si riflette su questa bianca roccia, iniziando così la salita che, seguendo questa unica via di sentiero, mi condurrà al Rifugio Berti.


Affascinante passaggio, dove due sono i punti che attraggono maggiormente il mio interesse. La lunga serpentina rocciosa che si innalza verso il Berti in certi tratti va a costeggiare il torrente che scende verso valle. Questo, così talmente rigonfio d’acqua, emette un suono quasi assordante, una vera e propria sinfonia naturale di grande impatto interiore.
E come non parlare del panorama. Una curva dopo l’altra i boschi di Selvapiana e la Valgrande fanno brillare tutta la loro bellezza, con in lontananza la lunga spalla della Costa della Spina, altra indimenticabile e straordinaria escursione di questo magico Comelico. He sì!! tanta roba caro mio lettore. Tanta di quella roba che posso solo consigliarti di “viverla”….


Il Rifugio Berti si fa già intravedere. Infatti compare improvvisamente più a monte, con quella sua inconfondibile sagoma di pura roccia Dolomitica. La serpentina su sentiero 101 prosegue senza nessuna difficoltà, con quel leggero dislivello di +382m che si dividono dal Rifugio Lunelli al Rifugio Berti. Poca cosa, sebbene alcuni tratti diventano leggermente più avventurosi.
Infatti raggiungendo la parte finale del sentiero, quella che sta più a monte in avvicinamento al Berti, compare la bianca roccia di Dolomia, che tra ruscelli e cascate prorompenti verso valle cambiano completamente l’aspetto di questa prima parte di escursione. Una camminata che inizia tra i verdi boschi e si conclude, almeno in questa prima parte, su di un Paradiso roccioso. Fantastico…



E’ di circa 1h e 15m il tempo necessario per raggiungere così il Rifugio Berti. A dire il vero io ci ho messo qualcosina in più. Le varie soste per foto e riprese di rito e le panoramiche che a questa quota si stagliano verso il Comelico, meritano sicuramente il tempo che bisogna giustamente dedicare. La giornata è lunga per cui ci si può permettere già da qui diverse pause.
Rifugio Berti al Popera – 1950m
Taglio così il nastro di questo mio primo obbiettivo di giornata. Il vero obbiettivo mi attende a quote più elevate, e la presenza del Rifugio è sicuramente una delle cose che rendono più piacevoli questi miei momenti. Attualmente (17/06/2k22) il Rifugio è ancora chiuso, aprirà tra qualche giorno ma questa è una informazione che già sapevo. Indipendentemente da questo la sua è ugualmente una presenza piacevole.

Rifugio Berti al Popera (1950m)

Vista verso la Cresta Zsigmondy (2998m centrale) e il Monte Popera (3046m sx)

Il Monte Popera (sx) e il suo vallone roccioso…

Parete rocciosa da brivido di Cima Undici (3090m)
Pausa di rito per poter ammirare così l’intero panorama che questa terrazza meravigliosa mi concede. Dal Rifugio una serie di itinerari che si innalzano verso il Popera, verso Cima Bagni per attraversare così per intero la Val di Padola da queste quote così elevate.
Sentieri straordinari, come il 152 che conduce in direzione di Forcella dei Camosci (2107m) e il Bivacco Piovan (2070m) per poi dirigersi verso Cima di Padola (2623m) e l’omonimo centro abitato. Oppure seguendo il 109 che sale vertiginosamente verso il Popera ed affrontare cos’ la Via Ferrata Roghel.
Per il mio programma invece resto con i piedi leggermente più a “terra”…

La mia “autostrada per il Paradiso” rimane ben ancorata sul sentiero 101. Inizia così dal Rifugio Berti questo lungo passaggio che si innalza dolcemente lungo la Val Popera, guardando con occhi emozionati verso un nuovo versante roccioso di grande meraviglia. Ora le Dolomiti del Comelico, le Dolomiti Bellunesi, iniziano a guardare verso le Dolomiti di Sesto, l’Alto Adige è alle porte.
Val Popera – 2000m di media
Una lunga passeggiata inizialmente tra bassi boschi. Qualche centinaio di metri e poi il cielo si apre al cospetto di immense cattedrali rocciose. Un imponente abbraccio di granito bianco che dal Popera e Cima Undici si collegano al Passo della Sentinella (2717m), per dare così vita ad una lunga spinale di campanili e guglie rocciose. La linea territoriale che divide il Veneto dall’Alto Adige

Il Passo della Sentinella (2717m sx), la Croda Rossa di sesto (2965m centrale) e la Gobba Grande (2469m centrale)

Lungo la Val Popera…

Leggero dislivello tra la roccia bianca che guarda verso campanili e imponenti guglie…
E’ un passaggio meraviglioso, poco impegnativo. Uno di quei momenti che mette calma e tranquillità tra me e la montagna. Sono solo all’interno di questo mondo che sembra sperduto, dimenticato da qualsiasi forma umana. Alcuni ingredienti perfetti per alimentare maggiormente quella sensazione di estrema vulnerabilità al cospetto di ciò che la Natura ha reso così imponente e insuperabile.
La maestosità certo, una delle forze più potenti che la montagna da sempre mi trasmette…


E sono di circa 40 minuti il tempo necessario che mi serve per raggiungere un luogo che io considero come uno dei veri miracoli della montagna. I laghi in alta quota, quelli meno frequentati e caoticamente invasi dal turismo inconsapevole, quelli che maggiormente trattengono a se quell’immagine di angoli selvaggi e sconosciuti.
L’ennesimo miracolo prende vita lungo il mio cammino…
Lago del Popera – 2153m
Nascosto da ogni punto di vista. Piccolo e dai colori che tingono quest’acqua di un azzurro meraviglioso. Protetto da una serie di piccole spalline rocciose quasi ad identificarne una fragilità dettata dal tempo. Anche in questa Primavera il disgelo invernale gli ha donato la vita, ed io non posso che sedermi in contemplazione di fronte a tanta bellezza e umiltà…








Girarci attorno è questione di una decina di minuti. Piccolo, ma con un energia così forte da esprimere quel desiderio di non abbandonarlo, di rimanere seduto a contemplarne questa sua forte energia per un’intera giornata.
Ma il mio obbiettivo di giornata si sente nell’aria. E’ il vento che sale dalla Val Popera a volermi quasi indicare il sentiero che ora inizia a salire verso Forcella Popera, che da un punto di vista geografico si pone ai piedi della Croda Sora i Colesei.
Cambio così linea di sentiero, ora si cammina sul 124.

Questa nuova via di sentiero attraversa in orizzontale tutta la parte più a monte della Val Popera. Un lungo ghiaione composto da roccia e grandi massi, residui di millenarie cadute dai versanti maggiori di questi imponenti campanili rocciosi che ora tengo sulla mia sinistra.
Da quassù una bellissima panoramica che prende a se l’intera Val Popera.

Primeggia il Popera in lontananza verso la Val Popera…
Ultima fatica di giornata. Il sentiero 124 dopo un lungo attraversamento orizzontale inizia a salire di quota. Sono poco più di +200m di dislivello che dividono il lago del Popera alla Forcella omonima. Non molto ma con una serpentina corta che in circa 45 minuti arriva in Forcella.
Forcella Popera – 2230m
La salita è facilitata da un sentiero ben battuto. La continua presenza di roccia e di massi ne creano quella scalinata naturale che in un certo senso rende meno impegnativo il cammino, soprattutto guardando alla sollecitazione delle caviglie che in sentieri troppo piatti aumentano maggiormente il lavoro articolare.
Un aiuto da questa Natura ben voluto e molto utile…



L’arrivo in Forcella unisce a se due vasti territori. A 2230m di altitudine la Forcella si posiziona ai piedi della bellissima ed elegante Pala di Popera (2582m), aprendo così prospettive panoramiche verso la lunga cresta rocciosa che da vita alle grandi vette del Gruppo della Croda Rossa di Sesto. Verso Sud una magnifica e completa visuale dei bastioni che si raggruppano verso il Popera, e, guardando a Nord, si apre il sipario lungo la Valle di Sesto.

In Forcella Popera (2230m)

Vista verso il Gruppo del Popera

Verso la Val di Sesto
Tracce della Grande Guerra. E in un territorio come questo non potevano mancare punti di osservazione e di appostamento dell’Esercito Austriaco durante la Guerra ’15/’18. Adiacente alla Forcella una galleria, basta entrarci per qualche metro e scoprire così dei punti di vista sicuramente “tattici” per l’epoca. Ma non solo, da questa un primo punto di vista verso la liscia parete della Croda Sora i Colesei, e la croce di vetta ben visibile. Il mio obbiettivo di giornata…

Dentro la galleria…

Postazione pesante verso il Colesei…

Bella vista sulla liscia parete di Croda Sora i Colesei. La croce di vetta che si vede poco…

Fioritura di stagione a questa quota…
Il tempo di una pausa per poi rimettersi in marcia. La mia croce di vetta mi attende e la mi curiosità mi spinge a “sbranare” un panino con molta frenesia. La voglia e il desiderio di questa mia prima in questa croce di vetta supera qualsiasi aspettativa…
Croda Sora i Colesei – 2371m
Il sentiero 122 scorre orizzontalmente senza nessuna difficoltà. E’ un’ottima sensazione quella di camminare a monte della Val Popera, ed avere così l’opportunità di ammirarla da questa diversa prospettiva. Mi colpisce molto in questo passaggio nel poter osservare per l’ennesima volta la lunga muraglia rocciosa, che unisce a sè queste grandi vette divise da due diversi gruppi montuosi e territori.

Di spalle Forcella Popera vista dal sentiero 122 in direzione del Colesei

Sul sentiero 122 il bivio, che sulla sinistra sale in direzione della vetta del Colesei…
Pochi minuti di cammino per giungere ad un bivio. Si pone su un pianoro tra questi verdi prati che si confondono tra la roccia. Sulla sinistra, nel mio senso di marcia, si nota da subito la croce di vetta. Questione di una ventina di minuti, all’interno di un sentiero che inizialmente scende di qualche metro per poi risalire nell’immediato in direzione della vetta.
In questa fase nuove gallerie e trincee che rientrano perfettamente all’interno del contesto storico in cui ci si trova.



Ed è così che finalmente raggiungo la mia vetta, il mio principale obbiettivo si pone su di una splendida montagna che spicca a 2371m di quota, con un panorama verso la Valle di Sesto, con i vari centri abitati, e una parte del Comelico. Da quassù la vista è spettacolare…






Tutto questo è un insieme di cose. Arrivare fin quassù è una lunga escursione che in certi tratti impone una buona condizione fisica. Sebbene si tratti di un dislivello totale di +800m, la lunghezza del sentiero stesso, circa 3h e 30m (individuale), ripaga con tutto ciò che mi stà attorno le possibili difficoltà incontrate.
Una escursione decisamente giornaliera, una panoramica dell’intero territorio che si divide tra il Passo di Monte Croce in Comelico, di straordinario impatto interiore. Montagne che si delineano tra i verdi alpeggi del Comelico e la selvaggia roccia Dolomitica delle Dolomiti di Sesto e le Dolomiti del Comelico stesso. Una meravigliosa esperienza personale in alta montagna.
Ma tutto non si ferma qui. Ho raggiunto il mio obbiettivo ma le emozioni proseguono.
Rifugio Olivo Sala al Popera – 2094m
Scendo nuovamente in direzione del sentiero 122, fino a raggiungere il bivio lasciato in precedenza. Su questo sentiero devo proseguire per scendere in direzione del Rifugio Berti, tenendo in considerazione ciò che resta di un vecchio e famoso Rifugio che si pone verso Valgrande.


Inizialmente una leggera discesa tra roccia e trincee di guerra, con l’occhio attento e vigile su tutto ciò che l’intera Val Popera continua a regalarmi. Spettacolari punti di vista su di un contesto che mi accompagna sin dal mattino, ma che per quanto ripetitivo sia non termina minimamente di stupirmi ed affascinarmi.




Per tenere la giusta direzione in vista del Rifugio Sala, il sentiero 122 inizia una lunga e ripida discesa senza particolari problemi. Giunto alla base di questa serpentina il sentiero si divide in due. Tenendo la destra, con indicazioni Rifugio Berti, si scende nuovamente in direzione della Val Popera, mantenendo invece la sinistra in pochi minuti si arriva al cospetto del Rifugio Olivo Sala.
E da qui una nuova pausa obbligatoria, per ammirare così questa magnifica struttura che per quanto abbandonata la si trova in ottime condizioni.



Colonnello Olivo Sala. “Comandante di un raggruppamento alpino che faceva parte delle truppe che costituivano la testa di ponte di Vidor, fu ammirevole per il contegno calmo, energico e valoroso, durante tutto lo svolgimento dell’azione e specialmente nel periodo, dalle ore 14 alle ore 16, allorquando la situazione era criticissima, seppe fronteggiare gli eventi che, per il ripiegamento preordinato, poté compiere nel massimo ordine. Ponte di Vidor, 10 novembre 1917″


Dopo aver così contemplato una nuova pagina di storia passata, ultimo tratto di sentiero che guarda nuovamente verso il Rifugio Berti. Questo diviene per me l’ennesimo momento di riflessione. Quel momento che si avvicina alla chiusura dell’intera escursione e che inizia a sviluppare nella mia mente tutto ciò che è stato, tutto ciò che ho affrontato in questa mia ennesima giornata in quota.


Dal Berti devo solo riprendere quella prima parte di sentiero della mattina. Quel sentiero 101 che ora scende vertiginosamente verso il Selvapiana e il Rifugio Lunelli, punto di arrivo di questo mio Trekking, che in circa 8h mi ha visto completare un anello escursionistico meraviglioso.
Croda Sora i Collesei – Note Tecniche
Un Trekking di media difficoltà. Si completa tranquillamente in una sola giornata in circa 8h di cammino, soste incluse. Un dislivello di +820m che si divide tra il Rifugio Lunelli e la croce di vetta del Colesei. Straordinari punti panoramiche che guardano verso i due diversi versanti territoriali. Una linea di sentiero dove è possibile trovare torrenti e piccoli ruscelli ricchi d’acqua, indispensabili durante la stagione estiva.
Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube
Location: Croda Sora i Colesei – Forcella Popera (BL)
Area Geografica: Comelico Superiore
Regione: Veneto
Accesso: da Valgrande, Val di Padola, su sentiero 101 del Rifugio Italo Lunelli alla Selvapiana