Stefano Germano
Dal Falzarego alle Cinque Torri (Dolomiti d’Ampezzo Cadore)
Giornata incerta, le previsioni meteo non sono favorevoli in questa mia prima parte di Luglio e l’intenzione di salire alle quote più alte deve per un attimo desistere per le giuste valutazioni che in questi casi sono sempre d’obbligo. Al Passo Falzarego 2105m le prime ore del mattino sono accompagnate da un forte e gelido vento che risale direttamente dal Boscato, i fitti boschi che guardano verso la vallata ampezzana. Il mio intento è quello di risalire verso il Gran Lagazuoi e puntare per un’escursione in quota direttamente sulla Tofana di Rozes, ma grossi cumuli nuvolosi, e dal colore troppo scuro per il mio istinto, mi impongono una sosta prolungata al Passo con la speranza di un mutamento in positivo della situazione. Il tempo passa e nulla cambia sebbene alcuni spiragli di sole in certi frangenti fanno sentire la loro tiepida presenza all’interno di un contesto che collego ad un periodo stagionale di fine Ottobre. Noto con particolare interesse che il versante opposto rispetto alla Tofana, quel versante che guarda verso l’Averau, risplende maggiormente alla forte luce solare, quasi a volermi indicare un possibile e fattibile “piano B” riguardo la mia giornata attuale. Vengo così talmente preso da questa convinzione che, cercando ugualmente un ultimo e sperato sguardo in positivo verso la Rozes, quei forti riflessi di luce che con forza si scagliano lungo la Val de Limedes siano quell’invito ad iniziare questo mio cammino lungo le sponde di questo versante opposto rispetto a quello in cui avevo posto tutte le mie aspettative di giornata. Ok, è fatta. Vada per l’Averau e le Cinque Torri.

Nubi minacciose sulla Tofana di Rozes

Vista sul Sass de Stria
Situazioni che capitano così, mai per caso e quasi sempre seguendo un pensiero che ti pone quella convinzione in cui ciò che stai per affrontare è sempre una grande avventura, da vedere sempre con occhi nuovi sebbene del territorio ne possa conoscere ogni minima pietra. Il Penes de Fouzargo diviene quindi la mia nuova meta. Risalgo con piacere quel facile sentiero, il 419, che dal Falzarego risale verso la Croda Negra e rapito da quei verdi prati che compongono questa prima parte di territorio, prima di affrontare la dura roccia che in quota mi sta attendendo. Il livello sale con quella tranquillità e dolcezza che sembra di affrontare una normale passeggiata mentre, guardandomi alle spalle, la Rozes e il Lagazuoi rimangono perennemente imprigionati dal quei cumuli nuvolosi, stretti in una morsa naturale che per loro sembra senza scampo. Il cammino mi scalda, ad ogni passo quel vento gelido che continua a risalire da valle diviene sempre meno un problema e quel sole che sembra cerchi di trovare il suo spazio all’interno di questo cielo così incerto, per diverso tempo riesce ad aver ragione sulle forze naturali che mirano all’opposto. Raggiungo così il Lago Limedes a 2181. Un piccolo gioiello, uno specchio d’acqua che anche per questa nuova Estate non tradisce le mie aspettative. Il suo bacino e la sua capienza dipendono di anno in anno dal disgelo, ma come buona tradizione insegna, il Falzarego vede la stagione bianca sommerso da tanta di quella neve da porsi come garanzia per una nuova vita di questo lago. Una delle cartoline più belle e caratteristiche da immortalare, il lago con il Lagazuoi che riesce a rispecchiarsi dentro e quella morsa di nubi che improvvisamente lascia spazio alla bellezza di questo macigno dolomitico, quasi a volermi fare un regalo e fermare così un momento importante della mia vita.

Vista sulle Penes de Fouzargo (dx) e sull’Averau (sx)

Il Lago Limedes e l’Averau

Il Lago Limedes e il Lagazuoi
La giornata rimane ugualmente molto incerta dal punto di vista meteo. Sono comunque coccolato da lunghi spiragli di sole risalendo la base della Val del Limedes, accompagnato da forti raffiche di vento che dal Falzarego non desistono nel loro intento. L’arrivo in Forcella Averau 2435m è quel momento in cui dedico un po del mio tempo per ammirare con quel particolare piacere le due opposte panoramiche che mi vengono offerte. Se mi guardo alle spalle, verso ciò che ho lasciato durante questa mia prima parte di mattinata, l’intero Penes de Fouzargo con quella emozionante vista verso il Lagazuoi, il Gran Lagazuoi stranamente illuminato dal sole e la Tofana di Rozes che imperterrita continua a trattenere su di se quell’accumulo nuvoloso, scuro e poco promettente. Se guardo in avanti, verso ciò che ancora devo affrontare, l’intero panorama che guarda verso il Giau ma non solo. Scruto con attenzione l’orizzonte, a questa quota si ha la fortuna di guardare ogni punto più lontano con una prospettiva sicuramente piena di vantaggi, arrivare quindi oltre a qualsiasi aspettativa. Il Sella, la Marmolada, le Pale di San Martino, la Civetta e il Pelmo, tutti colossi di granito dolomitico che si espongono onguno con ciò che riescono ad offrire. Non posso di certo pretendere di averli a disposizione per la loro totale bellezza, ma quei spunti che mi offrono sono sufficenti per farmi rimanere in silenzio con i miei pensieri, con i miei desideri condivisi con questo infinito panorama.

Si prosegue in direzione dell’Averau

Verso Forcella Averau

Da Frocella Averau panoramica sul Passo Giau. Il Cernera (sx) e la Civetta (centrale)

Pareti della Croda Negra

In primo piano lo Spiz de Poure, dietro seminascosta la Marmolada
Non ci si ferma qui. Proseguo con un facile e stimolante cammino percorrendo l’intera base dell’Averau, in quel versante che guarda a Sud e che mi fa leggermente risalire in Forcella Nuvolau e trovarmi così a condividere questo punto tra i due Rifugi omonimi delle cime presenti. Il Rifugio Averau è un punto di passaggio mentre, risalire il sentiero 439 lungo il marmoreo Nuvolau, è arrivare così nel punto più alto dell’intera giornata. Rifugio Nuvolau dunque, a 2575m di altezza giusto il tempo per una tranquilla pausa mettendo sotto i denti una delle specialità culinarie riservate ai propri ospiti: Panino con salsiccia a cipolla preparato e cucinato direttamente sotto i propri occhi. Beh la cosa la si può benissimo giudicare normale visto l’impegno fisico già eslpetato in questa parte di escursione e quindi più che meritato, ma il fatto che siano solamente le 10’00 del mattino fa pensare che a quest’ora sarebbe più consono un’aperitivo con qualche salatino occasionale. Ma tra i monti tutte le possibile regole/abitudini raramente vengono rispettate, e il bello sta anche in questo. Il fuoco è acceso da qualche minuto, la prima ventata di cipolla in cottura arriva direttamente alle narici mettendo così in moto quel sistema incontrollabile che ti porta ad esporti con un piatto così abbondante e sicuramente carico di quelle calorie necessarie per l’intera giornata.

Il Rifugio Averau

Dalla terrazza dell’Averau vista sul Spiz de Poure (dx) e la Civetta (sx)

Dall’Averau vista sullo Spiz de Poure

Inizia il sentiero roccioso del Nuvolau

Rifugio Nuvolau

Il sole brilla sull’Averau

Rifugio Nuvolau

Buon appetito…

Vista sulla Croda da Lago semi coperta dalle nuvole

Vista sulle Cinque Torri e la Tofana di Rozes compleamente avvolta dalle nubi

Vista dell’Averau dal Rifugio Nuvolau
L’intero territorio geografico si suddivide in diverse zone dal nome tradizionale ampezzano. Le Cinque Torri faranno parte per l’intera giornata di tutto ciò che avrò di fronte. Monte de Potor, le Crepe dei Ronde, il Vallon Scuro, tutti luoghi che in maniera diretta o marginale saranno affrontati passo dopo passo lungo questi classici e turistici sentieri. Il Rifugio Cinque Torri, punto di osservazione ideale per ammirare la vicina Croda da Lago, quel versante di sentiero che percorre la verde Val de Ra Fontanes che in un paio d’ore ti porta alla Ra Gusela e al passo Giau e per scrutare per qualche minuto un gruppo di scalatori intenti a risalire la torre principale, l’unica delle cinque rimasta intatta e la più alta. L’occasione per far visita al Rifugio scambiando quattro chiacchiere con il gestore tenendo in mano quella calda ed accogliente tazza di caffè prima di seguire il sentiero 425, che mi accompagna lungo quell’anello roccioso che compone il classico giro delle Cinque Torri.

Le Cinque Torri

Le Cinque Torri

Il Rifugio Cinque Torri

Il Rifugio Cinque Torri

Il Rifugio Cinque Torri

Il Rifugio Cinque Torri e vista su Ponta Lastoi de Formin (sx)
La storia e il passato ritorna in vita. Il Museo all’aria aperta delle Cinque Torri è quel momento in cui nulla deve distogliere l’attenzione. Baracche, postazioni, punti di convivenza tra uomini e animali che durante la Grande Guerra dovettero affrontare duri e gelidi inverni per garantire la sicurezza del territorio italiano dall’avanzata dell’esercito austro-ungarico. Punto nevralgico che controllava l’intero Passo Falzarego e parte della valle ampezzana. Durante la costruzione della famosa galleria del Lagazuoi il raggruppamento militare delle Cinque Torri forniva di giorno e di notte osservazione e protezione per i soldati italiani intenti nella realizzazione di questa opera militare che ancora oggi viene ritenuta incredibile e disumana. Tanti ricordi e una serie di luoghi da vistare con il massimo rispetto per questi “ragazzi”, dove la morte non arrivava solo per mano dei bombardamenti, ma anche per la fame, le malattie e i gelidi ed impensabili inverni a queste quote.

Lungo il classico sentiero “Giro delle Cinque Torri”

Museo della Grande Guerra delle Cinque Torri

Museo della Grande Guerra delle Cinque Torri

Museo della Grande Guerra delle Cinque Torri

Museo della Grande Guerra delle Cinque Torri. Vista sulla Tofana di Rozes

Museo della Grande Guerra delle Cinque Torri
Tempo di scendere, guardare verso il Falzarego nell’ultima parte di giornata che mi regala un paio d’ore di sentiero dove finalmente il cielo libera dalla morsa nuvolosa la Rozes e il Lagazuoi. Il sentiero 440 che scende dal Monte de Potor e le Casonate, che in maniera molto leggera abbandona il territorio roccioso per inoltrarsi lungo i boschi, rinfrescati da un’aria piacevole e da quel sole tanto osannato durante l’intera giornata e finalmente disponibile per terminare al meglio questa mia escursione.

Si scende lungo le Casonate

Sul sentiero di ritorno . La Tofana di Rozes si libera dalle nubi…

Lungo il sentiero boschivo delle Casonate

Il Lagazuoi, torna a splendere il sole lungo i verdi prati del Pian dei Menis
Un “piano B” perfetto, una scelta avvenuta per istinto seguendo quel pensiero, dettato anche dall’esperienza, che mi ha dato ragione su questa alternativa già vissuta in passato ma che, come la montagna insegna, ha sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Le nuvole che per tutta la giornata si sono alternate a quel caldo e piacevolo sole. Colori e riflessi che cambiano sempre il punto di vista su ogni minimo particolare di questa straordinaria Natura. Il viaggio che affronto è sempre un qualcosa di nuovo, quell’energia che sento dentro e che mi porta a vivere tutto questo come se fosse la mia prima volta.
Dal Falzarego alle Cinque Torri – Il Video
Location: Cinque Torri – Averau – Nuvolau – Dolomiti d’Ampezzo (BL)
Area Geografica: Passo Falzarego 2105m – Dolomiti d’Ampezzo (BL)
Regione: Veneto
Accesso: Dal Passo Falzarego su sentiero 419
Tempi di Percorrenza: Passo Falzarego->Forcella Averau 1h 30m
Forcella Averau->Rifugio Nuvolau 1h 15m
Rifugio Nuvolau->Rifugio Cinque Torri 1h
Rifugio Cinque Torri->Rifugio Scoiattoli (Giro delle Cinque Torri) 1h
Rifugio Scoiattoli->Passo Falzarego 2h
Dislivello Totale: Passo Falzarego->Forcella Averau +330m
Forcella Averau->Rifugio Nuvolau +140m
Rifugio Nuvolau->Rifugio Cinque Torri -438m
Rifugio Cinque Torri->Rifugio Scoiattoli +118m
Rifugio Scoiattoli->Passo Falzarego -150m
Link: Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo VisitVeneto InfoDolomiti Museo delle Cinque Torri Promozione Belluno e Provincia
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