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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Dal Zsigmondy-Comici al Pian di Cengia – Dolomiti di Sesto – Auronzo Misurina

 

Dove trovare possibili differenze culturali quando un sentiero di alta montagna va ad unire due territori, due provincie completamente diverse anche come modo di gestire i territori stessi. Praticamente la differenza non esiste, il tutto è così perfettamente allineato tra di loro dove l’unicità delle cose è data da quell’accento tipicamente tirolese, di madre lingua austriaca, che è il classico benvenuto per chi si addentra lungo questo itinerario. Il Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m e il Rifugio Pian di Cengia 2528m si distanziano l’uno dall’altro da circa un’ora di cammino e fanno parte di due territori geografici opposti: l’Alto Adige e il Veneto, perfetti per la mia categoria e dintorni… Si assapora quindi quello che la forte tendenza territoriale in questo frangente esprime. L’Alto Adige impone la sua forte marcatura in tutti e due i casi. Il Pian di Cengia per quanto stia all’interno del territorio della Regione Veneto per una manciata di metri, è una struttura che io definisco adottata alle Dolomiti di Sesto. Vuoi per la sua posizione ma soprattutto per la gestione familiare di madre lingua tedesca. Partenza dalla caratteristica e bellissima Val Fiscalina, vallata dominante all’interno del raggruppamento montuoso delle Dolomiti di Sesto. Lunga lingua composta inizialmente dai suoi alberghi lussuosi e multi stellati, guarda con molto interesse verso le vette primarie di questo raggruppamento dolomitico. Risalire la valle lungo quel suo sentiero centrale che leggermente ed in modo piacevole porta in direzione delle quote più alte, è una continua panoramica e cambiamento di visuale sulle sue vette per eccellenza. Tra le prime Cima Una, imponente corno roccioso che si innalza fino a 2698m di altitudine e che dell’intera vallata sicuramente ne è l’immagine più emblematica. Il punto maggiormente frequentato dell’intera valle è composto unicamente da quelle comodità facilmente fruibili da quel turismo di massa composto da famiglie, persone anziane e da chi, che per necessità e gusto personale, preferisce quella villeggiatura basata sulle comodità all’interno di ambienti particolarmente agevoli e dotati di ogni comfort possibile. Ciò che diviene l’opposto, per quelli che come me ama sudare fatica e sporcarsi le mani lungo questi difficili ed impegnativi dislivelli, inizia appena lasciato il Rifugio Fondovalle 1548m, che dell’intera vallata ne è l’ultimo insediamento del turismo facile e a caro prezzo.

Primi raggi solari lungo la Val Fiscalina

Rifugio Fondovalle 1548m

Inizia il sentiero dal Rifugio Fondovalle

Bacherntal o Val Fiscalina Alta. Da qui appena attraversato le acque dell’Altensteiner si apre il sipario su di un’altro mondo, un mondo che si lascia definitivamente alle spalle quello sopra menzionato e che ti mette a contatto con la Natura selvaggia che si divide il territorio tra le imponenti muraglie della Croda Rossa di Sesto e di Cima Una, che loro volta si suddividono in diverse guglie e vette fino a formarne una continuità rocciosa di grande effetto. Il sentiero 103, linea guida fino al Zsigmondy-Comici, rientra all’interno dell’Alta Via n°5, la parte più difficile e di dislivello dell’intera giornata. Risale per intero la Val Fiscalina Alta uscendo definitivamente dal contatto diretto con la civiltà e il turismo di massa del Piano Fiscalino. Si è immersi all’interno di un mondo roccioso straordinario. Toccare con mano la maestosità di questi imponenti muri dolomitici accompagnati unicamente dal suono del Rio Fiscalino che trasporta a valle le gelide acque che trovano fonte di vita nell’estremità delle guglie più alte di Cima Undici 3068m. Il tratto più impegnativo certo, ma la difficoltà in alta montagna regala e contraccambia sempre in qualcosa di positivo. Aumentare di quota è voler dire riuscire a guardare con occhi sinceri il cambiamento di ogni possibile visuale. L’intera Val Fiscalina, o Piano Fiscalino, la si lascia dietro di noi ma è ad ogni cambio di direzione di sentiero, ad ogni piccola pausa per riprendere fiato, che la cogliamo sempre più grande e con quell’impressione veritiera di poterla ammirare fino alla sua massima estremità, quella che guarda verso i centri abitati di Sesto e di Moso.

Il ponte di legno con il letto del fiume in secca

Vista sulla Val Fiscalina Alta e il dente aguzzo de La Lista (dx)

Vista sulla Val Fiscalina dal sentiero

Si percepisce perfettamente che ad ogni passo la quota aumenta, un sentiero che per la prima parte rimane all’ombra di Cima Undici per forgiare finalmente la calda luce del sole non appena questo riesce ad impadronirsi del territorio e rigenerare al meglio quella nostra fatica accumulata. Passaggi che si inerpicano tra la roccia e la Croda dei Toni 3090m, che già dall’estremità del sentiero che costeggia il Pulpito 2531m, diviene l’ottica per eccellenza lungo il cammino. Il sole è già alto, cammino tenendomi addosso unicamente quell’abbigliamento leggero per poter così godere al meglio di questo tepore straordinario. Appena oltrepassata quella serpentina rocciosa riesco già ad intravvedere il pennone con la bandiera tirolese che preannuncia l’arrivo al Rifugio. Il Zsigmondy-Comici delle intere Dolomiti di Sesto è quello più conosciuto e più storico. Intitolato alla memoria di due grandi eroi della storia dell’alpinismo nel mondo e che ad essi è dedicato il suo interno con l’esposizione di foto d’epoca di questi grandi pionieri, ma soprattutto la testimonianza di ciò che nei tempi passati erano queste montagne.

Fiori al sole

La Lista (sx) e la Croda dei Toni (dx)

La Croda dei Toni dal sentiero

Una delle situazioni che più mi affascinano dei Rifugi sono le loro testimonianze. Passo interi momenti in piena contemplazione ad osservare tutto ciò che può essere considerato “testimonianza”. Foto, documenti, ritagli di giornale, appesi ai muri di queste strutture così immortali. Scoprire da tutto questo la storia, le situazioni e i grandi momenti che riportano indietro nel tempo, in quel tempo in cui queste montagne erano vissute da altre generazioni e da epoche che non facevano ancora parte della mia. Da questo il pensiero che mi porta a guardare questi sentieri come una testimonianza di ciò che è stato prima di me, dove ogni piccola traccia lasciata è il ricordo di chi forse non c’è più. Ospitalità, colori e profumi intensi che guardano verso un raggruppamento montuoso che abbraccia questo Rifugio con grande passione. Cima Undici e non solo: la famosa Cresta Zsigmondy 2998m, il Popera 3046m, la vetta del Giralba di Sopra 2930m per finire con l’intero versante ad Est della Croda dei Toni. Un susseguirsi di campanili e guglie che si allungano verso un enorme ghiaione con quell’inconfondibile linea di sentiero che raggiunge Forcella Giralba 2431m e, nascosto nel versante opposto, il Rifugio Carducci 2297m lungo l’Alta Val Giralba. La posizione del Zsigmondy-Comici è predominante sull’intero territorio. Posizionato su di una bellissima terrazza naturale che guarda verso queste vette, quelle più blasonate delle intere Dolomiti di Sesto. Ma non solo. Basta trovare quel punto di osservazione privilegiato, magari tenendosi leggermente a distanza dal Rifugio stesso per carpire al meglio tutta la poesia che questo luogo regala. Non solo quelle menzionate, ad esempio il Pulpito Alto 2531m come La Lista 2413m che gli si pione di fronte quasi invisibile dalla maestosità di chi gli sta di spalle. Tutto questo rimanendo completamente assorti dai suoi verdi prati fioriti che si confondono con lastroni marmorei di pura Dolomia, e magari dai suoi muli presenti che ne caratterizzano al meglio l’aspetto e quel piacere di vivere il naturale nella sua forma migliore.

Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m con vista su Cima Undici 3092m

Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m con vista sulla Croda dei Toni 3011m

La terrazza panoramica del Rifugio Zsigmondy-Comici che guarda verso Forcella Giralba 2431m

Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m sempre sul versante di Cima Undici

Uno dei ciuchi del Rifugio Zsigmondy-Comici (adorabili)

Sensazioni e momenti che bisogna vivere a pieni polmoni. Tutto sta per cambiare lungo il sentiero 101 che dal Zsigmondy-Comici si avvia verso il Pian di Cengia. La roccia inizia a prevalere sull’intero territorio. Qualche piccolo spazio ancora immerso nel verde e quell’invasione pacifica della Dolomia che da forma diversa alla mia giornata. Un dislivello leggermente più tranquillo, un susseguirsi di passaggi rocciosi e quelle sagome inconfondibili delle vette viste di mattina che pian piano iniziano a nascondersi dietro a ciò che sta per arrivare. Una delle caratteristiche delle Dolomiti di Sesto è data dalla particolarità della sua roccia. Chi è abituale delle Dolomiti ne percepisce la differenza da territorio a territorio. Non sembra tutto uguale, nulla è dato per caso come nulla dal mio punto di vista lo si può considerare una continua uguaglianza. Le Dolomiti di Sesto riflettono quella roccia biancastra, formata da lunghe e piatte lingue marmoree in cui splendide confezioni floreali ne arricchiscono il colore. Salire in direzione del Passo Fiscalino 2519m è come essere riscaldati dal calore del sole grazie a questa particolarità rocciosa. Io non la vedo con gli stessi occhi con cui vedo altri territori. Ne percepisco la differenza, la sensazione che non trovo in nessun altro frangente. Un mio pensiero, una mia valutazione che potrebbe non trovare lo stesso consenso.

Si sale in direzione del Passo Fiscalino

Fiori tra la roccia

Fiori tra la roccia

Sul sentiero con vista verso il Pulpito 2531m

Sul sentiero con vista verso il Collerena 2438m

Punto panoramico: Monte Giralba di Sopra 2930m (dx), la Lista 2413m (centro) e la Cresta Zsigmondy 2998m (sx)

Vista verso il Passo Fiscalino

Bellissimo questo passaggio di sentiero, entusiasmato dalla giornata perfetta dove tutto è un valore aggiunto. Ogni minimo particolare di questo momento è un regalo che non termina mai, dai semplici e caldi fiori presenti alla continua presenza di Gracchi che liberamente volano nel cielo quasi ad accompagnare questo mio straordinario cammino. Sto bene, con me stesso e con la Natura che mi circonda. Un bene che percepisco anche dal modo con cui cambio il saluto ad escursionisti che incrocio lungo il sentiero. Lo faccio con quell’energia e con quella forza positiva che sembra venga percepita da questi e dagli stessi ricambiata. Questo non è solo montagna, questo è anche voglia di vivere. Due territori dunque, ed è proprio da qui che avviene quel cambio di regione. Arrivato al Passo Fiscalino 2519m si entra definitivamente nel territorio delle Dolomiti Bellunesi, Regione Veneto. Si tratta però di un cambio limitatissimo, quel breve tratto di sentiero che mi separa dal Pian di Cengia scorre su di una sottile linea che risulta solamente virtuale e non reale. Rispetto pienamente quelle che sono le regolamentazioni di confine ma giungere al Rifugio Pian di Cengia è come non aver minimamente cambiato nessuna delle abitudini precedentemente incontrate.

In arrivo al Passo Fiscalino

Passo Fiscalino 2519m con vista sul versante a Nord della Croda dei Toni

Passo Fiscalino 2519m con vista sula Croda di Passaporto 2701m (centro) e la Croda dei Piani (dx)

Passo Fiscalino 2519m con vista sui Piani di Cengia e in lontananza i Cadini di Misurina (centro)

Il Rifugio si pone a 2528m di quota ai piedi del Panettone, una vetta che raggruppata ad altre durante il primo conflitto bellico sono state teatro di sanguinosi battaglie con perdite umane considerevoli. Piccola struttura incastonata nella roccia, come un prezioso diamante confezionato per una degna Regina. Lo si vede piccolo camminando lungo quel sentiero parallelo che guarda verso i Piani di Cengia, per aumentare leggermente di volume man mano che ci si avvicina. Sembra quasi uscito da un Presepe e la sensazione di piacere che trovo ogni volta lo incontro è paragonabile alla prima volta in assoluto. Il mio pranzo di metà giornata, comodamente seduto all’esterno di quella sua splendida terrazza panoramica che guarda verso altri versanti che si dividono il territorio tra quelli bellunesi e alto atesini. Da questo suo punto geografico raggiungere le Tre Cime di Lavaredo è questione di nemmeno un paio d’ore di cammino, e ridiscendere verso i Piani di Cengia, il Rifugio Lavaredo e il Rifugio Auronzo un tempo anch’esso approssimativo alle due ore. Il momento è quello migliore, il mio momento in cui posso finalmente rilassarmi e concentrare tutte le emozioni raccolte durante la giornata. Quei spaghetti che assapori come fosse il piatto più buono della tua vita, l’ospitalità e la cordialità di chi sa fare il suo mestiere offrendoti dieci minuti del suo tempo per parlare e scambiare opinioni in merito alla tua giornata, dedicando del suo tempo a te stesso. Quello che io definisco la ciliegia sulla torta, rilassarmi nel dopo pranzo con leggere e semplici passeggiate al cospetto del Rifugio, per ammirarlo dai suoi differenti punti di vista e immortalare le vette che lo circondano con quella visuale nuova e mai vista nelle ore precedenti.

Rifugio Pian di Cengia 2528m

Rifugio Pian di Cengia 2528m

Rifugio Pian di Cengia 2528m

Rifugio Pian di Cengia con vista sulla Croda dei Toni (centro)

Rifugio Pian di Cengia con vista sulle Crode Fiscaline

E’ questo il momento per me più importante, quello che dedico maggiormente ai miei pensieri e che l’ambiente naturale che mi circonda mi aiuta a guardare con occhi diversi, occhi liberi e dalla mente fresca. Anche questo sono le Dolomiti e la Natura di cui esse ne sono parte. Anche questo è vivere perchè ciò che insegnano i grandi alpinisti è che solo con grande fatica e sacrificio raggiungi la vetta, e una volta raggiunta quel suo Paradiso lo devi condividere con te stesso e tutto ciò che fa parte della tua vita.

Imponente visuale sui versanti ad Est delle Dolomiti di Sesto. Cima Undici, la Cresta Zsigmondy e il Popera

 

Dal Zsigmondy-Comici al Pian di Cengia – Il Video


 

Location: Parco Naturale Tre Cime di Lavaredo (BZ) – Parco Naturale Tre Cime di Lavaredo Auronzo Misurina (BL)

Area geografica: Dolomiti di Sesto (BZ) – Auronzo Misurina Dolomiti Bellunesi (BL)

Regione: Alto Adige – Veneto

Accesso: Dalla Val Fiscalina (Moso) seguendo sentiero 102/103 con indicazioni Rifugio Zsigmondy-Comici. Dal Zsigmondy-Comici su sentiero 101 seguendo indicazioni Passo Fiscalino/Rifugio Pian di Cengia

Tempi di percorrenza: Rifugio Fondovalle -> Rifugio Zsigmondy-Comici 2h

Rifugio Zsigmondy-Comici -> Rifugio Pian di Cengia 1h

Dislivello totale: Rifugio Fondovalle 1548m -> Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m +676m

Rifugio Zsigmondy-Comici 2224m -> Rifugio Pian di Cengia 2528m +304m

Link: Rif.Zsigmondy-ComiciRif.Pian di CengiaAltoAdigeSudTyrol AltaPusteria SextenDolomiti PromozioneBellunoDolomitiInfoDolomitiVenetoMontagnaConsorzio Auronzo Misurina

 

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