Stefano Germano
Dalle Cinque Torri al Passo Giau – Dolomiti d’Ampezzo
Aggiornamento: 21 feb
L’unione delle Cinque Torri al Passo Giau in un unico anello.
Fantastica escursione che unisce a se due dei territori più belli presenti all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Due mete di grande interesse naturalistico, per camminare lungo un sentiero che accarezza il Nuvolau, l’estrema bellezza della Ra Gusela e l’Averau come ultima fatica di giornata.
Un anello che richiede tranquillamente un’intera giornata di cammino. Ponte di Rucurto come punto di partenza, attraverso i boschi che accompagnano in completa serenità al Rifugio Cinque Torri, per fare così inizio a questa mia escursione
Al Ponte di Rucurto 1673m
Punto di passaggio lungo la strada che collega Cortina d’Ampezzo con il Passo Giau. E’ più conosciuto come uno dei punti di partenza per il Trekking che si allunga verso la Croda da Lago, per poi seguire una linea di sentiero che entra così nel Mondeval e nella bellissima Val Fiorentina. Nel mio caso, il Rucurto è parte iniziale del sentiero 437 di avvicinamento verso le Cinque Torri e il loro Rifugio omonimo.

Punto di partenza del sentiero 437 verso le Cinque Torri
Grazie alla comoda strada, raggiungere le Cinque Torri e il Rifugio Cinque Torri diviene spunto perfetto per chi, per pura comodità, preferisce salire con le auto. Questo comporta poca conoscenza di questo bellissimo sentiero, che si innalza attraverso i boschi delle Pales de Rucurto, ricco di panorami e spunti naturali di grande rilievo. Lungo questa prima parte di cammino da bella presenza l’intera spinale rocciosa della Croda da Lago, del vicino Lastoi de Formin e del Nuvolau. Alcuni primi spunti molto belli da segnalare che guardano verso la Tofana di Rozes.

Sulla sinistra prime avvisaglie del Nuvolau, lungo questi prati della bassa Val de Ra Fontanes

Sulla destra punti di vista verso il Lastoi de Formin
Conosco bene questo sentiero, ne sono un abituale perchè lo ritengo il percorso da seguire ogni qual volta le Cinque Torri divengono un punto di passaggio o altro. Questa prima parte infatti impone poco impegno, affrontata al mattino presto mi permette di respirare quell’aria fresca e frizzantina lungo questi bellissimi boschi. Sebbene l’Estate al mattino presto imponga a certe quote un abbigliamento leggermente più pesante, è un grande piacere poter assorbire questa energia che io ritengo positiva e che mi rende attivo.
“Diciamo pure che questi sono alcuni validi motivi per snobbare la strada asfaltata….”

L’intero territorio delle Pale de Rucurto si innalza velocemente oltre i 2000m. La sua fitta vegetazione regala ottimi spunti di natura incontaminata, dove ruscelli e verdi prati fanno da perfetta scenografia dell’intero ambiente che mi circonda. Dopo una serie di facili serpentine giungo nei pressi di una piccola baita solitaria, immersa all’interno di un silenzio surreale reso tale dai fitti boschi che difficilmente fanno penetrare i “rumori molesti” della vicina strada che sale al Passo Giau.


Una baita privata e priva di qualsiasi recinzione. La trovo chiusa ma ben curata, dove bellissime composizioni floreali rendono magica questa struttura degna dei miei più bei sogni. La sua terrazza guarda verso la Val de Ra Fontanes per poi allungarsi verso Sud, dove il panorama rende perfettamente la fisionomia del Lastoi del Formin e della Croda da Lago. Sebbene sia di libero accesso, rimane comunque una proprietà privata e su questo ne vige una forte regola di rispetto. Ne approfitto per una piccola pausa sempre nel rispetto di ciò che non è mio.





Per una sua buona parte questo sentiero mi permette di ammirare solamente i vari versanti montuosi che stanno più a Sud. La parte Nord, quella che guarda verso le montagne del Falzarego, rimangono ancora ben nascosti dalle radure più alte di piccoli territori che si suddividono da nomi popolari e tradizionali, legati sicuramente ad un antica cultura Ampezzana. Il Boa Cinque Torri, le Landries e il Ra Viza solo per citarne alcuni.
Lasciata la baita il sentiero diviene un’ampia strada battuta, composta unicamente da un fondo roccioso costruito chissà da quanto tempo e da quali mani abili. Ed è proprio in questo frangente che ho l’opportunità di poter ammirare le prime avvisaglie del versante Nord, quello che guarda verso il Falzarego con la Tofana di Rozes che improvvisamente spunta attraverso la fitta boscaglia.

Primo spunto verso la Rozes

Man mano che salgo, la Tofana di Rozes inizia ad entrare sempre più in scena…
Ormai raggiungere le Cinque Torri è questione di poco. Già questa carrareccia è il segnale del nuovo che sto per incontrare. Ancora qualche passaggio attraverso questi boschi ed ecco apparire una nuova stella all’interno di questo spettacolo così naturale. Eccole le Cinque Torri, ben visibili, dove padroneggia in primo piano la torre principale quasi a darmi il loro miglior benvenuto.

Le Cinque Torri 2361m

Ben visibile sulla destra la sagoma del Rifugio Nuvolau (2575m – dx) in vetta del Nuvolau
Rifugio Cinque Torri alle Cinque Torri – 2137m
Amo passare spesso durante l’anno al Rifugio Cinque Torri. Lo faccio appena posso, in quel periodo di apertura estiva come durante il resto dell’anno sebbene chiuso. Una struttura di grande fascino posta ai piedi delle Cinque Torri. In Autunno con quella straordinaria colorazione che cambia completamente l’aspetto dei grandi prati che si allungano alla base delle Crepe dei Ronde. E d’Inverno, dove la magia della neve ne cambia completamente qualsiasi punto di vista.
Il Rifugio diviene così l’occasione per una seconda piccola pausa prima di dare definitivamente il via a questa mia escursione, in modo ufficiale. Sedersi comodamente per qualche minuto all’esterno nella sua terrazza e coccolati dal questo sole di primo mattino è quell’ingrediente perfetto per un caffè, quattro chiacchiere con il gestore e per conversare in tutta serenità con chi mi chiede qualche informazione. A volte capita questo e provo una bella sensazione condividere con altri la propria giornata e i diversi obbiettivi.

Parte finale del sentiero, ora riesco ad ammirare per bene le Torri (dx) e l’Averau (sx)

Il Rifugio Cinque Torri, a 2137m di quota

I verdi prati verso la Crepe de Ronde (2191m sx) e il Nuvolau (2575m – dx)

La piacevole terrazza estiva del Rifugio Cinque Torri
In direzione del Passo Giau
Inizia da qui il mio sentiero vero e proprio. Da qui, seguendo il sentiero 443 che lascia il Rifugio per snodarsi attraverso una lunga e fantastica serpentina, dove dislivelli, la roccia e i panorami sembrano destinati a rimanere per l’infinito. Attraversa per lungo l’intero versante ad Est del Nuvolau, arrivando in certi punti a toccarne quasi con mano la sua rocciosa base. Ciò che mi aspetta è un sentiero formato da passaggi di straordinaria intensità, gole che scendono vertiginosamente verso le parti più a monte di verdi vallate, e dove la bianca e selvaggia roccia impone dei momenti di pura avventura.

E’ il sentiero 443, direzione Rifugio e Passo Giau
Cambia lo scenario, ciò che mi aveva dolcemente accompagnato nella prima parte lascia spazio ad uno dei territori più belli del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Quel territorio che dal Passo Falzarego scende ai piedi del Lagazuoi e delle Tofane, per chiudere questo suo versante con le Cinque Torri ammirate da una nuova prospettiva. Anche la roccia frastagliata del Nuvolau fa la sua parte, ed è proprio da questo suo versante che il livello inizia leggermente ad innalzarsi. Mi permette così di focalizzare al meglio qualsiasi delle prospettive da me sopra descritte.

Con le Cinque Torri alle spalle…

E dalle Cinque Torri spunta la Tofana di Rozes…

Il sentiero si innalza dolcemente con maggiori prospettive panoramiche…

Il sentiero 443, punta direttamente verso il Nuvolau…
Esco completamente da qualsiasi possibile contatto con la civiltà. Quassù niente auto e niente che possa “inquinare” questa mia fantastica giornata. Una lunga e ripida gola che scende dalle Crepe de Ronde, resa più agibile da una serie di scalette in legno che vanno così in contrasto alla franosa roccia che ne crea questa naturale composizione geologica e che renderebbe sicuramente difficile il cammino. Una bella e panoramica discesa, che guarda verso il versante più a monte della Val de Ra Fontanes per darmi così l’idea del sentiero che dovrò affrontare.

Ultimo tratto pianeggiante, mi aspetta improvvisamente una profonda gola rocciosa…

Le scalette formate da tronchi di legno…


Bellissima discesa vertiginosa, in lontananza il Beco de Ra Marogna 2229m…

Con passo sicuro lungo la franosa roccia…
Con passo sicuro, certo. Sono frangenti questi molto particolari, che se affrontati in discesa possono riservare quelle piccole sorprese che potrebbero lasciare qualche livido poco simpatico. La regola che prevale affrontando questi ripidi passaggi è quella di mantenete il baricentro/peso del corpo sempre verso valle e non a monte. Si evita così una improvvisa instabilità di equilibrio e di conseguenza quel ruzzolone possibilmente da evitare.
Passaggio molto interessante. Composto da una serie di strette serpentine che terminano dopo pochi minuti, appena raggiunta la Val de Ra Fontanes. Da qui il sentiero diventa più equilibrato e con leggeri dislivelli poco impegnativi. Appena passata la piccola forcella ai piedi del Beco de Ra Marogna si entra lentamente in contatto con la roccia dominante. Il Nuvolau rimane sempre quella grande parete che tengo alla mia destra.

Vista sulla Crepe dei Ronde, sulla destra la linea di sentiero della gola appena affrontata
La naturale formazione geologica inizia così a cambiare di passo in passo. I boschi si diradano leggermente lasciando nuovamente spazio a dei verdi prati, dove la roccia si fa sempre più scura e cambiando notevolmente l’aspetto del territorio che mi circonda. Ampi spazi dove giardini in naturale fioritura abbelliscono di un vivace rosso l’intero Forame, e questo mio sentiero che rimane sempre di facile scorrimento, senza tralasciare qualche improvviso dislivello che comunque non impone troppa fatica.

In leggera salita verso il Beco de Ra Marogna

Fiori di stagione…

Fiori di stagione…

Facile e spensierato sentiero alla base del Nuvolau…
La Ra Gusela
L’avvicinamento al “giro di boa”, quello che vede nel Passo Giau il rientro verso il versante opposto. Ma prima si apre il sipario su un nuovo contesto, dove fiori e boschi lasciano così spazio all’imponente versante roccioso della Ra Gusela. Ed e qui che vivo un momento di grande avventura. Grossi massi rocciosi, che compongono delle scalinate naturali di roccia molto suggestivi. Un passaggio lungo questo sentiero puramente avventuroso, dove il contatto con questo elemento naturale (la roccia) permette di variare e uscire, in certi frangenti, dalla normalità del classico sentiero. Poco impegnativi e senza nessun rischio personale. Ottimo direi!!



Tratto poco impegnativo, trovo sempre entusiasmante affrontare quei tratti di sentiero dove la roccia domina completamente il territorio. Il tratto a monte del Forame è quasi esclusivamente formato da questi grossi massi rocciosi. Resti di una frana formatasi chissà quanti secoli fa, andando a modificare quello che era il sentiero originale degli antichi cacciatori. Tutto ha preso le sembianze di questa causa naturale, alcuni di questi passaggi assumono quel leggero velo di avventura. Un po di sale e pepe che non fa mai male.

All’altezza del bivio che da indicazioni per la Via Ferrata Ra Gusela (sentiero n° 438) tutto torna un po alla volta alla normalità. Il sentiero torna ad essere meno impegnativo, la roccia inizia così a dividere il territorio con dei bellissimi prati verdi. Un ottima occasione per un toccasana fisico che mi fa stare molto bene.
Arrivano così nuovi paesaggi, nuovi punti di vista verso vallate e gruppi montuosi limitrofi. Un punto di vista sicuramente affascinante verso il Lastoi de Formin e la Croda da Lago, e ciò che fino ad ora era rimasto per buona parte ancora un incognita. Arrivo così al Passo Giau.

Vista sul versante ad Est della Ra Gusela

Punto panoramico che guarda verso il Lastoi de Formin/Croda da Lago

Bellissimo tratto di sentiero, tra la roccia e i verdi prati…
Al Passo Giau – 2236m
Punto nevralgico per una ragnatela di sentieri che dalle Dolomiti d’Ampezzo si allungano verso l’Agordino e la Val Fiorentina. Dal Passo, posto a 2236m di quota, ci si incammina verso il Lastoi de Formin e la Croda da Lago (Dolomiti d’Ampezzo), che vede poi in Forcella Giau 2357m il territorio del Mondeval (Val Fiorentina). Sempre dal Passo è raggiungibile l’escursione che porta in vetta allo Spiz de Poure (Agordino), una successione di sentieri che permette fantastici Trekking da più giorni all’interno di queste tre aree geografiche.


Figura dominante la Ra Gusela, una maestosa parete di pura roccia che si staglia a 2595m di quota. La cartolina più conosciuta, quella che racchiude in se l’immagine del Passo Giau, sempre ben frequentato per tutto il periodo dell’anno. Il Rifugio Passo Giau, tipica struttura turistica aperta per quasi tutto l’anno diventa così quel motivo in più per frequentare con una certa assiduità questo angolo delle Dolomiti.

La Ra Gusela 2595m
Punto di rientro, ora inizia la seconda parte di questa lunga escursione. Lascio il Passo Giau ammirandone ogni spunto e punto di vista, con occhio ben attento a ciò che seguirà. Il sentiero 452 inizia ad addentrarsi all’interno di un primo tratto composto da grandi massi rocciosi. Il Masarè de Pieza copre per intero il versante ad Ovest della Ra Gusela, il sentiero ben marcato e battuto offre nuovamente quella bella sensazione di roccia selvaggia.


La completa assenza di boschi lungo questo nuovo versante è monito di panorami straordinari, che si allungano verso le verdi vette che compongono questo angolo territoriale confinante dell’Agordino. Lo Spiz de Poure in primis, 2405m di verdi prati che si allungano verso gli alpeggi estivi delle Masonadie, estremo Nord dell’Agordino. Il sentiero 452 è così perfettamente posto in orizzontale da permettermi di osservare in maniera limpida e chiara il massiccio roccioso che verso Nord mi attende. L’Averau.

La vetta dello Spitz de Poure 2405m

L’Averau dal sentiero 452…
Questo tratto di sentiero non comporta nessuna difficoltà particolare. Dopo aver lasciato il Passo Giau, la prima parte si snoda all’interno di grossi massi rocciosi senza nessuna difficoltà di proseguo. All’altezza della base del Nuvolau un paio di forti discese in pendenza su fondo abbastanza franoso, in cui porre un po di attenzione e nulla di più.
Questo tratto cammina proprio alla base della Ra Gusela per collegarsi alla parete che forma il Nuvolau, che con i suoi 2575m di quota è la linea rocciosa di proseguimento della Ra Gusela stessa. Rimane molto frequentato il sentiero più a valle, il 464 che sale direttamente dal Rifugio Fedare e facilitato dalla seggiovia che conduce direttamente all’Averau.
“Pronti per la parte più difficile?, sentiero corto ma incisivo…”

L’Averau e le Cinque Torri
Si, perchè se fino ad ora tutto è sempre stato equilibrato con un sentiero lungo ma ben distribuito nei suoi dislivelli, la parte finale che sale a Forcella Nuvolau richiede passo lento e ben distribuito. Arrivato al bivio che da indicazioni per il Rifugio Averau e Rifugio Nuvolau ci si incammina in quell’ampio sentiero che sale direttamente dal Rifugio Fedare. Un vero e proprio muro roccioso e molto impegnativo. Una serie di serpentine che innalzano notevolmente il dislivello con l’occhio fisso al Rifugio Averau, a portata di mano ma con quella sensazione dovuta all’impegno richiesto che si allontani sempre di più.

Il Rifugio Averau (2435m – sx) e la parete Sud/Est dell’Averau (2649m -dx)
Il tempo sta cambiando in maniera repentina. Il Rifugio Averau è preso d’assalto da escursionisti e tranquilli camminatori, che ne crea un po di fuggi fuggi visto l’avvicinarsi di minacciose formazioni temporalesche. Pure le Cinque Torri sembrano impallidite da queste nubi che ne danno un aspetto diverso da come si è abituati ad ammirarle.
L’altro versante, quello del Falzarego, vede i massicci del Lagazuoi e delle Tofane completamente avvolte da temporali e nubi che non promettono nulla di buono. Un vero peccato a questo punto della giornata. Riuscire a portare a termine questa escursione come si era iniziata, sarebbe stato un successo al completo. Ma per esperienza di anni ed anni di montagna, l’attesa e la pazienza sono un ottima soluzione.

Nubi temporalesche tra il Lagazuoi e le Tofane…
Infatti, mentre la maggior parte di altri escursionisti è in atto un fuggi fuggi generale, mi vien l’idea di fermarmi per un leggero spuntino. Mi sistemo al riparo dal vento a ridosso di uno dei massi rocciosi alla base dell’Averau e, senza mai perdere di vista il panorama che guarda verso le Cinque Torri, attendo fiducioso che il cielo mi possa regalare dei frangenti di luce per poter così immortalare su foto e nella mia mente la bellezza di questa formazione rocciosa.
“Infatti la pazienza premia, vengo così ascoltato e cerco di trarre il meglio da questo pomeriggio instabile…”



E’ come se un fascio di luce andasse a colpire volutamente le Torri. Illuminate come da un sole che si staglia nel cielo sereno, dove tutto ciò che gli sta attorno rimanesse chiuso all’interno di una scatola buia e fredda. E’ l’attimo perfetto. Per fermare questa loro improvvisa ed energica luminosità, per fermare il mio passo che guarda verso la loro direzione e per ammirare questi prati in fiore ricchi di luce che guardano all’Averau.

Luogo idilliaco, tutto ciò che rientra all’interno del territorio delle Cinque Torri è un bene naturale di grande interesse. Una meraviglia di Natura dove è possibile ammirare dei panorami di straordinario impatto, nuvole permettendo. Ricordo negli anni passati dei momenti che rimarranno indelebili nella mia memoria, dove l’Estate e l’Inverno hanno sempre caratterizzato forte emozioni e straordinarie escursioni al loro interno.
Leggi queste mie due escursioni: Dal Falzarego alle Cinque Torri e Il Museo delle Cinque Torri
E’ tutto così perfetto che non poso chiedere nulla di più. Il Lagazuoi e le Tofane rimarranno prigioniere di queste stratificazioni temporalesche per tutto il pomeriggio e ciò che ho pazientemente chiesto si è limitato unicamente alle Torri. Rientro così nel giro di pochi minuti al Rifugio Cinque Torri. Pausa caffè e quella fetta di dolce che premia questa mia lunga giornata. Rientro al Ponte di Ru Curto lungo lo stesso sentiero della mattina.
Dalle Cinque Torri al Passo Giau – Note Tecniche
Facile escursione che non segna particolari difficoltà. Se eseguita in senso orario come da me descritto è di più facile cammino rispetto al senso opposto. I tempi di transito totali, dal Ponte di Ru Curto andata e ritorno, impongono circa 6h di cammino soste comprese. Come possibile punto di ristoro lungo il sentiero indicato, il Rifugio Passo Giau risulta perfetto e a metà strada dell’intero anello. I vari passaggi rocciosi all’altezza della Ra Gusela versante ad Est (altezza Via Ferrata Ra Gusela) e ad Ovest (Masarei de Pieza) non sono per nulla difficili ma sicuramente appaganti dal punto di vista escursionistico. La salita finale in Forcella Nuvolau mi sento di definirla come il punto più impegnativo della giornata. Per il resto è tutto straordinario, divertitevi!!.
Dalle Cinque Torri al Passo Giau – Il Video
Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube
Location: Cinque Torri – Passo Giau (BL)
Area Geografica: Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo (BL)
Regione: Veneto
Acceso: Da sentiero 437 in località Ponte di Ru Curto
Link: Dolomiti d’Ampezzo – InfoDolomiti – VenetoMontagna – CadoreDolomiti