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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Forcella Ambrizzola, da Casera Prendera – Val Fiorentina

Aggiornamento: 20 feb

Una lunga e perfetta linea di sentiero attraverso il Mondeval.

 

Perfetta e con quel giusto dislivello da poter affrontare in tutta tranquillità anche durante l’Inverno. Questa mia ennesima volta lungo il Mondeval, lungo questo famigliare sentiero che dal Rifugio Città di Fiume (1917m) si innalza seguendo una linea di confine tra la Val Fiorentina e la Valle del Boite.

Ciò che molte volte a fatica si riesce a percepire, è la notevole differenza che la montagna offre sotto certi punti di vista. L’abitudine di arrivare fino a quei Rifugi raggiungibili facilmente dalle vie di comunicazione principali fa completamente distogliere l’attenzione su ciò che c’è oltre.

Uno di questi esempi è la presenza del Rifugio Città di Fiume stesso. La sua quota che si limita a 1917m di altitudine e quella comodità di raggiungerlo in circa 45 minuti di facile cammino dalla via principale, quella che collega la Val di Zoldo alla Val Fiorentina, dove sembra che tutto finisca li.

Vista verso la Civetta 3220m in prossimità del Passo Staulanza 1766m

Oltre invece, seguendo quel fantastico e panoramico sentiero che si innalza leggermente verso il Col de la Puina (2254m), si entra in stretto contatto con una Natura e una montagna completamente diversa. Quella che unisce a se la bellezza della solitaria Casera Prendera con uno dei panorami più belli che dal Mondeval guarda verso la Val Fiorentina, e non solo.

 

Rifugio Città di Fiume – 1917m

Questa mia destinazione invernale parte ufficialmente dal Rifugio, anche se prima di dare il via in modo definitivo a questa mia giornata, il Rifugio si deve raggiungere a piedi. E’ questione di circa 45 minuti di facile salita su sentiero 467 che parte direttamente da quella sua area di parcheggio lungo la bellissima strada che unisce a se la Val di Zoldo alla Val Fiorentina grazie al Passo Staulanza (1766m).

Vista verso il Pelmo, nel suo versante Nord direttamente dal sentiero 467

Uno degli effetti più caratteristici percettibili da questo punto è sicuramente dato dal freddo gelido. In effetti ci si trova al cospetto del grande e maestoso Pelmo, lungo quel suo versante a Nord che per buona parte della mattinata rimane perenne all’ombra, portando con se le temperature rigide di una notte terminata da poco.

Bisogna muoversi quindi, prepararsi per bene e cercare di temperare al meglio questa prima sensazione, piacevole ma pur sempre quella situazione dominante su noi stessi. Il sentiero sale piacevolmente attraverso i boschi che delimitano questo territorio. In lontananza, guardando verso Nord, il sole già illumina le vette più alte che dominano la bellissima Val Fiorentina.

Scorcio panoramico verso la Val Fiorentina

La Civetta, lungo al vicina Val di Zoldo, brilla di già al sole…

Movimento, costante movimento per permettere così al proprio corpo di raggiungere quella temperatura ottimale e stabile. Verso le 08’00 del mattino siamo oltre i -5° e questo in certe parti del corpo si fanno ben sentire. Nulla toglie comunque nell’approfittare alle prime pause, quelle dedicate all’ambiente che ci circonda, imperdibili e ricche di quei colori di primo mattino.

La Natura rimane ancora ferma, con gran fatica il mondo animale che in questa stagione rimane sempre attivo, prende il suo tempo lasciando a noi umani, i primi di questa gelida mattinata, di invadere in modo del tutto amichevole questo loro territorio.

La sensazione che provo in questi primi istanti è molto particolare. Piacevole mi sento di dire, anche se ti mette a confronto con le difficoltà che l’Inverno regna da padrone in questi mesi così particolari. Tutto fa parte della mia giornata, dal gelo alle temperature più miti nelle ore che mi attendono.

Malga Fiorentina 1799m lungo il sentiero 467

E’ uno dei primi punti di sosta che preferisco. Ormai sono già ben “temperato” e questa è l’occasione perfetta per uno dei punti di vista verso il Pelmo e la Val Fiorentina di grande aspetto. Malga Fiorentina è una struttura privata, aperta solamente durante gli alpeggi estivi e utilizzata solo dai pastori per svolgere la loro attività stagionale. Ora, come altre del territorio, rimane sola e isolata in balia delle intemperie di stagione. Da questo suo punto privilegiato si apre così un nuovo mondo.

Monte Crot 2158m

Il Pelmo 3168m

Il sole bacia la Val Fiorentina

Punto di deviazione di un sentiero oltre a quello da me percorso. Una semplice passeggiata che forma un anello attraverso il Mont del Fen (1966m) che successivamente scende verso il vicino Rifugio Aquileia (1583m). Molto più accessibile per famiglie e completamente immerso all’interno di questa area boschiva che ne caratterizza il naturale ambiente di fondo valle.

La mia strada invece non abbandona il 467.

Ora è solo questione di un paio di serpentine per uscire così dai boschi e trovarmi al cospetto del Pelmo che ora apre definitivamente le porte ad una vista che lascia senza fiato. Se prima in gran parte era coperto dalla fitta e alta vegetazione, ora, arrivato ormai al Rifugio Città di Fiume, tutto assume quell’aspetto più famigliare di questo colosso roccioso.

Imponente, affascinante, elegante con questa sua veste che porta il bianco dell’intera Val d’Arcia con quella sua portanza rocciosa che vede nella sua vetta più alta i suoi 3168m di quota massima. Un vero colosso di Dolomia, appariscente e sempre maestoso.

Questa è una vista che il Rifugio Città di Fiume conosce molto bene, un risveglio straordinario anche per chi vi soggiorna e chi del Rifugio stesso ne pratica da tantissimi anni l’attività di ristorazione e ospitalità in alta montagna.

Storica struttura della Val Fiorentina. Porta con se anni e anni di tradizione e cultura di questo fantastico territorio. Viene inaugurato nel Settembre del 1964, punto fermo e di supporto logistico per chi della roccia verticale del Pelmo vede un vero e proprio stile di vita. Aperto pure durante l’Inverno con un calendario prestabilito.

La Civetta e il Crot dal Rifugio…

La piramide illuminata dal sole del Col de la Puina 2254m

Lontano lontano la Marmolada…

I comodi e panoramici tavolini esterni del Rifugio…

Una piccola pausa, il Rifugio in questo mio fine settimana (12/02/2k22) è regolarmente aperto ma, vista l’ora e sebbene ci siano già dei movimenti interni a livello organizzativo, ancora chiuso al pubblico. Per cui si riparte, il sentiero è ancora lungo ed ora inizia quella prima parte che inizia ad impegnare un po di più.

 

Verso Forcella Roan – 1999m

Leggera salita, il sentiero 467 prosegue guardando il lato opposto del Rifugio. Da qui una diramazione che vede partire diversi sentieri molto particolari e di grande fascino. Il 472 che sale in direzione della Val d’Arcia per dare così il via al classico Anello del Pelmo, un’esperienza estiva a 360° che vi consiglio di leggere e visionare all’interno del mio Blog in questo articolo dedicato.

Altra deviazione invece seguendo il sentiero 480 che sale in direzione di Forcella Forata, per una successiva e lunga discesa attraverso la boschiva Val de Forada ed entrare così in via definitiva nella Valle del Boite, che vede ne centro abitato di San Vito di Cadore il termine di questo lunghissimo sentiero. Due deviazioni completamente opposte all’interno di due diverse realtà.

Riferimento visivo Forcella Roan, che si trova a 1999m e che guarda come linea di direzione Casera Prendera e le sue famose Rocchette rocciose. Il sole rimane ancora ben nascosto dall’imponente mole del Pelmo, mi basta però seguire la prima tratta di sentiero, una facile e piacevole serpentina, per raggiungere in maniera del tutto fortuita il punto giusto nel momento giusto.

Il sole finalmente. Improvvisamente spunta attraverso una delle prime fessure rocciose all’altezza di Forcella di Forca Rossa, che si trova a 2621m tra le Crode di Forca Rossa e la sommità maggiore del Pelmo. L’effetto è straordinario con il Città di Fiume ancora in penombra e prossimo nel venire così illuminato e baciato da questo tiepido sole che già percepisco sulla mia pelle.

La sensazione è meravigliosa, come trovo meraviglioso questo effetto ottico creato da queste prime fasce luminose del sole. Momenti molto intensi, momenti che prendono possesso delle mie emozioni più belle, come di grande effetto vedere la linea d’ombra che secondo dopo secondo viene completamente invasa da quella nuova del sole. Ciò che è stato lascia il posto al nuovo in arrivo.

Finalmente ora tutto prende una piega completamente diversa. Il piacere di questo primo tiepido calore che percepisco è come una forte carica energetica, che contiene a se tutta l’energia che serve per alimentare maggiormente quella sensazione di benessere interiore.

Vivo da sempre questi momenti con grande piacere. Credo fortemente che in alcuni elementi della Natura esistano delle forze emotive che permettono di vivere questo ambiente pulito e solitario nella sua totale naturalezza. Qui nessuna bugia, ma solo l’onestà di sentirsi completamente parte.

Forcella Giau 2360m centrale e sulla destra la vetta rocciosa della Ponta Lastoi de Formin 2657m dx

In lontananza la Regina, la Marmolada…

Prime avvisaglie panoramiche verso le Rocchette di Prendera

Una traccia di sentiero molto piacevole. Appena risalito per qualche centinaio di metri lasciandomi alle spalle il Rifugio, inizia un bellissimo tratto completamente orizzontale, dove il sole torna temporaneamente a nascondersi dietro alcune spalle boschive che vedono come riferimento la lunga base del Col de la Puina (2254m) che mi sovrasta.

Torna temporaneamente quella forte sensazione di temperature che improvvisamente scendono. Vista la situazione torna nuovamente il ghiaccio lungo questa mia linea di sentiero, ma l’effetto visivo è di straordinario impatto. Dall’ombra in cui mi trovo guardo in lontananza, verso Nord, dove il sole illumina in maniera spettacolare l’intero versante roccioso delle Rocchette di Prendera. Spettacolo!!

Tutto ha un senso, tutto segue uno schema naturale dove ogni particolare non capita mai per caso. Questo forte contrasto con questi colori che mi ospitano, dove l’effetto creato dall’ombra attraverso questi boschi, un blu quasi intenso, intensifica quella forte luce che le Rocchette stesse proiettano verso di me. E’ come vivere quella sensazione di essere illuminati da una fonte nascosta.

Ancora pochi passi, ramponcini ai piedi per contrastare queste leggere avvisaglie di ghiaccio con le Rocchette che non perdo mai di vista. L’attrazione è forte, la loro bellezza e luminosità rapiscono il mio sguardo, sebbene il panorama che guarda verso la Val Fiorentina non lascia assolutamente deludere. Il Col de la Puina, bellissima piramidale completamente bianca e la sua forcella.

Forcella de la Puina 2034m

Un meraviglioso punto di osservazione che taglia in due questo grande territorio. Uno dei punti di vista più conosciuti e di grande impatto per chi per la prima volta vi giunge. Da questo punto preferenziale la forcella si divide tra due territori: la Val Fiorentina già più volte vista e menzionata, e la Valle del Boite, che guarda direttamente verso il centro abitato di San Vito di Cadore.

Vista verso la Valle del Boite. Il Sorapis 3205m sx e l’Antelao 3263 dx

Ciò che maggiormente attrae è la vista verso il Boite. Da questo punto così privilegiato una vista sicuramente unica che vede nell’Antelao (3263m) la distrazione maggiore, che segue sulla sinistra una spinale rocciosa che si congiunge con il versante più a Sud del Sorapis (3205m).

Quassù una leggera brezza che sale direttamente dalla valle, un primo segno di presenza del vento che fino ad ora non si era mai presentato, nemmeno nella parte più a valle del mio sentiero. Un qualcosa di piacevole, quella fredda aria che inizia ad abbracciarsi al sole che lentamente riappare.

Nel silenzio più assoluto queste leggere folate di vento. Il respiro della montagna…

Ciò che ora diviene punto di grande interesse è proprio raggiungere Forcella Roan. Dalla de la Puina è un breve tratto, una leggera e poco impegnativa serpentina che scende leggermente a ridosso di una piccola collinetta dove finalmente ritorna a splendere il sole.

Assorbo così nuovamente il piacere di questo tepore intenso, quel leggero impegno fisico riscalda per bene il mio corpo e questo si aggiunge a questa nuova e ritrovata sensazione. Forcella Roan si posiziona a 1999m di quota, da questo suo punto un nuovo e meraviglioso panorama.

Forcella Roan (199m) verso la Val Fiorentina

Punto che merita decisamente una nuova sosta. Come riferimenti di osservazione sia la Val Fiorentina che la Valle del Boite rimangono sicuramente la prima attrazione da sfruttare in questo frangente. Si aggiunge però un nuovo elemento, dove le Rocchette di Prendera ora finalmente iniziano a regalarmi un nuovo aspetto visivo della loro consistenza rocciosa.

 

Forcella Roan – 1999m – Punti di Vista

Il Sorapis (3205m – sx) e l’Antelao (3263m – dx), al centro la Val de Busela

La Rocchetta di Prendera (2495m – sx), la Rocchetta de la Ruoibes (2458m – centrale) e la Rocchetta de Soraru (2229m – dx)

Vista più ravvicinata delle varie Rocchette…

Cambio numerazione di sentiero sebbene la linea da seguire rimane la stessa. Da quest0a bellissima Forcella lascio il 467 per iniziare uno dei tratti più impegnativi. Il sentiero 458 da questo punto inizia una ripida salita, mantenendo quella caratteristica di strada carrozzabile ma con un forte strappo in salita per una lunghezza complessiva di circa 300m.

Una delle cose che colpisce l’attenzione è la quasi totale assenza di neve in questo tratto. In effetti questa parte così impegnativa è per buona parte pulita dalla neve, fangosa e con quella piacevole sensazione di tornare a camminare lungo un sentiero estivo, come se l’Inverno fosse orami un lontano ricordo. Mantengo ugualmente saldi i ramponi ai piedi.

La Civetta ben evidente lungo questo tratto di sentiero…

Conoscendo bene questa piccola parte così impegnativa, tengo un passo tranquillo considerando il fatto che il fango stesso con i ramponi ai piedi rende leggermente pesante il proseguo. Un paio di serpentina sempre ripide ed ecco che finalmente all’altezza di Forcella Col Roan (2075m) ritrovo finalmente un tratto pianeggiante.

Mi fermo per qualche attimo, guardandomi per l’ennesima volta attorno. In questa escursione ciò che non manca è la diversità dei vai punti panoramici sebbene all’interno dello stesso contesto geografico. Un valore sicuramente aggiunto e ripetitivo…

Da Forcella Col Roan (2075m) verso le Rocchette di Prendera…

La mia presenza in questo punto panoramico….

L’ultimo dolce tratto in leggera pendenza verso Casera Prendera…

Il primo dei due obbiettivi finalmente a portata di mano. Il sentiero prosegue ben in orizzontale seguendo la base di alcune spalle erbose che tolgono di poco la vista verso la Valle del Boite. Inizialmente un primo tratto leggermente in pendenza dove la neve torna protagonista lungo il mio sentiero. Un paio di passaggi attraverso dei massi rocciosi fermi li chissà da quanti millenni, prima di quell’ultimo tratto, una bellissima e bianca piana che guarda direttamente alla Casera.

Bellissima sensazione coronata da questo improvviso spazio che si apre ai mie occhi. La neve è per nulla morbida, ghiacciata in certi punti ma con quella consistenza che rende il mio cammino molto piacevole. Una distesa innevata, sulla mia destra la lunga spalla de Le Fope (2168m) e di fronte a me Casera Prendera, immersa nella sua solitudine invernale ai piedi delle Rocchette di Prendera.

Passaggio all’altezza di Forcella Col Roan (2075m)

La spalla de Le Fope (2168m circa)…

Bellissima immagine verso le Rocchette di Prendera. Spazio aperto…

Non è da meno ciò che tengo alle spalle. Il Pelmo…

Ai piedi delle Rocchette, Casera Prendera…

Arrivare in Casera è sempre una gioia, una soddisfazione che in modo continuativo si ripete di anno in anno. Non esiste stagione che possa fare la differenza, in ogni momento questa piccola e isolata struttura estiva è quella forte sensazione di pace e tranquillità…

 

Casera Prendera – 2148m

Un piccolo angolo di Paradiso. Vissuta durante la stagione bianca è un momento di grande intensità, dove questo straordinario silenzio si abbraccia con questa sua perfetta solitudine, come se nel resto del Mondo non esistesse minimamente questo lungo periodo che da due anni ha notevolmente cambiato il nostro modo di vivere.

Casera Prendera è uno degli esempi di come si potrebbe vivere la propria quotidianità con poco, con quell’umiltà che in troppe occasioni dimostra di fare sempre meno parte della nostra personalità. Ed è nella sua semplicità, nella sua spontaneità di mostrarsi a noi come parte di una cultura che in questi angoli sperduti in alta quota riescono a mantenersi veri. Adoro questi momenti condivisi con questi luoghi appartenenti a culture ed epoche lontane…

 

Casera Prendera – 2148m – Punti di Vista

La sua energia e quel suo semplice ma intenso senso di libertà…

La Rocchetta di Prendera (2496m – centrale) e la punta della Rocchetta de la Ruoibes (2458m – dx)

Forcella Col Duro (2295m – centrale) e il Becco di Mezzodì (2603m – destra – versante Sud)

Magnifica vista del Pelmo…

Il Pelmo sulla sinistra, e la Civetta sulla destra…

Casera Prendera, in lontananza l’Antelao…

Baciata dal sole per tutto l’anno. Una vera regina all’interno di questo suo ambiente così lontano dal Mondo intero. Sebbene frequentata da molti escursionisti che salgono direttamente dal Rifugio Città di Fiume, la sua energia trasmette quella forza esteriore per cui rimanere in silenzio non diviene d’obbligo, ma una virtù del tutto naturale.

E’ tempo di ripartire, la ritroverò più tardi in fase di rientro verso il Città di Fiume. Ora l’ultima salita, poco impegnativa ma che sale di quota, dove un nuovo Mondo mi attende…

 

Forcella Col Duro – 2295m

Aumenta la quota e con essa aumenta pure la consistenza nevosa. Rimane ghiacciata lungo questa salita che su sentiero 436 si innalza verso la forcella. Riesco comunque a tenere bene il passo utilizzando unicamente i ramponcini. Il vento ora inizia a farsi sentire con più vigore, e questo con il passare delle ore muove lo strato farinoso che in modo del tutto naturale cancella le tracce di chi mi ha preceduto.

Cercare di individuare qualche traccia del sentiero estivo è praticamente impossibile. Devo seguire una linea immaginaria tenendo come riferimento la forcella stessa, con di tanto in tanto qualche paletto direzionale come ottima linea guida da seguire.

Questo è un tratto poco impegnativo, senza nessuna tipologia di pericoli alimentati magari dalla stagione in corso, per cui ho pure la libertà di segnare io un nuovo e possibile sentiero direzionale. Alcuni bei passaggi su neve fresca, ed alcuni su alcune battiture precedenti risparmiate dal vento.

Mi muovo con disinvoltura, da un lato (il sinistro) dove il Col Duro rimane candidamente ricoperto da questo suo immenso manto bianco, mentre alla mia destra la roccia di questo versante più a monte delle Rocchette che iniziano a dare vita ad un nuovo versante. Quello a Sud del Becco di Mezzodì.

Giungo in Forcella Col Duro a 2295m. Mi si apre di fronte un nuovo Mondo, uno dei punti di vista verso l’intero Mondeval di straordinario fascino. Una meraviglia, che da Forcella Ambrizzola si espande lungo il Formin, il Cernera e la vetta del Mondeval stesso, a 2455m.

Spunta Cima Ambrizzola 82715m) da Forcella Col Duro (2295m)

Un piccolo essere vivente all’interno di un Mondo naturale di grande immensità….

Cima Ambrizzola (2715m – dx), Spiz de Mondeval (2504m – centrale) e Ponta Lastoi de Formin (2657m)

Da Ponta Lastoi de Formin (2657m – dx), Forcella Giau (2360m – centrale), il Cernera (2657m – centrale) e la vetta del Mondeval (2455m – sx)

Punto culminante di giornata che mi regala così questa grande prospettiva all’interno di questo territorio. La vetta di Cima Ambrizzola, quella sua forcella che nel suo proseguo da vita al Becco di Mezzodì, sicuramente uno dei punti di riferimento più conosciuti per chi guarda dal versante opposto. Dal Rifugio Palmieri alla Croda da Lago.

 

Forcella Ambrizzola – 2277m

Da Forcella Col Duro si tratta solo di qualche centinaio di metri. Non è molto lontana, e questo si percepisce in modo ben visibile. Il sentiero 436, parte integrante dell’Alta Via N°1, si muove quasi in orizzontale tenendo la base del Becco di Mezzodì. Un sentiero all’apparenza facile ma che, a differenza di ciò che mi lascio alle spalle, risulta più insidioso.

E’ un avvicinamento verso la forcella in cui devo porre più attenzione, per buona parte tiene una linea di cammino abbastanza orizzontale, con qualche leggero sali/scendi di poco impegno. La mia attenzione si concentra maggiormente sulla forte presenza di ghiaccio. Una lunga lastra che copre per buona parte questo ultimo tratto, che già di per se scorre lungo questa base rocciosa in semi verticale.

Una situazione comunque agevole e ben gestibile. Raggiungo così bel giro di pochi minuti Forcella Ambrizzola, a 2277m di altitudine.

Da Forcella Ambrizzola verso la Croda da Lago…

L’arrivo in questo punto si traduce come un obbiettivo perfettamente raggiunto. Questa Forcella si divide in due territori di grande risalto naturalistico e panoramico. A Nord, verso le Dolomiti d’Ampezzo, la lunga spinale rocciosa che compone il raggruppamento montuoso della Croda da Lago. Il Rifugio Croda da Lago, con in lontananza l’abitato di Cortina d’Ampezzo.

Dalla forcella verso la Croda da Lago e l’abitato di Cortina d’Ampezzo

Mentre, guardando direttamente verso Sud, il Mondeval e la solare Val Fiorentina, dove nessuna vetta e nessun punto di riferimento geografico sfugge alla mia attenzione. E’ un momento di straordinaria montagna, dove l’Inverno per l’ennesima volta presenta particolari e punti di riferimento di grande valore personale.

Verso il Mondeval, la vetta del Mondeval (2455m – sx) e il Cernera (2664m – dx)

Il momento è perfetto. Approfittare ora di tutto il tempo necessario per guardarsi attorno e guardare con grande attenzione tutto ciò che questa meravigliosa e solare giornata mi mette a disposizione. La Natura che mi circonda si apre ad un cielo aperto ed azzurro, una “poltrona” privilegiata per vivere interiormente tutto ciò che mi circonda…

 

Forcella Ambrizzola – 2277m – Punti di Vista

E’ come se si aprisse di fronte a me un nuovo Mondo, una nuova prospettiva che si allunga verso panorami che sembrano non avere fine…

Il Becco di Mezzodì (2603m – sx) e in prospettiva lontana il Pelmo (dx)

La piana del Mondeval (sx), la vetta del Mondeval (2455m – centrale) e una parte dello spuntone roccioso dello Spiz de Mondeval (2504m – dx)

Il Pelmo (sx) e la Civetta (dx)

Dal Pelmo, alla Civetta per chiudere questa panoramica con la bianca vetta del Mondeval

Cima Ambrizzola (2715m – sx) e in centro la piana della Croda da Lago…

Il sole rimane alto a segnare all’incirca metà della giornata. L’orario quindi è ancora più che sufficiente per pensare al rientro in Casera Prendera e fermarmi per il mio pranzo a sacco. Rientrare così in Forcella Col Duro porta via all’incirca una quindicina di minuti, molto interessante la cosa se improvvisamente un fuori programma mi passa per la mente.

 

Il Col Duro – 2335m

Certamente, perchè giunto in forcella omonima è quasi naturale vedersi di fronte la bianca sagoma della vetta che dista sicuramente poca distanza. L’orario è perfetto per questo piccolo cambio di programma, un punto panoramico che nessuno dei precedenti visti durante la giornata eguaglia quello che mi aspetta nei suoi 2335m di quota.

Una sua prima parte decisamente impegnativa, corta da un punto di vista di lunghezza. Risalito il primo tratto diventa una conca più facile e con un minimo di dislivello, mentre salgo mi guardo per bene attorno perchè il mio presentimento lentamente si avvera.

Non salire in vetta di questa montagna è come perdere improvvisamente l’occasione di ammirare, guardare verso un panorama che conferma la sua totale completezza rispetto ai precedenti di giornata. In vetta è questione di una decina di minuti, non ci si mette molto, e da qui…

La parte finale del breve tratto di salita…

In vetta nessuna croce, solo un piccolo ometto in pietra…

Da destra – Forcella Abrizzola, Cima Ambrizzola, lo Spiz de Mondeval, Ponta Lastoi de Formin e Forcella Giau

Da destraForcella Giau, il Cernera, la vetta del Mondeval e la bianca piana del Mondeval…

Il Pelmo…

Da destra – In lontananza la piramide dell’Antelao e la Rocchetta di Prendera con la sua irta parete di roccia…

Da sinistra – Il Beco di Mezzodì e alla sua sinistra la Rocchetta di Prendera con l’Antelao…

Si apre quindi l’ennesimo Paradiso, quello che mi permette di poter spaziare in modo completo e definitivo attraverso l’intero ambiente che da diverse ore mi circonda. Dalla Val Fiorentina al lontano Agordino, la Val di Zoldo e la Valle del Boite a chiudere questo magico cerchio.

Quello che ci voleva, quel valore aggiunto che mette finalmente la ciliegina su questa torta così meravigliosa. Ribadisco che è questione di pochi minuti, una deviazione che sicuramente merita attenzione sia durante l’Inverno che in altre stagioni dell’anno.

Dopo questa ennesima esperienza riprendo il sentiero del ritorno. Scendo coì in direzione di Casera Prendera seguendo la stessa linea di sentiero utilizzato in fase di salita: il 458. Ciò che in precedenza mi ero lasciato alle spalle, ora diviene monito di poter ammirare l’intero versante di rientro sotto una prospettiva decisamente diversa. Il sole gira verso Occidente e con esso cambia pure la direzione della luce. Ciò che prima era tenuto nascosto dall’ombra mattutina, ora prende leggermente vita…

Quando stai bene, quando sei pienamente soddisfatto di tutto ciò che hai assorbito all’interno di una giornata così speciale, è pura energia interiore. Sebbene tutto ciò che ti circonda cambi relativamente poco, nulla è più piacevole che guardare con occhi verso prospettive sempre diverse.

Rientro così in Casera Prendera. Sebbene la bellissima giornata di sole mantiene ancora integra quel suo fascino legato a solitudine e lontananza dal Mondeo esterno. Poco movimento di altri escursionisti, e il piacere di poter sfruttare questa pace per il mio panino di giornata.

Il Pelmo si tinge di una tiepida luce che con grande fatica cerca di entrare all’interno di questa sua possente roccia, mentre le Rocchette di Prendera sfociano la loro luminosità migliore come un ultimo regalo, un saluto alla prossima Primavera che non tarderà ad arrivare con tutte le opportunità che mi saprà sicuramente regalare.

 

Forcella Ambrizzola, da Casera Prendera – Note Tecniche

Escursione di media difficoltà. Richiede poco più di tre ore e mezza di cammino soste escluse per un dislivello in salita di +693m. Durante l’Inverno di norma la carrozzabile dal Rifugio Città di Fiume è ben battuta fino all’altezza di casera Prendera. Dalla Casera a Forcella Col Duro e successivamente a Forcella Ambrizzola si deve invece cercare una possibile via battuta come riferimento. Da porre una certa attenzione a certi tratti ghiacciati (ramponcini consigliati), più consistenti in quel breve tratto di cammino che separa Forcella Col Duro a Forcella Ambrizzola. La vetta del Col Duro si deve assolutamente fare, magari in fase di rientro prima della sosta a sacco di metà giornata in Casera Prendera.




 

Forcella Ambrizzola, da Casera Prendera – Il Video


Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

 

Location: Forcella Roan (Valle del Boite) – Il Mondeval (Val Fiorentina) – Forcella Ambrizzola (Dolomiti d’Ampezzo)

Area Geografica: Val Fiorentina – Valle del Boite – Dolomiti d’Ampezzo

Regione: Veneto

Accesso: Dal Rifugio Città di Fiume su sentiero 467 per Forcella Roan

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