Stefano Germano
Forcella Lavaredo, alle Tre Cime – Auronzo Misurina

Simbolo delle Dolomiti per eccellenza, forma rocciosa in cui la Natura ne ha forgiato nei millenni un’immagine di straordinaria bellezza. Si rimane inermi guardandole da quel versante più a Nord, quello che simboleggia questo territorio come la cartolina perfetta più conosciuta in tutto il Mondo.
Le Tre Cime di Lavaredo. In questa escursione viste da quell’angolo quasi opposto, meno blasonato ma che racchiude a se un’interessante avventura, dove le principali protagoniste sono i raggruppamenti rocciosi che delle Tre Cime creano quella cornice di indiscutibile bellezza e maestosità.

Il Lago Antorno, il Chalet omonimo e sullo sfondo il Sorapis

Cima d’Antorno (2418m sx) e il vallone del Ciadin della Neve (dx)
Il Lago d’Antorno, il punto di partenza di questa mia lunga giornata. Completamente ghiacciato durante l’Inverno, come il vicino Lago Misurina, che in questa stagione garantiscono quei piacevoli momenti di una semplice ed emozionate passeggiata sopra la loro spessa coltre di ghiaccio. Si giunge in auto con facilità, seguendo la strada che da Misurina risale verso il Rifugio Auronzo. All’altezza del Chalet Lago Antorno la strada la si trova chiusa, per lasciare così spazio all’escursione vera e propria seguendo la stessa via stradale.

I vari Ciadini, versante ad Ovest
Obbiettivo di questa mia giornata è arrivare ai piedi delle Tre Cime. In Forcella Lavaredo (2484m) e chiudere questa mia lunga giornata ammirando quella cartolina perfetta. Quel fermo immagine che da questa forcella regala le dimensioni reali di questi tre imponenti bastioni di roccia. E’ sempre un momento molto particolare, quel momento dove vivi in prima persona il straordinario effetto visivo che questi monoliti offrono solamente a chi sa guardare. Abbinando occhi e mente per un risultato emotivo impagabile, l’equilibrio motivazionale perfetto. Sia d’Inverno che d’Estate.

Il Ciadin de le Bisse (2280m)
Questa piccola vallata ricorda molto quando durante l’Estate i pascoli presenti colorano di vita e suoni questo punto geografico molto particolare. Da qui le Tre Cime si vedono con quell’aspetto geografico completamente diverso da quello più conosciuto. E’ l’aperitivo, quel momento di inizio giornata dove il cammino si affronta nella più totale spensieratezza.
Ed è proprio dai pascoli estivi che si entra in perfetta simbiosi con Malga Rin Bianco (1783m), struttura aperta anche durante l’Inverno, ultimo punto ricettivo prima di immergersi completamente nella Natura più selvaggia. Dalla Rin Bianco ci si alza di quota, e i panorami circostanti, quelli che saranno più apprezzati più avanti, iniziano già a regalare le prime emozioni, quelle che scaldano per bene l’entusiasmo.

Particolare vista da Malga Rin Bianco
La Val Longeres
In questo periodo, vista la situazione Covid-19, la Rin Bianco, come quasi tutte le strutture ricettive, è chiusa al pubblico. Anche in questo caso un valore aggiunto mancante. Un particolare che viene meno visto la comodità di avere a portata di mano un luogo che in qualsiasi momento diviene importante per qualsiasi necessità. La cucina tradizionale della Malga sicuramente in primo piano.
Si segue la conosciuta strada estiva, quella che porta auto e mezzi più pesanti alle pendici delle Tre Cime. Ben battuta durante l’Inverno e accessibile con comodo senza l’ausilio delle ciaspole. Chi la conosce sa bene che questa strada porta il dislivello maggiore che divide Misurina dalle Tre Cime (+600m circa), ma il proseguo rimane comunque ben fattibile e con una buona condizione fisica.

Vista sui Cadini di Misurina (sx) e il Sorapis (dx)
L’ampiezza della strada porta a semplificare il mio desiderio di ammirare il panorama. Non si è obbligati a guardare bene dove si cammina, a porre quella giusta attenzione al sentiero che si sta affrontando. La spensieratezza regna con grande fervore, ed io di questo ne sono entusiasta. Ad ogni curva, ad ogni serpentina di cui è composta questa strada è una successione di quota che avanza. Man mano che ci si guarda attorno, inizia così ad aprirsi una serie di punti di vista che spaziano in lontananza, soprattutto verso quelle catene che guardano verso Sud. Lo spettacolo è straordinario.

Guardando verso Forcella Longeres (2235m)

Col de le Bisse (sx) e il Cristallo (centrale in lontananza)
L’impegno c’è, ma è tutto così coinvolgente che il pensiero di potersi muovere liberamente all’interno di un percorso che durante la stagione calda è anche troppo (per i miei gusti) trafficato da mezzi a motore, mi porta ad approfittare di questa situazione così più unica che rara. La Val Longeres così vissuta risulta perfetta.
Rifugio Auronzo (2320m)
Arrivato fin qui posso dire di aver completato per più della metà i punti impegnativi più rilevanti. C’è l’ultimo sforzo, quei tre tornanti finali che si snodano leggermente più in basso di Forcella Longeres (2235m). Ultimi respiri pesanti, le ultime soste per prendere un po di fiato mentre mi guardo attorno. Il Rifugio Auronzo (2320m) mi accoglie nella sua veste migliore, e il versante a Sud delle Tre Cime ne completano l’opera.

La bianca spinale del Col de le Bisse (2280m)

Bianchi “prati” innevati. Poesia per gli occhi…

Con il Cristallo sulla destra

Il Rifugio Auronzo (2320m). Cima Ovest di Lavaredo (2973m centrale), Cima Grande di Lavaredo (2399m dx)
Rifugio Leader da questo versante. La porta delle Tre Cime per chi si avventura all’interno di questo territorio risalendo dalle Dolomiti Bellunesi. La maggior parte delle escursioni estive partono direttamente da questo Rifugio, posizionato a 2320m con una bellissima panoramica che dai Cadini si espande verso il Lago di Misurina, il Sorapis, il gruppo montuoso del Cristallo e scorci ben evidenti del Pelmo e della Civetta…

Il panorama dal Rifugio Auronzo. Aggiungere una sola parola non serve a nulla…
A regimi normali difficilmente lo si trova aperto durante l’Inverno, ma ciò non toglie che diventi punto di riferimento per la sosta di metà mattina. Il tempo per mangiare qualcosa a sacco, ammirare l’immensità che viene offerta e iniziare così la seconda parte di questa lunga giornata. E le emozioni non si fermano solo qui. E’ il sentiero 101 che mi accompagna dolcemente sulla classica e facile via estiva.
Un passaggio alla base dell’intero versante Sud delle Tre Cime. Sembra quasi di toccarle con mano: Cima Ovest (2973m), Cima Grande (2399m), tenendo lo sguardo verso destra e vedere i Cadini che al mio stesso passo mi accompagnano in questo frangente così panoramico che lungo il Valon de Lavaredo si espande fino all’abitato di Auronzo di Cadore e il suo bellissimo Lago.

I Cadini di Misurina (sx) e il Rifugio Auronzo (dx)

La spinale de Le Campedele (2246m), alle sue spalle i Cadini
He si!, quel passaggio facile e spensierato. Accade tutto nel momento migliore, quel momento che in circa mezz’ora trasforma questa parte di escursione nella spensieratezza assoluta. Pensiero quello della spensieratezza che trovo di grande importanza personale. Camminare con quella perfetta pulizia mentale in cui la simbiosi con la montagna è totale, completa. Non c’è nulla in quel momento che ti possa distrarre da altre cose. Nulla, perchè la distrazione maggiore è quella che raccogli ad ogni cambio di osservazione, in una sorpresa dopo l’altra. Tutto ciò è spensieratezza, il migliore stimolo di vita.

Campanili di roccia di Cima Grande (sx) e il dente di Cima Piccola (2857m dx)
Rifugio Lavaredo (2344m)
Uno degli eremiti per eccellenza. Così abbandonato a se stesso, nascosto dal versante Est delle Tre Cime. Per buona parte ancora pulito dalle grandi nevicate che da qui a poco arriveranno. Camminando ai margini della Cima Piccola lo si vede leggermente in lontananza. Una struttura di color marrone chiaro che si evidenzia all’interno di questo bianco così penetrante. Un’altro simbolo che delle Tre Cime diventa quel punto di riferimento storico per la storia di queste montagne. Il Rifugio Lavaredo.

Rifugio Lavaredo (2344m), alle sue spalle il raggruppamento della Croda di Passaporto (2681m) e del Paterno (2649m)
Ciaspole ai piedi che da qui diventano d’obbligo, che di norma fino al Lavaredo non si usano. La frequentazione invernale porta un grande numero di persone a raggiungere questo ultimo Rifugio all’interno del territorio di Auronzo-Misurina (Dolomiti Bellunesi). Questo ne crea quel sentiero ben battuto dove tutto è così reso più facile.
Proseguendo per quella linea immaginaria del sentiero più classico, sempre il 101, inizia la salita su neve fresca, dove le ciaspole sprofondano all’interno di questa magia alimentando così quell’alchimia dettata dall’avventura, da quel stretto rapporto con la montagna più selvaggia che alimenta anche la nostra fantasia.

Si sale verso la forcella, il panorama si apre sempre più
In alcuni frangenti la salita impegna. La neve in certi punti è maggiore, i forti venti creano quelle naturali dune bianche che al primo passaggio ti sprofondano passo dopo passo. E’ una bella sensazione, sebbene con ciaspole ai piedi si fatica, ma la sensazione che sto cercando è proprio questa.
La forcella si avvicina, aumentano le raffiche di vento. Sono così improvvise e forti che mi prendono alla sprovvista. Arrivato al Rifugio Lavaredo la calma era quasi piatta, nessuna nuvola in cielo e un sole così tiepido da rendere tutto troppo perfetto. E’ questione di pochi attimi, forti raffiche che risalgono dalla Lange Alm, vallone al versante Nord delle Tre Cime, si stagliano con tutta forza verso la forcella. Vengo invaso da enormi nebulose di finissima neve, colpi così forti che in certi momenti mi vedo sostare al riparo da qualche roccia fortuita.

Sembra quasi un’onda anomala in arrivo. Cumuli nevosi prima della forcella
Anche questo è l’Inverno. Sembra quasi che la Natura voglia impartire l’ennesima lezione. In casi molto rari mi sono trovato ad affrontare questa indomabile forza come in questa giornata. Cerco perfino di fare delle riprese, delle foto, ma vengo sopraffatto da questa forza. Impossibile riuscire a stare con polso fermo, ed è per questo che ne approfitto unicamente in quei momenti di relativa calma. Pochi momenti, ma ciò che mi basta.
Forcella Lavaredo (2464m)
Dopo aver lottato contro questo elemento giungo alla mia meta. Forcella Lavaredo, dove lo spettacolo delle Tre Cime si apre come un sipario meritevole. Le folate continuano, ad intermittenza. Trovo il mio luogo perfetto dove proteggermi nei momenti più intensi, trovando allo stesso modo quel punto di osservazione perfetto nei momenti di calma.

Le Tre Cime da Forcella Lavaredo
Il Lange Alm è un’immensa piana rocciosa che raccoglie la base dell’intero versante Nord delle Tre Cime. Da questo punto di vista un vero mare nevoso va a coprire totalmente l’imponenza rocciosa che ne compone il suo naturale territorio. Dalla forcella vedo in lontananza il Rifugio Locatelli (2405m), che con questa veste invernale sembra quasi più lontano del solito. Ma questo è solo un piccolo particolare.
Come spesso sottolineo, la presenza della neve da maggior risalto alla linea di roccia delle montagne. Tutto ciò che fa da cornice a questa piana rocciosa è un’infinità di sfumature che si incrociano l’una con l’altra. Non solo La Torre di Toblin (2617m) o il Sasso di Sesto (2539m) che si pongono alle spalle del Locatelli. Ma tutti quei raggruppamenti che compongono a Nord le varie catene che rientrano all’interno del territorio delle Dolomiti di Sesto.

L’ombra delle Tre Cime lungo il Lange Alm. In lontananza la Croda Rossa (3146m)
Ci sono dei momenti che non percepisco l’arrivo di quelle continue folate. Sono istanti in cui il panorama che mi viene offerto anestetizza qualsiasi forza esteriore. La vetta del Rudo (2698m) come in lontananza la Croda Rossa (3146m), Cima Specie (2307m) e il Picco di Vallandro (2839m). Vette che guardano direttamente verso la Valle di Landro e che sembrano li, a facile portata di mano.
Più di uno spettacolo sembra quasi un sogno. Rimango assorto mentre seguendo quella linea di sentiero immaginaria che conduce al Rifugio Locatelli, l’intero versante ad Ovest del Paterno mi invita a proseguire, a non soffermarmi solamente in quella forcella. L’ora non è proibitiva, ciò che mi fa pensare sono queste forti raffiche e la piena solitudine che mi accompagna da diverse ore. Sono solo, troppo solo per avventurarmi fino ai piedi del Rifugio Locatelli e questa sensazione non mi rende sicuro. So benissimo che da li inizia un nuovo ed entusiasmante spettacolo, ma come sempre il buon senso prevale sui desideri. Ci sarà altra occasione sicuramente.

Il Rudo (sx), la Torre dei Scarperi (centro), il Sasso di Sesto, la Torre di Toblin e il Rifugio Locatelli (dx)

Il Sasso di Sesto e la Torre di Toblin (sx) e il versante del Paterno (dx)
Mi fermo qua. Per ancora un’ora rimango come bersaglio prediletto di questa forza. E’ così troppo bello e coinvolgente per affrettarsi per il rientro. Occasioni come queste non capitano spesso, ed ogni attimo va vissuto fino in fondo. Devo rientrare seguendo lo stesso percorso in senso opposto. Arrivare fino al Lago di Antorno è ancora lunga, considerando la stagione e la lentezza che la neve impone rispetto ai classici tempi di marcia estivi.
Seguo lo stesso percorso marcato qualche ora prima, rifletto su ogni cosa guardando le mie stesse impronte lasciate in precedenza. Saluto il Rifugio Lavaredo con quell’arrivederci a presto, quando tutto questo sarà colorato di roccia e verde fresca erba. A quel Rifugio, l’Auronzo, caotico durante l’Estate ma che mi porta ad incontrare altri escursionisti dopo diverse ore in completa solitudine. A quella serpentina stradale che con molta facilità mi immerge nuovamente lungo la Val Longeres.
Forcella Lavaredo alle Tre Cime – La Mappa
Location: Forcella Lavaredo alle Tre Cime (BL)
Area Geografica: Auronzo – Misurina (BL)
Regione: Veneto
Accesso: Dal Chalet Lago Antorno – strada Misurina Rifugio Auronzo alle Tre Cime
Link: Consorzio Turistico Auronzo Misurina – InfoDolomiti – VisitVeneto – VenetoMontagna – CadoreDolomiti – Rifugio Lavaredo
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