Stefano Germano
I Pradi di Tognola – Primiero
Aggiornamento: 20 feb
La Val Sorda e l’Anello dei Pradi.
Escursione del 05/11/2k22
La Valle del Vanoi. Si estende lungo le spalle boschive che guardano verso la catena del Lagorai, e che in Cima d’Asta vede una delle sue vette più blasonate. Due centri abitati: Canal San Bovo, città Natale di Papa Luciani, e Caoria, ultimo centro abitato prima che la valle stessa, in prossimità del Rifugio Refavaie, termini quel suo contatto con la civiltà per aprirsi all’interno di un mondo selvaggio di straordinaria bellezza.

I Masi di Tognola si estendono verso il versante opposto, quel versante che guarda verso le vette dei vari raggruppamenti montuosi che in direzione del Passo Rolle danno vita al Tognola. Mi trovo immerso all’interno del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Quel suo versante più Occidentale e al confine con la Val di Fiemme, divisa dalla lunga spinale montuosa del Lagorai.
I Masi e questo mio anello autunnale prendono vita dalla placida e tranquilla località di Caoria (870m). La sua antica chiesa di San Giovanni Nepomuceno costruita nel 1958, scandisce un momento che sembra fermo nel tempo. Una bellissima struttura costruita con blocchi di granito, seguendo la classica linea neoromanica alpina, apre il sipario a questa mia lunga giornata. È da qui infatti che sono presenti le prime indicazioni e l’aggancio immediato del sentiero


L’Autunno porta con sè il desiderio di camminare all’interno dei boschi, di visitare questi angoli così sperduti tra valli e piccole forcelle di media e alta quota. Masi e baite che nel contesto vanno a formare un bellissimo anello, una facile escursione lungo la Val Sorda e un breve tratto della Valzanca. Il sentiero 352 inizia una leggera salita che si inoltra all’interno di alcune case private. Mi sembra quasi di oltrepassare quei limiti in cui la riservatezza delle abitazioni private non deve mai essere ostacolata. Ma tutto è ben definito, e le indicazioni bianco/rosse presenti fanno ben capire di camminare sul giusto sentiero.



Scelgo di muovermi attraverso i boschi nell’immediato. Una possibile alternativa sarebbe quella di seguire la stradina asfaltata che sale direttamente in Val Sorda, ma preferisco seguire il sentiero, sicuramente più impegnativo della strada asfaltata e che come sempre non prediligo nelle mie escursioni. Un inizio abbastanza impegnativo reso un po’ più difficile dal fogliame presente, umido e abbastanza scivoloso. Questo mio piacere di sentiero trova però nuovamente la stradina asfaltata, fortunatamente per un breve tratto prima di immergermi nuovamente all’intero dei boschi.



Il sentiero boschivo si lascia definitivamente in breve tempo. Riesco nuovamente sulla stradina principale che ora risulta bianca. L’asfalto rimane su quel primo tratto lasciato più a valle, e da questo punto solamente strada battuta e dal facile e piacevole proseguo. Un cammino immerso nella mia serenità. La giornata è limpida e il sole non tarderà ad illuminare questa mia escursione. Dal versante più a monte della Val Sorda una leggera brezza scende verso valle. Frizzantina, con quell’energia che stimola maggiormente il mio desiderio di vivere questa nuova giornata all’interno di queste meravigliose montagne.

Un susseguirsi di piccole baite private, dislocate da un versante all’altro della valle. La strada bianca taglia perfettamente la Val Sorda, costeggiando, sebbene più a monte, il Rio Valsorda e le sue limpide acque. Lungo la strada alcune tabelle indicative ben posizionate dagli Enti locali dove poter carpire alcune interessanti informazioni sul territorio che si sta esplorando. Difatti l’intero territorio rientra all’interno di un bellissimo progetto geografico denominato “Sentiero Etnografico del Vanoi”, che si estende in un area di circa 1600 ettari. Le indicazioni presenti rendono così merito a tutte le informazioni possibili, storiche e culturali per avere una perfetta pianificazione informativa suddivisa nei vari versanti.



Il sole finalmente illumina maggiormente il versante ad Ovest della valle. Quel versante che guarda verso Cima dei Paradisi e alcuni Masi che iniziano già a brillare di luce. Si tratta di un gruppo di baite che si trovano ai piedi del Comadòn di Sotto, una lunga spalla boschiva che scende verso valle. È una piccola deviazione che coglie la mia curiosità. È solo questione di pochi minuti, lasciare la stradina principale e scendere lungo la base della valle e attraversare così il Rio Valsorda grazie anche ad un comodo ponticello in legno.

La mia curiosità viene subito premiata. Si tratta di un piccolo raggruppamento di baite ancora utilizzate, ma vista la stagione attualmente chiuse. Masi come una volta, dove solo in alcuni di loro si possono notare recenti lavori di ristrutturazione. Ogni minimo particolare attira la mia attenzione, dove nemmeno quel bagno esterno, come una volta si usava, passa inosservato. Un piccolo momento molto piacevole, soprattutto dal fatto che da questo loro versante il sole riscalda già questo versante di vallata.





È una deviazione che porta via poco tempo, quella mezz’oretta che vale sicuramente un momento di attenzione che poi porterò trà i ricordi più belli dell’intera giornata. Rientrato sulla stradina principale giungo così al Centro Visitatori. Una piccola baita ora chiusa per fine stagione, che durante l’Estate è punto di generiche informazioni turistiche per chi si addentra all’interno del territorio. È questione di una decina di minuti di un piacevole cammino per giungere così al Pont de Stèl.
Da Caoria al Pont del Stèl in circa 2h (soste incluse) con un dislivello di +300m

Pont de Stèl – 1170m
Centro turistico di grande rilevanza all’interno del territorio. Punto di partenza per diverse destinazioni, che guardando al territorio del Tognola salgono verso i versanti più a monte della catena Orientale del Lagorai. Da questo punto geografico segnalo una nota escursionistica. Al Pont de Stèl si trova un ampio parcheggio. Sta di fatto che da Caoria si può giungere in questo luogo utilizzando l’auto privata salendo sulla stessa stradina bianca da me utilizzata. Io per principio sono salito a piedi, e questo solo per poter così ammirare e carpire ogni angolo nascosto della valle che con l’automobile verrebbe sicuramente nascosto o per nulla notato. Libera scelta per tutti.


Da questo punto il sentiero 336 guarda in direzione della Valzanca, che nella lontana Malga Venegiotta di Sopra vede uno dei punti di riferimento principali. Io rimango però molto più a valle rispetto alla Malga. Il sentiero 336 mi accompagna per circa 300m di ampio e facile cammino fino a giungere ad una tabella indicativa turistica per l’Anello della Montagna. Lascio quindi questo sentiero ed inizio una leggera salita che ora apre così le “danze” ai Masi di Tognola.



I Masi di Tognola – 1250m
I Masi di Tognola prendono vita da questo luogo. Appena lasciato l’ampio sentiero 336 inizio a salire leggermente (sentiero R12) per trovarmi di fronte le prime baite, quei primi fienili che guardano verso la Val Sorda. Nascosti all’interno di questi boschi e ben raggiungibili grazie ad un bellissimo sentiero che mi accompagna all’interno di questo loro magnifico territorio senza nessun problema. Nessuna mappa e nessuna indicazione ora può essere utile, le mie gambe seguono per istinto una via di cammino che nella pace più assoluta mi riporta indietro nel tempo.

I Prà dei Tassi è una grande area verde, una spalla erbosa che scende verso valle. All’interno di questi prati semi verticali alcune baite che attraggono per l’ennesima volta la mia curiosità. Lascio per qualche metro di dislivello il sentiero principale, scendo quasi a voler seguire per istinto il rumore del Rio Val Sorda prima di raggiungere questi fienili alla base della valle stessa. Tutti rigorosamente in legno, tutti ben conservati con quella particolare cura e passione nel voler tramandare alle nuove generazioni ciò che era la montagna di epoche ormai molto lontane.




I Pradi di Tognola – 1253m
Il fiore all’occhiello dell’intero anello. Di questa mia giornata li identifico come la parte finale dell’intera escursione. Una piccola comunità di una decina di Masi vicini l’uno con l’altro. Mi sembra quasi di avventurarmi in un viaggio nel tempo, di tornare indietro di almeno 100 anni e aggregarmi così ad una mia immaginaria comunità di persone che in questo luogo vivevano la loro quotidianità. La mia fantasia prende ancora il sopravvento.






Lascio il mio zaino in un punto ben preciso, inizio così ad “esplorare” queste magnifiche strutture e immedesimarmi il più possibile a ciò che la mia fantasia mi permette di ammirare con occhi ben diversi. Guardano tutti verso valle, verso il sole e quella valle (la Val Sorda) che li ospita su questo ampio pianoro chissà da quanto tempo. La loro posizione è ben calcolata da poter rimanere alla luce della nostra stella primaria il più possibile nell’arco di un’intera giornata. Un luogo meraviglioso.


Cammino con molta calma all’interno di questo mondo antico. Da un maso all’altro, cercando in ognuno di loro un punto di osservazione che possa cambiare ogni prospettiva, ogni punto di vista. Di alcune di loro ne approfitto, alcune comode panche posizionate a ridosso delle loro facciate principali. Penso di essere il padrone di una di queste e di godermi questa tiepida giornata seduto comodamente al loro cospetto. Sono solo, nessun escursionista che raggiunga questo luogo. Identifico tutto questo come un regalo meraviglioso, l’ennesimo, dove poter viaggiare con la mia fantasia e vivere esperienze che di tanto in tanto mi tengono lontano dalle quote maggiori, dai grandi Trekking estivi.






Il Sentiero Etnografico del Vanoi
È un insieme di percorsi nel territorio di Caoria e nelle boschive valli che la sovrastano. È un viaggio nel tempo e nello spazio, un’immersione in un ambiente che fu intensamente costruito vissuto. Il percorso denominato l’Anello dei Pradi, ha come filo conduttore la fienagione e la vita stagionale sui prati, prevede la visita a Prà de Madego e ai Pradi di Tognola.
Un insieme di quattro itinerari che vanno a coprire una lunghezza che si aggira sui 25km totali. Un meraviglioso tuffo nel passato per organizzare uno o più giorni all’interno di questo territorio nel Primero più Occidentale. Ma ora e tempo di chiudere questo anello, rientrare così in direzione del Pont de Stèl che in questo frangente si compone di una lunga e spensierata discesa.

Ma prima l’ultimo contatto con queste meravigliose Malghe. Lascio i Pradi di Tognola seguendo sempre il sentiero R12 per giungere al Ponte de Gioreto, facilmente riconoscibile dalla presenza delle ultime Malghe di giornata e dall’ampia strada bianca che scende direttamente dai versanti più a Nord della Val Sorda. Una netta svolta a sinistra per camminare fianco a fianco con le vertiginose acque del Rio Valsorda e giungere così nuovamente al Pont de Stèl.




A differenza di qualche ora prima questa zona è ben illuminata dal sole pomeridiano. Una piccola pausa al cospetto di questo centro turistico ora chiuso per fine stagione e poi via, di nuovo in marcia per scendere in direzione di Caoria su sentiero 352, che rientra per un tratto all’interno del famoso Sentiero Italia affronato nella mattinata per la salita verso i Pradi.

I Pradi di Tognola – Note Tecniche
Escursione molto facile. Dal centro abitato di Caoria si raggiunge il Pont de Stèl in circa di 2h comode comode, per un dislivello di +300m. Dal Pont si segue un breve tratto del sentiero 336 che sale in direzione della Valzanca. È questione di circa 300m per trovare sulla destra l’indicazione (totem) per “L’Anello della Montagna” da cui ha inizio questa bella immersione all’intero dei Pradi e dei Masi di Tognola. Per il rientro, raggiunto nuovamente il Pont de Stèl, si scende sempre per la stessa strada bianca della salita.
Tempo complessivo per l’intero anello 6h circa soste comprese (tempi individuali)
I Pradi di Tognola – Il Video

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Location: Pradi di Tognola – Valle del Vanoi – Val Sorda (TN)
Area Geografica: Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino (TN)
Regione: Trentino
Accesso: dall’abitato di Caoria su strada bianca 352