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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

I Prati del Primiero – Val Canali

Aggiornamento: 20 feb

Un Paradiso senza fine, ai piedi del Cimerlo.

 

Mi piace identificare questa escursione come una lunga passeggiata autunnale. Un lungo cammino con quel dislivello così perfetto, da vivere con occhio attento su quei particolari che abbracciano tra di loro i boschi e i grandi prati che si raccolgono ai piedi del Cimerlo. Tutto parte da qui, da questo angolo boschivo del Primiero, che vede in Val Canali il punto di partenza e di arrivo di questa straordinaria escursione.

Ad Ottobre inoltrato le prime ore del mattino mi fanno sentire addosso quelle prime gelide sensazioni fuori dall’abitudinario. Sebbene l’Autunno sia giunto da qualche settimana, è la prima volta che a queste medie quote percepisco quella sensazione in cui pure le mani starebbero bene coperte. Alle 07’30 del mattino lungo la Val Canali il sole rimane ancora nascosto dalle vette più orientali, con un cielo così azzurro che ammiro andare in contrasto con la fitta boscaglia che guarda verso il versante a Sud delle Pale di San Martino.

Piereni è una piccola località, una delle tante presenti lungo la Val Canali, formata da poche baite che per la maggior parte di loro vengono utilizzate per gli alpeggi. L’unico e piacevole rumore che percepisco è quell’inconfondibile tintinnio delle campanelle di alcune mandrie ancora libere all’interno di questi meravigliosi prati. Tutto mi da l’impressione di una possibile Estate che sembra non finire mai, senza pensare che questa loro presenza è dettata da un tempo molto limitato e che con la prima neve chiuderà definitivamente per quest’anno questa loro fantastica espressione di libertà.

L’anello escursionistico che sto per intraprendere è molto particolare, se non addirittura suggestivo. Camminerò su di una quota media di 1500m, non molto a differenza di ciò che abitualmente affronto. Ma tutto sarà concentrato all’interno di quest’area geografica che si divide tra la Val Canali e l’alto Primiero, lungo quella linea territoriale che dalla Val Cismon si incammina alla base del Cimerlo (2503m) e di Cima della Stanga a 2550m. Prati, fienili e un susseguirsi di tratti boschivi che diventano così il mio riferimento di giornata.

Chalet Piereni è il punto di partenza. Si posiziona a 1235m di altitudine su di una bellissima terrazza panoramica che guarda verso la Val Canali e quel primo versante roccioso della Tacca Bianca (2141m) e del Feltraio (2295m), per poi perdersi verso il Passo Cereda (1361m), Sagron e Mis (1125m) nel vicino Agordino delle Dolomiti Bellunesi. Lo Chalet è ancora aperto in questa mia giornata di metà Ottobre. Ottima occasione per approfittare di un’abbondante colazione prima del lungo cammino che mi attende.

Come punto di riferimento sulla corretta linea di sentiero da seguire scelgo di muovermi in senso antiorario, guardando verso i Prati Ronz quel giro di boa nel punto più lontano tenendo come primo punto di riferimento Forcella Col dei Cistri che si posiziona a 1513m di altitudine. Per fare questo dalla località di Piereni devo salire leggermente di quota in direzione dei Prati di Fosne. Scendo lungo la strada asfaltata che dallo Chalet mi conduce in pochi minuti nel cuore della località stessa. Il Cimerlo che mi sovrasta è già illuminato dal sole quasi a dare l’impressione di prendere fuoco, con questi meravigliosi prati ancora nascosti dal sole che brulicano di animali liberi al pascolo.

Lungo questa stradina asfaltata che sale leggermente il versante le prime indicazioni di sentiero. Fosne, Forcella Col dei Cistri e il Rifugio Velo della Madonna è la giusta via da seguire sebbene le tabelle stesse non mi diano indicazione numerica. La serpentina asfaltata prosegue, e dopo qualche centinaio di metri su di un tronco d’albero una seminascosta indicazione di sentiero numerato con il 719. Sebbene confrontando la mia mappa Tabacco e notare alcune diverse numerazioni che si susseguono per la via al Col dei Cistri, mi oriento molto bene tenendo sempre come riferimento il Rifugio Velo della Madonna che da questo punto dista in quattro lunghe ore di cammino.

Una stradina che in certi punti impegna un pochino, una continua serpentina piacevole che mi mette subito a stretto contatto con le prime baite e i primi fienili che per tutta la giornata saranno le vere “star” di questa mia escursione autunnale. La sensazione è positiva e piacevole, sebbene il mio sia un periodo un po’ particolare e molto intenso. Il sole finalmente inizia poco a poco ad illuminare e scaldare questo meraviglioso ambiente, dove i colori di stagione danno vita a nuove sensazioni e a quei profumi che solo l’Autunno riesce a regalare.

Un grande e colorato quadro inizia a prendere vita, una nuova stagione che sebbene segua una frenetica Estate non limita nessuna emozione. La stradina asfaltata passa in secondo piano, o meglio nemmeno la considero come un soggetto fuori luogo da questa Natura così “viva”. Tutto ciò che mi circonda prende i colori del sole che con l’abilità che solo la Natura riesce a gestire, tramuta l’intera vegetazione da un caldo verde ai quelle sfumature che dal giallo arrivano al rosso fuoco. Camminare completamente avvolto da queste mille sfumature è di un’energia e di una positività indescrivibile.

Sto bene, mi sento di stare bene con me stesso e questo è ciò che per me conta ora…

 

Prati Fosne – 1370m

Il punto dove l’asfalto lascia finalmente spazio al sentiero, alla terra di montagna che ora completa finalmente questo mio perfetto quadro naturalistico. Prati Fosne è il primo dei vari prati che fanno parte di questa mia giornata. Un piccolo raggruppamento di baite e fienili privati, dove la regola che vale il divieto di accesso agli estranei deve essere assolutamente rispettata. Questo luogo infatti non è accessibile ad estranei, e questo con tutta onestà lo capisco e lo difendo come volere.

Solo ad osservarlo nei punti che mi vengono concessi fa ben capire che il suo meraviglioso habitat deve giustamente essere salvaguardato e rispettato. Grandi prati perfettamente tenuti, che in alcuni versanti ospitano alpeggi ancora in fremito e dispersive baite che lo rendono un vero Paradiso in questa povera Terra ormai martoriata dalle peggiori cose. Rimango per qualche minuto ad osservare tutto questo, alimentando maggiormente quel mio sogno così personale che guarda verso queste piccole abitazioni come un Rifugio lontano da tutto e da tutti nella pace più assoluta.

Magnifica visione…

I prati che avvolgono questa piccola località guardano sempre al Cimerlo, che in questo momento diviene la mia cartolina fotografica per antonomasia. A divieti giustamente rispettati all’altezza di uno di questi fienili il sentiero 731 inizia una ripida salita, che segue lateralmente l’intero tratto geografico dei Prati di Fosne ed avere ugualmente l’opportunità di ammirare questo bellissimo luogo che non nasconde nulla. Il sentiero costeggiando questo versante offre così spunti panoramici molto particolari ed intensi di questa località.

Da un punto di vista tecnico, questo è il tratto forse più impegnativo dell’intero anello. I Boschi del Cimerlo per un po non offrono nessun punto di vista particolare. La consistente presenza di alti e fitti fusti non mi concede delle panoramiche di grande rilievo sebbene l’espressione di colori non manca mai di illuminare il mio lento e pacifico cammino. Da li a poco però tutto cambia. Nuovi prati e punti di vista.

 

Rodena – 1521m

Come spesso succede quando mi confronto con il bosco, questa bella e ampia strada forestale si apre improvvisamente lasciando spazio a questa nuova località interna. Tieni in considerazione caro lettore che ogni località che ti descriverò sarà quel tuo punto di riferimento da tenere poi in considerazione con le mappe escursionistiche che tieni in mano. Rodena dopo Prati Fosne è un nuovo importante riferimento.

Non solo perché ospita a se gli ennesimi e verdi prati di questi versanti che in questo caso si compongono di un paio di bellissime baite, ma perché Rodena offre un primo punto panoramico verso il Primiero che amplia lo sguardo verso il gruppo montuoso del Cimonega, che divide il Primiero stesso con le vicine Dolomiti Agordine. È un punto di vista straordinario dove un piccolo raggruppamento di pecore dalla lana nera rimangono ancora chiuse all’interno di un ampio recinto ai bordi di una piccolissima baita ben tenuta ed ornata da fiori di stagione.

Rodena è quello che anticipa di poco il mio primo obbiettivo da seguire. Il sentiero, o strada forestale, 731 sale leggermente mantenendomi sempre al cospetto dei prati, per giungere così di fronte ad una solitaria e abitata baita che da li a poco anticipa il mio arrivo in Forcella Col dei Cistri. Come nel caso precedente dei Prati Fosne, pure in questa unica baita presente viene posto il divieto di accesso all’interno dei prati che ne delimitano il territorio.

Io su questi continui divieti me ne sono fatto un po un pensiero ed un’idea personale. Credo che determinate limitazioni, concesse su autorizzazione delle amministrazioni locali, vengano così predisposte tenendo in considerazione la poca cura ed attenzione che di norma il turismo di massa porta lungo questi territori. Sono facilmente raggiungibili a piedi e senza un grande impegno, e questo rispecchia perfettamente quella situazione in cui le “capre e i cavoli” di turno ne approfittino per fare di casa altrui un qualcosa di strettamente proprio. Di questo mio pensiero ne parlerò più avanti, quando avrò così l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con uno dei proprietari di queste baite che mi darà conferma di questo mio pensiero.

 

Forcella Col dei Cistri – 1513m

Un sentiero, sempre il 731, che non solo cambierà per un po ogni prospettiva ma che darà inizio ad una lunga e ripida discesa completamente boschiva. Ora non mi resta che dimenticare per un po i vasti territori e i prati incontrati fino a questa forcella. Una lunga discesa che permette ai boschi del Prasorin di farmi percepire quella sensazione di esserne completamente ingoiato. Così fitti da rendere l’ambiente che mi circonda così buio a darmi l’impressione di un momento all’imbrunire al termine di una lunga giornata.

Sembra una discesa di quelle interminabili, soprattutto se la si affronta per la prima volta. Mi trasmette quelle sensazioni positive in cui mi sento a stretto contatto con la foresta più selvaggia. Un sentiero ben marcato ma scivoloso in alcuni punti per via del fango presente, per cui da porre un po di attenzione. La foresta selvaggia però lascia sempre quel po di spazio, sebbene per poco, ad ampie terrazze a cielo aperto. Infatti improvvisamente un prato in penombra della montagna che lo sovrasta custodisce a se un paio di bellissime baite (le ennesime…), queste però visto l’orario del mattino devono ancora assaporare il calore del sole di questa giornata e che in pochi passi mi rimandano nuovamente dentro ai boschi.

Il sentiero prosegue più docile, leggere salite che seguono altrettante discese con alcuni tratti più rocciosi. Una lunga serpentina orizzontale che piano piano entra all’interno di un nuovo territorio. Sta di fatto che il sentiero stesso lascia così spazio ad un’ampia strada forestale, dove incrocio dei divieti di transito dovuti ai lavori di deforestazione in atto. Essendo solo però, gli operai presenti mi lasciano ugualmente passare sebbene con sguardi non proprio convinti. La forestale guarda verso San Martino di Castrozza, e il suo cammino si snoda già ai piedi di Cima della Stanga che a sua volta guarda già verso il Sass Maor.

Ed è a questo punto che cambio direzione. Giungo ad un bivio lungo la Val Fatane dove il sentiero 724 prosegue più a monte in direzione di San Martino di Castrozza, mentre io tengo la sinistra per un sentiero non numerato dalle tabelle presenti ma che scende in direzione di Ronz e Siror. Una bella serpentina in facile discesa tra i boschi che in circa dieci minuti di spensierato cammino mi accompagna vero il punto più lontano di questo anello. Il mio giro di boa, un regalo che trovo meraviglioso…

 

Prati di Ronz – 1371m

Un sipario che si apre su di un teatro naturale meraviglioso. Una baita e un grande fienile che accudiscono a sè un piccolo capitello che raffigura una di quelle immagini sacre che spesse volte entrano all’interno dei miei pensieri. Il silenzio è assoluto, interrotto unicamente dal rigoglioso suono di una fontanella di acqua fresca e dal libero movimento di una decina di cavalli dal manto dorato all’interno di questo grande prato limitato da un recinto che lascia tanto di quello spazio che vi si potrebbe racchiudere un’intera città.

È così che questo luogo mi da il suo rispettoso benvenuto. È così che vengo completamente conquistato da questo angolo naturale di grande spessore. L’orario è perfetto, quello che invita a quella pausa di metà giornata che nel silenzio e l’assoluta solitudine si impadronisce dei miei pensieri più intimi. La baita risulta perfetta, con quel tavolino e le sue panche di puro legno di montagna. Esito un attimo nel cercare di capire se posso permettermi quella confidenza in cui sfruttare questa improvvisa comodità per il mio pranzo a sacco.

Nessun divieto, nessuna limitazione ad estranei che possa indurmi a trovare un luogo differente. Se così fosse sarebbe del tutto impossibile trovarne per ora uno di uguale. Il destino è dalla mia parte, e la convinzione che si possa fare prende così il sopravvento. Passo quasi due ore all’interno di questo mio improvviso Paradiso. Due ore su quella panca ai bordi di questa bellissima fontanella. Due ore camminando liberamente all’interno di questo pascolo, entrando in stretto contatto con questi meravigliosi cavalli dividendo con loro quella perfetta alchimia dove il silenzio e la tranquillità risultano per l’ennesima volta la migliore medicina per tutti i possibili malanni.

Lasciare questo luogo è come lasciarne in custodia una piccola parte di me. Tanti pensieri e tante possibili soluzioni per un momento un pò così della mia vita. Ma queste sono situazioni ed esperienze che devono prendere il sopravvento nell’immediato, soprattutto quando Madre Natura esprime al meglio una piccola parte di sé. Prima di riprendere il cammino mi guardo dietro, l’ultimo sguardo verso questo luogo che a fronte di tante domande è riuscito a pormi tante risposte.

 

Dagnoli – 1290m

Dai Prati di Ronz ritrovo nuovamente l’asfalto e questo un pò mi dispiace a dire il vero. Ma si tratta comunque di una piccola stradina che tale rimane per un breve tratto. Da Ronz stesso seguo la via di sentiero 724 da come indicazioni Dagnoli e Siror. Un breve tratto asfaltato tra alcune piccole baite e un nuovo segnavia che mi riporta nuovamente su sentiero boschivo. Il 724 prosegue sulla sinistra salendo leggermente su di un’ampia forestale, per entrare così all’interno di questo nuovo territorio che in Dagnoli vede l’ennesima espressione di prati e baite.

Ogni luogo si compone degli stessi ingredienti: prati e baite, ma che in ognuna di loro riesco a leggere delle storie sempre diverse. Come quel panorama, che rimanendo impassibile verso il Primiero ha sempre un qualcosa di diverso da offrirmi. Dagnoli è una delle ultime parti di questo mio anello. Una nuova stradina asfaltata che poi si inerpica leggermente lungo l’ennesima forestale, dove la presenza umana è maggiore. Non solo il disboscamento di grande volume incontrato lungo la prima parte più a monte. Anche lungo questi boschi si sale per fare legna, prima che il gelo e la prima neve renda impossibile anche questa cosa.

Per me tutto si racchiude in una bellissima scoperta. Come tutte le prime volte ogni piccolo particolare accende la mia curiosità, soprattutto in frangenti come questi dove il continuo cambiamento del paesaggio plagia ogni mio minimo sguardo. Appena il sentiero 724 esce dai boschi e ritrova ancora quella stretta linea di asfalto, sono preso da una bellissima visione di questa piccola valle posta a monte del centro abitato di Siror. È come quella favola in cui uscendo dal solitario e misterioso bosco ti trovi di fronte a quel primo e debole accenno di civiltà che rischierebbe di dissolvere questa meravigliosa alchimia.

Ma tutto questo fortunatamente non è così. Un semplice viale che sembra accompagnarmi verso l’ennesimo Paradiso, e il proprietario di una bellissima baita che leggermente divertito mi osserva mentre preparo la mia “situazione” per la ripresa di rito. Ci si fa quattro chiacchiere. Lui un Signore sui settanta, una baita molto signorile e curata nei minimi particolari e che con quel bel Suv parcheggiato a dovere ti fa capire che sicuramente non è l’ultimo arrivato. Un bel confronto tra la mia personalità e la sua, e la spiegazione ben precisa sulle scelte di prendere provvedimenti seri e limitare così alcuni territori con i dovuti divieti.

Effettivamente la sua è stata una spiegazione molto chiara ed esaustiva, e come dargli torto. Come dargli torto se il contesto in cui si trovano questi prati vengono presi d’assalto da escursionisti che in modo del tutto arrogante allestiscono pic-nic volanti all’interno delle zone di proprietà. Come dargli torto se troppe volte è necessario pulire e raccogliere la spazzatura lasciata in loco dal turista della Domenica. E come dargli torto quando persistono casi in cui gli animali liberi al pascolo vengono presi di mira da ragazzini con il pallone da calcio, per vedersi improvvisi tornei di calcetto tra i prati ben curati e mantenuti.

Come dargli torto, e come non appoggiare l’idea di porre divieti a chi tra queste montagne esprime la peggiore delle personalità dove la mancanza di rispetto prevale su di una partitella a pallone. Andate allo stadio, oppure occupate liberamente quelle spiagge libere e appositamente allestite per quella depressione che fa parte della vostra quotidianità.

 

Polina – 1290m

Ultimi prati prima del rientro a Piereni. Quelli di Polina sono i più estesi da un punto geografico. La loro grandezza si esprime guardando verso Nord dove il Cimerlo torna nuovamente a padroneggiare come cima rocciosa all’interno di questo territorio. In questo frangente sono molto più a valle rispetto al tratto di andata, e l’intero versante che guarda verso queste vette rocciose è molto più lontano.

Qui mi vedo attratto da una bellissima baita di un candido colore bianco. Ai suoi balconi delle fioriture di stagione meravigliose e quel suo alpeggio posto nel lato opposto. Una ventina di Mucche che si liberano a questo meraviglioso e caldo sole di metà Ottobre. Una serie di colorazioni stagionali che esplodono dai boschi circostanti e quel tiepido vento fresco che mi fa respirare ottimismo e fiducia per il futuro.

Tutto questo io lo sfrutto sempre per questi momenti che trovo solo in questi contesti. Non ne potrei fare a meno perché rientrano nel mio modo di essere, nella mai personalità. Ma ora arriva il tempo di rientrare. Sono già presenti lungo la stradina tabelle indicative per la Val Canali, per Piereni e per il Cant del Gal, nota meta lungo l’alta Val Canali. All’altezza del Belvedere sulla sinistra il sentiero 734 da come indicazioni Fosne e Col dei Cistri. Quella ripidità che in questo momento di fine giornata sento nelle gambe. Il cammino è stato lungo e come sempre arriva quel momento in cui il mio corpo inizia a trasmettermi qualche cenno di stanchezza.

Sale ripido per circa 200m fino a giungere al cospetto delle ultime baite di giornata. Private e con i divieti del caso, che anche in questo frangente fanno ben capire quanto queste persone tengano alla loro vita privata e al rispetto di queste aree. Nel giro di pochi minuti mi congiungo nuovamente con il piccolo centro abitativo di Fosne e le sue bellissime baite, proseguendo verso lo Chalet Piereni per quell’ultimo tratto di strada affrontato il mattino durante la salita iniziale.

 

I Prati del Cimerlo – Note Tecniche

Bellissima ed affascinante escursione da affrontare da Primavera ad Autunno inoltrato. I tempi di cammino io li ho calcolati sulle 5h30m circa soste comprese. Un dislivello che parte dai 1235m dello Chalet Piereni e giunge al punto più alto di Forcella Col dei Cistri a 1606m per un totale complessivo di +371m. da un punto di vista tecnico poi è un susseguirsi di continui sali/scendi che impegnano ben poco e che si dividono in tratti asfaltati e di sentiero naturale.

Ottima occasione per ammirare questi boschi ma soprattutto questi vasti prati e le baite che ne contornano con la loro eleganza e la storia che si portano dietro. È un po come tornare indietro nel tempo e guardare così verso una montagna di epoche lontane e per noi completamente sconosciute. Consiglio vivamente di rispettare i divieti di accesso, i vari sentieri lungo questi prati forniscono ugualmente l’opportunità di ammirare questi territori ed entrare così a stretto contatto con tutto ciò che ci circonda.




 

I Prati del Cimerlo (Ronz) – Il Video

Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

 

Location: Dal Bosco del Cimerlo lungo il versante ad Ovest della Val Canali – Primiero

Area Geografica: Alto Primiero – Val Cismon

Regione: Trentino

Accesso: Dallo Chalet Piereni, lungo la Val Canali, su sentiero 719 per Forcella Col dei Cistri

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