Stefano Germano
I Tabiai de Ciamp – Agordino
Aggiornamento: 20 feb
I Tabiai, storia di un’antica montagna ai piedi del Sasso Bianco.
Una lunga salita, di quelle che sembra non terminino mai fino ad arrivare alla soglia del cielo. Una bellissima giornata all’interno dell’Agordino più bello, dove questo meraviglioso pianoro acoglie a sè questi antichi Tabiai che nel mio pensiero più intimo raccontano storie e leggende di una montagna dimenticata dal tempo e dalle tradizioni.

Piaia è un piccolo e desolato borgo nella vicina località di Pecol. Si posiziona a 1175m di altitudine e guarda direttamente verso la lunga valle posta ai piedi del Monte Civetta. Ed è proprio verso questa magnifica montagna che inizia con i migliori propositi la giornata per questa ristretta comunità di persone, che della vista stessa e dell’ambiente che li ospita io ritengo privilegiati. Da questo punto parte questo lungo sentiero che si innalza nell’immediato all’interno di una strada bianca.


La mattina presto mi è amica in queste circostanze. Inizia con quella leggera brezza che rinfresca parecchio, con i camini fumanti delle poche case presenti. Tabelle indicative adiacenti ad un piccolo spazio adibito alle poche auto, da il via a questa mia nuova e lunga giornata. Dei Tabià e del Rifugio Sasso Bianco porto ancora i ricordi di un giorno autunnale del 2k20, quando la stagione dava i primi segnali di un imminente Inverno in arrivo.
Una strada bianca, che così si presenterà per buona parte dell’intero cammino. Si innalza nell’immediato imponendo un certo impegno sin da subito. Una buona parte di essa si compone di una lunga pavimentazione in cemento per poter facilitare la salita dei mezzi che più a monte si collegano alla teleferica del Rifugio. Alcune baite private sparse all’interno dei boschi che circondano la strada, per poi entrare maggiormente in contatto con quella meravigliosa solitudine che mi accompagnerà per tutta la giornata.


Alcuni spunti panoramici verso i versanti più ad Occidente, quelli che guardano verso Pecol e la grande parete boschiva del Monte Costiaza, che da un punto di vista geografico anticipa di poco la vista verso la vetta del Sasso Bianco, il monte sicuramente più blasonato dell’intero territorio. Pochi spunti di facile cammino, una serpentina che prosegue la sua impegnativa salita. Quel poco che permette di tirare per un po’ il fiato è unicamente in quelle aree che in questa stagione sono adibite al disboscamento controllato.



Noto la recente mano dell’uomo in questi frangenti. Le grandi tracce lasciate sul terreno da pesanti mezzi meccanici, mi fanno ben intendere che la settimana appena trascorsa deve essere stata molto intensa per quanto riguarda questa dura e difficile attività in alta montagna. Un disboscamento che come sempre viene regolarizzato da norme e principi che fortunatamente non danneggiano l’intero habitat naturale che mi circonda.
Trovo molto più piacevole la parte finale di questa forestale. Al termine inizia la parte finale che si compone di quel 40% di cammino seguendo una linea di sentiero molto più adatta al Trekking. Mi lascio alle spalle alcune piccole baite, come la “Baita de me Nono”, i “Tabiai de Costa” e molti altri. Sono ancora nascosti al sole dalle spalle boschive, ma con la promessa di dedicare loro maggior spazio e tempo durante il rientro a valle quando il sole pomeridiano sarà dalla loro parte.


Una sintonia che prende sempre vita nel momento in cui le strade bianche, o forestali, lasciano definitivamente spazio al sentiero di montagna, quello che rende merito all’ambiente che mi circonda. Quella situazione in cui mi sento un vero Trekker, seguendo le orme di chi nei più svariati decenni hanno sempre più marcato la via da seguire. Le radici degli alberi come la roccia presente forniscono anche in questo frangente quell’aiuto necessario per un appoggio sempre migliore, indipendentemente dai tratti più impegnativi.

Con la salita aumenta anche la quota. Tutto inizia un pò alla volta a prendere colori e profumi della stagione attuale. L’erba diventa secca e gli alberi prendono sempre più vita grazie ai loro sgargianti colori. Un punto di vista verso l’Agordino che su di una panca di legno segna il luogo perfetto per una pausa perfetta. La Valle del Biois accompagna questa mia infinita visuale, dove il Monte Civetta mi regala un anticipo visivo di ciò che ai Tabiai sarà un qualcosa di indimenticabile.




Un punto di vista così perfetto che Madre Natura mi concede addirittura l’opportunità di osservare la parte finale del Monte Pelmo, che da questa mia posizione geografica sembrava quasi impossibile. Gli ultimi passi che leggermente cambiano di dislivello. Un cammino che si fa sempre più leggero e che anticipa l’arrivo ai Tabiai de Ciamp e del Rifugio Sasso Bianco.



Il sole è già alto nel cielo, mi regala delle sfumature e dei colori di stagione che illuminano i Tabiai di una luce straordinaria. Nulla che riguarda quella Primavera dove tutto era ancora ricoperto di bianco. L’Autunno ora sfoggia tutta la sua migliore fantasia di stagione.
Il tutto i circa 2h 30 minuti di cammino, per un dislivello complessivo di +665m in continua e frenetica salita.
Tabiai de Ciamp – Rifugio Sasso Bianco – 1840m
Una piccola comunità di baite in alta montagna. Un meraviglioso pianoro erboso che abbraccia a sé piccole realtà di una lontana cultura, che diviene troppo spesso strumentalizzata per il turismo di stagione. Queste baite, dalla più piccola alla più grande, raccontano per l’ennesima volta ciò che i miei occhi e la mia mente vedono come una delle poche testimonianze di quella montagna che in tempi molto lontani univa a sé l’uomo e l’animale.

In questa giornata di fine Ottobre cammino nella più completa solitudine all’interno di questi prati, in un lungo e meraviglioso “pellegrinaggio” in cui mi sento parte di queste storie così antiche. Una giornata di un sole meraviglioso, caldo e penetrante nella mia pelle. Il Rifugio Sasso Bianco ha chiuso i battenti da pochi giorni, e sembra che in questa giornata così perfetta nessun essere umano, me escluso, sia preso dall’idea o dall’ispirazione di salire fin quassù. Tutto questo cade a mio vantaggio, mi fa sentire come l’unico superstite all’interno di un mondo libero e solitario.

Da un fienile all’altro una serie di punti di vista che guardano verso le vette circostanti. In uno di questi rimango comodamente seduto su di una piccola panca di legno, su di un bellissimo poggiolo lavorato da abili mani e al cospetto di questo sole che per oggi non finisce di stupirmi. Guardo la vicina Civetta, il monte sacro alla popolazione Agordina e che nell’insieme collettivo diviene uno dei simboli delle Dolomiti intere. Da questo mio punto di vista così privilegiato l’opportunità di ammirarlo in tutta la sua bellezza.






I boschi che circondano questo mio Paradiso a cielo aperto si colorano dei migliori colori di stagione. Una perfetta cornice naturale che in certi momenti va in contrasto con l’azzurro del cielo. Una leggera brezza sale dalle valli circostanti e che con grande delicatezza accarezza gli alberi per crearne così quel magico fruscio che in questi istanti è l’unico “rumore” presente. È tutto così perfetto che cresce in me l’idea di fermarmi qui per la notte, che le previsioni anticipano in un cielo ricco di stelle luminose che solo l’Autunno riesce a dare nelle notti perfette.




Lascio il mio zaino, il mio mondo in queste situazioni, custodito da una delle baite presenti. Mi incammino senza nessun peso sulla schiena e completamente libero da possibili distrazioni. Risalgo leggermente il sentiero 682 che con un leggero dislivello guarda verso la vetta del Sasso Bianco in circa 90 minuti di cammino. Assorto da questo mio momento così carico di positività interiore noto una piccola baita che, nascosta dal bosco, rimane lontana dai Tabiai. Risalgo così una spalla erbosa che in pochi minuti mi porta a questa piccola struttura, e da qui mi si apre un mondo meraviglioso.
Casera Federa – 1869m
Piccola e di un’età che sembra vecchia come il mondo. Mantenuta in modo perfetto e con la chiara impressione di essere utilizzata dai diretti proprietari. Porta con sé decenni e decenni di solitudine in questa sua piccola terrazza naturale che dai Tabiai sottostanti si apre al Monte Civetta con un panorama meraviglioso. Quel suo piccolo crocefisso e quella panca che splende direttamente al sole completano l’opera di “eterna solitudine”. Istintivamente abbandono l’idea della vetta del Sasso Bianco, è qui che il mio pensiero e il mio desiderio interiore ferma la mia giornata.




Tutto ciò che raccolgo da questi 30 minuti di perfetta contemplazione sono l’essenza della mia giornata. Non vedo più tutto questo come un Trekking, vissuto con quello spirito escursionistico che respiro con entusiasmo e il desiderio di salire sempre più in alto. Vivo questo tempo che ho a disposizione come il raggiungimento del perfetto equilibrio, quel mio #spiritolibero che finalmente trova il giusto spirito e adattamento alla mia stessa vita. Questo per me è energia, è lo scopo “vitale” che cerco tra queste montagne e tra questi sentieri immerso in una Natura viva e carica di emotività interiore.

Riesco così ad unire in una sola giornata un bellissimo Trekking ad un mio lavoro personale, dove la serenità interiore è uno degli obbiettivi che per questo 2k22 mi sono posto. Rientro nuovamente ai Tabiai, guardando con una certa riluttanza quell’assurda piattaforma di fronte al Rifugio, quel catafascio meccanico che è il punto di arrivo della teleferica. Il mio pensiero vede tutto questo come un qualcosa che si poteva benissimo evitare, magari posizionando quel catafascio stesso un centinaio di metri più verso valle, al di fuori dei prati che ospitano i Tabiai. Come comodità per il suo utilizzo non avrebbe cambiato assolutamente nulla, magari un centinaio di metri in più di cammino che avrebbero sicuramente risparmiato a questo Presepe vivente un orribile mezzo meccanico e un bruttissimo cavo d’acciaio lungo l’intero perimetro.

Si rientra a Piaia in circa 90 minuti seguendo lo stesso sentiero di salita. Ora il sole è posizionato a favore di quelle piccole baite incrociate durante il mattino. Vengono così illuminate da questa giornata che sembra non finire mai, e che nella facilità della discesa vivo nella più assoluta pace e benevolenza.




I Tabiai de Ciamp – Il Video

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Location: Tabiai de Ciamp – Agordino (BL)
Area Geografica: San Tomaso Agordino (BL)
Regione: Veneto
Accesso: dal centro abitato di Piaia (Pecol) su segnaletica per Sentiero Ciamp