Stefano Germano
I Tabiai de Ciamp (Sasso Bianco – Agordino)
I Tabiai de Ciamp, al Rifugio Sasso Bianco per intenderci anche se il mio obbiettivo sin dalle prime ore del mattino era la vetta del Sasso Bianco. Prendo tutto con le pinze dopo la mia precedente escursione che nell’Agordino mi ha accompagnato in Malga la Stia con quella coltre di neve che tutto poteva far pensare nel cuore di una stagione autunnale. Non è passata nemmeno una settimana da quell’escursione, non posso pensare che tutta questa neve si sia già diradata fin sopra le quote più alte. Diciamo che come base l’obbiettivo rimane nei Tabiai, una volta raggiunti si valuta le condizioni al di sopra dei 2400m di quota.

Panoramica verso l’Agordino
L’Agordino è un territorio a me molto caro, sin da bambino è stato parte integrante della mia crescita e conoscenza come escursionista soprattutto delle valli e dei gruppi montuosi delle Dolomiti. Ho mosso i miei primi passi lungo i facili e poco impegnativi sentieri che da Falcade risalgono verso il Passo San Pellegrino e che vede con il territorio geografico di Alleghe e Rocca Pietore due dei luoghi più simbolici delle mie vacanze estive con la famiglia. Per me è sempre una bella emozione quando mi muovo lungo quella lunga strada che da Agordo in direzione Nord attraversa piccoli centri abitati. Taibon, Cencenighe, San Tomaso solo per citarne alcuni come esempio e quelle loro piccole frazioni formate da borgate “annidate” sulle sponde delle vette che si innalzano verso i boschi rigogliosi di questi territori.

Boschi e le cime innevate d’Autunno nell’Agordino
E’ proprio da una di queste piccole comunità quasi nascoste al mondo, per mia invidia mi verrebbe a dire, che do inizio questa mia escursione ancora incerta, dove tutto è ancora da decidere.
Arrivo a Piaia dopo aver abbandonato l’Agordina e risalire in direzione di Pecol. Due centri abitati vicini l’uno all’altro e appena al di sopra de 1100m di quota. A Piaia, l’unica strada presente che collega Avoscan ai centri di Costa di Miazzo, Pian Molin, e Pecol stesso, termina adiacente ad un piccolo parcheggio, unico riferimento del sentiero da dove partire.

Timidi colori, a questa quota le neve non è arrivata
Ampia carrareccia che prende subito quota, attraverso i boschi risparmiati da questa prima neve che mantengono intatti la loro colorazione stagionale. E’ ancora presto in questo sabato mattina, l’intero versante Ovest della Civetta tiene per il momento nascosto il sole in questa prima parte di giornata. Il cielo è azzurro con qualche velatura che preannuncia un cambiamento meteo già previsto, non proprio a mio favore.

L’Autunno alle medie quote in contrasto con la neve in quelle più alte. Tra gli alberi in primo piano rimane ancora vivo il passaggio di Vaia
Il sentiero che sale ai piedi del Monte di Sotto (1520m), è costeggiato da una serie di Tabià che ne creano quella cornice visiva che durante un facile cammino come questo trasmettono quella positività che personalmente ricerco. E’ in cose semplici come queste che mi soffermo maggiormente, tutto ciò che rientra nella storia culturale di questi territori sono il toccar con mano una testimonianza di epoche passate. Nell’umiltà e nel silenzio di queste strutture mi immergo nella pace più assoluta.
Pace e tranquillità, due valori che l’essere umano ne ha diritto per Natura, per principio. Poi ognuno di noi ha la piena libertà di cercarle e di trovarle seguendo un istinto personale, nei luoghi e negli oggetti più particolari.
I Tabià di Monte di Sotto

Tabià Mezzarola

Pian Pezei

Pian Pezei

Tabià dei Costa

Tabià dei Costa

Tabià dei Costa

Tabià Angelini dei Dori
L’ampia e facile carrareccia termina appena oltrepassato il Tabià Angelini dei Dori. Il sentiero di montagna prosegue la salita rimanendo sempre al riparo dai boschi che si innalzano verso il Monte di Sopra (1854m), lasciando in certi tratti ampi spazi per le belle panoramiche che verso Sud si allungano nell’Agordino, alle sue bianche vette e ad un primo sussulto visivo alla maestosa Civetta.

La Civetta in primo piano, sulla sinistra punto di vista verso il Pelmo
Ora si sale in modo più impegnativo, il sentiero si stringe maggiormente su se stesso seguendo lateralmente il corso di un Rio che scende direttamente dal Ciamp trasportando con se un ampio bacino d’acqua. Avvisaglia di quel repentino disgelo che le temperature ancora tiepide non riescono a contenere.


Il sole inizia a filtrare attraverso il bosco, la quota è maggiore e in questo punto la neve inizia a farsi vedere. La notte è passata da poco, le temperature ancora gelide portano con se un fondo formato da ampi corridoi ghiacciati e questo induce ad avere prudenza senza nascondere minimamente il fascino del contesto in cui mi trovo. Un’ultima parte di sentiero che aggira la cresta superiore del Monte di Sopra, la neve a questo punto è così talmente alta che in alcuni tratti sprofondo fino alle ginocchia. Ma questo è puro divertimento, una scarica di energia positiva che mantiene attiva questa mia lunga giornata.

I Tabiai de Ciamp
Ciò che mi lascio alle spalle è un bel sentiero, ampio e facilmente agibile. Non quella forma di sentiero di puro Trekking ma quella facilità di un’escursione adatta a tutti. Dalle famiglie e dai meno giovani con tanta voglia di vivere la vita attraverso questo luoghi così straordinari. La parte finale, quella che lascia la carrareccia per inoltrarsi su puro sentiero è quella più impegnativa, e la presenza di così tanta neve mi fa pensare che nel cuore della stagione invernale muoversi con le ciaspole potrebbe risultare più impegnativa ma non impossibile, almeno da questo versante. Ma questa è una stagione ancora lontana dall’Inverno e i Tabiai de Ciamp sono già di fronte a me.

Il Ciamp, i primi Tabiai

I primi Tabiai verso la Civetta
In epoche lontane il Ciamp e i suoi Tabiai erano punto di raccolta per gli alpeggi estivi (quanto mi piace parlare di loro) dove per lunghi mesi la tradizione alpina era uguale nell’intero territorio delle Dolomiti. Con la presenza del Rifugio Sasso Bianco (1840m), l’intera zona diviene spunto per interessanti obbiettivi dediti al Trekking più impegnativo. Il Rifugio diviene così un punto di riferimento importante per la sua preziosa ospitalità e punto logistico per altre destinazioni.
Quella mia sosta di rito, pranzo a sacco (Rifugio chiuso per fine stagione) ammirando e godendo di tutto ciò che mi circonda. E’ difficile per me rimanere seduto e pranzare rilassandomi un po. Sebbene si stia così bene al sole questa motivazione non è valida per rimanere seduto e inerme. Continuo a muovermi perchè ciò che mi avvolge in questo momento lo devo vivere senza indugio.

Tabiai

Rifugio Sasso Bianco
Il mio sguardo cade più volte verso la vetta del Sasso. Tanta neve, troppa e in alcuni frangenti la presenza di scariche nevose che preavvisano momenti in cui le slavine rimangono una presenza costante e temibile. Il cielo inizia un po alla volta a coprirsi. Da prima con deboli velature fino alla formazione di strati cumuliformi che chiudono un po la visuale verso le vette più lontane. Rimango sui miei passi, i Tabiai sono un’ottima occasione da cogliere per crearne un valido motivo per una destinazione ad hoc.

Vista verso il Piz Zorlet 2378m
A mio parere uno dei punti di vista più belli verso la Civetta. Da questa quota (1840m) e posizione geografica, l’intera muraglia di questo bestione di Dolomia riesce ad esprimere al meglio tutta la sua maestosità. Enorme, di una lunghezza che sembra non finire mai dove ogni singola torre, parete e guglia rocciosa si offre nei suoi minimi particolari e che grazie a questa sua bianca veste ne risalta maggiormente la sua formazione geologica.

La Civetta
I Tabiai stessi sparsi lungo questa piana a cielo aperto sono lo stimolo per visitarli uno dopo l’altro. La neve implica quella mezza fatica di movimento in più ma tutto il contesto è meraviglioso. Lungo le mura in legno di queste piccole baite è possibile scoprire cose particolari che con umiltà si legano ad una tradizione che sembra non avere una fine. Da oggetti semplici come attrezzi da lavoro, corna di animali ben sistemati per dare maggior risalto alla struttura, a piccoli lavoretti e oggetti in legno che abbelliscono con la loro semplicità ogni singolo angolo, ogni balcone come ogni porta. L’immancabile crocifisso in legno, non solo il simbolo di un credere ma anche a dimostrare quella devozione che richiama protezione per quella dura vita che la montagna richiede da sempre.

Tabiai immersi nella neve
Bellissima e facile escursione da intraprendere direi per tutto l’anno. Tecnicamente un po più impegnativa durante l’Inverno, soprattutto nella parte finale dove la carrareccia lascia il posto al sentiero più naturale. Come già descritto, i valori che la rendono tale vanno dal punto panoramico verso la Civetta alla sua posizione geografica che collega perfettamente i vari sentieri che si allungano verso il versante più a Nord dell’Agordino. La locazione dei suoi Tabiai fa ben capire con quale criterio queste piccole comunità in alta quota prendevano vita. Le ritengo da sempre di un fascino tutto particolare, modelle da ammirare e da fotografare per quei valori aggiunti che nascono dentro e che colorano questa Natura di un passato straordinario.
I Tabiai de Ciamp – Punti di Vista














I Tabiai de Ciamp – La Mappa
I Tabiai de Ciamp – Il Video
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Location: Monte di Sopra – Agordino Dolomiti (BL)
Area Geografica: Alto Agordino – Dolomiti Bellunesi (BL)
Regione: Veneto
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