Stefano Germano
Il Sentiero Alberto Bonacossa – Cadini di Misurina
Aggiornamento: 20 feb
Straordinario cammino all’interno dei Cadini di Misurina
Mi piace definire questo sentiero come l’Alta Via dei Cadini di Misurina. Un Trekking infinito, che scorre attraverso l’intero massiccio dei Cadini, e guarda verso i punti di maggiore interesse di questo gruppo roccioso, imponente e maestoso. È un Trekking che per chi è ben allenato e in ottima condizione fisica è fattibile all’interno di un’unica e lunga giornata estiva.

Ma è d’obbligo crearne una magia. Difatti, da come io personalmente consiglio, l’approccio migliore con questa escursione è di gestirlo in due giornate con una bella notte da passare al Rifugio Fonda Savio. Dare vita così al fascino di una notte da passare sotto le stelle al cospetto della Torre di Wundt e della grande imponenza rocciosa di Cima Cadin di San Lucano, posta a 2825m a monte del Ciadin del Nevaio.
In quanto racchiudere invece l’intero itinerario in una sola giornata? Beh, io per averla già percorsa nel 2019 tutta di un fiato il tempo necessario per completare questo spettacolare anello è stato di circa 9h, considerando i continui dislivelli, i due tratti attrezzati complessivi e una giornata completamente serena, calda e che a fine giornata ha lasciato il segno dal punto di vista muscolare.
Quindi parto dall’idea di dividere in due step, in due giornate questo affascinante Trekking tenendo come riferimento il Rifugio Fonda Savio per una bella notte in alta quota. Un’occasione come poche per vivere i Cadini dando massima attenzione al valore naturale e paesaggistico di queste sue imponenti torri, guglie e vallate rocciose.
Rifugio Col de Varda – 2106m – Primo Step
Parto dall’estremità più a Sud dei Cadini. Da quel versante che guarda verso il Lago di Misurina (1750m) e che vede nel Rifugio Col de Varda il punto di inizio ufficiale del Sentiero Alberto Bonacossa. Il 117 è la linea di cammino da seguire. Parte proprio a ridosso del Rifugio stesso, attraverso una prima parte su dei boschi per poi diradarsi verso la roccia più selvaggia dei Cadini. Si risale leggermente a cielo aperto, lungo la Grava di Misurina che costeggia per intero la spinale rocciosa di Cima Ciadin di Misurina.

Rifugio Col de Varda 2106m

Targa identificativa del Sentiero Alberto Bonacossa

Le Grave di Misurina
Oltre che al fascino della roccia selvaggia presente, si apre un’immensa vista panoramica verso Ovest, dove il sole di primo mattino fa già brillare le grandi pareti del Cristallo, del Cristallino di Misurina e delle Pale di Misurina a monte dell’omonimo Lago. Ottimo spunto iniziale verso il Sorapis, che nelle quote più alte si potrà ammirare in tutto il suo splendore.

Il Cristallo e il Cristallino di Misurina, a valle il Lago di Misurina

Il Sorapiss
La salita non impone grandi difficoltà. Un continuo sali/scendi attraverso un sentiero roccioso. Bellissima la visuale che guarda verso la lunga spinale di Cima Ciadin di Misurina, che accompagna lungo questa prima tratta di sentiero. La panoramica verso Ovest si amplia sempre di più, soprattutto con la complicità dell’innalzamento della quota che mi permette così di allargare la mia vista.

Su sentiero 117 lungo le Grave di Misurina

Garofanino Maggiore lungo il sentiero

Cima Ciadin de Misurina

In salita verso Forcella Misurina
Riesco ad osservare in modo chiaro le lontane Dolomiti di Fanes Sennes e Braies, dove un po alla volta prendono vita i prati di Prato Piazza, Cima Specie e il Picco di Vallandro, nelle Dolomiti di Braies. Per conoscenza del sentiero il lungo canalone roccioso che sale in direzione di Forcella Misurina si avvicina sempre più. Lungo questa prima parte di sentiero grandi massi rocciosi costringono a dei cambiamenti di direzione, ed essendo un territorio roccioso in alcune parti mi muovo su roccia friabile e franosa.
Forcella Misurina – 2375m
L’attacco finale per Forcella Misurina. Spettacolare, che mette adrenalina in corpo. Passaggi che mi entusiasmano, dove entro a stretto contatto con la vera Natura di queste montagne. Un dislivello complessivo dal Col de Varda alla Forcella che si può quasi attribuire per un 60% a questo passaggio. Il sentiero si stringe all’interno di due strette pareti rocciose, reso agevole dalla naturale formazione di scalini di roccia e gli ultimi 50m circa che si inerpicano tra roccia franosa e scalinate in legno aiutato da dei cordini d’acciaio che mi permettono così di giungere in Forcella Misurina, a 2375m di quota.




Un angolo meraviglioso che raggiungo in circa 1h e 30m minuti dal Rifugio Col de Varda, con un dislivello di +269m. Si pone a ridosso di due enormi pareti rocciose che fanno da angoli protettivi al lungo canalone che segue, e che guarda direttamente verso il Ciadin de la Neve. Le pareti stesse limitano il paesaggio incontrato in precedenza, infatti ora ho una vista verso l’intera Grave di Misurina che alza lo sguardo verso il Sorapis che in lontananza viene abilmente illuminato dal sole.

Il Sorapiss

Le Tre Cime di Lavaredo
Il Ciadin de la Neve invece rimane leggermente in secondo piano. L’enorme parete di Cima d’Antorno (2418m) e la lunga spinale che ne crea, sono ciò che per ora attrae la mia attenzione. Mi sembra di essere chiuso all’interno di un enorme imbuto roccioso che ad ogni angolo pone enormi pareti che si innalzano verso il cielo. Fantastica sensazione dove per l’ennesima volta percepisco la forza dirompente di questi massicci di Dolomia. Ma ora si scende di quota, e in modo molto repentino.
Il Ciadin de la Neve
Ora il tratto del Bonacossa richiede un po di attenzione e l’utilizzo dell’attrezzatura da ferrata. Qui il fattore è sempre individuale, nelle varie occasioni in cui mi sono trovato a transitare lungo questo ripido canalone roccioso e franabile, ho constatato che l’utilizzo dell’imbrago è stato molte volte messo da parte scendendo verso valle sfruttando a mano libera i cavi d’acciaio presenti.
L’ho fatto pure io più di qualche volta, vuoi per conoscenza del sentiero stesso o per la sicurezza che pongo per la mia esperienza. Ciò che mi sento di dire è che prevenire è sempre meglio che curare, quindi, indipendentemente che sia la prima volta sul Bonacossa oppure no, l’imbrago e il caschetto sono quei due elementi che potrebbero fare differenza.

Da Forcella Misurina, si scende verso il Ciadin de la Neve…
Scende da subito in modo vertiginoso. Una serie di cavi connessi l’uno con l’altro danno garanzia di un proseguo in tutta sicurezza. Il fondo è prevalentemente franoso con qualche spunto roccioso che ne crea dei naturali scalini molto agevoli. Alcuni passaggi su paretine verticali che in fase di discesa richiedono attenzione e la ricerca di buoni appigli per i piedi. Di fatto è molto più semplice risalirlo che affrontandolo in senso opposto come nel mio caso.

In direzione del Ciadin guardo verso Forcella Misurina

Tratto attrezzato…

… e buona presa.
Il passaggio è molto avventuroso, sempre rapito dalle pareti che lasciano spazio aperto solo in direzione del Ciadin. Dopo le ultime serpentine si abbandona così il tratto attrezzato. Il lungo canalone diviene meno esposto ma ugualmente franoso, dove in alcuni punti, quelli più ripidi e a rischio di trovarsi con il sedere per terra, il cammino è agevolato da alcuni scalini in legno. Sbuco così nel cuore del Ciadin de la Neve, ad una quota di 2175m con un dislivello da Forcella Misurina di -200m. Una bella e lunga discesa.
Proprio nel cuore di questo lungo ed enorme vallone. Da monte parte a 2471m di Forcella de la Neve scendendo attraverso un contesto geologico franoso in direzione del Pian dei Spiriti e del Lago di Misurina. Ai suoi fianchi si ergono campanili rocciosi che danno vita alle guglie del Ciadin de la Neve (2658m), un tridente dall’inconfondibile bellezza naturale/architettonica. E Cima Eotvos (2825m) che apre il versante Orientale, che scende in una moltitudine di lisce ed alte pareti che si chiudono in Forcella del Diavolo (2478m) e della Torre del Diavolo (2598m), che con Cima d’Antorno chiude questo scenario naturale.

Dal Ciadin de la Neve verso il Monte Piana

Il vallone roccioso del Ciadin de la Neve
Ed è Torre del Diavolo il nuovo obbiettivo di giornata. Dopo la pausa di rito verso questo meraviglioso versante, si sale nuovamente. Sono +303m di dislivello da affrontare per risalire il canalone roccioso che scorre ai piedi della Torre per raggiungere così la Forcella omonima. Il Trekking prosegue e diventa sempre più affascinante e coinvolgente.
Forcella del Diavolo – 2478m
In linea di massima impegna molto. Seguendo sempre il sentiero 117 tengo la sinistra, lasciando il sentiero principale, il 118, che risale l’intero Ciadin de la Neve per raggiungere la Forcella omonima e scendere in direzione del Rifugio Città di Carpi (2130m), posto nel settore a Sud dei Cadini. Il 117 sale da subito. Una lunga e stretta serpentina che si innalza a cielo aperto al cospetto di queste enormi pareti che mi sovrastano. Ben segnalato e marcato in modo da non sbagliare ed uscire dalla sua regolare linea di cammino.

Su sentiero 117 per Forcella del Diavolo

Cima Ciadin de la Neve

Sentiero abbastanza impegnativo. Roccioso e spettacolare
Ciò che offre il versante ad Ovest del Ciadin de la Neve, di passo in passo, curva dopo curva, regala sempre nuove prospettive panoramiche rivolte a questo versante. Il tridente di Cima Ciadin de la Neve assume sempre nuove prospettive, e la quota che si acquisisce alimenta maggiormente questi vari punti di vista. Al cospetto dei grandi massi di roccia che mi si presentano, la salita viene agevolata dalla presenza di due tratti attrezzati con comode scalette d’acciaio.

Altro punto panoramico verso le Cime di Ciadin de la Neve

Primo tratto attrezzato con scalette

Le Cime da un punto di vista con un dislivello in quota maggiore

Il secondo tratto attrezzato con scalette
Queste preavvisano l’imminente arrivo in Forcella. Il passaggio è avventuroso, affascinante, proprio come piace a me quando mi trovo al cospetto della Natura più difficile e selvaggia delle Dolomiti. Dopo la seconda serie di scalette, che permettono così di oltrepassare questo tratto che si compone di questi enormi massi, ancora qualche serpentina rocciosa ai piedi della grande parete granitica che da vita a Cima NW (2726m) per giungere così in Forcella del Diavolo a 2478m.

Passaggio su roccia

Forcella del Diavolo a 2478m
Ora tutto cambia ogni tipo di prospettiva. Le Tre Cime di Lavaredo fanno bella figura da quel loro versante Sud. Un nuovo canalone roccioso mi si presenta di fronte, che scende con la stessa pendenza trovata in precedenza per salire in Forcella. La Torre del Diavolo (2598m) è la vetta per antonomasia di questo punto geografico. Bellissima e irta verso il cielo, dove noto al presenza di due scalatori quasi nella sua sommità maggiore.

Da Forcella del Diavolo verso il Ciadin dei Toci, la Torre di Wundt e le Tre Cime di Lavaredo
Una bella pausa per ammirare l’ambiente naturale che mi circonda e la maestria dei scalatori stessi. Sebbene le nuvole siano prepotentemente entrate in scena nel giro di qualche ora, coprendo buona parte dei versanti maggiori delle Tre Cime, la vista è fantastica. Una Forcella dove la presenza di altri escursionisti è più marcata rispetto la prima parte di questo mio Trekking. Dal Fonda Savio arrivare fin quassù è questione di circa 1h 30m, e questo comporta molti di loro nel raggiungere unicamente questo luogo.





Passo dei Toci – Rifugio Fonda Savio – 2367m
Parte finale di questo primo step del Sentiero Bonacossa. Nuovamente in ripida discesa, nuovamente seguendo l’ennesimo canalone roccioso che con grande fascino si allunga verso il Passo dei Toci. Anche in questo frangente si deve porre molta attenzione. L’assenza di qualsiasi esposizione potrebbe al massimo indurre ad una spiacevole scivolata a scapito del nostro sedere, e questo impone un po di attenzione. Sempre sentiero 117, ben segnalato e che in certi punti si dirama su due differenti “corsie”.
Questo non è un problema, in questi casi le possibili diramazioni presenti si ricongiungono con il sentiero principale, e la perfetta vista che si ha del sentiero direttamente dalla Forcella fa già capire che linea di discesa seguire. Verso il Passo dei Toci l’ambiente inizia a colorarsi di verde. Le ennesime spalle rocciose presenti anche in questo frangente iniziano a dare spazio ai bellissimi e verdi prati che danno vita alla rigogliosa valle del Ciadin dei Toci. Ora la prima metà del Bonacossa si avvicina. Il Rifugio Fratelli Fonda Savio appare all’improvviso, dopo aver oltrepassato sulla destra una piccola spallina rocciosa.
Rifugio Fratelli Fonda Savio – 2367m – Secondo Step
Il Rifugio per antonomasia lungo questo versante. Quel tratto finale dove scalette di legno e cordini d’acciaio mi immergono lungo stretti canalini di roccia selvaggia. La sua posizione lo vede guardare verso due versanti opposti. Quello del Ciadin dei Toci ad Ovest che guarda al sentiero precedente, e ad Est la lunga valle rocciosa che scende direttamente dal cuore dei Cadini, il Ciadin del Nevaio.
Il punto chiave di queste panoramiche è unicamente al cospetto del suo pennone, di quella sua bandiera che ne testimonia la presenza specialmente da quei punti di sentieri di avvicinamento dove il Rifugio stesso non è visibile. Da questo punto, in prossimità del Passo dei Toci (2360m), il punto di vista diviene nell’immediato quasi infinito. Il Ciadin del Nevaio è la perfetta rappresentazione di ciò che i Cadini rappresentano.

Rifugio Fratelli Fonda-Savio 2367m


Un lungo vallone di enormi massi rocciosi che prende vita ai margini di Cima Cadin di San Lucano (2839m) e della meravigliosa Via Ferrata Merlone per scendere verso valle, camminando ai piedi del Cimon de Croda Lissa (2567m) per terminare la sua corsa ai margini della Val de le Cianpedèle. Oltre a questo un primo spunto che diviene sorpresa se si arriva quassù per la prima volta. Il versante Sud delle Tre Cime di Lavaredo.
Ma lo spettacolo che mi viene offerto non si limita “solo” a questo. Da quassù il Ciadin dei Toci non termina di stupirmi. Da questo mio punto di vista la struttura del Rifugio Fonda Savio sembra accompagnarmi lungo quel versante roccioso che dalla Torre del Diavolo scende verso valle tramite il Ciadin dei Toci. Un punto di vista che cambia ogni prospettiva vista durante il primo step. Quell’occasione perfetta di ammirare un punto ben preciso dalle sue diverse prospettive.

Il Rifugio Fonda-Savio e la Torre del Diavolo

Targa identificativa del Sentiero Alberto Bonacossa
Dal Fonda Savio parte quello che io definisco il secondo step del Bonacossa. Per scendere lungo il vallone roccioso che si congiunge con il Ciadin del Nevaio, si affronta un tratto molto esposto che scende facilitato da un paio di ponti di legno e cordini d’acciaio. Come sempre affascinante da questi suoi punti di vista che mettono a confronto con dei livelli di difficoltà leggermente maggiori.

Si deve porre un po’ di attenzione. Inciampare in malo modo su questa naturale scalinata rocciosa non porterebbe ad una simpatica situazione. Con passo attento e ben ancorati (con le mani) sui cavi presenti si scende lentamente verso il vallone. Lasciato il tratto esposto ed attrezzato il sentiero diventa pianeggiante ma leggermente franoso dove nei punti più difficili nuovamente (e giustamente) si trovano dei comodi ed utili cavi d’acciaio.

Il Bonacossa si muove sempre su sentiero 117. Le indicazioni che dal Rifugio guardano verso il proseguo del mio Trekking, danno come riferimento Forcella Rinbianco e ovviamente il Sentiero Bonacossa. Mi trovo così nel cuore roccioso dei Cadini, lungo quel versante che scende dal Ciadin del Nevaio e che guarda verso Nord dove il versante Sud delle Tre Cime di Lavaredo completa l’intera fisionomia geologica di queste tre impassibili ed uniche pareti Dolomitiche.

Le Tre Cime di Lavaredo (versante Sud) dal Ciadin del Nevaio
A dire il vero il colpo d’occhio verso le Tre Cime non è lo stesso che si può ammirare direttamente dal Rifugio Locatelli, la cartolina fotografica più conosciuta, ma da questo versante vengono a mancare le tre lisce pareti granitiche lasciando spazio a tre sagome piramidali e leggermente rigonfie di roccia. Fino a Forcella Rinbianco loro saranno lì, onnipresenti ad accompagnarmi al mio avvicinamento alla Forcella.
Questa seconda parte di tracciato è molto entusiasmante, per la maggior parte attraverso questo tratto completamente roccioso in un contesto che io considero nuovamente come il cuore dei Cadini. Bellissimi punti di vista verso i gruppi rocciosi che verso Nord Est danno vita alla Croda dei Toni, e la Val de Cianpedele che pone le basi agli irti bastioni che vede nella vetta del Cianpedele (2346) la cima più blasonata.




Forcella de Rinbianco si posiziona a 2178m su di un crocevia naturale che divide in due il sentiero 117. Da questo punto è possibile scendere direttamente su sentiero 119 lungo il vallone del Ciadin de Rinbianco per rientrare in circa 45 minuti al Lago di Antorno. Rimanendo in quota, sempre su sentiero 117, inizia a prendere vita la parte finale del Sentiero Bonacossa. Quella parte che io considero la più spettacolare.

Forcella Rinbianco 2178m

Cima Ciadin de le Bisse (sx) e Cima Ciadin de Rimbianco (dx)

Ciò che mi lascio alle spalle è grandioso…
Un primo tratto che scorre quasi in orizzontale lungo le rocce stratificate del Ciadin de le Bisse (2402m), che forma una serie di naturali pareti dove il sentiero stesso guarda verso la Val de le Cianpedele dando sempre più risalto ai lontani massicci rocciosi delle Dolomiti di Sesto. La vista lungo questo tratto di sentiero evidenzia la bellezza di questo versante dei Cadini.

Su sentiero 117, sulla destra la Croda dei Toni

Versante rocioso che guarda verso il Ciadin de Rimbianco

Sentiero 117
Sta di fatto che tutto ciò che mi sono lasciato alle spalle ora si apre con dei punti di vista sempre più infiniti. Il Ciadin del Nevaio e tutta quella parte di sentiero affrontato in precedenza, da questo punto così privilegiato assume un aspetto completamente diverso. L’immagine più conosciuta dei Cadini ora inizia a far parte di questo ambiente naturale che mi circonda.

Ma la mia attenzione ora si pone in questa parte finale del Bonacossa, senza togliere nulla a tutto ciò che di meraviglioso ora mi circonda. Mi prendo una piccola pausa all’altezza di una piccola forcella rocciosa che precede l’attacco attrezzato del Bonacossa. Ne approfitto per indossare la mia imbragatura da ferrata e per focalizzare maggiormente le vette e tutti quei frangenti geologici che racchiudono a se questo mio Paradiso.
È un momento in cui nasce una mia personale riflessione. Penso a tutte quelle persone che abitualmente non salgono lungo questi versanti in quota. Che si accontentano magari di osservare le varie sfaccettature dei Cadini direttamente dal Lago di Misurina, senza minimamente rendersi conto delle meraviglie che si celano nel suo interno. Occasioni sicuramente sprecate…

Spigolo roccioso de Le Cianpedele

Il tratto attrezzato si compone inizialmente di un lungo cavo d’acciaio che mi accompagna lungo una ripida e liscia parete. Per quasi tutta l’Estate è perennemente bagnata e scivolosa, dovuta alla sua naturale formazione che in certi tratti si incunea sotto la roccia e al cospetto di infiltrazioni di acqua che scende dai versanti più a monte.
Devo accompagnare la mia salita utilizzando alcune fessure sulla roccia che formano così dei piccoli scalini naturali. Con l’aiuto delle braccia si deve appoggiare per bene la punta dello scarpone per trovare così un sicuro punto di appoggio per fare poi forza. Alcuni pioli d’acciaio ben impiantati sulla liscia parete forniscono un ulteriore appoggio prima di giungere alla scaletta.
La scaletta stessa rende le cose più semplici, prima di trovare nuovamente il tratto finale che rimane sempre composto dal questa sua naturale formazione liscia e verticale. Noto con grande disappunto da parte mia alcuni escursionisti affrontare questo tratto senza imbrago e caschetto di protezione. Penso si tratti di un atteggiamento preso troppo alla leggera, dove anche il minimo errore potrebbe riservare spiacevoli sorprese.

Parte iniziale del tratto attrezzato

Dai cordini alle scalette in acciaio…

Le scalette, verticali sulla roccia umida…

Sempre ben agganciati e in sicurezza

Tratto finale attrezzato con soli cordini
Oltrepassato questo tratto il sentiero si addolcisce maggiormente. Rimangono sempre presenti i cordini d’acciaio solo per quei tratti leggermente esposti, in cui la parte più impegnativa che richiede l’imbrago è decisamente terminata. Una serie di interessanti passaggi orizzontali su parete rocciosa e senza particolari esposizioni, per giungere al tratto finale del Bonacossa adiacente ad una forcella panoramica.





È tempo di togliere l’attrezzatura, prendersi l’ennesima pausa per ammirare il versante Sud delle Tre Cime di Lavaredo come in pochi luoghi si riesce ad osservare. Trovo il mio punto perfetto su di una parte di sentiero che sulla destra segue un ampio camminamento fino a giungere in una galleria che guarda direttamente ai Cadini di Misurina. La vista è meravigliosa, il luogo ideale per programmare la parte finale di questo mio infinito Trekking.
Questo tratto roccioso si incammina tra il Ciadin de Longeres e le spalle rocciose del Cianpedele. Un sentiero ampio e ben marcato che su leggeri sali/scendi si muove senza difficoltà. Da questo versante il panorama privilegiato rimane sempre verso i Cadini, con vari punti di vista per foto in assoluto tra le migliori. Questo è quel luogo perfetto a cui dedicheresti un’intera giornata. Angoli sempre diversi, per diversi punti di vista.
Cartoline verso i Cadini di Misurina





Il panorama è idilliaco, che si completa appena raggiunta Forcella Longeres (2235m) dove un sentiero interno sulla sinistra inizia a scendere verso la Val Longeres. Lascio da parte il Rifugio Auronzo, non rientra tra i miei piani di giornata. Questo sentiero scende attraverso i verdi prati più a monte della Longeres, dove i pascoli tornano nuovamente a colorare la mia giornata.
Questo tratto non trova indicazioni come tabelle indicative o altro. La marcatura sul terreno però è evidente, basta seguire la sua linea di cammino e tenere inconsiderazione il tratto stradale che sale al Rifugio Auronzo che si sfiora leggermente. Un bivio con la tabella di sentiero 101, sale leggermente i piedi del Col de le Bisse da questo versante per poi immergersi tra i boschi della Val Longeres in una lunga e comoda discesa verso il Lago Antorno (1880m) e successivamente, tra un sentiero interno al Lago di Misurina.

Le Tre Cime di Lavaredo, versante Sud

Scendo in Val Longeres

Alpeggio in Val Longeres

Sentiero 101 alla base del Col de le Bisse
Lungo questa parte finale i Cadini sembrano sparire nell’immediato. Per una parte nascoste dai fitti boschi che rendono questa mia parte finale molto rilassante, e per un’altra dovuta alla naturale formazione geologica di questi versanti poco visibili. Eppure fino a qualche ora fa mi trovavo lungo quelle cenge, quelle lunghe spalle rocciose divise in tratti attrezzati e un sentiero panoramico indimenticabile.






Tornare al Lago di Misurina è come tornare nuovamente alla realtà. Il traffico veicolare verso le Tre Cime si impadronisce del silenzio che per due giorni mi ha accompagnato lungo questa mia escursione. È l’immediata fine di una perfetta alchimia tra me e la montagna, dove solo il rumore dei miei passi e del mio respiro si mescolavano con quelli naturali dell’ambiente che mi ha ospitato.
Il Sentiero Alberto Bonacossa – Note Tecniche
Trekking straordinario, così talmente lungo da paragonarsi all’infinito. Un susseguirsi di Forcelle e pareti rocciose che abbracciano a loro la roccia più selvaggia e meravigliosa dei Cadini di Misurina. Il Sentiero Alberto Bonacossa parte direttamente dal Rifugio Col de Varda a 2016m e vede nel Rifugio Fonda Savio (2376m) all’incirca la metà del suo lungo cammino. Di fatto un Trekking da poter svolgere in una sola ma lunga ed impegnativa giornata, o in due parti, tenendo nel Fonda Savio il riferimento per una bella notte.
Dislivelli che si assumono in un totale di +949m considerando i tre punti di maggiore salita presenti all’interno del Bonacossa al completo: Col de Varda –> Focella Misurina, Ciadin de la Neve –> Forcella del Diavolo, e Forcella de Rinbianco – > Ciadin de Longeres. Due i punti attrezzati dell’intero sentiero. Il primo da Forcella Misurina per scendere in direzione del Ciadin de la Neve, il secondo da Forcella de Rinbianco per salire lungo Cima Ciadin de le Bisse e giungere in Forcella de Longeres.
Il mio consiglio è di dividere in due step l’intero Bonacossa. Il primo dal Col de Varda al Rifugio Fonda Savio, in cui passare una notte al Rifugio stesso, e il secondo step dal Fonda Savio per coprire così l’intero Bonacossa fino a Forcella de Longeres. Questo, oltre ad un a meravigliosa notte in un luogo idilliaco, per permettervi di vivere i Cadini di Misurina al meglio e con delle lunghe pause nei suoi punti più nevralgici (quasi tutti). Coprirlo in un’intera giornata è possibile, impiegherebbe tempi sulle 9h continue, ottimo allenamento e condizione fisica e senza dedicare i giusti tempi a questi luoghi che meritano il massimo delle vostre attenzioni.
Sentiero Alberto Bonacossa – Il Video
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Location: Cadini di Misurina (BL)
Area Geografica: Dolomiti di Auronzo Misurina (BL)
Regione: Veneto
Accesso: su sentiero 117 dal Rifugio Col de Varda