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Dentro le mie Dolomiti

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  • Immagine del redattoreStefano Germano

Invernale al Rifugio Città di Carpi (Auronzo Misurina)

 

Quando le nuvole diventano parte integrante di una giornata intera. Se sei disposto ad accettare determinate situazioni, ciò che ne può scaturire è una di quelle opportunità dove poter cogliere spunti e sfaccettature che ripagano di tutto ciò che desideri.

E come un’attrazione, un richiamo che cresce dentro. Uno di quei momenti in cui ti senti in perfetta simbiosi con questo ambiente, e il desiderio ti porta ad immergerti all’interno di un contesto che sai bene non ti aprirà a molti punti di vista.

Nel nostro immaginario collettivo la perfetta giornata di sole e cielo azzurro è il palcoscenico migliore per vivere una giornata in totale armonia. Quando ciò non succede se ne rimane sempre un po delusi, quasi a doversi accontentare della situazione opposta.

 

Le nuvole, la nebbia…

La mia impazienza e il desiderio di recuperare tempo perso il più possibile mi accompagna verso la strada che da Auronzo di Cadore sale a Misurina. Arrivato in località Federavecchia inizia la mia lunga giornata. Il cielo è grigio, completamente invaso da nuvole che sono una premessa da qui alle prossime ore. E’ ciò che cerco, quell’immersione all’interno del nulla, dove quel grigiore sarà quel punto di vista diverso, con quei pochi e tenui toni di colore.

Da Federavecchia si parte. Sentiero 1120

Primo e caratteristico impatto visivo. Di neve a volontà

Il Rifugio Città di Carpi, l’obbiettivo prefissato attraverso i boschi della Maraia. Quel punto di vista invernale che desidero colmare, su di un sentiero perfettamente escursionistico durante l’Estate, ma leggermente più impegnativo durante l’Inverno.

Federavecchia e l’Albergo Cristallo, storica struttura che lungo questa unica strada di comunicazione verso Misurina di stagioni invernali ne ha viste così tante, che ora mi da il senso di un vecchio guerriero un po stanco.

E’ proprio da qui che su sentiero 1120 inizia la salita verso l’ambiente selvaggio della Maraia. Per una parte segue in salita il classico sentiero estivo, per perdersi poi attraverso i boschi e congiungersi con la comoda e battuta strada che conduce in Casera Maraia.

Rimane nascosto il Sorapis

Baite private lungo Federavecchia

Il sentiero 1120, ben battuto e senza troppe difficoltà

Sentiero ben battuto dunque, anche se devo segnalare che la via non percorre completamente questa prima parte di sentiero. Si snoda sempre all’interno di questi boschi, ma segue una linea leggermente più a Sud che si va ad incrociare con la strada sterrata che sale verso Casera Maraia. Tutto reso in modo più facilitato e il raggiungimento di questa sterrata agevola maggiormente il cammino che attraverso i boschi viene un po più impegnativo.

Passaggi suggestivi

Dai boschi della Maraia…

… alla sterrata per Casera Maraia

Sentiero n°11 del progetto “Cadore Regno delle Ciaspole”

Questo nuovo inserimento rientra all’interno del percorso n°11 del circuito invernale del “Cadore Regno delle Ciaspole”. Un progetto che trovate sul web e che evidenzia tutti i più belli ed interessanti (e sicuri) percorsi da affrontare durante l’Inverno ciaspole ai piedi.

Massima sicurezza e massima tranquillità. Questa prima parte offre ben pochi spunti che guardano verso le vette circostanti. Avete alla vostra destra l’intera roccaforte rocciosa delle Marmarole (versante Nord), ma oltre ai boschi le nuvole non permettono nulla di più.

Ampio e facile sentiero

Questa parte si completa in circa 1h e 15m di cammino, fino al sopraggiungere del bivio che ne cambierà la direzione. Si arriva così alla prima delle due biforcazioni della giornata. Verso destra si prosegue per Casera Maraia (ci arrivate in 10 minuti) e aperta al pubblico dal 6 Febbraio, mentre sulla sinistra il sentiero 120 si ristringe ed inizia a salire con un po più di impegno.

Sulla sinistra per il Rifugio Città di Carpi, sulla destra per Casera Maraia

Quasi completamente coperto dalla neve. Una distrazione e si rischia di non vederlo

 

Le Grave di Pogofa

Ciò che scaturisce la base di questo versante dei Cadini di Misurina sono le Grave di Pogofa. Un’ampio ghiaione che si innalza al cielo fino a dar vita all’intera vetta di Cima Cadin della Neve (2674m) e il continuo svilupparsi di cime che danno poi fisionomia al grande raggruppamento dei Cadini. Durante questa stagione tutto viene completamente sommerso dalla neve, e le Grave assorbono quel fantastico cambiamento dettato dalla stagione in corso.

Questi boschi ora fanno la differenza rispetto alla prima parte di sentiero affrontato. La quota si aggira ben oltre i 1700m e le nuvole e la nebbia entrano a far parte della mia lunga giornata. Tutto inizia a cambiare notevolmente l’ambiente che mi circonda. La loro presenza aumenta maggiormente il silenzio che mi accompagna. La visibilità in certi frangenti si riduce a qualche decina di metri, dove la fisionomia degli alberi in certe circostanze li rende come dei fantasmi liberi all’interno del loro mondo.

L’ambiente diventa sempre più surreale

In solitudine….

E’ vero, il surreale è poter immaginare di affrontare una giornata come poche volte capita. L’intento di voler approfittare solamente delle belle giornate di sole, allontana l’idea di immergersi così a fondo in queste giornate che potrebbero sembrare tipicamente poco ospitali. La scarsa visibilità rende ancora più mistico l’ambiente naturale di questi boschi, dove tutto sembra immergersi all’interno di uno di quei film di pura fantasia, dove la foresta viene rappresentata da quell’alchimia di strani personaggi e situazioni che alimentano il suo mistero naturale.

Mi vedo come quell’avventuriero che affronta una Natura nel cuore del suo ignoto. Tutto questo mi piace, mi rende partecipe della mia più sfrenata fantasia, interrotta unicamente in quei pochi momenti in cui altri escursionisti percorrono in senso inverso il mio sentiero. Anche in questo caso l’alchimia fa il suo effetto. Tra perfetti sconociuti quel saluto e quel scambio di parole e impressioni su tutto ciò che ci circonda, dove il denominatore comune si esprime nei stessi pensieri, nei stessi punti di vista. Alla fine siamo tutti un po sognatori e poeti di una fantastica fantasia.

 

Cambio di direzione

L’ultimo per l’esattezza prima dell’attacco finale al Rifugio. Riesco a distinguere questo cambio di direzione grazie alla segnaletica posta sulla destra del sentiero. Fortunatamente qualcosa di questa riesce ad emergere dalla quantità di neve presente e questo mi permette così di valutare la situazione. Il sentiero che incrocio alla mia sinistra è sempre il 120, quello che però sale direttamente dal Lago di Misurina.

L’ultimo bivio per il Rifugio Città di Carpi

Giunge per me il momento di armarmi degli accessori più idonei. Se fino a questo punto il sentiero ben battuto mi ha permesso di seguire una linea senza le ciaspole, ora è arrivato il momento di affrontare questa ultima parte con i piedi ben saldi sulla neve. A differenza della prima parte, questo nuovo cambio di direzione è formato da una stretta canaletta poco segnata, i piedi in questa nuova parte sprofondano in maniera tale da dover proseguire con la giusta metodologia.

E’ un susseguirsi di cambiamenti. La nebbia si fa sempre più fitta senza lasciarmi nessuna possibilità di scrutare qualcosa in più verso l’orizzonte. Ciò che riesco a ben definire è che la mia quota è al limite quasi massimo della formazione nuvolosa. Se guardo in cielo il cerchio perfetto della nostra stella primaria rimane nella sua posizione, con quella sua tenue e pallida luce che non riesce a filtrare nemmeno un minimo raggio. Da questo nascono delle sfumature che si liberano nell’aria creando dei colori quasi inimmaginabili.

Dettagli di stagione

La pallida presenza del sole

Strane ombre ai piedi del Col del Viero

Ora tutto è lasciato al caso. Il nulla raggiunge così il suo limite massimo, e non devo fare altro che lasciare ai venti e alla pressione di queste quote la decisione di gestire la mia giornata. Il Passaggio lungo gli spazi aperti del Col del Vero sono uno dei momenti più affascinanti della giornata. La totale assenza dei boschi di questi ampi spazi rende maggiormente l’idea di come possa veramente esistere un momento in cui tutto sia raccolto in un unico e freddo colore.

 

Rifugio Città di Carpi

Dista ormai a pochi minuti di cammino. Improvvisamente alcuni squarci nel cielo fanno pensare ad un’improvvisa schiarita. Il vento è leggermente più forte e questo permette per qualche minuto la fortunata vista delle massicce pareti rocciose che si raggruppano in una lunga spinale rivolta verso Forcella Maraia.

Ma si stratta solo di illusioni che durano una manciata di minuti. Come detto il vento quassù è più sostenuto, quella sua forza che permette dei repentini cambiamenti alimentando maggiormente il freddo che va abbondantemente al di sotto dello zero. Improvvisamente tutto viene nuovamente inghiottito dalle nuvole.

Vista su Forcella Maraia

Il nulla verso valle…

Giunto così in Forcella Maraia (2098m) vengo rapito dai miei pensieri. Ormai il Rifugio è alle mie spalle, ma ciò che mi attrae maggiormente in questo frangente finale è questo straordinario punto di osservazione. La consistente presenza di nuvole stratificate crea una suggestiva immagine verso l’intero versante Nord delle Marmarole. Da questa imponente formazione nuvolosa unicamente le punte più alte di questo versante spuntano verso il cielo.

Il Cimon della Froppa (2932m), il Monticello (2898m) e Cima Tiziano (2862m) solo per citarne alcune, mentre l’intera vallata che si espande verso i boschi di Somadida rimane prigioniera di questa fitta morsa nuvolosa. La sagoma del sole rimane filtrata da questo sottile strato che s’innalza al di sopra delle Marmarole, creando un effetto ottico dove l’intero ambiente che mi circonda si tinge di un rosa pallido. La sensazione è così talmente forte che cerco di focalizzare ogni minimo particolare. Spettacolo!!

Il cielo si tinge di rosa sopra le Marmarole

Eccolo alle mie spalle il mio Rifugio. Si adagia perfettamente a 2100m di altitudine in questo suo punto di vista che a regime normale è di grande effetto. In questa mia giornata l’effetto più grande invece è dato dalla naturale condizione meteo che avvolge l’intero territorio. Cima Campoduro (224m) ad esempio, che si posiziona sulla destra del Rifugio, è protagonista di un continuo apparire e scomparire. Come già detto la complicità del vento attenua maggiormente questo gioco di prestigio. E’ un po come riuscire a far sparire/comparire più volte un elefante all’interno di un cappello.

Rifugio Città di Carpi

Quasi sospeso nel nulla…

Bene, devo dire che dopo poco più di tre ore di cammino ora sia giunto il momento in cui poter godere di ciò che raccolgo da queste mie fatiche. Certo, perchè in questa situazione salire fin quassù non è proprio come la ci si può aspettare d’Estate. La ciliegina sulla torta sarebbe stata quella di trovare il Città di Carpi aperto e pronto per accoglierti al caldo e con uno dei suoi piatti più tipici, ma l’Inverno quassù è veramente tosto e questo ne impedisce una regolare apertura per tutto il periodo.

Bello e solitario

Cima Cadin di San Lucano (2839 dx) e il Ciadin della Neve (2674m sx)

Il Rifugio in un momento di leggera schiarita verso i Cadini

 

Conclusione

Nel mio libero spirito escursionistico, trovo il piacere di vivere a contatto con questa Natura nelle più svariate situazioni. Mi piace affrontare un sentiero senza troppo preoccuparmi del sole o delle nuvole, cercando sempre di non oltrepassare quella linea di sicurezza che soprattutto d’Inverno è importante per la propria incolumità.

Salire quassù accompagnato dalle nuvole rientra perfettamente all’interno di questo mio pensiero “libero”. Questi boschi e queste vette fanno parte di un habitat naturale che deve essere visto e vissuto con tutte le sue sfaccettature possibili. Questa è una fonte di positività molto importante perchè ciò che riesco a raccogliere è dello stesso valore.

L’Inverno porta con se una fatica maggiore rispetto alle altre stagioni. Quest’anno la neve è così consistente che non si vedeva da molti anni. Il Rifugio Città di Carpi avvolto per una buona parte da uno strato nevoso che identifica perfettamente le abbondanti precipitazioni. Di tutto questo, fatica compresa, ne vengo ripagato pienamente.

Note: Consiglio vivamente di avere appresso le ciaspole. Sebbene il sentiero che sale verso Casera Maraia sia ampio e ben battuto e di questo si possa sfruttare anche l’altro frangente che sale ai piedi delle Grave di Pogofa, il tratto finale che raggiunge il Città di Carpi richiede l’utilizzo di questo importante accessorio.

 

Invernale al Rifugio Città di Carpi – La Mappa

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Invernale al Rifugio Città di Carpi – Il Video


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Location: Forcella Maraia (2100m) Auronzo Misurina (BL)

Area Geografica: Versante Meridionale dei Cadini di Misurina – Auronzo Misurina (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dalla località di Federavecchia (Albergo Cristallo) su sentiero 1120

Link: AuronzoMisurinaInfoDolomitiVenetoMontagnaVisitVenetoCadoreDolomitiRifugio Città di Carpi

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