Stefano Germano
Invernale in Baita Col Mont (Agordino Dolomiti)
E’ la ripartenza, e meglio di così non poteva che essere. Iniziare nuovamente a risalire crinali e boschi dolomitici, tornare a respirare quell’aria di infinita pace e tranquillità. Un vero toccasana dopo più di un mese di stop forzato. Una vera liberazione.
Voglio partire con la giusta cautela, in questo periodo l’intero arco delle Dolomiti è stato preso d’assalto da forti nevicate che non si vedevano da anni. Le raccomandazioni di Enti locali e Club Alpini evidenziano un forte stato d’allarme inerente alle valanghe.
Baita Col Mont, una delle più belle terrazze naturali che guardano verso la Valle del Biois, nell’Agordino. Una mia meta, un punto di passaggio che incrocio spesso durante i miei Trekking estivi, e che ora diviene il mio primo obbiettivo di questo 2021 in veste invernale.

Forcella Lagazzon
Forcella Lagazzon. Un punto di transito a 1356m che collega i due centri abitati di Fregòna e Cogùl, due piccole realtà che vivono semi nascoste all’ombra delle Auta e del Col di Frena all’interno del territorio geografico di Canale d’Agordo. Il paese Natale di Papa Luciani (Papa Giovanni Paolo I°), il Papa del sorriso.
Rileggendo alcuni articoli inerenti a questo grande uomo, mi tornano in mente diversi suoi pensieri rivolti a queste montagne. La sua grande vocazione che prendeva spunto con gli anni, crescendo all’interno di queste valli. Ne nasce da parte mia un senso logico in quei suoi profondi pensieri, in quelle sue parole guardando direttamente a loro

Baita privata immersa in questi boschi
Val delle Perazze
Tutto si svolge all’interno di questa vallata. Immersa nei boschi ai piedi delle Cime d’Auta. Il Rifugio Lagazzon (1356m) è il riferimento che pone la linea di partenza per questa mia giornata. L’obbiettivo preposto non dista troppo lontano dal Rifugio. Sono circa 2km di sentiero ma le condizioni attuali non facilitano questa salita che durante l’Estate impegna poco più di un’ora di cammino.
Un’Inverno che sa quasi da beffa. Tanta di quella neve che non si vedeva da tantissimi anni, per un periodo in cui tutto è stato forzatamente tenuto a freno. Due chilometri che diventano quasi infiniti. Sebbene le ciaspole rendano il cammino più facilitato, non ci metto molto, guardandomi sprofondare fino alle ginocchia, che giungere alla Col Mont non sarà cosa facile.

Il Cason de Larisei
La soddisfazione di muovermi attraverso questi boschi, quella carica di adrenalina che mi fa stare per l’ennesima volta bene. Il Cason de Larisei e alcune piccole baite private, quel silenzio che si abbraccia a questa mia solitudine. E’ questione di poco, per rendermi conto che finalmente tutto riprende da dove avevo lasciato.
Il mio sentiero sale ripidamente in quota. Si tratta della strada sterrata che durante l’Estate si innalza verso le alte forcelle delle Auta per congiungersi con l’Alta Via dei Pastori, uno dei transiti più spettacolari dell’Alto Agordino. La fitta vegetazione non permette punti di vista particolari. Camminare attraverso i boschi ha un fascino unico.

I boschi della Valle del Biois

Tanta neve….
E di boschi si tratta. Passo dopo passo il dislivello di 500m che divide la Forcella con la Col Mont si sente sulle gambe, su questo mio respiro che mi impone una piccola pausa di tanto in tanto. Mah!! sarà quell’inattività fisica che è venuta a mancare per più di un mese, la mancanza di continuità su dislivelli di un certo tipo, ma credimi mio caro lettore che così impegnativa proprio non l’avevo messa in preventivo.
Ma anche in questo frangente improvvisamente tutto cambia. Finalmente un’area completamente a cielo aperto. Finalmente l’opportunità di guardarmi attorno e di scrutare così i primi panorami che scendono a Sud, verso la valle, e a Nord, dove i primi versanti rocciosi delle Auta si concedono con quel loro benvenuto eseguito con stile, e con quella eleganza che solo la roccia di Dolomia riesce ad esprimere.

E pian piano si fanno vedere…
Incrocio con sorpresa (ero troppo convinto di essere solo) un’escursionista che sta scendendo a valle. Ci si incrocia, un saluto con da parte sua la delusione di non essere riuscita a raggiungere la Baita. Sconsolata nell’aver tentato la salita senza ciaspole e doversi così arrendere. “Più sali e più neve trovi, impossibile proseguire”.
E di fatto è così. Nemmeno la traccia lasciata da chi è salito con sci ai piedi è sufficiente per poter tentare la salita. Ma nel mio caso la questione non è un problema. Sono passate quasi due ore dalla mia partenza e onestamente avevo calcolato un tempo complessivo molto inferiore. Ma la mia parte finalmente giunge al termine, ecco la Col Mont.

Appare improvvisamente, una sorpresa nascosta dietro l’angolo dell’ultimo fazzoletto boschivo della Valle delle Perazze. La vedo immersa nel candido bianco invernale per la prima volta. Troppo abituato a vederla lussureggiante e splendente durante l’Estate che in questa sua veste è come una nuova scoperta, quella prima volta che fa la differenza.
Le condizioni meteo non sono molto favorevoli. Mantengono perfettamente le previsioni, con queste leggere velature e qualche raggio di sole che di tanto in tanto riesce a romperne questa loro continuità. Ma tutto ha un fascino molto particolare, colgo tutto questo come l’occasione di ammirarne ogni sua singola sfaccettatura.
Baita Col Mont (1854m)

Le vette dell’Auta Orientale

Affascinante…
Quel suo colore di legno scuro. Si evidenzia con il bianco della neve in maniera molto espressiva. La sua posizione la pone nel centro di una terrazza naturale priva di alberi, sembra quasi una Regina che pavoneggia la sua eleganza all’interno del suo indiscutibile regno. La trovi aperta sempre, per tutto l’anno e per questo diviene uno dei punti di riferimento per escursioni ad hoc in notturna, e per quel suo prezioso valore di un riparo sicuro in caso di emergenza.
Parliamo di ciò che la circonda?. Bene, basta guardarsi attorno per ammirare una visuale che a 360° spazia dalle Dolomiti Agordine ai vicini raggruppamenti delle Dolomiti Trentine. Da Est la Civetta, la Valle del Biois che con il centro abitato di Canale d’Agordo si allunga verso l’intero Agordino. Verso Ovest, dove Falcade è la porta che guarda verso il raggruppamento roccioso del Gruppo delle Pale di San Martino e il vicino Passo San Pellegrino.

La Civetta

Le Pale di San Martino
Ora gira lo sguardo verso Nord, dalla valle alle pareti monumentali delle Cime d’Auta. Spinale rocciosa che dell’intera Valle del Biois ne divengono il simbolo per eccellenza. Nell’aria la sensazione di avere la “Regina”, la Marmolada, a poche ore di cammino da questa mia posizione geografica. Le Cime stesse che con la Crepa Rossa (2360m) è il primo accorgimento roccioso che si ammira dalla Col Mont. Dalle cime Agordine per arrivare a quelle che compongono la prima parte del vicino territorio del Trentino.
La giornata è fresca da stare veramente bene. Solo in mezzo a questa parte di Natura che si divide dal nulla alla più rigogliosa vegetazione composta da questi fitti boschi. Il sole riesce in qualche frangente ad entrare all’interno di questo mio spazio. Debole e poco luminoso, ma con quel tono di luce che nel candore di questa neve, di questi boschi e di questa roccia che tengo alle spalle, regala la condizione perfetta per vivere questa mia giornata dalle sfumature perfette. L’Inverno perfetto.

In vista della Crepa Rossa

Le vette Orientali ed Occidentali

Panorama verso la Civetta e parte delle vette dell’Agordino
Il momento più “intimo”, quello che mi mette a contatto con questa struttura. Lo definisco così, intimo. Perchè il preciso istante in cui entro all’interno della Baita prende forma quel rapporto in cui tutto ciò che mi circonda entra a far parte della mia vita. Come nel Rifugio e nel Bivacco, anche questa situazione diventa quel riparo e quella sicurezza che in alta montagna senti tua, una parte di te.
La sua dispensa ben rifornita, quella stufa carica di legna e quel camino, pronti a riscaldare ogni tuo momento in pochi istanti. Quei ampi tavoli e quel piano superiore dove dei semplici letti rimangono sempre pronti a far riposare le tue fatiche. Tutto questo è quel legame che identifica il prezioso significato di Baite come la Col Mont. Proprio come essere in casa propria. Lo stesso calore e la stessa familiarità.
Sembra quasi impossibile che una struttura come questa, senza nessuna gestione presente, sia così perfettamente funzionale e in ordine. Una perfezione che noto anche dalla pulizia interna, segnale evidente che chi mi ha preceduto ne ha avuto cura e rispetto. Quella stessa cura e quel rispetto per il prossimo, per chi dovrà arrivare. Una forma di educazione che si nota da quella dispensa che di volta in volta viene rifornita.
Segue perfettamente quella logica data dal rifornire ciò che si consuma. E’ una meta che è possibile pianificare per una notte. Decidere di ammirare il cielo stellato della Valle e sentirsi così ospiti di questo luogo. Partire già con delle semplici ma importanti provviste all’interno dello zaino, da lasciare poi in quella dispensa per chi arriverà dopo di noi. Al nostro arrivo troveremo sicuramente qualcosa di utile lasciato da chi ci ha preceduto.
In queste situazioni giustamente funziona così




E’ tempo di rientrare, di lasciarmi nuovamente alle spalle questa mia meta felicemente raggiunta. Non è stato facile, questi due chilometri di sentiero sono stati ben impegnativi, ma dopotutto il contesto naturale impone sempre, di stagione in stagione, le sue difficoltà. Il valore aggiunto in questo momento si presenta sotto molti punti di vista, ed il fatto di averla vissuta per la prima volta d’Inverno ai miei occhi risulta la soddisfazione più grande.
Rientrare a valle significa ripercorrere nuovamente lo stesso sentiero della mattina. L’aspetto ora è molto diverso, la neve rimane sicuramente tanta quanta ne ho trovato in fase di salita, ma la facilità che ora affronta il mio cammino è quel momento di cui approfittare. Per focalizzare tutto ciò che le ore precedenti mi hanno regalato e trascrivere mentalmente tutto ciò che ora stai leggendo. Un contenitore di belle emozioni vissute sebbene il cielo non sia mai stato dalla mia parte, con quell’alone che con il passare delle ore diventava sempre più intenso. Ho vissuto una giornata straordinaria.
Baita Col Mont – La Mappa
Baita Col Mont – Il Video
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Location: Colmean – Agordino Dolomiti (BL)
Are Geografica: Valle del Biois – Agordino Dolomiti (BL)
Regione: Veneto
Accesso: dal Passo Lagazzon (1356m) – Rifugio Lagazzon
Link: AgordinoDolomiti – VisitVeneto – VenetoMontagna – InfoDolomiti
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