Stefano Germano
L’anello delle Tre Cime (Auronzo Misurina – Dolomiti di Sesto)
Caratteristica fondamentale dell’escursionismo dolomitico è data senza ombra di dubbio dal classico anello, da quella congiunzione di sentieri che permettono di unificare, in uno o più giorni, un determinato territorio geografico. Ne si conosce di diversa Natura: da quello giornaliero per l’appunto a quello che comporta una o più notti in Rifugio e che rimane, da mio personale giudizio, quello più completo e dai grandi richiami naturali di territori più ampi. Esistono tante distinzioni su questo, analizzo sempre con molta attenzione ogni mio itinerario e valuto tutte le considerazioni possibili per ricercare il meglio anche da quell’anello giornaliero.
Il classico giro delle Tre Cime di Lavaredo è uno di quei contesti che io definisco si di classicità ma anche di “completezza”. Non si tratta di una semplice escursione dove in metà giornata realizzi in pieno quello che sono queste tre inconfondibili sagome. Includo a tutto questo diversi punti di vista, come un cammino di poche ore che trasporta all’interno di una realtà tridimensionale. Si perchè se si è abituati a guardare questi tre faraglioni di Dolomia dalla sua più caratteristica cartolina (dal Rifugio Locatelli o da Forcella Lavaredo per esempio), poterli aggirarle nella loro completezza a 360° diviene quell’occasione nel scandire non solo la loro imponenza ma anche poter scoprire il grande mondo naturale che vive al loro cospetto.
Allontanandosi da quell’abitudine di ammirarle da quel normale sentiero e riuscire a guardarle con quell’occhio che va a carpirne particolari interessanti e, forse, mai visti prima. Il sentiero abituale a volte è un po traditore, seguendone quella sua linea così ben marcata va a distrarre l’attenzione, a porre una base logica ed indiscutibile da seguire. Forse perchè giustamente offre quella sicurezza, quella tranquillità che nel seguirne le orme identifica un senso di protezione e quindi con la certezza di ammirare un perfetto panorama senza rischiare nulla. Tutto combacia senza sbagliare una virgola, ma troppe volte rimaniamo con quel paraocchi che non ci permette di poter guardare oltre, senza tradire il sentiero stesso e quella sicurezza certa che esso trasmette. Le Tre Cime, un tour che si completa in poco più di tre ore dove la particolarità del suo anello abbina quel giusto dosaggio di impegno alla tranquillità data da un itinerario sicuro e con qualche segreto da poter carpire. Punto di partenza che rientra nella sua forma e completezza migliore è dato dal Rifugio Auronzo 2320m. Conosciuto come la vera porta delle Tre Cime, come il punto fermo per l’inizio di qualsiasi destinazione che si snodi all’interno della vasta area che completa il territorio delle Lavaredo.
Non ha importanza verso quale versante tu sia diretto, questo anello non impone un senso unico da seguire. L’impegno richiesto ha lo stesso valore che tu ti diriga in direzione del Rifugio Lavaredo 2344m e Forcella Lavaredo 2454m, o dal versante opposto, quello che guarda verso Forcella Col di Mezzo 2305m e il Langealm, la Capanna dei Pastori 2284m. Per questa volta voglio incamminarmi in direzione del versante della Langealm, voglio così anche per evitare almeno per qualche ora l’infinito serpentone di escursionisti che incamminandosi in direzione della Cappella degli Alpini (versante Rifugio Lavaredo) va ad invadere pacificamente questa direzione. Ho bisogno di rimanere il più solo possibile, ho bisogno di iniziare questa giornata così particolare ascoltando solamente il rumore dei miei passi e di farmi riscaldare da quel sole di primo mattino che brilla nel cielo. Una giornata perfetta. Ci sono dei momenti in cui prevale nei miei pensieri ciò che rimane di chi mi ha preceduto. Gli ometti in pietra sono per me quel segnale evidente in cui in ogni singolo sasso sia racchiuso il pensiero, la preghiera o una particolare richiesta che a questa Natura viene fatta. Un vero e proprio mausoleo di ometti, una serie infinita di piccole e medie colonnine dove ad ogni sasso traduco quel momento così intimo che in queste occasioni mi piace condividere. Pure io devo esserne parte, essere presente con quel sasso bianco che mi identifica dagli altri, come gli altri si identificano nella stessa maniera.

Ometti di pietra lungo il sentiero 105
Le Tre Cime regalano così la prima emozione, con quella cornice che guarda verso valle, verso il Lago di Misurina dove il massiccio del Cristallo e le evidenti guglie dei Cadini di Misurina ne creano questo mio quadro così perfetto. Il punto di vista delle Tre Cime da questo versante sembra quasi impossibile immaginandole come tutti ben conosciamo. Sembra un raggruppamento di roccia dove faraglioni di diverse dimensioni danno vita ad un sistema che forse paragoneresti ad altri territori.

Vista sul Cristallo (sx)

Vista sui Cadini di Misurina (sx) e il Sorapis (centro)
Già percorrere il sentiero 105, appena oltrepassato Forcella Col di Mezzo, apre lo scenario al primo acchito di roccia, quella che forma la spalla del versante ad Ovest delle Tre Cime e dai suoi vasti ghiaioni franosi dove delle Cime stesse non esiste ancora minima forma. E’ un sipario che pian piano si apre, passo dopo passo. In progressione quella spalla in apparenza così poco significante inizia a dare vita e forma al Sasso di Landro 2536m, che delle Lavaredo ne costituisce il suo versante ad Ovest più naturale. Il sentiero scende leggermente, il cammino è piacevole e coinvolgente che accompagna l’ingresso della Lange Alm, l’immenso altipiano che raccoglie l’intera base monolitica delle Lavaredo. L’angolazione così perfetta permette di riconoscere già la loro forma più caratteristica. L’immensa mole di Cima Grande 2999m impone già la sua supremazia nei confronti delle altre.

Forcella Col di Mezzo 2305m con vista sulla vetta del Rudo 2698m

Forcella Col di Mezzo 2305m con vista sulla vetta del Rudo 2698m (sx) e la Torre dei Scarperi (dx)

Lungo il sentiero 105 con vista sulla parete del Col di Mezzo 2254m (centrale) e in lontananza la Croda Rossa

Vista sulla vetta del Rudo 2698m (sx) e la Torre dei Scarperi (dx) lungo il Lange Alm
Esco leggermente dal sentiero, seguo una linea immaginaria che mi conduce sui verdi prati della Lange richiamato dall’inconfondibile tintinnio degli animali a libero pascolo. Una sagoma che rispecchia un frangente roccioso, una sagoma che si moltiplica e che si presenta come quella piccola comunità che formano questa risorsa d’acqua dei Laghi del Lange Alm.
Proprio ai piedi di Cima Ovest di Lavaredo 2973m, che da diversi punti di vista ne rispecchiano questa sua rispettosa mole. Si susseguono uno dopo l’altro, in alcuni frangenti nascosti da piccoli ridossi di roccia mista ad erba che con facilità, e seguendo sempre quel mio sentiero immaginario, sono una mia fonte di ispirazione per ammirare queste pareti sotto una visuale diversa, capovolta.
Punto fondamentale per gli animali al pascolo che dalle loro rive possono così deliziare di queste acque costantemente rigenerate dai piccoli acquitrini e torrenti che proprio dalle Tre Cime trovano la loro fonte originaria. Animali che sembrano abbandonati a se stessi all’interno di questo ambiente così selvaggio e solitario. Pensiero completamente sbagliato il mio.

Fioritura nel Lange Alm

Riflessi sui piccoli laghi del Lange Alm



Alpeggio sui piccoli laghi del Lange Alm
È solo questione di dieci minuti di cammino, riprendere il sentiero originale (105) e trovarmi di fronte alla Capanna dei Pastori, meglio conosciuta come Langealm, proprio ai piedi del Col Forcellina 2283m. In questa piccola e confortevole struttura aperta al pubblico si racchiude una storia che vede l’alba più di un secolo fa. Capanna dei Pastori di nome e di fatto, vecchia dimora per i pastori che sin dall’inizio del secolo scorso all’ombra delle Tre Cime passavano lunghe estati per i loro alpeggi stagionali. Una tradizione che si è prolungata nel tempo divenendo poi abbandonata a se stessa e ripresa, ristrutturata e resa agibile per gli escursionisti di oggi. Pausa caffè per poi riprendere il cammino. Inizia così quel gioco che io definisco come un nascondino perfettamente naturale.

Langalm o Capanna dei Pastori 2283m

Langalm o Capanna dei Pastori 2283m

Così si beve il caffè nella Langalm

Langalm o Capanna dei Pastori con vista verso il Rudo

Langalm o Capanna dei Pastori 2283m
Il sentiero inizia a scendere in maniera vertiginosa fino alla base del Pian da Rin, vasta distesa erbosa che in questo frangente risulta il punto più basso, circa 2180m, prima della risalita successiva. Un gioco come si faceva una volta, si perchè la grande mole delle Tre Cime inizia a nascondersi dietro alle pareti più elevate del Lage Alm, quell’enorme piana da me incontrata in precedenza.
Spariscono improvvisamente e la sensazione che provo è quella alla pari di un qualsiasi oggetto che come per magia sparisce nel nulla senza lasciare traccia di se. Ma come è possibile che tre imponenze del genere riescano a farsi soccombere da un piano di dislivello inferiore. È un gioco molto particolare che permette una temporanea uscita di scena delle Lavaredo per dare maggior risalto a quella lunga spinale di roccia che forma l’intero versante ad Ovest del Paterno, quel versante che guarda verso il Pian da Rin per l’appunto.

Panorama dal sentiero 105

In lontananza il Cristallo (sx) e la Croda Rossa (dx)

Si scende nel Pian da Rin 2180m circa

Le Cime iniziano lentamente a nascondersi
Se fin qui è stata una piacevole e facile escursione ora le cose cambiano nettamente. Le Tre Cime iniziano pian piano ad uscire da quel loro letargo virtuale, il sentiero si innalza verso quella piccola forcella che si pone ai piedi della Salsiccia (Frankfurter Wurstel) 2356m, che altro non è che una spalla rocciosa che anticipa di qualche minuto il Rifugio Locatelli a 2405m. Salita impegnativa considerando che per qualche centinaio di metri i suoi 250m di dislivello impongono un passo tranquillo e ben distribuito.
E’ questione di poco, abbagliato dalle Lavaredo che ritornando in scena proponendosi con quel punto di vista nettamente diverso rispetto a prima. Non più sovrastanti, non più quasi a volerti ingoiare dalla loro grande mole. Ora le Lavaredo sono più appiattite, più lontane per presentarsi così con quella sua caratteristica cartolina che ben si conosce. È così perchè il Rifugio Locatelli è già a portata di mano e con esso tutto il panorama più affascinante che dell’intero territorio si può ammirare e che comincia ad avere una sua fisionomia più familiare e diversificata. Non solo le Lavaredo, il Paterno ma anche il Sasso di Sesto 2539m e leggermente nascosta la Toblin 2617m e il cerchio è quasi perfetto.

Salita con vista verso il Paterno 2649m

Lascio alle spalle il Pian da Rin con vista sulla Croda Rossa in lontananza

Riappaiono le Cime

Vista sul Sasso di Sesto 2539m (sx)

Rifugio Locatelli 2405m

Vista sulle Tre Cime di Lavaredo dal Rifugio Locatelli

Panoramica: la Salsiccia 2356m e il Paterno 2649m (sx) e le Tre Cime di Lavaredo con il Rifugio Locatelli
Manca l’ultima parte, quella che dal Locatelli mi separa da Forcella Lavaredo 2378m. Rimango dell’idea, e anche come d’abitudine, nel rimanere il più lontano possibile dalla confusione. Una situazione in piena stagione estiva che è di buon monito per l’intero sistema turistico. Ciò dimostra grande attenzione a queste montagne e l’enorme flusso di escursionisti che si allunga, chi in una direzione e chi nell’altra, sul sentiero 101 ne è testimonianza tangibile. La mia idea comunque non cambia prospettiva, ho la necessità di affrontare quel sentiero che, dato la sua particolarità, esce completamente dall’attenzione altrui. Quella via parallela al 101, che si innalza allungandosi andando a toccare l’intera base del Paterno tra passaggi stretti, franosi e al cospetto di qualche pietra che non tarda a far sentire la sua libera caduta verso il vuoto. Non proibitivo ma sicuramente non per tutti visto questa sua serie di particolarità.

Il sentiero a monte, parallelo del 101 posto alla base

Eccezionale vista sulle Tre Cime
Da qui il panorama sottostante è più limpido, punti di vista che sfuggono allo sguardo di chi sta più sotto rispetto alla mia linea di cammino, ed è come essere dei privilegiati in questa situazione. Un piccolo pontile di legno che anticipa di poco un grande masso che esponendosi leggermente verso valle ne forma quella terrazza naturale degna di un fermo immagine delle Tre Cime tra le più belle che si possano immortalare. Mi sento come un Re che guarda verso il suo regno con quel privilegio che non è da tutti, un Re a cui viene concesso il diritto di poter espandere la propria visuale senza nessuna limitazione, nessun ostacolo per arrivare a toccare con occhi perfino le lontane Dolomiti di Fanes.
Roccia pura, resa viva dal suo stato franoso che non permette troppe distrazioni e l’arrivo in Forcella Lavaredo che completa quest’ultima fase di sentiero. Decine e decine di escursionisti fermi e quasi incantati da questa visuale che permette, a chi arriva da questo versante, di vivere un primo impatto decisamente forte. È il punto più vicino che inizia da Cima Piccola di Lavaredo 2484m per ampliare così la maestosità della Cima Grande e via via tutta la linea di fronte delle Tre Cime. Che spettacolo da questo punto, non più privilegiato come in precedenza ma che, come d’abitudine, mi lascia ugualmente senza fiato.

Discesa verso il Rifugio Lavaredo 2344m

Rifugio Lavaredo 2344m

Bontà divina…
Bene che dire, ora il Rifugio Lavaredo 2344m è li che mi aspetta, a pochi minuti di cammino in leggera discesa. Non c’è quel sentore di fame in me ma la voglia di qualcosa di dolce, quasi a interpretare questa sensazione come il fabbisogno di riequilibrare i zuccheri persi durante questa giornata calda e solare. Il Rifugio Lavaredo è ben conosciuto per la sua ospitalità, per la sua ottima cucina ma, nel mio caso di eterno e goloso bambino, per quella Sacher che di cioccolato fiorisce, che cola cacao da qualsiasi punto la si guardi e che in questo preciso istante diviene quella voglia incontrollabile, quel desiderio indiscutibile.
Soddisfo così il mio palato, la mia sensazione non mi ha minimamente tradito e con questa dolce chiusura mi sento completamente appagato di questo anello, che sulla carta detiene tempi di circa tre ore di cammino ma che gestito in maniera più attenta ai particolari diviene una giornata quasi completa e piena di tante soddisfazioni, di tante cose da raccontare.

Il mio anello, le mie Tre Cime di Lavaredo che come sempre sono una nuova e continua scoperta.
Anello delle Tre Cime di Lavaredo – La Mappa
L’anello delle Tre Cime – Il Video
Guarda i miei video all’interno mio canale YouTube
Location: Lange Alm (BZ) – Auronzo Misurina (BL)
Area geografica: Tre Cime di Lavaredo
Regione: Alto Adige Sud Tyrol – Veneto
Accesso: Dal Rifugio Auronzo (BL) su sentiero 105
Tempi di percorrenza: Rifugio Auronzo – Forcella Col di Mezzo 15m
Forcella Col di Mezzo -> Langalm (Capanna dei Pastori) 30m
Langalm (Capanna dei Pastori) -> Rifugio Locatelli 1h 15m
Rifugio Locatelli -> Rifugio Lavaredo 45m
Dislivello totale: Rifugio Auronzo – Forcella Col di Mezzo -15m
Forcella Col di Mezzo -> Langalm (Capanna dei Pastori) -60m
Langalm (Capanna dei Pastori) -> Rifugio Locatelli +160m
Rifugio Locatelli -> Rifugio Lavaredo -61m
Link: Consorzio Auronzo Misurina – Alto Adige Sud Tyrol – Dolomiti di Sesto – Alta Pusteria VenetoMontagna – InfoDolomiti – Promozione Belluno Dolomiti – Rifugio Lavaredo – Rifugio Locatelli
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