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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

La Croda da Lago (Dolomiti d’Ampezzo)

 

Dell’intero territorio delle Dolomiti d’Ampezzo mi sento di collocare questo gruppo montuoso come elemento che non deve mai mancare nella propria agenda escursionistica. Come tutto l’arco Ampezzano, la Croda da Lago diviene quell’appuntamento annuale da tenersi sempre in considerazione. Per il suo classico giro vero e proprio, per quel motivo per inserirlo come punto di transito verso altre destinazioni, oppure per ricercare all’interno della sua vasta area geografica quel riferimento per renderlo sempre partecipe di questo lungo ed infinito movimento. La Croda da Lago racchiude in se tanti importanti fattori, fattori che rientrano pienamente all’interno del nostro contesto escursionistico. Panoramiche e straordinari punti di vista, la roccia di Dolomia che lungo quella dorsale che racchiude Cima Ambrizzola 2715m, Punta del Fraio 2611m e la Croda Bassa da Lago 2486m, testimoniano la perfetta architettura naturale di questo elemento. Per finire con il lago di montagna per eccellenza, il Federa 2046m, che tranquillamente adagiato lungo la Va Negra offre sicuramente la migliore cartolina, il migliore benvenuto del suo Rifugio per antonomasia, il Croda da Lago G. Palmieri. La Croda è la prova visibile di quella facciata naturale e selvaggia che le Dolomiti pongono ai nostri occhi.

Vista sulla Tofana di Rozes

Il ponte lungo il Rio Costèana

Il classico sentiero che raggira in un perfetto 360° offre la possibilità di toccare con mano, di entrare in stretta sintonia con un ambiente che in certi frangenti sembra quasi angusto, difficile ed impenetrabile. Soprattutto se lo si risale lungo il Lastoi de Formin. L’ora di partenza deve sempre essere calcolata sin dalle prime luci del nuovo giorno. Quelle luci che ancora tengono in penombra la Val de Formin, prime avvisaglie dove il mondo animale inizia un po alla volta ad organizzare quel rito quotidiano e ripetitivo dedito alla sopravvivenza. Il Ponte di Rucurto, lungo quella strada che sale verso il Passo Giau, è quello più conosciuto e seguito come riferimento di partenza per gli escursionisti. Quel suo giro a 360° parte sempre da questo punto così importante e che presuppone il contatto migliore con questa Natura. Già i primi passi, lungo il sentiero 437, permettono di entrare in perfetta sintonia con l’intero ambiente circostante. I rumori della strada che sale al Giau vengono immediatamente offuscati dalla frenesia del Ru Costeàna che con spumeggianti e rigogliosi turbinii d’acqua si allunga seguendo quel suo lineare e antico corso che scende verso valle.

Direi di si…

Un susseguirsi di leggeri e continui sali/scendi in mezzo ai boschi de la Lavina, aggirando con una certa velocità le prime torri miste roccia e bosco che sono una specie di porta d’entrata per quello che sarà il vero contesto della giornata. La fitta vegetazione prende il sopravvento ma come si sa la Natura riserva sempre delle sorprese, vuoi per un reale contesto naturale o per quella sua aria di civetteria nel voler, di tanto in tanto, scoprire le carte su ciò che ci circonda. La Tofana di Rozes, presente lungo il versante opposto, è una di quelle situazioni in cui ci viene sempre regalato qualcosa. Quasi sempre presente ad ogni nostro passo, ci si allontana sempre di più dalla sua imponente mole e questo è motivo nel riuscire a scrutarla sotto certi punti di vista. Poi si sa, bisogna saper guardare per poter trovare le giuste differenze. Pronti per entrare definitivamente nella parte?, bene. Se il Casòn de Formin per molti non vuole dire nulla, o semplicemente risulta solo come un punto di riferimento, nel mio caso vale sicuramente come quel riferimento ma in primo luogo come un elemento scolpito nel legno e presente ormai da moltissimi anni.

Al bivio del Cason de Formin 1848m

Vista su Cima Bassa da Lago, versante Ovest

Ricordo tanti anni fa, sotto il portico di quella piccola baita che compone il giardino naturale di questo luogo, la mia piccola (allora) Beatrice era appena nata ed io, quasi per istinto, in un piccolo angolo di quella struttura o scritto le sue iniziali, proprio in prossimità di un disegno naturale sul legno che richiama un fiore di montagna. Quel luogo è per me un punto fermo di anno in anno. Come a testimoniare un momento molto importante della mia vita e lo scorrere del tempo stesso, quasi a simboleggiare un portafortuna o un elemento di protezione riverso a qualcuno di caro. La Val de Formin, su sentiero 435, inizia quella sua fase di cambiamento. Una prima parte ancora avvolto tra i boschi e le piante basse che ne compongono il territorio. Solo un’unica presenza rocciosa (e non da poco) di quel muro che improvvisamente si inerpica verso il cielo, oltre i 2200m del Ciadenes che dell’intero Croda da Lago io definisco come la prua di questa immensa nave dolomitica. Il cambiamento non si fa attendere. Ad ogni passo questi verdi e morbidi prati vengono assaliti dai primi frangenti rocciosi, quelli che con l’andare del tempo diventeranno dei veri e propri macigni.

Vista sulla Ponta del Giau 2408m

La lunga vallata rocciosa del Lastoi de Formin

Il sentiero sale con un gradevole dislivello, sempre ben contrassegnato il che lo rende l’unico per lo stato di avanzamento dell’intera giornata. Punti di vista e panorami che iniziano ad allargarsi verso Nord, verso quel versante che risale verso il Passo Falzarego e che apre la visuale sull’intero gruppo delle Tofane e regalare così, man mano che si sale, un’ottica privilegiata di questo spettacolo di Natura. Si sale e si sale, sempre tenendo quella gradevolezza che in certi frangenti impone dei passi più impegnativi. Tutto questo perchè si è sommersi da un vero e proprio mare di roccia. Si è entrati nel cuore del Lastoi de Formin e questo impone un’obbligato adeguatamento all’ambiente naturale che mi circonda. Enormi massi di roccia caduti da chissà dove, viene quasi spontaneo pensare che la Croda Bassa da Lago e Punta Fraio (versante Est) ne siano i naturali “padri”, ma voci di storia geologica tengono ben in considerazione anche l’intero versante ad Ovest del Lastoi, che da Ponta del Giau 2408m e il Gran Diedro 2480m completano questa cornice in cui attualmente mi trovo.

Vista sulle Tofane dal Lastoi de Formin

Le Tofane dal Lastoi de Formin. Più il sentiero si innalza più cambiano i punti di vista

Facendone una personale riflessione cerco di fare delle mie valutazioni, ipotesi e pensieri trovandomi unicamente alla sommità di questi massi che in modo del tutto naturale formano il corso di questo sentiero. Guardando la loro dimensione, la capienza volumetrica di roccia di cui sono costituiti nei milioni di anni che ci hanno preceduto, che tipo di fisionomia potrebbero aver avuto queste montagne. Guardiamo l’Intera spinale della Croda da Lago come da sempre i nostri occhi ammirano, nel nostro di tempo, ma come sarebbe stata l’intera spinale tornando indietro di epoche incredibilmente lontane se dovessimo rimettere a posto, anche in maniera teorica, ognuno di questi massi, dal più piccolo al più enorme. Sicuramente un’altro ed impensabile mondo. Ciò che è questa lunga salita è racchiuso da quell’ombra che da qualche ora è ancora presente lungo il mio cammino. La mole ad Est che mi sovrasta è imponente e quando si tratta di percorrerla proprio in prossimità della sua base, il desiderio di ricevere quel tepore dato dal sole di primo mattino è un pensiero che non trova nessun fondamento. Una delle particolarità di questo versante è dato dalla presenza di una comunità di Camosci che di anno in anno fanno percepire la loro presenza. Lungo questo versante, tra la Croda Bassa da Lago e la Punta Fraio, un colonia di questi splendidi esemplari fa sempre bella vista di se. Immancabilmente anche per quest’anno mi riservano quella immancabile sorpresa. Vuoi per la presenza di un paio di scalatori in procinto di risalire la Croda Bassa da Lago, vuoi per quel loro naturale sentiero di spostamento utilizzato, è inconfondibile quel suono dettato dalla loro corsa, da quell’impressionante agilità nel muoversi e saltare con un’estrema ed impensabile destrezza lungo quei ghiaioni improponibili per noi esseri umani. Quest’anno sono molti, inizio a stupirmi del fatto di vedere formarsi un’infinita colonna di esseri viventi dove un presumibile capo branco, enorme e sicuramente anziano, guida a tutta velocità questa colonia di circa 30 esemplari, adulti e cuccioli. Il loro è un atteggiamento dettato da quell’istinto per cui rimanere lontano dall’essere umano prevale su altre situazioni. Si vedono e si sentono circondati, a monte da questi scalatori in procinto di salire e a valle del Lastoi dalla mia di presenza e di altri escursionisti a seguito. Questo comporta un susseguirsi di veloci movimenti, di pause osservatrici dove ci si sente osservati da questi animali in maniera diretta e che, seguendo un sentiero per loro istintivo, cercano di dileguarsi il più velocemente dalla nostra presenza. Una lunga linea in continuo movimento, dove il passo di chi ha aperto questa “cordata” viene seguito dall’intero branco. Dove ad ogni cambiamento di linea tutti si fermano per aspettare quelli che seguono, dove nessuno scappa lasciando indietro nessuno. Devo dire fantastico.

In vista di Forcella de Formin

Prosegue il cammino, l’obbiettivo di Forcella de Formin è finalmente a portata di mano. Tutta quella serie di riflessioni che mi hanno accompagnato lungo il Lastoi sono state monito del tempo che scorre in maniera piacevole. Arrivare in Forcella de Formin 2463m è come dare una svolta decisiva alla giornata Un po come se fossi arrivato al giro di boa, e con esso tutto un ambiente naturale che in maniera straordinaria cambia completamente aspetto. Se prima ero completamente invaso dalla massiccia presenza di questa forte roccia, ora tutto si tinge di uno splendido verde. Entro così in una fase di completo rilassamento, scendere nuovamente di quota mi porta ad inoltrarmi all’interno del versante più a Nord del Mondeval, seguendo il sentiero 435 che da prima si incammina ai piedi di Cima Ambrizzola 2715m per poi risalire leggermente di quota in direzione di Forcella Ambrizzola 2274m.

Vista della Civetta da Forcella de Formin

Oltre la Civetta anche il Pelmo da Forcella de Formin

Cima Ambrizzola dal sentiero in direzione del Mondeval

Vista su lo Spiz de Mondeval 2512m

Se sei alla ricerca del punto di vista perfetto eccoti accontentato. Forcella Ambrizzola merita tutta la sosta che vuoi, da questo punto panoramico hai la possibilità di ammirare l’intero Mondeval immerso nel suo fantastico verde, con la Civetta e il Pelmo che ne fanno da cornice territoriale perfetta. Guardando verso Nord, la gia citata Cima Ambrizzola, che ne è il primo impatto visivo, e, seguendo la linea retta del sentiero 434 che scende a valle, un verde territorio che raggruppa i prati e i boschi de il Groto, il Monte de Federa e in lontananza il Rifugio Croda da Lago. Il cammino lungo questo versante opposto è un susseguirsi di cambi di punti di osservazione. L’enorme mole rocciosa della Croda da Lago è completamente diversa rispetto al versante risalito qualche ora prima. Una lunga spinale rocciosa dove spiccano in cielo le medie e alte vette che nella Croda stessa si raggruppano in questa infinita muraglia. La vetta de La Croda da Lago 2701m, Punta di Fraio 2611m, Cima Bassa da lago 2538m. Piccole e medie guglie che ne seguono e il gioco è fatto.

Cima Ambrizzola da Forcella Ambrizzola 2274m

Vista sulla Civetta da Forcella Ambrizzola

In piacevole discesa su sentiero 434 in direzione del Rifugio Croda da Lago

Panoramica sul gruppo del Cristallo

Possente mole della Croda da Lago

Vista sul Sorapis (centrale) e l’Antelao (dx)

Trovo molto piacevole questo momento. La mia vista si perde lungo la valle Ampezzana, quasi a toccare con dito l’Antelao, il Sorapis per arrivare fino all’estremo Nord con il Gruppo del Cristallo. Ciò che maggiormente mi dispiace è l’assenza degli alpeggi estivi. Questi verdi prati che si allungano fino al Rifugio Croda da Lago sono completamente spogli di quei gruppi di animali che immancabilmente facevano compagnia lungo questa parte di cammino. Una situazione che nasce da una scelta o problemi derivanti dal Covid-19?…

E’ finalmente ora di pranzo, il Rifugio è in attesa di soddisfare il mio appetito.

Il Rifugio Croda da Lago si posiziona a 2046m sulle dolci e calme sponde del Lago Federa, un tranquillo e pacifico lago che del territorio circostante è una delle sorprese più belle. Dalla terrazza del Rifugio arriva una dolce brezza di aria fresca, qualche nuova che va in contrasto con il caldo sole d’Agosto e il Becco di Mezzodì 2603m che immancabilmente rende tutto più piacevole.

Rifugio Croda da Lago 2046m

Fioritura dal Rifugio

Vista sul Becco di Mezzodì 2603m

Buon appetito…

Rifugio Croda da Lago

Il Rifugio dal Lago Federa

Momenti che passano spensierati, nella più totale tranquillità sebbene in questa giornata il Rifugio è giustamente preso d’assalto da molti escursionisti. Tutti rigorosamente rispettosi delle regole, tutti rigorosamente assorti da questo panorama fantastico dove tutto questo diventa un momento molto importante da condividere, sebbene tra perfetti sconosciuti. Riprendere il cammino, seguendo quel sentiero che aggira completamente questo lago, riuscendo a mantenere quella spensieratezza coltivata prima.

Pace e tranquillità lungo le sponde del Lago Federa

Il Becco di Mezzodì visto dal Lago Federa

Il Lago Federa

Il Lago Federa e in lontananza il Becco di Mezzodì

La Val Negra, su sentiero 434, è quella parte finale di questa lunga giornata che tiene ancora in serbo diverse sorprese. Un territorio che si addentra completamente nei boschi, qualche primo accenno di punti panoramici verso la Valle d’Ampezzo fino ad oltrepassare la staccionata in legno che delimita l’area dedicata ai pascoli. Una leggera discesa e il sentiero stesso che prende una leggera deviazione sulla destra. Pochi passi per uscire temporaneamente dal bosco per giungere ad una seconda staccionata che apre uno dei “balconi” più spettacolari che guarda verso Nord. In un unico contesto inizia questa panoramica dalle Cinque Torri, dal Lagazuoi, le Tofane e l’intera valle che sale verso il Falzarego. L’abitato di Cortina d’Ampezzo con il Cristallo a farne quella che io definisco la “cornice perfetta”. Il Faloria e il Sorapis, ora non manca assolutamente nulla.

Tra i boschi della Val Negra

Primi scorci panoramici su Cortina d’Ampezzo

Le Cinque Torri e il Lagazuoi (sx), Le Tofane (centro e destra)

Il Cristallo che sovrasta Cortina d’Ampezzo

Momenti unici, che fanno riflettere e che permettono di trovare quell’equilibrio perfetto con il Cason de Formin che ritrovo nuovamente seguendo ripidi tratti di sentiero in una continua e attenta serpentina. Ora sono sul punto di ritorno, lo stesso incontrato nelle ore precedenti ad inizio escursione. Guardo ciò che mi sono lasciato alle spalle nella mattinata. Sono cambiati i colori, la luce del sole ora è padrona di tutto ciò che qualche ora prima tratteneva con una lunga e infinita zona d’ombra. Il versante ad Ovest della Croda da Lago non può impedire al sole di illuminare e riscaldarne questa sua parte e questo regala qualcosa di diverso. Eccomi al Ponte di Rucurto, ritrovo altri escursionisti che in diverse occasioni ho incrociato durante la giornata. Un saluto, con alcuni di loro dei commenti in merito all’escursione condivisa in maniera inconsapevole e sul viso di ognuno di loro una grande soddisfazione. Come la mia.

 

Croda da Lago – La Mappa

CRODA-DA-LAGODownload

 

La Croda da Lago – Il Video


 

Location: Gruppo montuoso della Croda da Lago – Dolomiti d’Ampezzo (BL)

Area geografica: Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dal Ponte di Rucurto su sentiero iniziale 437

Tempi di percorrenza: Ponte di Rucurto 1680m -> Forcella de Formin 2463m 2h 30 minuti

Forcella de Formin 2463m -> Forcella Ambrizzola 2274m 45 minuti

Forcella Ambrizzola 2274m -> Rifugio Croda da Lago 2046m 45 minuti

Rifugio Croda da Lago 2046m -> Ponte di Rucurto 1680m 1h 30 minuti

Dislivello totale: Ponte di Rucurto 1680m -> Forcella de Formin 2463m +783m

Forcella de Formin 2463m -> Forcella Ambrizzola 2274m -189m

Forcella Ambrizzola 2274m -> Rifugio Croda da Lago 2046m -228m

Rifugio Croda da Lago 2046m -> Ponte di Rucurto 1680m -366m

Link: Rifugio Croda da LagoCortinaDolomitiDolomitiParcoPromozione Belluno DolomitiInfoDolomitiVenetoMontagnaCadoreDolomiti

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