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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

La Val Lorera (Comelico)

 

La Val Lorera, l’estremo Nord del Comelico. Linea di confine tra le Dolomiti Bellunesi (Veneto) e le Dolomiti di Sesto (Alto Adige). Si allunga ai piedi della famosa Traversata Carnica, che oltre ai due territori menzionati, è linea di confine con le Alpi Austriache. Straordinaria escursione ai piedi del Col Quaterna che d’Estate, diviene uno degli alpeggi più verdi di questo territorio. Complice il Rifugio Malga di Nemes e la sua meravigliosa terrazza panoramica verso le Dolomiti di Sesto.

Quello invernale è un itinerario che si semplifica molto. Sebbene a valle inoltrata il sentiero (la strada sterrata estiva) sia ben battuto e l’utilizzo delle ciaspole non sia richiesto, è comunque una lunga valle che con la neve impone la giusta dose di impegno. Punto di partenza di questa classica è il Passo Monte Croce in Comelico.

 

Passo di Monte Croce in Comelico – 1630m

Inverno 2021 abbondante di neve, un’abbondanza che non si registrava da qualche anno e che vede l’inizio di questa escursione di fronte all’elegante Hotel Passo Monte Croce.

Hotel Passo Monte Croce

Tabella indicativa

La piccola chiesetta di St.Michael ricoperta dalla neve...

Il sentiero di partenza, il 131, è quello abituale che si innalza attraverso i boschi dell’Oberkreumzmoos. Un primo tratto geografico che rientra all’interno del territorio delle Dolomiti di Sesto. Una delle particolarità di questa prima parte è dovuta dal continuo cambio di direzioni, che portano ad uscire ed entrare nei due territori regionali per più volte. I boschi dunque, una presenza che al mattino presto è sempre ben gradita.

Quella loro particolarità di permetterti di osservare il panorama circostante solamente in brevi occasioni. Un gioco di questa Natura, un nascondino. Un piacere che accolgo sempre con ottimismo in tutte le occasioni. Per chi ha praticità di questo sentiero, questa prima parte permette punti di osservazione che si allungano verso il Popera (3046m), la Croda Rossa di Sesto (2965m) e Cima Undici (3081m).

La Croda Rossa di Sesto

La giornata è piacevole, il sole scalda questo ambiente dando inizio a quella tradizionale abitudine di togliere, un po alla volta, il vestiario invernale che improvvisamente diventa superfluo. Il piacere è dato anche da queste situazioni, non c’è nulla di più benefico nel percepire il calore del sole nel proprio corpo. Un piccolo ma importante invito alla libertà.

Il sole di primo mattino che filtra tra i boschi

Si sale, con leggera continuità affrontando alcuni tratti in discesa. Il passaggio ai piedi del Col della Croce (Kreuzhonen – 1796m), è la testimonianza ancora attuale di ciò che Vaia ha lasciato in modo quasi indelebile anche lungo questi territori.

Quel bivio che conduce sulla destra verso Malga Coltrondo e sulla sinistra all’Alpe di Nemes, è il primo spazio aperto verso la Val Lorera. Uno spazio creato da Vaia e dalla sua forza distruttiva.

Un punto di vista paesaggistico premonitore. Un po alla volta si inizia ad uscire definitivamente dai boschi, questo mi permette di avere ampia visibilità sui diversi punti di riferimento della lunga catena montuosa che a Nord forma la Cresta Carnica.

Una serie di interessanti e panoramici passaggi, come l’attraversamento degli ampi prati di Palù Alta (Hochmoos) che d’Estate formano le paludi del Bio Topo. Una torbiera dove nascono e crescono varie tipologie di fiori e piante unicamente acquatiche.

Palù Alta, con vista verso la vetta dell’Uomo di Sasso (Steinmann – 2217m)

Palù Alta verso la vallata del Montevecchio (Altherbige)

Il Popera (sx) Cima Undici (centro) e la Croda Rossa di Sesto (dx)

Particolare del Cristo lungo la torbiera

Quello che d’Estate è il Bio Topo, ora una grande copertura bianca…

 

L’Alpe di Nemes Hutte – 1877m

L’unico punto di ristoro dell’intera Valle. Lo si raggiunge in poco più di un’ora dal Passo di Monte Croce in Comelico. La variante che si segue, lasciata la torbiera, è la n°13 che prosegue seguendo sempre la sterrata estiva. Ampia e di facile cammino. Una delle osservazioni del caso è la presenza in lontananza dell’inconfondibile forma piramidale del Col Quaterna (2503m). Non vi potete sbagliare, la sua grande mole colpisce immediatamente con quella sua presenza che d’ora in poi sarà il vostro compagno di giornata.

Uno dei primi punti di vista verso il Col Quaterna

Un consiglio che mi sento di dare riguarda il tratto finale prima di raggiungere l’Alpe di Nemes. Lungo il torrente Padola, rimanendo sempre in sentiero, trovate questa tabella indicativa. Uscite tranquillamente dalla sterrata, seguite le indicazioni che danno sulla destra. Camminerete al fianco del Padola, attraverserete il torrente e su di una breve ma un po impegnativa salita entrerete improvvisamente ai piedi dell’alpeggio principale dell’Alpe. L’effetto sarà straordinario….

Tenendo la sterrata sulla sinistra, proseguite sulla destra….

….attraverserete quindi il torrente Padola….

….e di conseguenza un effetto straordinario

Il Rifugio Alpe di Nemes si trova così alle vostre spalle. In cinque minuti sarete già ben che rilassati nella sua bella terrazza esterna, pronti per una prima pausa che anticipa la vostra ciaspolata in Val Lorera.

La struttura, tipicamente in stile e gestione Tirolese, si presenta deliziando ai propri ospiti la cucina tradizionale Alto Atesina. Il suo caratteristico arredamento e il personale di madrelingua danno quel tocco di originalità all’ambiente. Durante la stagione estiva diviene un punto di transito, o di arrivo, per chi si allunga verso la Val Lorera nell’ambito escursionistico o cimentandosi con la MTB. Da mettere in agenda.

 

La Val Lorera

Pronti con ciaspole ai piedi?. Certo che si, è arrivato il momento di affrontare finalmente la lunga valle immersi nella neve fresca. Saluto l’Alpe dopo una breve sosta, seguendo il sentiero 146 che si snoda alle spalle del Rifugio per raggiungere così il mio obbiettivo di giornata.

La Valle e sulla destra il Col Quaterna

La Val Lorera nutre una forte personalità durante l’Estate. E’ un immenso territorio immerso nel verde, dove diversi gruppi di animali liberi al pascolo la rendono un luogo veramente magico. Mucche, capre e cavalli che sembrano lasciati liberi allo stato brado. Una sensazione di libertà che con le calde giornate estive alimenta in maniera straordinaria il piacere di vivere sensazioni e momenti che vorresti incorniciare per tutta la vita.

L’Inverno cambia notevolmente questo eco sistema. Tutto sembra abbandonato, la presenza di tutti quei animali diventa un elemento essenziale che viene così a mancare. Si è troppo abituati a vivere questa valle nella sua vivacità di stagione, che vederla così immersa in questo gelo che sembra perenne alimenta una certa malinconia. Ma ad ogni stagione ogni frutto da saper raccogliere, ed occorre usare buon occhio ad ogni piccolo particolare che questo “abbandono” mi concede.

Le Dolomiti di Sesto, presenza continua…

Così selvaggia, così accessibile

Non c’è più una linea di sentiero da seguire. Dopo acer lasciato l’Alpe di Nemes si percorre una strada ben battuta che risale la prima parte della Valle. Questo sentiero poi devia sulla destra per l’avvicinamento a Casera Coltrondo, raggiungibile in circa 30 minuti di facile ciaspolata.

Ultimo tratto di sentiero battuto. Prosegue poi per Casera Coltrondo

Il mio desiderio è di uscire completamente dalle linee di sentiero, entrare a stretto contatto con la neve fresca che identifica, a mio modo di vedere, la parte più selvaggia di questa bellissima Valle. Vengo completamente ingoiato lungo una strettoia che si muove seguendo le sponde del torrente Padola, che in questo frangente geografico è la linea di confine tra il Veneto e l’Alto Adige.

Vista verso il Frugnoni 2563m

Sono oramai solo, cammino lungo questa valle seguendo una linea immaginaria. Non corro nessun pericolo a livello personale. Nessuna esposizione e di conseguenza nessun frangente che potrebbe portarmi a rischiare di mio. La giornata prosegue con le temperature che si innalzano di ora in ora, e questo alimenta in maniera quasi micidiale il rischio slavine. Ma la mia Valle è sicura, tranquillità per il mio proseguo.

Di tanto in tanto qualche linea lasciata da qualche sciatore in procinto di risalire i vari versanti che stanno a Nord, quelli de La Muta (Demut – 2592m) e della Montagna di Ferro (Eisenreich – 2665m), che per gli appassionati di sci alpino offrono delle discese ad alto gradimento. Ma questa linea non agevola il cammino, le ciaspole rimangono sempre ben salde ai miei piedi. Copertura stimata: 150cm di neve.

Punto di osservazione faunistico

Il Col Quaterna improvvisamente si nasconde. La lunga dorsale boschiva de I Fornatti (2285m) fa scomparire quella sua inconfondibile sagoma piramidale. Cammino alla base della Valle, e con molta probabilità sopra al letto del torrente Padola completamente ricoperto dalla neve. Solo in certi frangenti, di tanto in tanto, sento l’acqua scorrere sotto i miei piedi e questo identifica che le temperature elevate di questo periodo stanno già segnando una prima fase di debole disgelo.

Conoscendo bene questa locazione di sentiero, direi tranquillamente più di 150cm di neve

Rimango in compagnia della solitudine, con il vento che di tanto in tanto mi porta la voce del sole. Il calore mi fa stare bene, questo silenzio e il bisogno di staccare con il Mondo intero è una ricarica di energia che mi permette di far volare la mia immaginazione. Sono molto mentale in questi contesti, e questa Natura alimenta in modo straordinario questo mio modo di essere.

Un panino, il mio pranzo di metà giornata. Mi rilasso di fronte ad un verde pino che per più della sua metà rimane coperto dalla neve. Ho un po di difficoltà nel trovare quella postura più agevole possibile, devo in maniera forzata tenere le ciaspole ai piedi. Diversamente è impossibile, la quantità di neve che mi accoglie non mi permette nemmeno un piccolo passo senza dover sprofondare oltre le mie ginocchia.

E’ arrivato il momento del rientro. Dopo il mio pranzo che si è prolungato con quell’oretta dedicata alla prima tintarella di stagione (e questo ci sta alla grande n.d.r.), il rientro all’Alpe di Nemes lo affronto risalendo leggermente a monte, verso la Muta. Un po di impegno fisico visto la forte pendenza, per seguire successivamente una perfetta linea di cammino orizzontale con qualche leggera e piacevole discesa.

Mi guardo dietro, tracce di me….

Passo dopo passo provando sensazioni intense. Quel piacere di godere di una continuità di movimento che non impegna e che mi coinvolge fino al punto da rendermi conto che il rientro all’Alpe sembra racchiuso in un solo battito di ciglio. Mi guardo dietro, seguo con lo sguardo le mie tracce impresse sulla neve che focalizzano l’intera vallata. La guardo e penso a quanto sia stato per l’ennesima volta fortunato a vivere tutto questo.

 

Note tecniche

Semplice e facile escursione, adatta a famiglie e per ogni età. Dal Passo di Monte Croce in Comelico all’Alpe di Nemes una bella passeggiata. Il proseguo ciaspole ai piedi lungo la Val Lorera risulta un po più impegnativa ma senza nessun pericolo rilevante.

 

Link di riferimento dal Blog

Col Quaterna – Anello estivo dal Passo Monte Croce alla vetta del Col Quaterna. Casera Rinfreddo e Casera Coltrondo per il rientro al Passo Monte Croce

Obstanser See Hutte – Da Casera Silvella per risalire al Passo Silvella, parte alta ed estrema della Val Lorera.

 

La Val Lorera – La Mappa

MAPPA-VAL-LORERADownload

 

La Val Lorera – Il video


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Location: Val Lorera – Comelico (BL) – Dolomiti di Sesto (BZ)

Area Geografica: Comelico (BL) – Dolomiti di Sesto (BZ)

Regione: Veneto – Alto Adige

Accesso: Dal Passo Monte Croce in Comelico su sentiero 131

Link: InfoDolomitiValComelico DolomitiDolomiti di SestoVisitVenetoVenetoMontagnaAlpe di Nemes Hutte

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