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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Lago Federa, l’ultimo Autunno.

 

L’ultima parte, quella finale di una stagione autunnale che a piccoli passi inizia già ad aprirsi al primo gelo di stagione. Quello forte, che imprigiona le calme acque del Lago Federa (2046m) in una morsa che da qui alla prossima Primavera andrà a fermare il suo tempo.

Il Rifugio e il Lago Pianoze

Una splendida e tranquilla giornata di Dicembre, quel primo e tiepido sole che a fatica inizia a riscaldare di colore il Rifugio Pianoze (1170m), e il suo piccolo lago che a stenti riesce a produrre una debole velatura ghiacciata. La mattina è frizzante, l’erba che circonda questo fazzoletto di territorio ai piedi di Cortina d’Ampezzo, “sgranocchia” ad ogni mio passo. La notte è trascorsa da poco e nell’aria si respira ancora quella sensazione di temperature che per l’ennesima volta sono state ben sotto lo zero.

Li ricordate questi bei tavoli durante l’Estate?. Ora le cose sono molto diverse…

Vista del Rifugio e del Lago

Il Rifugio Pianoze come punto di partenza. Si, perchè per questa volta voglio raggiungere il Federa proiettando il mio itinerario seguendo il sentiero 430, che da Pianoze attraversa i boschi a monte della Val Costeana in direzione del Rifugio e Lago Ajal. Il Rifugio Ajal in questo periodo ( Dicembre 2020) è chiuso per lavori di ristrutturazione, ma questo non è un problema anche se mi sarebbe piaciuto citarlo dal punto di vista di ospitalità. Ci sarà sicuramente altra occasione.

Si parte allora, tenendo sulla destra il sentiero 430

Lascio alla mia sinistra la strada d’asfalto che risale verso il Gores de Federa e Malga Federa, per iniziare la mia salita sul sentiero 430 che da indicazioni mirate per il Rifugio e Lago d’Ajal. Primo tratto leggermente in salita, l’asfalto lascia ben presto spazio allo sterrato e il cammino lungo questi boschi è molto tranquillo. Invitante dal punto di vista motivazionale, ed essere ben motivati è quel valore aggiunto che rende migliore qualsiasi escursione. Partire con il piede giusto, tutto il resto sarà solo spettacolo.

Tranquilla e serena escursione attraverso i boschi.

Sentiero direi perfetto. Calma assoluta e i primi raggi di sole che iniziano ad infiltrarsi tra questa fitta vegetazione. Sulla mia destra tengo la vallata che ospita Cortina. Solo in alcuni e brevi tratti riesco a notare le sagome delle catene rocciose che ad Est sovrastano la Perla delle Dolomiti. Il Cristallo e il Faloria riesco a scorgerli rimanendo fermo in quei pochi spazi che questi arbusti ne permettano una modesta visuale.

Segnalazioni ben definite lungo il sentiero

Quell’ oretta che serve per raggiungere Ajal è di buon auspicio per entrare subito in sintonia con questa lunga giornata. La parte più difficile deve ancora arrivare e questa prima e spensierata parte di cammino è piacevole. Il Rifugio e Lago d’Ajal compaiono all’improvviso, ancora qualche centinaio di metri di facile sentiero e il vero escursionista che sta in noi dovrà tirare fuori il meglio di se.

Rifugio e Lago d’Ajal

Debole velatura di ghiaccio lungo le sponde del piccolo lago

Mi lascio alle spalle lago e Rifugio. Solo qualche foto di rito per testimoniare il mio passaggio e con il sentiero 431 inizia la lunga e spettacolare risalita verso il Lago Federa. Lunga si, considerando che il dislivello da affrontare (+934m) sarà l’unica e definitiva soluzione per raggiungere la Croda da Lago. Dopo l’Ajal circa 200m per arrivare ad una piccola baita, ancora nascosta al sole e con i prati adiacenti ricoperti del ghiaccio della notte.

La piccola baita al Crosc de Macaron 1484m

Inizia la lunga salita alla Croda da Lago

 

Il Beco d’Ajal

E’ il riferimento visivo principale per quella che vi ho già descritto come la parte più impegnativa. Quell’impegno dovuto al dislivello su di un sentiero ben battuto, e la sagoma del Beco d’Ajal (1945m) che saprà offrirsi al meglio con la sua inconfondibile forma. Si sale sempre attraverso i boschi, con il sole che rimane ancora un mistero da svelare. Lungo il sentiero sono evidenti alcuni tratti di ghiaccio, piccole infiltrazioni d’acqua ridiscendono dal sentiero stesso e questo provoca la formazione di alcune lastre ghiacciate su cui bisogna porre un po di attenzione.

Debole punto di vista verso valle

Vista verso la Valle del Boite. In lontananza la roccia del Sorapis

Anche qui debole punto di vista verso le Tofane

Effettivamente non è cosa semplice poter affondare lo sguardo verso i punti più lontani del territorio. La fitta vegetazione anche in questo frangente offre pochi punti di vista, e quelli concessi non è che regalano molto. Ma la svolta arriva su di una piana, più aperta come visuale e che mi offre l’opportunità di un bellissimo punto di vista verso il Beco d’Ajal. Sicuramente l’immagine più emblematica e significativa di questa cima.

Appare all’improvviso, lo spazio che si ha a disposizione è così ristretto che basta solo una piccola distrazione, magari guardando al lato opposto, per perdere questo fermo immagine che parla da solo. Un vero e proprio dente roccioso. Una liscia e verticale parete di roccia che sicuramente fa venire fame per chi di alpinismo ne nutre una vera passione. Da parte mia solo l’attenzione a questo panorama, a questa sagoma che definisco l’emblema di questa parte di sentiero. Sia i boschi che le altre vette che circondano questo territorio, fanno da contorno a questa cima. E’ un piacere poterla ammirare, sono minuti dedicati a pieno a questo Beco perchè nel vederla con occhi propri trasmette una sensazione di possanza che una foto o una ripresa video non potrebbero minimamente avvicinarsi. Una bella sorpresa, ci voleva dopo tanta “oscurità” dovuta dai boschi.

Devo spingere ancora un po con le gambe, alcuni tratti impegnano maggiormente rispetto a quelli affrontati in precedenza, ma finalmente comincio a vedere più nel profondo della Valle del Boite che sulla sinistra costeggia questo sentiero. E arriva pure il sole, l’opera si sta finalmente per completare.

L’intera Valle del Boite è sicuramente uno dei punti più caratteristici di questo territorio Ampezzano. Dalla sua base si ergono vette che con il Sorapis e l’Antelao vanno ad offrire delle visuali straordinarie. Poi, se guardiamo più a Nord di Cortina, il Cristallo e le lontane Tre Cime di Lavaredo vengono servite su di un piatto dorato. Ma per tutto questo c’è bisogno di un’assoluta mancanza di ostacoli e quella giornata completamente pulita dalle foschie stagionali.

Da sinistra: La Croda Rossa, il Cristallo, centralmente in lontananza le Tre Cime di Lavaredo e sulla destra il Sorapis. Ai loro piedi Cortina d’Ampezzo

Da Sinistra: le Tofane, centrale la Croda Rossa, il Cristallo e sulla destra in lontananza le Tre Cime di Lavaredo. Cortina d’Ampezzo in valle.

Dai allora che la parte più difficile è andata. Ora si tratta di arrivare in una piccola forcella, la Forzela, situata a circa 1750m con i boschi del Larziè che lasciano intravedere un piccolo frangente roccioso della Croda da Lago.

La Forzela. Scorcio del Becco di Mezzodì (sx) e la Croda da Lago (dx)

Ma non fatevi prendere troppo dall’illusione che ormai al Federa manchi poco, e soprattutto che ciò che rimane ancora da affrontare sia una probabile passeggiata. Non vi dovete far illudere soprattutto dalla veloce discesa di sentiero che dalla Forzela scende di un bel centinaio di metri. Il Larziè richiede l’ultimo sforzo, sebbene minore rispetto a quello sostenuto in precedenza. La prima neve, i primi fazzoletti ghiacciati lungo il sentiero. Questa ultima parte mi vede confrontarmi con una piccola quantità di neve che a questa quota (circa 2000m) riesce a mantenersi integra.

Il gelo inizia così ad entrare in scena un po alla volta. Il sole finalmente accompagna questa mia ultima parte di salita che dal Lago d’Ajal finalmente mi abbraccia al Lago Federa. Il congiungimento con il sentiero che sale dal Ponte di Rucurto (434) e che in pochi minuti arriva al Rifugio Croda da Lago, è quel momento in cui si deve voltare pagina. Il Lago Federa è li, mi aspetta a poche decine di metri.

Il bivio, lascio il mio sentiero che sale da destra e mi congiungo con quello di sinistra

 

Il Lago Federa

Spettacolare d’Estate, da immortalare in Autunno inoltrato. Purtroppo la stagione sta per volgere al termine. Gli alberi che confezionano questi boschi sono ormai quasi spogli di quel vestito stagionale che per qualche settimana ha fatto brillare gli occhi a tutti gli amanti di questa stagione rossa come il fuoco. Il Lago Federa (2046m) è uno specchio d’acqua che in questo primo fine settimana di Dicembre si presenta a me con quel suo primo e già ben solido strato di ghiaccio.

L’impatto naturale che colgo è di grande risalto. Questa sua particolare colorazione dovuta al ghiaccio stesso che si confronta con le ultime sfumature autunnali, mentre la viva roccia dell’intera spinale della Croda da Lago completa in maniera sublime questo mio pensiero. I miei occhi guardano, e la mia mente elabora. Che spettacolo!!!

Sono un amante e allo stesso tempo un tradizionalista. Ci sono situazioni in cui mi piace uscire dal sentiero classico e muovermi all’interno di quei contesti visivi che mi permettono di guardare con occhio decisamente diverso l’ambiente che mi circonda. In questo caso però vince la tradizionalità. Seguo quel sentiero che abbraccia inevitabilmente l’intera base del lago, che si incammina alla base della Cima Bassa da Lago (2538m) e che guarda alla classica cartolina che tutti conosciamo bene.

Lago Federa – Punti di Vista

Occhi che catturano forme che risultano familiari. Una fra tante è data dal Rifugio Croda da Lago (2046m), il Rifugio per antonomasia della Croda da Lago, e il Becco di Mezzodì (2603m), inconfondibile dente roccioso che guarda da Forcella Ambrizzola (2274m) verso il bellissimo Mondeval, nella Val Fiorentina.

Il Rifugio Croda da Lago e il Becco di Mezzodì

Tutto come da programma. Per chi come me ama transitare più volte in un anno lungo questi territori, ciò che mi circonda rimane un fermo immagine indelebile. Vivo tutto questo con quello spirito che mi immedesima in quella prima volta in cui scopri qualcosa di nuovo. Mi guardo attorno come fosse sempre quella prima volta, il piacere e l’energia che riesco a ricavare sono tutto ciò che desidero e per l’ennesima volta questo mio desiderio viene così esaudito.

La riconoscete vero? quella piccola isola che spunta dal lago…

Bella emozione l’ombra dei pini che si allungano sul ghiaccio…

Il Rifugio Croda da Lago (2046m) è chiuso durante questo periodo di stagione. Se l’imminente Inverno porta con se delle situazioni favorevoli per quelle aperture invernali, sarà sicuramente un piacere potervi tornare e raccontare così qualcosa di nuovo. Inizio a trovare un po di movimento. Se la prima parte di questa mia giornata è stata all’insegna della più assoluta solitudine, arrivare al Rifugio porta con se la presenza di altri escursionisti. Magari saliti dal Ponte di Rucurto ( due ore su sentiero 434) o dalla vicina e bellissima Malga Federa (1818m – sentiero 432) che dal Rifugio stesso dista una quarantina di minuti di cammino.

 

Rifugio Croda da Lago – Punti di Vista

La presenza di altre persone lascia ugualmente quella sensazione di pace e di tranquillità. Abbiamo imparato a condividere questi ambienti naturali nel massimo del suo rispetto. Alcuni gruppetti di ragazzi che consumano il loro pranzo a sacco, mantenendo comunque quell’atteggiamento di riguardo non solo per la Natura stessa ma anche per chi, da solo o in coppia, rimane assorto nei suoi pensieri alimentati da tutto ciò che abbiamo di fronte.

Questo è un bene, per tutti. Mi muovo in continuazione, non riesco a stare mai fermo. Questa situazione è complice della mia curiosità, e non bastano le panoramiche che si riversano lungo le vette rocciose della Valle del Boite o in direzione di Forcella Ambrizzola. Non basta l’enorme muraglia rocciosa della Croda dal Lago, che da questo suo versante ad Est risulta veramente immensa. La mia infinita voglia di movimento è cibo per la mia curiosità, per la mia voglia di vivere la montagna come desidero e per quella libertà che riesco a percepire da questo sole e da questo infinito silenzio.

Rientro verso il Lago Pianoze seguendo il sentiero 432, transitando per Malga Federa (1818m) dove mi aspetta quel caffè e quella fetta di torta di metà pomeriggio. Giusto il tempo per guardare, con il sole che volge al tramonto, Il Sorapis e il Cristallo che in queste ultime ore si colorano con i prati del Federa di un colore che sembra abbracciare ed avvicinare questi due elementi così lontani, così diversi.

Vista sul Cristallo (sx) e il Sorapis (dx) da Malga Federa

La Croda Rossa (sx) e il Cristallo (dx) da Malga Federa

Ultima immagine che guarda verso il Becco di Mezzodì. Leggermente più in basso Malga Federa

La via di ritorno mi riserva un’occasione da cogliere subito al volo. Trovo abbastanza noioso rientrare seguendo la strada battuta che da Malga Federa scende verso valle. Il vicino Gores de Federa è quell’occasione menzionata, lo vedo per la prima volta in Autunno e questo è il motivo per cui decido di rientrare a valle scendendo proprio dal Gores. Ma questa sarà un’altra storia, una storia che vi racconterò più avanti….

 

Lago Federa – La Mappa

MAPPA-LAGO-FEDERADownload

 

Lago Federa – Il Video


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Location: Lago Federa alla Croda da Lago (BL)

Area Geografica: Dolomiti d’Ampezzo – Dolomiti Bellunesi (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Su sentiero 430 dal Lago Pianoze al Lago d’Ajal. Su sentiero 431 dal Lago d’Ajal al Lago Federa alla Croda da Lago

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