Stefano Germano
Le Malghe dell’Agner – Agordino
Aggiornamento: 20 feb
Tra le Malghe dell’Agordino Occidentale, ai piedi dell’Agner.
Una di quelle prime escursioni di primavera. Un momento molto particolare in cui il cambio stagionale mantiene ancora traccia dei lunghi mesi invernali. Se nelle valli tutto sembrava avviarsi al nuovo in arrivo, nelle quote più alte ghiaccio e neve sembrano aver fermato il tempo.

C’è da parte mia specificare che la data di questa escursione riporta il 19 Marzo, periodo che anticipa di un paio di settimane ciò che la grande nevicata di inizio Aprile ha poi riportato con i notevoli cambiamenti. Durante questa mia escursione ampi spazi liberi dalla neve e quelle prime meravigliose fioriture al caldo sole di stagione.
Ciò che sono stati gli eventi successivi, hanno visto un repentino cambiamento dettato da un Inverno che sembrava voler riprendersi nuovamente le luci della ribalta. Oltre la neve, temperature rigide e quella sensazione di aver creduto solo per pochi giorni nella nuova e bella stagione in corso. Ma di tutto questo ci sarà tempo di parlarne nel mio prossimo e futuro articolo.
Frassenè Agordino – 1103m
Questa bellissima escursione parte direttamente dal centro di questo paese, del Comune di Voltago Agordino, che si trova lungo la strada che da Agordo sale per il Passo Cereda, in direzione di Tonadico e di Fiera di Primiero. Dal Bellunese al Trentino. Una di quelle località che apprezzo visitare in tutti i periodi dell’anno, in cui notare nella sua umiltà quella semplicità dettata da uno stile di vita di pace assoluta.

Una località che si pone appena al di sopra dei mille metri e che dalla Valle Sarzana sale attraverso un facile sentiero, il 771 su strada forestale, con indicazioni Rifugio Scarpa Gurekian. Il Rifugio è una delle strutture più conosciute dell’intero territorio. Punto logistico di grande importanza per chi si cimenta nella fase successiva che porta a Trekking e vie alpine di grande livello ed esperienza.
Una buona indicazione di sentiero che si trova adiacente alla piccola chiesa del paese. Una prima parte che si inoltra all’interno di una via tra case private e un piccolo tratto su sterrato che raggiunge così la parte più alta del paese. Un ottimo spunto per cercare dei punti di vista con quel giusto dislivello che serve per ammirar, passo dopo passo, ottime panoramiche della Valle stessa.

Per me in questo frangente non sono nemmeno le 08’00 del mattino. Per chi è abituale di questi paesi in alta montagna sa benissimo che la vita a quest’ora inizia a riprendersi con calma e con i tempi giusti. La stagione ancora fresca poi è complice di questa situazione. I camini fumano e le prime anime iniziano a muoversi con una certa calma all’interno di queste vie ancora desolate.
Tempi e abitudini ormai persi tra le città e i paesi più a valle….

E tutto diviene come un regalo dettato dalla normalità che si vive all’interno di queste valli alle quote superiori. Il sentiero 771 lascia definitivamente quella sua piccola parte che si snoda all’interno del paese. Ora la forestale inizia ad inerpicarsi leggermente attraverso i boschi e di Frassenè, della sua piccola Valle e delle montagne circostanti finalmente dei punti di vista molto apprezzati.
Ottime le indicazioni direzionali. Per uscire direttamente dal paese ed iniziare a risalire il sentiero principale, lungo le vie tutte le indicazioni sufficienti per seguire la giusta direzione.

Dalla forestale principale, una deviazione (variante) attraverso i boschi…
Ed è così infatti. La forestale incrocia una deviazione sulla destra che consiglio di seguire. Sale come dislivello in modo leggermente più impegnativo rispetto alla via principale, ma questo è un pretesto perfetto per seguire una linea di cammino attraverso questi boschi e, soprattutto, tornare dopo tanti mesi a camminare liberamente su un sentiero libero dalla neve. Sensazione bellissima.
Il sentiero 771
Almeno fino al Rifugio Scarpa Gurekian sarà l’unico riferimento da seguire. Lungo la salita nessuna variante o altre situazioni che potrebbero portarmi fuori strada, per cui faccio affidamento a questa unica via da seguire. Ribadisco la bellissima sensazione di poter camminare nuovamente a stretto contatto con la roccia e la terra, dove nemmeno quel leggero strato di fango presente induce a qualche possibile fastidio.

Di tanto in tanto qualche piccola lingua di neve ancora presente. Magari in quei tratti più coperti dal sole, o in certe situazioni dove la grande quantità accumulata durante l’Inverno ne mantiene solida la presenza. Si tratta perlopiù di grandi lastroni duri e ghiacciati per cui anche la totale assenza dei ramponcini non pone particolari problemi.
Frassenè e i suoi diversi punti di vista. Ogni tanto il piccolo centro abitato spunta da questa vegetazione che si compone di alberi spogli e secchi, in procinto di iniziare una nuova fioritura.

Dalla variante attraverso i boschi…

…per ritornare nuovamente lungo la forestale.
E’ una variante che accorcia di qualche centinaio di metri il percorso della forestale. Forestale che si ritrova nuovamente e ben segnata dalla marcatura nevosa posta in certi tratti. Ora sarà lei la mia via da seguire, quel riferimento naturale che con molta facilità e spensieratezza mi accompagna attraverso questi splendidi boschi.
Ma di ciò che mi aspetta nemmeno un piccolo indizio…

Sì, perchè ciò che raggruppa a se un grande e maestoso raggruppamento roccioso rimane ancora ben nascosto non solo dai fitti boschi, ma anche da queste spalle montuose che impediscono qualsiasi punto di vista verso monte. Ciò che mi viene concesso si limita sempre al versante a Sud, quello che guarda verso la Valle Sarzana.

Lo spazio di tempo che separa la Valle dal Rifugio Scarpa Gurekian, si può conteggiare in meno di due ore di cammino. Improvvisamente dopo una serie di serpentine sterrate, i boschi finalmente iniziano a diradarsi per una tratto più che sufficiente per ammirare verso Nord le prime avvisaglie rocciose che nel complesso formano l’intero gruppo montuoso dell’Agnèr.
Il Cristo alla Rafadora – 1488m
Passaggio obbligato e di grande impatto personale. Un Cristo che si pone all’estremità di un pianoro tra i boschi e un’area aperta e pianeggiante. Una fermata d’obbligo per esprimere nel più assoluto silenzio il rispetto per questo luogo, e per quei pensieri personali che fanno sempre del bene e che esprimono un sentimento che va oltre al personale.
Bellissimo punto di osservazione, dal Cristo finalmente inizia a prendere vita la roccia tanto desiderata.




Ciò che in un certo senso dispiace notare è la presenza delle strutture ormai da anni inutilizzate del vecchio impianto invernale di risalita. Colonne d’acciaio per buona parte arrugginite e che con l’ambiente circostante onestamente non hanno nessun legame da condividere.
Speriamo in un prossimo intervento per la rimozione di questi fantasmi di un passato ormai lontano, inservibili e ribadisco completamente fuori luogo. Ma la mia attenzione, la mia mente e il mio spirito si lega unicamente all’intero ambiente naturale che mi ospita.
Questa lunga e facile serpentina mi accompagna con quella sintonia che mi rende perfettamente in equilibrio con l’ambiente naturale che mi circonda.


Improvvisamente ecco il Rifugio Scarpa…
Ed è in uno di questi frangenti che finalmente ho il primo punto di vista verso il Rifugio Scarpa Gurekian. Potrei nell’immediato uscire dalla forestale e tagliare lungo quella sua spalla ancora coperta di neve per raggiungerlo in pochi minuti. ma non voglio portarti fuori sentiero, voglio che tu possa condividere con me ciò che ne segue perchè l’importanza che reputo è di grande valore.
Aumenta la quota, aumenta pure la quantità di neve. E’ così che dopo questo primo sussulto visivo rivolto al Rifugio, le varie spalle montuose che compongono l’area lo fanno nuovamente sparire. Questo perchè ritornano nuovamente i boschi, e con essi un tratto di sentiero che si sposta nuovamente andando ad interessare un versante che guarda ad Est, verso il Col di Manz.



Il consiglio di evitare quella deviazione diretta per il Rifugio si pone nel prendere al volo l’occasione di ammirare questo nuovo versante. Sarà il mio punto di interesse per il pomeriggio, quando andrò ad allungarmi lungo la base dell’Agner e giungere alle successive Malghe che compongono questo anello naturalistico giornaliero.
Neve, neve e ancora neve. Da questo punto ciò che legava il mio entusiasmo nel ritrovare finalmente la traccia di sentiero, ritorna ad essere un sogno di breve durata. Alla soglie del 1.700m la neve rimane ben salda lungo questi versanti, perlopiù ghiacciata ma con quello stato che non rende obbligatorio l’utilizzo dei ramponcini.

Vista verso lo Spiz Piccol (sx) e dello Spiz della Lastia (2295m centrale)
E’ questione di pochi minuti, dal transito lungo questo versante ad Est giungere ai piedi del Rifugio si compone di una decina di minuti in un facile cammino. Appare improvvisamente appena uscito da questo versante boschivo, ponendosi nel versante più a monte di questo bellissimo punto panoramico.
Rifugio Scarpa Gurekian e Malga Losch- 1735m
E se di panoramica parlo, ciò che consiglio vivamente è di porre l’attenzione sul lato sinistro del sentiero. E’ ben visibile un piccolo fienile su di un promontorio leggermente più elevato dal sentiero stesso. salire in cinque minuti lassù è come avere una definizione perfetta dell’intero territorio geografico che ci circonda.

Partendo da sx con la Croda Granda (2849m)…

Il Rifugio Scarpa Gurekian in lontananza a 1735m sulla sx…
Una piccola deviazione che porta via solo cinque minuti. Ne vale veramente la pena, uno dei punti di osservazione più belli che raggruppa a se oltre la Rifugio, la Croda Granda (2849m), la Cima de La Beta (2723m), il Sass de le Caure (2762m), il Lastei d’Agnèr (2844m) e la vetta per antonomasia dell’intero raggruppamento, l’Agnèr con quella sua imponente parete che svetta a 2870m di quota.

Il Rifugio Scarpa Gurekian (1735m)
Una piana completamente immersa nella neve. Tento per curiosità di uscire dal facile sentiero ben battuto solo per rendermi conto della consistenza nevosa ancora presente. Sprofondo fino al ginocchio, impossibile seguire un fuoripista senza le ciaspole ai piedi. Le ciaspole già, quelle purtroppo sono rimaste in macchina giù in paese. Buona o cattiva scelta?…

L’intera area si compone di una serie di fantastiche strutture. Quando parlo delle Malghe dell’Agnèr mi riferisco alle stalle e a Malga Losch, che a 1.700m di quota fanno ben compagnia al Rifugio. Questa è la prima presenza di queste strutture che vedono la loro attività durante l’Estate con i bellissimi alpeggi di stagione. Le grandi stalle presenti fanno ben pensare che l’attività alpina si compone di un notevole numero di animali liberi al pascolo, e l’ambiente ne deduce un qualcosa di straordinario.


Malga Losch si compone di due strutture dedite agli animali e di una bellissima abitazione dedita ai pastori che durante l’Estate si fermano in questo luogo. Non oso immaginare la bellezza e quel senso di assoluta libertà che l’Estate porta a queste quote all’interno di questi alpeggi.


Malga Losch (1700m)
Durante l’Inverno il Rifugio rimane chiuso, di norma la sua apertura avviene nel mese di Giugno e si protrae fino ad Autunno inoltrato come ne ho già parlato all’interno di questo mio articolo dedicato ad un anello adiacente al Rifugio Scarpa Gurekian.
Rifugio Scarpa Gurekian e Malga Losch – Punti di Vista
Ma la giornata è ottima, il cielo e le temperature sono perfette e tutto presuppone ad una visita sicuramente molto interessante di questo Rifugio nella sua più assoluta solitudine.

Il Rifugio da Malga Losch
Il bellissimo Cristo adiacente al Rifugio

Leggero dislivello guardando verso un sole stupendo…

Il Rifugio e l’Agnèr…

Panorama verso la Valle Sarzana e l’Agordino

Spunti che guardano verso il vicino Primiero

La neve ricopre la Croda Granda (2849m sx) e la Cima de La beta (2723m centrale)

Spettacolo di roccia alle spalle di Malga Losch…
Pausa di metà giornata. Ne approfitto di queste ore solari e calde per riposarmi a dovere, prima di dare il via alla seconda parte di questo meraviglioso anello.
Seconda parte che dà l’impressione di essere più complicato del previsto sebbene il dislivello sia quasi del tutto a mio favore. Neve, tanta neve vedo lungo il versante che devo affrontare.


Le tabelle di sentiero indicano la via corretta da seguire. il 769 che dà indicazioni per Malga Agnèr di Fuori e la Via Normale per l’Agnèr.
Zaino in spalla e pronto per allungarmi attraverso la Costa della Madonna ai piedi dell’Agnèr stesso. Deduco sin da qui che non sarà cosa facile, e le ciaspole lasciate a valle ora farebbero la differenza.
Via Normale delle Malghe d’Agnèr
Si riparte, dopo le dovute foto e riprese video di rito, prosegue il mio anello che vede nell’Agnèr uno dei punti di riferimento. Dopo Malga Losch mi attendono le due Malghe che si pongono lungo il versante opposto e che vedono nella Costa della Madonna e nel Col di Manz (1552m) due dei punti geografici da raggiungere.

Il Rifugio Scarpa Gurekian e Malga Losch dal sentiero 769
Linea di sentiero 769, una serie di tabelle indicative in prossimità di Malga Losch che evidenziano in modo molto chiaro le varie destinazioni che da questo punto geografico si possono raggiungere attraverso questo versante Occidentale dell’Agordino.
Per me da questo momento inizia una parte di escursione completamente nuova. La linea di sentiero che mi accompagna verso Malga dell’Agnèr di Dentro e Malga dell’Agnèr di Fuori è una novità da un punto di vista escursionistico. Valore importante che si aggiunge a questa mia fame di scoperta.



Devo dire che da questo nuovo frangente spunta un piccolo problema che in precedenza non avevo ben calcolato. Se la prima parte di sentiero che sale fino al Rifugio mi dava l’impressione di camminare lungo una linea di sentiero che già “profumava” di Primavera, giungere allo Scarpa Gurekian stesso mi ha messo di fronte ad uno scenario dove la morsa invernale ha completamente cambiato ogni aspettativa ed ogni punto di vista.
Ed infatti è così. Neve, tanta di quella neve e le ciaspole lasciate in modo incauto a valle….


Quella perfetta linea di sentiero orizzontale, qualche leggero sali/scendi ma con quei 50cm di neve che in certi punti rendono difficile il cammino. Nessuna battitura lasciata in precedenza e qualche riferimento visivo che sulla roccia identifica il giusto sentiero da seguire.
Non facile muoversi in certi frangenti in quella situazione. Una serie di passaggi in cui, tenendo sempre come riferimento le marcature rosse sulla roccia, mi portano a deviare leggermente la mia via di cammino. Ma tutto rimane comunque affrontabile senza particolari problemi.

Ciò che compensa questo imprevisto, e questa mia incauta valutazione, è comunque di trovarmi lungo una nuova linea di sentiero mai affrontata prima. Bellissimi passaggi ai piedi del maestoso Agnèr, vera “Star” di questa mia escursione. La neve lascia finalmente il posto al sentiero roccioso naturale portandomi così fuori da questa situazione così leggermente impegnativa.
Un fuori programma facilmente risolvibile, ma comunque sia gestibile….

Lontano lontano il Rifugio Scarpa Gurekian…

In forcella del Col Colander (1775m)
Ma pure Ercole a suo tempo dovette affrontare le sue fatiche, e io non sono da meno. Lasciato un tratto di un infinito bosco, che tra le altre cose non permette punti di vista particolari, arrivo in una piccola forcella denominata Col Colander a 1775m. Quello che in precedenza mi ero lasciato alle spalle dava l’impressione di essere un tratto solo da dimenticare in certi frangenti.
Questa forcella invece mi pone di fronte ad un nuovo e impegnativo territorio a cielo aperto ma stracolmo di una neve che mi fa capire che devo nuovamente muovermi cercando quei punti di passaggio meno impegnativi. Fortunatamente non mancano i paletti direzionali, un susseguirsi di leggere deviazioni per evitare così i punti meno stratificati di questo pianoro bianco.
E’ è una tecnica che fortunatamente funziona….
Malga d’Agnèr di Fuori – 1623m
Mi devo però accontentare di una sola delle due Malghe d’Agnèr. Salire alla di Dentro è praticamente impensabile ma soprattutto impraticabile visto l’enorme quantità di neve presente e nessuna marcatura lasciata in precedenza da qualche altro escursionista. Questa verrebbe di grande aiuto essendo un punto di cammino già marcato e più facile da affrontare.
E allora vada per la di Fuori, che dal Rifugio Scarpa si raggiunge in poco più di un’ora.

Bellissima, chiusa ancora nel suo eterno Inverno ma che, guardando la sua struttura, durante l’Estate dovrebbe essere sicuramente un alpeggio di grande valore, dove la presenza di animali al pascolo è sicuramente una garanzia. Una nota importante da mettere in agenda per la prossima Estate.
Si posiziona a 1623m di quota lungo un pianoro che guarda verso i boschi che compongono quel versante verso la Valle Sarzana, mentre a Nord una leggera spalla che apre un panorama verso lo Spiz della Lastia (2295m), vetta rocciosa che da vita alla lunga spinale dell’Agnèr.
Il suo silenzio, la sua pace e questa meravigliosa solitudine attira come sempre la mia attenzione…
Malga d’Agnèr di Fuori – Punti di Vista
Malga d’Agnèr di Fuori e le sue diverse prospettive in attesa della stagione degli alpeggi, dove tutto si animerà di una nuova vita animale…

Le stalle verso lo Spiz della Lastia (2295m – sx) e Cima Valtorta (1862m – dx)

Ampia panoramica sull’Agnèr (sx), lo Spiz della Lastia (centrale) e Cima Valtorta (dx)

Laggiù, oltre questi boschi, si scende verso Agordo (sentiero 769)

Alcuni spunti visivi verso la Valle Sarzana

La Malga e di spalle l’Agnèr…

Uno dei fienili adiacenti…

Malga dell’Agnèr di Fuori…

Cartolina perfetta….
E andiamo a chiudere questo meraviglioso anello. Ora rimane da affrontare una lunga e ripida discesa seguendo una linea di cammino che si compone di una nuova e comoda forestale che vede come punto di riferimento, e di indicazione, il piccolo abitato di Bertoli (o Bertoi).
Bertoli e Frassenè – 1103m
Ed ora l’ultima parte, quella finale e che chiude definitivamente questo anello. Una lunga e piacevole discesa su di una carrozzabile che rientra nuovamente all’interno di questi meravigliosi boschi. La neve si dirada ad ogni curva, in questa serpentina che vede in Bertoli (Bertoi) il punto di riferimento che si trova a valle di questo gruppo montuoso.



Il sentiero non è numerato, si tratta di una strada ben visibile e qualsiasi riferimento numerico sarebbe sicuramente superfluo. Punti panoramici vengono sempre meno, la fitta vegetazione presente non permette di ammirare possibili panorami che scendono verso valle. E’ quel momento così particolare in cui mi rilasso, lasciando andare le gambe in perfetta autonomia lungo questo tratto in discesa.

Da un pinto di vista escursionistico consiglio di porre attenzione ad un paio di deviazioni che sulla destra danno come indicazioni la località di Bertoli (Bertoi sulle tabelle), uscendo quindi dalla carrozzabile principale. E di questo mi preme segnalare che quella più idonea da seguire è la seconda da un punto di vista direzionale.

La prima, che sta più a monte rispetto alla valle, da una serie di valutazioni l’ho trovata in completa disordine. Alberi caduti che non solo impediscono di seguire il sentiero ma che ostacolano in maniera evidente la discesa. Quindi, sempre se le cose non verranno nuovamente ripristinate, la seconda deviazione per Bertoi sulla destra è quella che riduce il cammino di discesa.
Si giunge così in un luogo molto panoramico. Si esce dai boschi e ci si trova su di un pianoro completamente disboscato. Da qui una tabella direzionale che conduce verso diversi sentieri. Bertoi e Frassenè rimangono i punti di riferimento da seguire.




E’ il Pian de Roncade a 1220m. Per non creare dubbi si segue l’indicazione per Frassenè. E’ questione di poco tempo per scendere in località Bertoli (Bertoi), una piccola frazione leggermente più a monte della strada principale Agordina. Uno di quei luoghi che si tiene un pò in disparte dalle grandi vie di comunicazione e dei centri abitati più affollati.

Ultimi sussulti di bosco…

Finalmente Primavera…

Il piccolo centro abitato di Bertoli…
A questo punto mi preme darvi un consiglio in merito al rientro nel paese di Frassenè, che ricordo è il punto di partenza di questa escursione.
Da Bertoli a Frassenè
In teoria si dovrebbe a questo punto seguire la strada principale per più di un chilometro. Cosa che consiglio di evitare visto il notevole traffico stagionale e nessuna via pedonale disponibile.

Quella che vedete in questa foto è una tabella indicativa per una comoda scorciatoia che evita il proseguo lungo la strada principale. Basterà scendere di un centinaio di metri in direzione della strada principale, e notare, leggermente sulla destra, questo crocefisso e la tabella indicativa.
E’ un passaggio che si inoltra all’interno di alcune piccole frazioni di Frassenè, per giungere al cospetto di un cavalcavia e nell’immediato al centro del paese. Si rientra così dopo un lungo anello escursionistico che io ho completato in circa sette ore soste comprese.
Le Malghe dell’Agnèr – Note Tecniche
Bellissima giornata, completa di panorami e di punti Dolomitici che vede in questo versante dell’Agordino Occidentale la magnificenza dell’intero raggruppamento dell’Agnèr. La mia è un escursione tipicamente a cavallo tra l’Inverno e la Primavera, e questo impone di trovare i sentieri più a valle completamente privi di neve e quei versanti più a monte ancora innevati. Consiglio quindi di avere con se le ciaspole ugualmente.
Il Rifugio Scarpa Gurekian e le varie Malghe che coprono l’intero itinerario sono stagionali, quindi aperte ed accessibili solo durante l’Estate. Dal centro abitato di Frassenè al Rifugio Scarpa Gurekian (Malga Losch) impone un sentiero che si copre in meno di 2h con un dislivello di circa 650m. Dal Rifugio Scarpa Gurekian alle Malghe d’Agnèr di Fuori e di Dentro (quest’ultima non raggiunta causa neve) il dislivello è completamente favorevole e fattibile in circa 1h (senza la neve stagionale).
Dalle Malghe per rientrare a Frassenè una comoda e facile discesa, che si suddivide in strada carrozzabile e sentiero che si completa in circa 1h 30m.
Le Malghe dell’Agnèr – Il Video
Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

Location: Frassenè, Voltago Agordino – Agordino Occidentale
Area Geografica: Gruppo montuoso dell’Agnèr
Regione: Veneto
Accesso: Su sentiero 771 dal centro abitato di Frassenè per il Rifugio Scarpa Gurekian