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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Malga Ciauta (Cadore Dolomiti)

 

Vista d’Inverno è di una bellezza unica. La sua posizione, il Pelmo come uno dei suoi punti di vista più belli, e l’intero versante della Valle del Boite che guarda verso Est a completarne l’opera. Malga Ciauta è un’obbiettivo perfetto per tutto l’anno, considerato che la struttura stessa offre ospitalità anche durante i mesi invernali.

Facile ed intuitivo il sentiero per raggiungere i 1552m di quota, dove la stagione bianca regala l’opportunità di effettuare spettacolari ciaspolate che si possono prolungare anche a quote più elevate. Ai margini del Pelmo per esempio. Il sentiero da seguire che vi consiglio è il 475 che parte direttamente dall’abitato di Villanova, a Borca di Cadore.

Mattina presto a Villanova, il Pelmo si riscalda già al sole

Facile sentiero battuto tra i boschi de La Croda Rotta

Il più facile, il più breve e poco impegnativo sentiero. Sale attraverso i boschi de La Croda Rotta con l’opportunità, durante la stagione invernale, di essere ben battuto fino a raggiungere la Ciauta stessa. Un piccolo servizio offerto per facilitare l’arrivo degli escursionisti, camminando serenamente e dove l’utilizzo delle ciaspole sarà più fattibile nelle ampie distese che attorniano la Malga.

Punto di vista tra i boschi verso la Valle del Boite

Consiglio questo sentiero per la spensieratezza che si incontra attraverso questi boschi. Questo versante ad Ovest della Boite è caratteristico per la presenza di queste foreste, fitta vegetazione che in molti casi non permette di vedere oltre. Solo in alcuni e rari momenti la vegetazione si dirada quel minimo per poter scrutare verso l’orizzonte più lontano. E’ un piacere che unito alla spensieratezza accompagna con grande energia l’avvicinamento all’obbiettivo prefissato.

Alcuni tratti leggermente più impegnativi

Cumuli nevosi tra le legnaie poste lungo il sentiero

Comunque sia, la formazione del sentiero comporta la presenza di alcuni tratti ghiacciati. Il fondo battuto forma quella velatura di ghiaccio che impone, soprattutto nei tratti all’ombra, un po di attenzione. Scivolare è questione di un’attimo, soprattutto nella fase di rientro e con il sentiero stesso in discesa. Il sole inizia finalmente a dare vita e calore al mio cammino. Spunta da Est, penetrando dolcemente attraverso la folta vegetazione. Alcuni ampi spazi a cielo aperto, dove approfittare di questo regalo ed uscire leggermente dal sentiero e, ciaspole ai piedi, dare così un primo assaggio a questa neve fresca.

Leggere carezze di un debole sole attraverso i boschi

Riflessi nella neve fresca. Richiamo per muoversi ciaspole ai piedi

Rimango così “coccolato” da questa bellissima situazione. Un bivio, una tabella direzionale che, vista la sua posizione geografica, anticipa l’imminente arrivo alla Malga. Rimango ugualmente immerso nel bosco, quel sentiero ben battuto che continua a facilitare il mio cammino. Mi sento veramente bene, si sta veramente bene. Sono passati circa 90 minuti dalla partenza dal piccolo centro di Villanova, l’aria fredda delle prime ore del mattino che finalmente inizia a intiepidirsi con queste prime avvisaglie della stella primaria.

Tabella indicativa per Malga Ciauta

E’ questione di circa una trentina di minuti. Da questa tabella indicativa il tempo che rimane per raggiungere la Ciauta si accorcia notevolmente. Da questo momento in poi in alcuni casi il dislivello comporta alcuni tratti più impegnativi. L’impegno richiesto non è dato da un fattore legato al dislivello stesso, ma dalla presenza di lastre di ghiaccio sistematicamente nascoste da una leggera e friabile neve che tradisce in modo improvvisato. In questi frangenti meglio camminare lungo i bordi del sentiero, la neve è più alta e non si corre il rischio di farsi male.

Punto di passaggio in una continuità boschiva

Ed ecco che improvvisamente il bosco lascia spazio ad un’ampia piana a cielo aperto. Nessun albero che possa contrastare questo fantastico panorama. Il Pelmo, in lontananza che da questo versante si allunga in una immensa parete rocciosa. Un punto di vista diverso da quelli più abitudinari, ma da quell’inconfondibile sagoma che lo simboleggia da qualsiasi punti visivo.

Vista sul Pelmo, dai prati innevati della Ciauta

E’ la Ciauta. Un’ampia e vasta piana che durante l’Estate è abitualmente ricoperta da rigogliosa erba e dalle mucche al libero pascolo. L’impatto visivo in questo frangente è molto forte. Vederla completamente vestita di bianco da una sensazione dalle diverse letture. Straordinaria la vista verso il Pelmo da questo versante, ma allo stesso tempo quell’aria di solitudine dove l’inconfondibile presenza degli alpeggi viene a mancare. E’ un primo impatto che vivo raccogliendo questo mio personale pensiero. Ma basta un leggero soffio di vento per esorcizzare questo mio momento di malinconia.

Malga Ciauta

E’ un susseguirsi di sguardi che si perdono all’infinito. Ad ogni passo che risale dolcemente verso la Malga, mi si apre a 360° un mondo composto da un interminabile punto di vista. Tutto ciò che i boschi mi nascondevano dell’intera Valle del Boite, ora finalmente fanno luce alla bellezza rocciosa che ne è composta. Dall’Antelao partendo dalla mia destra, per completare l’opera nel versante del Sorapis e le vette rocciose che si stagliano dai piedi di Cortina d’Ampezzo.

Vista sull’Antelao

Vista sul Sorapis

Devo ammettere che con tutta questa neve sembra tutto più ampio, più grande. Sarà forse dovuto all’effetto ottico che questo bianco prevale, quasi ad invadere ogni possibile prospettiva. L’ampia piana della Ciauta aumenta, sembra composta di un territorio geografico altamente superiore rispetto a quello che si vive d’Estate.

Arrivo così in Malga. Chiusa in questo periodo visto le limitazioni Covid-19. Questo è un valore aggiunto mancante di grande importanza. L’opportunità di poter pranzare all’aria aperta godendo così di una bellissima e tiepida giornata di sole, è una di quelle situazioni che percepisci come elemento mancante. Purtroppo per questo Inverno 2021 non ci sono alternative, bisogna saper cogliere ciò che viene offerto e questo renderlo un grande valore strettamente personale.

Malga Ciauta verso il Sorapis

Immagine caratteristica che guarda all’Antelao

Quei tavoli esterni, che nella normalità sono sempre ben preparati per una comoda e piacevole pausa con il pranzo tipico e caratteristico della Ciauta. L’immancabile presenza del gestore che in Giovanna vede la cortesia e l’immancabile ospitalità in questo piccolo angolo di Paradiso. E tutto questo indipendentemente dalla stagione, che sia quella calda o quella rigida d’Inverno. Una struttura aperta per quasi tutto l’anno, ma che ora si presenta con enormi cumuli di neve a coprire quei tavoli e quella terrazza panoramica così unica e piacevole.

Tavoli imbanditi solo di cumuli nevosi

Stagione invernale per ora incerta…

 

In Malga Ciauta

Ho detto che bisogna saper cogliere ciò che viene offerto giusto?. Bene allora, perchè dopo una fase di riposo e pranzo a sacco è arrivato il momento di infilare definitivamente ciaspole ai piedi e valorizzare la vasta quantità di neve fresca, pronta per essere così vissuta. Le stalle esterne alla Malga completamente sommerse dalla neve. Camminare muovendosi all’estremità dei boschi rimanendo sempre con questa bellissima vista verso valle, e il sole che con il leggero tepore che emana riscalda perfettamente il mio corpo.

Spazio che identifica la mia libertà

Non seguo una linea ben precisa. Mi muovo così, a caso e rapito da ogni possibile particolare che alimenti la mia curiosità. Rimango veramente a bocca aperta nel vedere le strutture che compongono le stalle esterne così immerse da una quantità di neve inimmaginabile. Le precipitazioni nevose dei giorni precedenti sono state molto consistenti, e ciò che appare ai miei occhi ne è la testimonianza più vera.

Il recinto e le stalle esterne della Ciauta

Un cerchio naturale dove la neve brilla al sole, dove le nuvole disegnano su questo immenso manto bianco sagome che creano dei piccoli spazi d’ombra, ideali per foto e riprese ad effetto. Potrebbe sembrare un’escursione che si limiti a poco, Malga Ciauta invece offre la perfetta occasione per contemplare in maniera completa il piacere della solitudine. Sprofondare fino quasi alle ginocchia, udire unicamente il rumore della neve ad ogni pressione del proprio piede. Assorbire questi due pensieri per creare un’unico stato d’animo, dove la solitudine della montagna diviene quel punto di incontro tra il noi e la nostra mente.

Tutto sembra spegnersi improvvisamente. Ma si tratta solo di una zona d’ombra dettata da una grande nuvola

E’ un gioco perfetto. Un gioco dove due piccole baite che si trovano leggermente distaccate dalla Malga, divengono un piccolo obiettivo prefissato. Ciò che mi divide dalla Malga stessa sono circa 300m di neve fresca, un continuo movimento dove lascio dietro di me quella traccia quasi indelebile del mio passaggio. Una lunga linea marcata tra la Malga e questi due piccoli fienili, l’unica linea immersa tra questa neve fresca. La sensazione è importante, è come se quella stessa linea identificasse un mio momento del passato. Magari di soli cinque minuti, ma sicuramente un passato che non tornerà mai più indietro.

Piccoli fienili che guardano verso l’Antelao

Quella leggera linea di luce, ad illuminare leggermente i piccoli fienili.

Ora sono troppo preso, sono immerso nei miei pensieri nel modo più perfetto. Essendo un giorno di metà settimana tutto ciò che mi circonda è solo Natura. Nessuna presenza di altri escursionisti, nessun rumore esterno che si intrometta in questo silenzio così naturale. La mia immersione è così talmente forte che questi due piccoli fienili diventano improvvisamente le mie due modelle preferite. Mi muovo attorno a loro mantenendo qualsiasi possibile distanza, quasi a non voler disturbare questo loro lungo Inverno. Sono piene di fieno, emanando quel profumo che in maniera spontanea mi riporta alla Primavera, all’Estate inoltrata quando questi rigogliosi prati sono accompagnati dall’inconfondibile tintinnio dei pascoli di stagione. Emozione pura!!…

Che profumo, sembra quasi raccolta da poco…

Da qui rientra nuovamente in scena il Pelmo. A ridosso della Malga il “Caregon” è completamente nascosto dai boschi, ma basta scendere leggermente per vederlo nuovamente riapparire in tutta la sua imponente mole. Sembra di averlo a portata di mano, sembra di poterlo raggiungere in così breve tempo che l’intenzione di salire verso il suo versante diviene improvvisamente un nuovo obbiettivo. Ma chi conosce bene questi territori sa benissimo che raggiungere la sua base al Rifugio Venezia, è questione di almeno un’ora di marcia…d’Estate ovviamente. Mi accontento delle mie due modelle, mi accontento di fermare il tempo guardando al Pelmo da questo particolare punto di vista.

Il Pelmo dai fienili

Contrasto con il ghiaccio

La Piana della Ciauta e il “Caregon”

Ultima immagine di giornata…

Rientro così nuovamente nei boschi, seguo quella stessa linea di sentiero battuto che dalla Valle mi ha condotto in Malga. E’ stata una giornata molto intensa, ricca di belle emozioni e punti di vista invernali da tenere impressi nella mente e nel cuore. L’impossibilità di non trovare la Malga aperta è stata quella mancanza importante, che ho sentito come un punto di riferimento venuto meno, ma che mi da ugualmente un forte senso di speranza nel ritrovarla aperta per la prossima Primavera.

Escursione molto facile, il sentiero 475 che parte dalla piccola frazione di Villanova (Borca di Cadore) è quello che consiglio soprattutto durante la stagione invernale. Alcuni tratti leggermente più impegnativi della media, dove porre attenzione per il possibile ghiaccio presente. Malga Ciauta la si raggiunge in poco più di due ore di cammino completamente immersi nei boschi. Solo in prossimità della Malga il territorio si apre in una grande distesa a cielo aperto dove poter ammirare l’itero territorio che ci ospita.

 

Malga Ciauta – La Mappa

MAPPA-CIAUTADownload

 

Malga Ciauta – Il Video


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Location: La Ciauta (BL)

Area Geografica: Valle del Boite – Cadore (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dalla frazione di Villanova (Borca di Cadore) su sentiero 475

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