Stefano Germano
Malga Scanaiol – Primiero
Aggiornamento: 20 feb
Di lei mi piace la sua assoluta solitudine…
Un punto di transito come un punto di arrivo. Quella di Malga Scanaiol è sicuramente una delle terrazze naturali panoramiche più belle che guardano verso il massiccio delle Pale di San Martino. La Val Cismon nella sua più totale bellezza, che con San Martino di Castrozza si pone alla base di questo maestoso raggruppamento montuoso.

La giornata non è delle migliori, considerando il mio desiderio di vivere questo periodo nel migliore dei foliage di stagione. Lungo le rive del Lago Calaita una leggera velatura nuvolosa crea uno strano effetto in questo mio cielo. Visto l’ora di primo mattino il Rifugio Miralago è ancora chiuso, e dubito che potrà aprire in un tempo sufficiente per una colazione di quelle che piacciono a me e che di norma fa parte delle mie abitudini “montanare”.

Il mio obbiettivo di giornata guarda verso Malga Scanaiol, un punto di arrivo che dista poca distanza dal lago e che di norma, tenendo un passo relativamente tranquillo, si raggiunge in circa un’ora. E le tabelle di sentiero presenti confermano questo mio pensiero. La giornata è tranquilla, tutto tace lungo le sponde di questo bellissimo lago dove le sue acque rimangono placide. Un silenzio assoluto in assenza totale di vento, che rende il lago stesso piatto e immobile.

Il sentiero principale parte direttamente dalle sponde di questo specchio d’acqua. Il 350 che per un breve tratto costeggia queste sponde prima di allargarsi verso la grande piana erbosa, che all’orizzonte mi regala il primo punto di vista verso le Pale di San Martino. Una delle cartoline fotografiche più blasonate in questo territorio. La vista di quel versante roccioso che si eleva da questi prati assorti in una dorata colorazione, è quella piccola parte di ingrediente che mette la giusta carica a questa giornata che al primo impatto sembra grigia e povera di intensità.


Sono situazioni queste che mi capitano spesso, in modo del tutto particolare quando le condizioni meteo sono avverse e che nulla di buono riescono a trasmettermi. Soprattutto in Autunno, quando il cambiamento di stagione impone delle sfumature che in certi momenti portano con se quella malinconia dettata dal nuovo che arriva, da quel cambiamento naturale che sotto certi punti di vista viene visto proprio con una certa malinconia. Ma la Natura a volte riserva sempre delle belle sorprese.

Ed è proprio da questo punto che all’orizzonte, oltre le spalle boschive del Col Santo, una piccola apertura nel cielo permette ad un debole raggio di sole di penetrare all’interno di questa vallata. Un forte contrasto di colori che lungo l’Alpe di Pisorno e l’Agnelessa accendono di fuoco i boschi e i prati che compongono questo versante in alta quota. Lungo il mio sentiero la luce non riesce a penetrare come nei versanti più a monte che guardano verso Occidente. La mia è una posizione ancora all’ombra dello Spiz dei Doch, che non permette a questi brevi istanti di apertura di illuminare anche il mio sentiero di cammino.


Un po’ alla volta inizio ad accendermi di entusiasmo. Se il primo impatto freddo e tenue ha entusiasmato ben poco questo mio inizio di giornata, questa nuova ventata di colori appariscenti e forti inizia a regalarmi quelle sensazioni e quell’entusiasmo che un po’ alla volta coinvolge le mie emozioni. In questa giornata di metà settimana sono completamente solo. Un piccolo puntino umano che con molta calma si muove all’interno di questa grande vallata in alta quota completamente a cielo aperto.
Una grande distesa erbosa che non distoglie lo sguardo verso il versante roccioso delle Pale, camminando lungo questa ampia linea di sentiero fino a raggiungere Forcella Calaita, che a 1607m di quota è il primo impatto visivo di grande spessore verso la Val Cismon e le Pale. Uno dei punti di vista che per l’intera giornata sarà il perno centrale di ciò che i miei occhi per ora desiderano alimentarsi, quello delle Pale sarà il perfetto anello di congiunzione tra questo habitat naturale e la Scanaiol che oltre i boschi della Coradella mi attende.

Forcella Calaita è il primo segnale di “vita” di questo grande massiccio roccioso. Alcuni addensamenti nuvolosi vanno a coprire i versanti che dal Cimerlo si innalzano verso il Sass Maor, ma questo non delude nessuna aspettativa verso questo fantastico panorama. Luci, ombre, riflessi del sole che si addentrano all’interno di questi grigi cumuli non fanno altro che creare una perfetta alchimia panoramica, quasi a voler dare vita a fantastiche e mitologiche creature della montagna.
He si, in questi contesti così naturali la mia spontaneità legata ad un senso infinito di fantasia crea delle situazioni che amo vivere spaziando attraverso pensieri che non trovano fine. Un orizzonte il mio che mi permette di vivere la montagna anche sotto aspetti così particolarmente personali. Da questa forcella la vista verso la valle e le rocce che la sovrastano è sicuramente impagabile, e degna di una piccola sosta sebbene in cammino da poco più di una mezz’oretta.

Ora i boschi prevalgono su questi grandi spazi, con un cielo che sembrerebbe aprirsi e rispettare previsioni meteo che, incrociando le dita, sembrano mantenere le promesse di una giornata completamente assolata e tiepida. Il sentiero 350 ora inizia a salire leggermente, senza troppo impegno e con quel piacere che si respira quando i boschi diventano parte integrante di un medio cammino. Salite che seguono delle lunghe discese, un cambio di dislivello continuo che mantiene di ottimo umore, e di ottimismo in ogni istante in cui percepisco sul mio viso la presenza del sole tra questa fitta boscaglia.



Di tanto in tanto, quando il bosco stesso lo permette, alcuni punti di vista che rimangono ben saldi lungo la Val Cismon, che fino alla Scanaiol rimarrà l’unico punto panoramico a disposizione ma visto da angoli sempre diversi. Un paio di indicazioni che portano verso altre destinazioni. Lungo il sentiero 350 ci si trova di fronte a due possibili alternative per scendere verso il centro abitato di San Martino di Castrozza. Infatti, il secondo bivio che incrocio porta il 350 a scendere verso valle e San Martino, mentre, rimanendo sempre sul sentiero leggermente a monte e non numerato, le indicazioni parlano chiaro per Malga Scanaiol.


Da un punto di vista tecnico il proseguimento sul 350 verso San Martino di Castrozza porta ad un facile sentiero completamente in discesa, per giungere così in paese in circa 2h di cammino. Ma la mia destinazione rimane a monte, che guarda verso quelle nuove tabelle indicative per la Malga e Forcella Scanaiol. Raggiunto quest’ultimo cambio di direzione è questione ormai di poco. Mi piace quest’ultimo passaggio, rimane sempre attraverso il bosco con quel leggero dislivello di +120m dalla base del Lago Calaita.

Ed in questo leggero aumento di altitudine ciò che basta per poter ammirare alcuni passaggi in perfetto stile foliage autunnale. Il sentiero stesso si innalza leggermente lungo un particolare corridoio di colori e sfumature del tutto naturali. Foglie che ricoprono la mia via di cammino per creare così quest’affascinante scenografia che colora ogni mio punto di osservazione. Bellissima sensazione, come trovo spettacolare l’ultimo passaggio che mi divide da li a pochi metri dalla Malga.
Malga Scanaiol – 1765m
Un pontile in legno che facilita il passaggio di un piccolo torrente che scende direttamente dai versanti più alti dell’Agnelessa. Prosegue su di un tratto di sentiero che leggermente sale su di una spalla erbosa, per uscire improvvisamente dal bosco ed aprirsi verso un panorama che toglie il respiro. Affascinante ed emozionante allo stesso tempo, dopo un pò di tempo passato all’interno di questi boschi che poco hanno permesso di vedere oltre. L’alta Val Cismon e l’abitato di San Martino al cospetto della Pala di San Martino, della Rosetta e del Cimon della Pala.


Rimango fermo, quasi inerme, un panorama che per l’ennesima volta mi porta a capire di quanto sia fortunato come essere umano. All’interno di queste montagne, di questa straordinaria Natura, ci sono dei momenti e dei luoghi che lasciano il segno. Questo è uno di quei momenti, istanti in cui il panorama spazia verso orizzonti che sembrano non avere fine. L’intero versante Occidentale delle Pale di San Martino che raccolgono in un’unica istantanea visiva le vette più blasonate, le più selvagge e imponenti dell’intero gruppo roccioso. Emozione pura, una breve sosta sebbene Malga Scanaiol sia lontana da me per un centinaio di metri. Diversamente non posso fare.

Per l’ennesima volta mi chiedo come sia possibile. Come sia possibile che la perfezione della Natura riesca nel corso dei millenni a plasmare delle cattedrali rocciose come quelle che ho di fronte. Campanili, guglie, irte pareti che sembrano schizzare violente verso il cielo.
Un gioco d’ombre create da questo magnifico sole che finalmente testimonia l’ennesima previsione meteo azzeccata, con quelle nuvole che ora liberano dalla loro morsa i massicci tenuti nascosti fino a poco tempo prima. Il cielo brilla di un azzurro meraviglioso che con estrema dolcezza si fa accarezzare da deboli velature che nella loro leggerezza permettono al sole di penetrare ed intiepidire il mio corpo, dopo poco più di un’ora passata all’interno dei boschi umidi e freddi. Malga Scanaiol è dietro di me, ed ora è il momento di dedicarmi a questa sua beata solitudine.


Organizzo questa mia giornata solo per lei. Pongo tutte le mie attenzioni a questo luogo così perso all’interno di un mondo che sembra fermo nel tempo. Nulla cambia come punto di osservazione guardando ad Oriente, ma sta di fatto che la visione di San Martino e delle sue aree abitative non toglie minimamente dalla mia fantasia quella sensazione di solitudine e di un silenzio che riesce a tenere lontano il traffico veicolare di un’arteria stradale, che da Fiera di Primiero a San Martino stesso porta con sè un notevole movimento di mezzi meccanici.

Tutto è chiuso all’interno di una bolla silenziosa. Dalla Malga mi piace guardare con molta attenzione ogni minimo particolare che si allunga verso la Val Cismon. Malga Scanaiol racchiude un punto panoramico che raggruppa a sè un periodo attuale, il mio. Un periodo che da diverse settimane mi ha portato a camminare lungo i sentieri delle Pale di San Martino, della Val Venegia e del Colbricon, per chiudere verso il Maso Col, il Sass Maor e i Prati di Ronz. Un mese intero all’interno del territorio del Parco Naturale di Paneveggio e che ora abbraccio da un unico punto di vista.
“Questo per me è emozione, è il segno dettato da un passaggio che fa parte di un mio recente passato”.


Una piccola pausa prima di entrare a stretto contatto con questa Malga e il luogo che la ospita. Una perfetta alternativa sarebbe quella di proseguire su sentiero 9 che dalla Malga sale in circa un’ora in direzione di Forcella Scanaiol (2093m) e aprire così nuovi spunti escursionistici che guardano verso Cima Tegnazza (2235m) e il Tegnola (2220m). Nuovi territori che dal Tognola (2383) spazia verso il territorio geografico di San Martino di Castrozza e di Cima Valcigolera (2540m).
“Ma io mi fermo qui, l’istinto mi chiama verso questa piccola realtà di alta montagna”.

Un piccolo androne principale dove una Madonnina rimane ferma li a guardarmi, quasi ad attendere un mio piccolo pensiero da porgerle da modesto cristiano. Una porta laterale sulla destra che guarda ad una piccola stalla, ed una porta laterale sulla sinistra che mi permette di entrare all’interno di ciò che rappresentava il luogo di vita dei pastori. Un grande camino laterale che, grazie all’incuranza di diversi escursionisti, mi appare completamente invaso da immondizia di ogni specie. Residui di scatolette, bottiglie in plastica e di altri generi. Residui umani che si potevano benissimo riportare a valle, e un tavolo centrale completamente in disordine e anche in questo contesto pieno di recente sporcizia lasciata dall’ennesima rappresentazione di arroganza umana.

Il tavolo porta con sè quel libro che normalmente si trova in questi luoghi così solitari. Una vecchia agenda che funge da diario di transito, dove porgo la data e il mio nome che ne testimonia il passaggio. Il basso tetto di questa cucina abbandonata è completamente annerito da quel fumo causato da un camino abusato da un eccesso di fuoco acceso chissà da quale mano poco esperta. Si sente ancora l’odore della cenere che respira attraverso questo legno al limite della combustione, chiedendomi quale Santo abbia protetto fino ad ora questa Malga da un possibile incendio. Una piccola scala che porta ad un ripiano superiore. Reti di letto e qualche vecchia branda abbandonata al tempo che lentamente passa.
Trovo tutto questo abbastanza triste, una sensazione di pessima cura e di quell’incuranza dettata dalla spazzatura presente un po’ ovunque. Rimango dell’idea che tutto questo sia il “piacevole lascito” di chi come me arriva fin quassù per visitare questo luogo, o per una semplice pausa di cammino primo di proseguire per i versanti che la circondano. La tristezza prevale, meglio uscire all’aria aperta e carpire da questa struttura ogni sua possibile testimonianza storica.

Malga Scanaiol si compone di due strutture. La Malga stessa appena visitata, che da una parte fungeva da dimora per i pastori, e dall’altra una piccola stalla dedita ad animali di piccola taglia. Capre, pecore o qualche mulo dove trovare nelle giuste dimensioni la loro perfetta convivenza. Esternamente e leggermente più a monte la stalla principale, quella di maggiori dimensioni e che riuniva a sè gli animali di stazza maggiore, come mucche e cavalli. Due punti vicino l’uno con l’altro, divisi solamente da un fazzoletto d’erba che in questa stagione brilla di un colore dorato e illuminato da questo sole sempre più forte.

La stalla maggiore si posiziona su ampi prati che guardano verso una lunga valle che risale questi meravigliosi e dorati boschi in direzione di una delle spalle montuose che danno poi vita a Cima Scanaiol. La si nota semi nascosta dalla complicità di questa alta erba che non viene più brucata chissà da quanto tempo. Salgo quel piccolo tratto di sentiero che divide le due realtà, trovandomi di fronte ad un bellissimo pianoro ornato con grande eleganza da grandi massi di roccia scura. Questa loro tipica colorazione testimonia le origini vulcaniche dell’intero territorio. Una roccia scura, di quel tipo che ai miei occhi sembra un libro aperto, dove milioni e milioni di anni di evoluzione sono ora descritti in ogni palmo roccioso.




Questi grandi massi all’interno di questa fitta ed alta erba mi regala l’ispirazione per perfette fermo immagini, dove posizionarmi in primo piano guardando verso le lontane pareti rocciose delle Pale quasi alla ricerca di un futuro che non sta scritto da nessuna parte, se non da ciò che il mio destino mi riserva. Trovo questo luogo speciale e allo stesso tempo perfetto da condividere con i miei momenti più intimi e personali. È la prima volta che tocco finalmente con mano l’Autunno che tanto desideravo. Quell’Autunno dove respirare dai boschi quella perfetta alchimia dettata dalla perfetta colorazione di stagione.


I boschi che salgono verso monte portano con sè una debole linea di sentiero. Si innalza verso la fitta vegetazione senza che la mia mappa escursionistica ne dia precise indicazioni. Sembra uno di quei momenti in cui spesse volte mi trovo di fronte ad un sentiero “fantasma”. Nessuna segnalazione, nessuna tabella indicativa che mi permetta di capire dove possa portare quella linea leggermente tracciata e poco visibile tra l’erba così alta. Sicuramente creata dal cammino di altri escursionisti, e non dalla presenza di possibili animali selvaggi presenti nel territorio. Troppo lineare e intuitiva per una creatura selvaggia selvaggio.


Risalgo leggermente questa lunga valle senza nome, lasciandomi alle spalle la Malga che nel giro di pochi minuti sparisce dal mio sguardo. Ora sono completamente ingoiato dalla fitta vegetazione presente. Colori possenti e di fuoco, un giallo di alti pini che sfuma con la dovuta delicatezza al rosso intenso di qualche quercia e di alcuni castagni presenti. Ho l’impressione di camminare all’interno di un’enorme tavolozza che dalle abili mani di un pittore dà vita ad un quadro naturale meraviglioso.
Resto fermo e seduto su uno dei pochi massi rocciosi presenti. Rimango li, senza togliermi lo zaino dalle spalle. La sua presenza e il suo peso, in quei momenti mi sono del tutto indifferenti sebbene la postura non sia delle più comode. Tutto ciò che mi stà attorno elimina qualsiasi scomodità. Sono completamente assorto e in balia di questo Paradiso, che in modo del tutto pacifico rilassa la mia mente. Silenzio assoluto.


Qualche sporadica gracchia e un notevole numero di piccoli uccellini che di tanto in tanto volano a piccoli stormi al di sopra degli alberi che mi sovrastano e che sembra vogliano stimolare la mia curiosità di andare oltre. Una magia che improvvisamente però si spegne, quasi senza volerlo. La mia mente torna nuovamente con i “piedi per terra”, guardando verso il versante più a monte della valle e che ora mi permette di vedere alcuni spunti della scura vetta rocciosa di Cima Scanaiol. Sono quasi istintivamente preso nel voler seguire questa linea di sentiero “fantasma”. La seguo con molta attenzione mentre si perde attraverso il bosco, con quell’istinto che sembra guidarmi addirittura verso la vetta. E di questo ne sono così talmente sicuro che nutro in me un forte desiderio di proseguire. Verso un possibile ignoto.

Ma tornare con i piedi per terra vuol dire anche cercare di essere sempre responsabile in alta montagna. Non devo mai dimenticare alcuni principi sempre importanti. Sono solo, fuori da qualsiasi contatto telefonico e all’interno di un territorio dove nessuno conosce la mia posizione. La giornata può essere di quelle brillanti di un sole meraviglioso e di una pace e serenità che non conosce confini, ma parto sempre da quel presupposto in cui devo comunque rispettare determinati limiti, senza osare per non andare oltre.
Tornare in Malga è come portare a termine questo mio viaggio che da qualche ora mi porta all’interno di un mondo lontano rispetto a quello che ogni giorno fa parte della mia quotidianità. Incrocio un paio di ragazzi che salgono dal Lago Calaita, la loro destinazione è Forcella Scanaiol e successivamente Malga d’Arzon che si posiziona lungo la Busa della Scandola Alta ai piedi del Tognola. Il loro intento è di passare la notte alla d’Arzon per poi proseguire in direzione del Colbricon e scendere direttamente a San Martino di Castrozza. Il tutto in un paio di giorni “fuori dal mondo”.

Un viaggio che io traduco nell’immediato come idilliaco. Si prospettano tre giorni di tempo perfetto e per quei due ragazzi ora nutro una certa invidia per il loro programma così stabilito. Qualche scambio di informazioni e quel saluto formale che li porta nel giro di pochi secondi a scomparire tra i boschi, lungo quel sentiero n°9 che sale direttamente in forcella. Nel mio caso è tempo di rientrare con la dovuta calma. Riprendo nuovamente lo stesso sentiero di salita.
Ora non devo pensare ad altro, se non a raggruppare nella mia mente tutte le situazioni ed emozioni che questa giornata mi ha degnamente regalato. Rientrare al Lago Calaita elabora uno spazio di tempo che sembra quasi fulmineo. Sta di fatto che quell’oretta necessaria sembra evolversi in una decina di minuti o poco più. È sicuramente una mia impressione, ma su questo mi chiedo dove abbia viaggiato o fantasticato la mia mente in quello spazio temporale di tempo. L’unica delusione di giornata è di trovare il Rifugio Miralago chiuso. La sua tabella esterna indica chiaramente che durante il mese di Ottobre il locale è aperto solo nei fine settimana. Oggi sfortunatamente per me è Mercoledì.


Malga Scanaiol – Note Tecniche
Facile e semplice escursione con un dislivello di +120m circa. Punto di Partenza il Lago Calaita che guarda verso uno dei punti di vista verso le Pale tra i più belli in assoluto. L’intero sentiero, il 350, si snoda su ampia strada forestale, che attraverso i fitti boschi si tramuta in puro sentiero unicamente nella parte finale prima di giungere in Malga.
La bellezza di questa escursione si può benissimo raccontare dalla posizione della Malga che guarda verso l’intera Val Cismon, raggruppando a se l’intero versante Orientale delle Pale. Partendo dal Cimerlo per finire questa meravigliosa vista al Cimo della Pala. Tutto ciò che sta all’interno è un imponente abbraccio di vette, guglie e campanili di roccia.
Malga Scanaiol – Il Video

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Location: Malga Scanaiol – Primiero (TN)
Area Geografica: Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino
Regione: Trentino
Accesso: Su sentiero 350 che parte direttamente dal Lago Calaita