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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Passo Forcia Rossa – Agordino

Aggiornamento: 20 feb

Fantastica escursione invernale in quota, ad un “passo” dal cielo.

 

Per chiudere un cerchio territoriale all’interno dell’Agordino. Si riparte dal Fuciade, seguendo un itinerario diverso rispetto al mio precedente articolo (L’Anello del Monte Le Saline), per risalire la Valfredda e raggiungere così il Passo Forcia Rossa a 2483m.

Rimango quindi ben saldo a questo territorio geografico che divide le Dolomiti Trentine con le Dolomiti Venete. Punto di partenza di questa mia escursione vede nuovamente il Rifugio Flora Alpina in direzione del Fuciade. Quest’ultima località rientra nuovamente all’interno di questa mia escursione, perchè proprio da questo bellissimo luogo si da inizio a questo Trekking, con una variante molto interessante e che apre subito il sipario verso punti panoramici straordinari.

 

Il Prà Gran

Una lunga costa che è la linea ufficiale dei due distinti territori regionali. Alla sua base, verso il versante Occidentale, il Fuciade diviene così nuovamente punto di partenza di questa mia escursione. Certo, perchè per risalire verso questa lunga dorsale erbosa (d’Estate ovviamente) tutto ha inizio seguendo la linea di sentiero 670 che dal Rifugio Fuciade si innalza verso il Prà Gran. Punto di passaggio e di osservazione verso la Valfredda e, in lontananza, il Passo Forcia Rossa.

Prime luci di un nuovo giorno in Val Col Codè

La lunga striscia orizzontale che compone il Prà Gran...

Dal Fuciade l’inizio di questa mia nuova escursione invernale…

Lasciato quindi il Fuciade entro così in via ufficiale all’interno di questo mio nuovo itinerario. Il sentiero 670 scorre in leggera salita costeggiando questo versante Occidentale. Il Fuciade, i suoi fienili e il Rifugio vengono illuminati in modo straordinario da questo limpido sole di primo mattino. Già da questo punto di partenza i primi segnali del forte vento. Erano in previsione già da qualche giorno, ed ora questo aspetto naturale prende così vita.

Il sentiero 670, le tabelle indicative appena lasciato il Rifugio Fuciade

In cammino “verso” le Pale di San Martino

Molto piacevole questa nuova direzione da seguire. Il sentiero guarda direttamente verso Sud, dove rimangono sempre ben in vista il gruppo delle Pale di San Martino che dell’intero territorio sono una delle cartoline più belle. Una presenza anche questa costante per tutta la giornata.

Un consiglio che mi sento di dare, è quello di evitare sin da subito l’indicazione di sentiero che sale nell’immediato verso uno dei versanti più a monte del Prà Gran. Proseguite invece seguendo questo sentiero che guarda verso le Pale, sarà un passaggio molto interessante e poco impegnativo.

Questo dato dal fatto che vi permetterà di camminare al cospetto di questo bellissimo sole, e di farvi così “baciare” da questo suo tiepido calore che è di un immenso piacere. Arriverete così al cospetto di una nuova tabella indicativa per il Rifugio Flora Alpina e per altre malghe disperse nel territorio. Da qui un piccolo fuori programma. Un sentiero che non esiste sulla carta ma che permette di salire direttamente lungo la costa del Prà Gran e guardare così verso una nuova direzione.

Impegnativa ma breve salita sul ghiaccio…

Un piccolo fuori programma che non cambierà i vostri piani e che non risulta nemmeno troppo impegnativo. Un piccolo versante abbastanza ripido da risalire per giungere quindi in vetta alla costa. In questo frangente i ramponi utilissimi, si tratta di un versante che durante le prime ore del nuovo giorno è costantemente ghiacciato ma privo di qualsiasi pericolo.

Lungo la costa del Prà Gran

Eccomi finalmente lungo la costa del Prà Gran. Ora lascio definitivamente la Val di Fassa e il Trentino, il versante che ora mi si pone i fronte è quello della Valfredda, dell’Agordino e delle Dolomiti Bellunesi (Veneto). Luogo ideale per una piccola pausa, l’immensità del panorama si compone di un punto di vista che a 360° spazia all’interno del territorio che mi ospita.

Uno dei punti sicuramente di mio interesse è dato dal fatto di poter visualizzare già da qui il Passo di Forcia Rossa e ben delineato il sentiero che dovrò seguire. Ogni spalla, ogni forma geografica del territorio che mi attende, ora prende vita e questo mi permette di focalizzare ed anticipare ogni punto di vista e difficoltà che mi attendono.

Vista sul Pulpito di Fuciade (2870m sx) e sulla destra il Passo di Forcia Rossa (2483m)

Ancora un centinaio di metri da seguire lungo la costa, una nuova tabella indicativa per la deviazione che sulla destra scende verso la Valfredda. E’ questo punto che il cambio di direzione mi riporta nuovamente a valle. L’intero Prà Gran si aggira sui 1250m di quota su sentiero che rimane come numerazione 670.

Bellissima e agevole discesa. In questo punto però sono molto più esposto alle forti raffiche di vento che scendono direttamente dai versanti più a Nord di questi raggruppamenti rocciosi. Si fa sentire, folate improvvise che si alternano con quella calma che a volte tradisce qualsiasi aspettativa. Ma indipendentemente da questo fattore così naturale, scendo verso valle con molta tranquillità.

Cambio di sentiero, si segue sempre l’indicazione per Forca Rossa – La Banca

Camminare lungo questa ampia valle è un piacere immenso. Completamente a cielo aperto, con tutte le visuali possibili che non sfuggono al mio sguardo attento. Nel cuore, nel bel mezzo di questa ampia valle una nuova indicazione di sentiero. Un crocevia molto importante che consente di raggiungere diverse località, soprattutto quelle a monte.

Da questo punto infatti, rimane invariata la numerazione 670 da seguire. Un punto direzionale non segnalato proprio a dovere sulle mappe, ma significativo per le varie destinazioni che ne seguono. Oltre al mio Passo, da questo punto scendendo verso valle si arriva ai Casoni di Valfredda, mentre guardando verso Nord è un’ottimo riferimento per congiungersi con il sentiero 693 per il Monte le Saline e la Cima dell’Uomo.

mi preparo quindi per la parte più impegnativa della giornata. Il dislivello che da questo luogo mi separa dal Passo è di circa +500m, e considerando i forti venti contrari il proseguo nono si presenta tra i più semplici. L’intera Valfredda diviene così il perfetto “canale” per queste raffiche dove in alcuni frangenti le folate di neve farinosa si trasformano in quell’ostacolo che richiede qualche istante di pausa nell’attesa che tutto possa temporaneamente placarsi.

Vista verso il Passo Forcia Rossa – estrema destra della foto

Il Saline (2402m sx) e il Pulpito di Fuciade (2870m – centrale)

Il direzione del Passo con il dente roccioso del Piz le Cren (2578m – centrale)

Altri escursionisti seguono la mia linea di sentiero. In lontananza la Cima dell’Uomo (3010m – dx)

Indipendentemente da questa forza maggiore che in certi momenti mi contrasta, questo passaggio lo trovo molto interessante. Con un dislivello ben distribuito si aumenta di quota, le vette che mi affiancano, e che compongono la lunga spinale rocciosa che da Cima dell’Uomo (3010m) arriva fino al corno dello Piz le Cren (2758m), sono di un fascino indescrivibile. Ottimi punti di osservazione.

Piacevole salita, tra la neve farinosa e tratti ghiacciati…

Il Sass di Valfredda (3009m – centrale), Cima del Formenton (2397m – dx)

Bisogna considerare che durante l’Inverno qualsiasi riferimento relativo alla giusta linea di sentiero si basa unicamente sulle tipiche colorazioni presenti sulle rocce. In questa parte di sentiero fino al Passo l’unico riferimento da tenere è quello che compone la traccia lasciata da altri escursionisti. Quindi, per chi ha una certa conoscenza del sentiero originale (la linea estiva) va tenuta in considerazione la marcatura lasciata in precedenza. In linea di massima comunque segue quella originale.

Vista sul Col Bechèr (2442m)

Sulla destra, quella forcella tra la neve è il Passo Forcia Rossa…

Ormai al mio Passo manca poco, ma quel poco che rimane si compone per quello strappo finale che in circa 200m si presenta in una paretina leggermente verticale. Le prime avvisaglie che guardano verso la valle Agordina iniziano a cambiare il contesto naturale in cui mi trovo. Il ghiaccio continua a segnare la mia linea di sentiero. I forti venti spazzano via quel strato farinoso, lasciando a cielo aperto quella parte che sta alla base e composta unicamente dal ghiaccio stesso.

Passaggi che sembrano quasi surreali. Il vento disegna sulla neve forme che ne testimoniano il suo passaggio. Continue ed interminabili serpentine che sulla neve danno così forma ad una specie di “sentiero” naturale, quasi una via che questo elemento vuole indicare per il mio proseguo.

Ma ora l’attacco finale, quei 200m in leggera verticale completamente ghiacciata dove, fortunatamente, l’impronta lasciata da chi mi ha preceduto diviene così un ottimo appoggio e quel riferimento importante per proseguire.

Il Piz le Cren (2578m)

Un riferimento che diviene così opportuno. Il vento con il passare delle ore ha praticamente spazzato via qualsiasi riferimento di battitura per questa ultima parte. Ma comunque sia l’ampia visuale e nessun ostacolo che possa interferire permette ugualmente di avere un riferimento del Passo e tracciare così una nuova ed ipotetica via di salita. In questo caso l’esperienza in alta montagna insegna che la tecnica migliore, in caso di forte pendenza come questa, è quella della serpentina continua ed ottimizzare al meglio lo sforzo fisico.

 

Passo di Forcia Rossa – 2483m

Bello, spettacolare e panoramico. Da questo suo punto di vista il nuovo versante che guarda verso Est si apre su di una visuale che sembra quasi infinita. Da un punto di vista geografico mi trovo poco lontano dalla Marmolada, dalla Regina. L’intera spalla rocciosa che si raggruppa ai piedi del monte Fòp (2883m) chiude questa possibile visuale verso il colosso delle Dolomiti.

Dal Passo Forcia Rossa verso le Dolomiti…

La lunga Val di Frànzedaz scende vertiginosamente. La seguo lungo quella sua bianca distesa che si inoltra attraverso i boschi che accompagnano verso Malga Frànzedaz (1986m), che durante il periodo estivo diviene un ottimo spunto per una bellissima escursione su di un sentiero che scende verso Malga Ciapèla (1461m).

La Tofana di Rozes (3244m – sx), il Cristallo (3221m – centrale), il Sorapis (3205m – dx) e il primo piano una parte del versante delle Auta (dx)

Guardando con molta attenzione le principali vette delle Dolomiti d’Ampezzo. La Tofana, il Cristallo, il Sorapis e una piccola parte di uno spigolo del Pelmo. Il vento in questo punto raccoglie a se la carica più forte. Enormi folate che risalgono dalla valle, vengono così alimentate dai versanti rocciosi presenti che in modo del tutto naturale ne creano un corridoio “privilegiato” carico di forza.

Questo mi fa pensare alla forte inospitalità di questo luogo, l’idea di un pranzo a sacco direttamente al Passo devo nell’immediato metterlo in sordina. Lascio così lo zaino vicino al piccola costruzione in legno presente, mi muovo per una decina di minuti lungo la costa che leggermente si allunga dal Passo stesso per guardare attraverso i vari versanti il panorama a me riservato.

Vista verso Cima Formenton (2937m)

Da Cima dell’Uomo (3010m dx) al Col Margerita (2545 – sx)

Le Pale di San Martino (3192m – dx) all’Agner (2872m – centrale)

Le bellissime Cime d’Auta…

Un panorama che a 360° mi mette in contatto con le Dolomiti Bellunesi e le Dolomiti Trentine. Oltre a quelle Ampezzane, l’Agordino che si allunga verso l’Agner, per chiudere questo cerchio meraviglioso con le Pale di San Martino e le lontane vette che svettano lungo la Val di Fassa e la Val di Fiemme.

Con una condizione meteo migliore l’ideale sarebbe quello di fermarsi qui per un pò. Trovare quindi quel luogo perfetto e passare del tempo da dedicare a noi stessi, con un buon panino in mano e la spensieratezza di questo luogo così straordinario.

 

Casoni di Valfredda – 1935m

Levo le tende in tutta fretta, un vero peccato. Riscendo seguendo la stessa marcatura di sentiero che mi accompagna verso la Valfredda. Un rientro molto tranquillo sebbene con la presenza del forte vento che non molla le redini di questa giornata. In un paio di occasioni mi vedo costretto a fermarmi, e tenendo le raffiche di spalle rimango in attesa di quel paio di minuti.

Appena placata la forza di questo elemento proseguo lungo il mio cammino. Indipendentemente dalla situazione che si è presentata sin dalle prime ore del giorno, cammino felice e soddisfatto di questa mia straordinaria giornata. Sebbene le condizioni meteo difficili, questa escursione si presenta senza nessun pericolo e su di un sentiero di media difficoltà. Questo stato di sicurezza mi ha così’ permesso di valorizzare al meglio la giornata, anche in quelle situazioni così difficili.

La Valfredda e i suoi casoni. Ve ne ho parlato in un mio articolo autunnale, ora diventano quel diversivo di grande importanza per fermarmi in uno di essi e prendermi quella meritata pausa da sfruttare all’interno di un contesto decisamente migliore.

Mi trovo così comodamente seduto al cospetto di uno dei primi Casoni che si trovano lungo la parte alta della Valfredda. Sebbene sceso notevolmente di quota, alcuni residui di quei forti venti riescono comunque a farsi ancora sentire. Inarrestabili sebbene molto deboli.

Lascio alle spalle il Pulpito di Fuciade e il Passo Forcia Rossa…

La prima baita che incontro verso i Casoni…

Ed è proprio in uno di questi che trovo così il mio ambiente ideale. A stomaco vuoto da diverse ore e con un considerevole quantitativo di energie spese per affrontare i diversi elementi che hanno caratterizzato la mia giornata. Un panino che viene così divorato in men che non si dica.

Un luogo che ritengo privilegiato, durante il mio meritato pasto continuo a rimanere in piedi e ad osservare tuto ciò che mi circonda. Questa Natura è magnetismo, non riesco minimamente a distaccare da Lei, ed ogni morso è uno sguardo che si perde nell’infinito.

Ritrovo così il Rifugio Flora Alpina, il mio punto di partenza e la congiunzione perfetta per un anello altrettanto perfetto. Sono soddisfatto, un po stanco ma felice di aver potuto vivere di prima persona questa mia nuova ed indimenticabile esperienza. Con questa mia escursione, tenendo in considerazione la precedente dell’Anello del Monte Saline, completo anche un cerchio invernale all’interno di questi due territori tra il Trentino e il Veneto.

 

Passo Forcia Rossa – Note Tecniche

A prescindere dalle difficoltà incontrate, dove il forte vento in quota ha notevolmente sviluppato la presenza di ghiaccio, si tratta di una bella escursione adatta un po a tutti. Anche per chi non ha un buon allenamento da un punto di vista fisico. Due i punti più impegnativi. Il primo abbastanza breve ma che vede salire dal Fuciade alla costa del Prà Gran. Durante l’Inverno, oltre la pendenza, al mattino presto ci si imbatte su un fondo abbastanza ghiacciato. Mentre l’attacco finale al Passo si compone di circa 300 di salita impegnativa e con un forte dislivello. Non evidenzio nessun pericolo o rischio personale.



 

Passo Forcia Rossa – Il Video


Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube

 

Location: Passo Forcia Rossa 2483m

Area Geografica: AgordinoDolomiti Bellunesi (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dal Rifugio Fuciade su sentiero 670 per la Valfredda

Link: AgordinoDolomitiFalcadeDolomitiInfoDolomitiDolomiti BellunesiVenetoMontagna

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