Stefano Germano
Rifugio Pian de Fontana – Dolomiti Bellunesi
Aggiornamento: 20 feb
Splendido pascolo alla base delle conche glaciali dei Van de Zità.
Ed è proprio così, la sua è una posizione di grande impatto visivo. Una meravigliosa terrazza panoramica che si pone su di un verde pianoro che si pone ai piedi del gruppo montuoso della Schiara. Quella loro roccia frastagliata e messa magistralmente in risalto dai verdi pascoli su di un cielo al cospetto del sole.

Una bellissima escursione primaverile che fa da prologo alla nuova Estate imminente. Ancora un paio di settimane e il Rifugio tornerà nuovamente attivo per una lunga stagione calda. Nel frattempo io ne approfitto, salgo alle pendici delle vette di Bachet per vivere in solitudine questa pace immensa.
Ponte della Costa Granda – 662m
Punto di riferimento geografico la piccola località di Soffranco. Rientra all’interno del territorio comunale di Longarone, ed è una delle ultime unità abitative prima di addentrarsi all’interno della Val di Zoldo. Il gruppo montuoso di appartenenza è quello della Schiara, che si divide il territorio a Nord con la Val di Zoldo stessa e il vicino Agordino.

Direttamente dal centro abitato del piccolo paese ci si inoltra lungo una verde e boschiva valle su di una strada asfaltata che si addentra verso la Val dei Ross. Sono circa 5km di auto per giungere al Ponte della Costa Granda, dove si trova un piccolo parcheggio dove lasciare l’auto.


A piedi inizia la lunga escursione. Seguendo una facile forestale che leggermente inizia a salire mantenendosi per bene all’interno di questi bellissimi boschi. L’inizio è piacevole, quei casi in cui l’impegno è minimo e lo spirito di libertà si percepisce un passo dopo l’altro.
Il sentiero di riferimento è il 520, che sarà poi l’unica via da seguire prima di giungere definitivamente al Rifugio. Circa l’80% dell’intero itinerario si snoda all’interno di questi verdi e lussureggianti boschi con diversi punti dove potersi rifornire d’acqua. Per un’Estate calda tutto a nostro favore quindi.

In questa prima parte di sentiero sono presenti tre punti suddivisi in tre ponti che oltrepassano il torrente che costeggia per buona parte l’intera Val dei Ross. Il Ponte della Costa Granda, già trovato e che segna il punto di partenza escursionistico, e il Ponte dei Ross, che identifica il punto geografico di inizio della Valle stessa e che inizia a chiudere la facile forestale appena percorsa.


Da questo punto, dove se si ha in dotazione un’auto ben attrezzata per le forestali o strade interne, si può giungere utilizzando un mezzo a motore. Difatti in questa piccola area delimitata dalla Val del Grisol, è presente un piccolo parcheggio con delle panche in legno dove poter fare una piccola pausa.
Personalmente preferisco muovermi a piedi nell’immediato e consigliare di lasciare la propria auto al Ponte della Costa Granda. Sono meno di 2km per giungere in questo secondo possibile parcheggio, e non credo che nel complesso di giornata possano fare la differenza.

Regole inderogabili…
Si cammina all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Un’area naturale e selvaggia che funge come da apertura a quello che più a Nord identifica il territorio delle Dolomiti rocciose, rese vive da quell’aspetto geologico della bianca Dolomia.
Questo territorio è in prevalenza formato da gruppi montuosi che si specchiano all’interno del verde, dove infiniti boschi danno vita ad una flora e una fauna di grande valore naturalistico. Per chi ama addentrarsi all’interno dei freschi boschi questo Parco ne assume tutte le carte in regola.
Val dei Ross
Prima parte facile e piacevole?. Bene, ora quei poco più di mille metri di dislivello che separano dal Rifugio iniziano a farsi sentire. Il terzo ponte, il Col delle More, chiude definitivamente la forestale e inizia a stringersi per dare vita al puro sentiero da seguire.


La salita è immediata, resa facile dalla roccia presente lungo il sentiero stesso, e dalle grandi radici di questi immensi alberi che regnano sovrani all’interno di questo meraviglioso territorio. Il sole inizia poco a poco a farsi vedere e sentire tra questa lussureggiante vegetazione.
Da questo primo tratto di sentiero si entra all’interno dell’Alta Via n°1.
E’ una sensazione molto piacevole, accompagnata da questa meravigliosa colonna sonora naturale dettata dal torrente che costeggia la valle. Una serie di serpentine, punti di vista che guardano verso il versante Nord della Valle stessa, che con il Col Tondo da vita a queste pareti rocciose.




Respiro aria pulita. Percepisco il calore del sole di Primavera in quei frangenti in cui la vegetazione ne permette questa sua pacifica intrusione. Ciò che mi divide dal Rifugio so compone di questo ambiente naturale, completamente solo e immerso nel silenzio assoluto. Perfino il piacevole scroscio del torrente inizia lentamente a mettersi da parte, lasciandomi sempre più in compagnia del silenzio più assoluto.




Il sentiero è molto ben tenuto e ripulito da ciò che Vaia ha lasciato per buona parte di questi territori come un’impronta indelebile. Anche lungo questi versanti, la forza scatenante di quella tempesta si nota il passaggio forzato di un’aspetto naturale tra i più pericolosi ed incontrollabili.
In alcuni tratti, quei pochi in cui sono presenti delle piccole esposizioni, dei comodi cavetti in acciaio e passarelle in legno assicurano e facilitano il proseguo. Esposizioni non pericolose, dove la vegetazione presente garantisce comunque garantisce un tranquillo proseguo.




Questa seconda parte si snoda all’interno di un contesto come dalle mie foto in allegato. E’ una bella avventura, e se vissuta per la prima volta lungo questi versanti è monito di capire, imparare e conoscere così nuovi aspetti naturali che solo le Dolomiti sanno offrire.
Quella sensazione di un piacere infinito, dove serpentina dopo serpentina il rapporto con questa Natura va condiviso con i suoi aspetti più naturali e un dislivello che un pò alla volta si fa sentire sulle gambe. Ma per una prima e meritata pausa si deve salire ancora per un bel pò.



Sta di fatto che per questi primi 300m di dislivello, il primo punto di interesse da definire come punto di ristoro si compone di una Casera che improvvisamente appare su di un piccolo pianoro erboso al cospetto di questo sole meraviglioso.
Casera de i Ronch – 1388m
Appare improvvisamente, la fitta vegetazione si apre al cospetto di una piccola terrazza erbosa completamente a cielo aperto. Sembra quasi che la Natura conceda una piccola tregua, mettendo da parte questa sua fitta vegetazione per dare così vita ad un fazzoletto erboso dove trova vita in modo del tutto pacifico questa vecchia Casera.

Un piccolo angolo di un Paradiso sperduto nel tempo. Una struttura tipicamente di alta montagna, spartana e che deve aver assistito a tante di quelle fasi stagionali che si possono quasi conteggiare tra la roccia con cui è stata costruita. Sembra quasi di osservare il viso rugoso di una persona che della vita ha una storia infinita da raccontare.
Il luogo perfetto, una vera e propria immersione nel cuore di questo angolo di Parco che nella sua più assoluta solitudine mi fa provare quella sensazione di #spiritolibero. Una sensazione che nell’immediato mi proietta all’interno di una dimensione lontana per sempre dalla quotidianità. Un’immersione che compone a se pace e serenità, ciò che manca nella vita di tutti i giorni…



Il luogo è idilliaco. Prendersi il tempo dovuto diviene d’obbligo, con la forte raccomandazione però di non addentrarsi troppo all’interno di quella parte della casera adibita a stalla. Per una frazione di secondo ho notato un serpente che si dava velocemente alla fuga, e dalla colorazione del suo manto non vorrei sbagliarmi nel confermare che si trattava di una piccola vipera.
La stagione in corso, Primavera, è l’ideale per tutta la tipologia di serpenti presenti all’interno di questi boschi nel muoversi alla costante ricerca del calore del sole. Dopo lunghi mesi passati al freddo invernale, è naturale da parte loro muoversi al cospetto dei prati e delle strutture in disuso come questa. Quindi occhio sempre attento in modo particolare a dove si mettono i piedi.

Pronti per l’attacco finale? Bene, perchè dopo la piacevole pausa, con vipera annessa, è il momento di affrontare la seconda ed ultima parte della salita. Questi ultimi 300m di dislivello che mi separano dal Rifugio. Dalla Casera si seguono le indicazioni che rimangono fisse sulla numerazione di sentiero 520 che, come da tabelle indicative, danno il Rifugio a circa 45 minuti di cammino.

Risalgo così l’ampio prato che si pone alle spalle della Casera. Un tratto pianeggiante che poco a poco si inoltra nuovamente all’interno dei boschi, guardando per un istante ciò che lascio con questa prospettiva della Casera stessa verso la Val dei Ross.

La giornata è perfetta, tutto come da previsioni e carica di grande forza emozionale. Come dicevo un primo tratto molto pianeggiante, ritrovo nuovamente il torrente che porta a valle l’acqua composta dal disgelo primaverile. Ritorno nuovamente a salire e giungo così ad un cambio di sentiero, la prima biforcazione di giornata dove la numerazione del sentiero stesso cambia.


Una biforcazione che si trova al cospetto di una gola che a monte da vita a Le Stanghe, una serie di formazioni rocciose frastagliate. Da questo punto il sentiero 520 lascia il posto al sentiero 514, che sulla sinistra da come indicazioni il Bivacco La Vareta e il Rifugio Bianchet.
Due punti escursionistici che si raggiungono in circa 1h, per Bivacco La Vareta, e in meno di 2h per il Rifugio Bianchet. Nel mio caso invece seguo la mia destra con indicazioni per il Rifugio Pian de Fontana, la vegetazione si fa sempre più fitta e la serpentina finale più impegnativa.


Nuovamente sottobosco lungo questa nuova linea di sentiero. L’ultima parte di salita, una fitta serpentina completamente sommerso da questi alti fusti che si innalzano liberi ne cielo. Così talmente fitti che percepisco quel leggero calo di temperatura che è di un piacere immenso.
Sono completamente circondato da quel leggero fruscio del vento che si scaglia con delicatezza su questi arbusti. Il cinguettio degli uccellini, l’inconfondibile gracchiare di alcune Gracchie che volano al di sopra di questa meravigliosa oasi, e l’inconfondibile suono di un picchio nel suo frenetico lavoro.

Ennesima occasione in cui apprezzare al meglio tutto il bello di questa Natura. La quotidianità, la frenesia e il tempo mai sufficiente rimane ben distante salendo questo ripido sentiero. Completamente ricoperto di fogliame secco, che data la pendenza del sentiero stesso, in certe occasioni diventa pure scivoloso. Ma tutto questo è normalità, tutto questo racchiude a se il lato più bello della mia vita.
Guardando a monte del mio sentiero, in quei pochi tratti in cui la vegetazione mi permette punti luce di riferimento, vedo il leggero diradarsi del bosco. Un piccolo strappo leggermente impegnativo che si affronta su questa stretta serpentina. Ora tutto diventa più luce, il calore del sole aumenta la sua consistenza e uscendo dal bosco mi si apre di fronte quel grande pianoro erboso che ospita il Rifugio Pian del Fontana, a 1632m di altitudine.
Rifugio Pian de Fontana – 1632m

Un panorama immenso, che condivido con l’ennesima soddisfazione nell’aver raggiunto un nuovo obbiettivo Dolomitico. Questo suo meraviglioso alpeggio condivide un territorio che nel suo versante a Nord raggruppa a se i primi ambienti rocciosi della vicina Schiara.
Da Forcella La Vareta (1708m) che da vita ad una lunga spinale di roccia frastagliata che si mescola con i bassi e lussureggianti prati del territorio. Il Talvena (2542m), le Cime di Bachet e la vetta del Belvedere che ad Est chiude questo grande abbraccio montuoso.
Al centro di tutto questo il Rifugio, una terrazza panoramica che guarda verso la Val dei Ross e i vari versanti boschivi affrontati durante la salita.
Rifugio Pian de Fontana – Punti di Vista

Dal sentiero 514 dell’Alta Via n°1 il Pian de Fontana

Vista verso Cima de Piovon (2027m)

Dal versante Ovest verso Forcella La Vareta (1704m)

Parte delle Cime di Bachet

La terrazza esterna del Rifugio verso Forcella La Vareta


La facciata principale del Rifugio, e la sua bella Madonnina

Vista verso il Talvena

Ampia panoramica verso il Talvena e le Stanghe
Rifugio tipicamente stivo. Aperto dalla metà di Giugno fino a Settembre inoltrato. In questa mia giornata di Maggio lo vivo nella sua più completa solitudine, dove tutto ciò che ne ha caratterizzato la lunga stagione invernale ha finalmente lasciato spazio a quell’Estate che già si sente nell’aria.
I prati completamente verdi, farfalle che a dismisura si librano leggere nell’aria posandosi di fiore in fiore. Pure le mosche, quelle che di norma infastidiscono i nostri momenti, passano come quel leggero fruscio che all’interno di questo silenzio regalano quella sensazione di bella stagione.

Un ampia terrazza esterna dove poter sfruttare questo momento di solitudine, senza dover attendere un posto libero per potersi riposare dopo la lunga salita.


Il panorama visto da quassù racchiude a se il meglio di ciò che caratterizza la Natura all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Quella prima parte montuosa e immersa nel verde, prima dell’assalto naturale di ciò che la roccia di Dolomia riesce a dare nei territori più a Nord.
E’ una giornata straordinaria. Una di quelle giornate in cui riesco a connettermi in modo perfetto con tutto ciò che mi circonda. E’ un insieme di cose che non si possono raccontare, ma solamente vivere nella normalità di questo punto così perfetto.

Al termine della giornata per scendere nuovamente a valle si deve percorrere lo stesso sentiero di salita. Anche in questo caso, come sempre dopotutto, il sentiero di rientro, sebbene percorso nel senso opposto, è sempre un qualcosa di nuovo da scoprire. Cambiano i punti di vista, i colori e buona parte di questi passaggi sembrano far parte di un sentiero completamente diverso.
Magia pura di questa meravigliosa Natura…


Rifugio Pian de Fontana – Note Tecniche
Sentiero prevalentemente boschivo, ben segnalato e con un dislivello complessivo di +110m. Alcuni tratti leggermente più impegnativi facilitati dalla presenza di cordini d’acciaio. Tempi di percorrenza che dal Ponte della Costa Granda raggiunge in 90 minuti circa la Casera de i Ronch, per giungere al Rifugio successivamente in circa 45 minuti. Per il rientro stesso sentiero di salita.
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Rifugio Pian de Fontana – Il Video
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Location: Alta Val dei Ross – Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Area Geografica: Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Regione: Veneto
Accesso: su sentiero 520 dal Ponte della Costa Granda – Soffranco – Longarone