Stefano Germano
Rifugio Vazzoler – Malga Pelsa
Aggiornamento: 21 feb
Ai piedi di Torre Trieste e Torre Venezia, la Civetta.
E’ l’Agordino, e delle sue splendide e selvagge vallate che finalmente torno a respirare quell’aria della nuova stagione in arrivo. All’Estate manca veramente poco, ma il sole e il calore che riesco a percepire lungo questo mio nuovo sentiero mi dona quella carica di positività e di benessere che, per quanto selvaggia sia la Val Corpassa, la mia prima volta all’interno di questo versante è a dir poco entusiasmante.

Primi deboli raggi di sole che danno forma alle possenti pareti di Torre Trieste (2458m – sx)
Primi passi all’interno di un angolo dell’Agordino per me completamente nuovo. Il Rifugio Vazzoler e Malga Pelsa sono i due obbiettivi che propongo per questa che è una delle mie ultime escursioni di Primavera. La Val Corpassa è una lunga insenatura formata dai fitti boschi che prendono vita dai centri abitati di Listolade e Taibon Agordino. Nettamente tagliata in due dal Torrente Corpassa, risalendo a monte in direzione di Capanna Trieste (1135m) inizia a prendere forma anche il suo stato roccioso.

Capanna Trieste (1135m) ai piedi di Torre Trieste (2458m)
Ed è proprio da qui che tutto prende forma. Si arriva comodamente in auto in Capanna Trieste, evitando così il lungo attraversamento della prima parte della lunga vallata. Un comodo ed ampio parcheggio con un punto di vista che si apre verso il massiccio roccioso del versante a Sud della Civetta. La mia prima volta anche da questo punto di vista, una scoperta che si fa attimo dopo attimo sempre più carica di emozioni.
Un versante roccioso che è uno spettacolo di architettura naturale, il sentiero che si innalza verso questo ambito capolavoro (il 555), sembra quasi volermi portare alla base di questi bastioni rocciosi. E il contesto che si viene a creare è proprio questo. Non mi sento particolarmente attratto dalla Valle che mi ospita in questa prima parte di salita, la mia attenzione cade unicamente da ciò che ora mi sta distraendo da altri fattori.

Una facile ed ampia serpentina, sono completamente avvolto dal frastuono del Torrente Corpassa e della sua grande quantità d’acqua che scende direttamente dai nevai in disgelo delle varie valli rocciose in alta quota di questo raggruppamento montuoso. La Civetta è un massiccio che compone nelle sue quote più alte e impenetrabili, dei veri e propri altipiani misti ad insenature rocciose. Il suo versante a Sud è decisamente più selvaggio rispetto a quello più conosciuto che si ammira direttamente dal versante Nord (Piani di Pezzè).
Basti pensare che da questo lato esiste solamente un unico sentiero che ne attraversa il suo intero perimetro. In effetti dalla Corpassa è possibile seguire il sentiero 558 che risale al fianco di Torre Trieste in direzione di Val delle Sasse, prima di dare vita alla Ferrata Tissi che raggiunge la punta più estrema dell’intero gruppo, e che vede nel Bivacco Torrani (2984m) il suo culmine più assoluto. Arrivati a questo punto si parla già di un’escursione riservata a chi di montagna ne nutre un elevato livello di esperienza e conoscenza.

Cima delle Nevere (2843m – sx), Cimon dei Zoldani (2494m – dx). Da qui la Civetta termina la sua lunga corsa
Ma ora è arrivato il momento di proseguire il mio cammino. Questa comoda strada sterrata innalza senza troppa difficoltà il dislivello che da Capanna Trieste al Rifugio Vazzoler è di circa 600m. Resto ancora chiuso dall’ombra di questo versante, guardiano di un sole che penetra dove possibile, regalando degli effetti luce verso il cielo blu di primo mattino molto suggestivi.
Lungo il Pian delle Taie
Un piano che dai bassi boschi dell’alta Val Corpassa si addentra nuovamente all’interno della fitta vegetazione che ne compone questo suo naturale contesto. Cammino sin alla base rocciosa di Torre Trieste, sempre più immensa visto che ad un certo punto il sentiero scorre proprio ai suoi piedi. Rimango ancora nell’ombra per qualche minuto mentre in lontananza Torre Venezia brilla al sole facendosi inevitabilmente notare.

Giochi di luce riflessa in Torre Trieste

La capanna del Dottor Ginetto, la si trova lungo il sentiero

Torre Venezia, illuminata dal sole
Appena arriva il mio turno, vengo finalmente raggiunto dal calore di questa Primavera avanzata. In soli pochi passi non solo vengo finalmente avvolto da questa luce di primo mattino, ma mi vedo anche costretto nel liberarmi di qualche indumento leggermente più pesante, utile in precedenza ma che ora diventa impossibile da tenere addosso.
Mi sento molto più a mio agio, il calore che percepisco alimenta maggiormente la mia voglia di camminare. Mi sembra di avere improvvisamente delle ali che spuntano ai miei piedi, sviluppando un desiderio di andare il più in alto possibile, come se tutto quello che mi circonda sia improvvisamente diventato insufficiente. Ma tutto questo non è solo dettato dalla mia fantasia, fortunatamente.
Rifugio Vazzoler – 1714m
La sensazione è perfetta, il clima è perfetto e la montagna che mi ospita è maggiormente perfetta. Lo definisco il giorno ideale. Quel giorno in cui respiri quelle sensazioni che profumano di positività, e il mio sentiero in questo momento ne è il maestro ideale.

Torre Venezia (2337m – sx) e il Col del Balcon (2346m – centrale). Ai loro piedi Val dei Cantoni
E’ un sabato mattina, c’è del movimento e questo lo trovo piacevole. Condividere con altre persone tutto ciò mi da grande serenità. L’ambiente che mi circonda è già cambiato rispetto alla Val Corpassa. Lascio la selvaggia valle per addentrarmi tra i boschi che risalgono verso la Val dei Cantoni, che a sua volta da vita alla lunga spinale rocciosa che partendo da Torre Venezia, tra guglie e vette di media e alta quota, esplodono in Cima de Gasperi e i suoi quasi 3000m di quota.
Il sentiero rimane sempre in dolce ascesa. Osservo con un po di tristezza ciò che Vaia, e anche le recenti tempeste invernali, hanno lasciato lungo questi frangenti boschivi. La desolazione che respiro in certi tratti rende un po malinconico il mio proseguo. Ma si sa, la Natura è anche questa, come un compromesso comunque da accettare. In un paio di punti attraverso il Torrente Corpassa, in cui in uno di questi vista la grande quantità d’acqua, mi vedo costretto ad un paio di avventurosi passaggi.

Ultima panoramica verso Sud dal Pian delle Taie

Torre Venezia (2337m sx), Cima del Balcon (2346m – centrale)

Val dei Cantoni si innalza verso Forcella Rossa (2255m)
Una continua e facile serpentina, ora il dislivello diminuisce notevolmente come a volermi accompagnare con passo dolce e sicuro all’interno di questo nuovo habitat che in maniera improvvisa cambia. Bellissimi i punti di vista che guardano a Nord verso queste grandi pareti. Non solo Torre Venezia, che per l’intera giornata veglierà lungo il mio cammino, ma un susseguirsi di guglie e campanili che imponenti si innalzano dalla Val dei Cantoni, dando vita a quelle vette che compongono la lunga spinale più in quota della Civetta.


Con passo dolce e sicuro…
Il Rifugio Vazzoler si pone a 1714m di altitudine ai piedi del Col Negro di Pelsa (1720m). Ben nascosto all’interno dei boschi che guardano da uno dei punti più alti della Val Corpassa. Bellissima struttura che si accompagna con un paio di baite e una piccola chiesetta dove rilassarsi e poter così esprimere i propri pensieri. E’ l’occasione buona per dedicare alcuni minuti del mio tempo. Questi luoghi di culto immersi in questi ambienti straordinari sono di grande effetto. Poter dedicare a qualcuno di importante alcuni minuti del nostro tempo è sicuramente qualcosa di grande importanza.


Rifugio di stagione aperto unicamente durante l’Estate. Da metà Giugno a metà Settembre l’ospitalità e la cordialità che può diventare una meta giornaliera come un punto di passaggio, per quel ristoro veloce prima di riprendere il cammino verso il Rifugio Tissi (2250m) a circa 2h e 30m di cammino (sentiero 560 Alta Via n°1). Due valide soluzioni per chi desidera vivere questi luoghi geografici in base alle proprie possibilità. Per questo motivo mi preme ricordare che raggiungere il Rifugio Vazzoler non impone particolari difficoltà. Ottimo sia per famiglie con bimbi che per persone di una certa età.
Rifugio Mario Vazzoler – Punti di vista





Inaugurato nel 1929 è una struttura della Sezione C.A.I. di Conegliano Veneto (TV). E’ dotato di 50 posti letto suddivisi in diverse stanze, mentre per la stagione invernale (chiuso al pubblico) la struttura offre 10 posti letto d’emergenza. Pernottamento, bar, e ristorazione offrendo un menù dedicato ali migliori piatti della Conca Agordina.
Attorno al Rifugio è possibile visitare un angolo di verde molto particolare: Il Giardino Botanico Antonio Segni al Vazzoler, piccoli sentieri che formano una piccola rete naturalistica e che abbraccia per interno il territorio del Rifugio dove al suo interno prendono vita varie specie di flora locale, con cartelli indicativi molto esaudienti.
Lascio il Vazzoler, nei giorni di questa mia escursione si stanno ultimando i preparativi per la stagione estiva e di conseguenza non ancora aperto al pubblico. Ma questo non cambia nessun programma, raggiungere il Rifugio rimane ugualmente una meta ambita per tutti gli appassionati. Arrivare a toccare con mano questo suo piccolo Paradiso è un obbiettivo che effettivamente non conosce stagione.

Casere Favretti e Mont Alt de Pelsa
Se i boschi delle valli circostanti mi hanno accompagnato per buona parte della giornata, ora il cielo aperto diviene uno dei protagonisti, e con esso straordinari punti di vista dove la roccia di questo imponente versante a Sud-Ovest della Civetta si mescola ai verdi prati e agli alpeggi di questo nuovo habitat naturale.


Torre Venezia sempre più vicina (sx) e l’ultimo sguardo verso Val dei Cantoni (dx)
E come ogni cosa nuova, ogni piccolo particolare in ogni istante diviene quella meravigliosa scoperta che arricchisce il mio sapere. Il sentiero rimane ampio e di facile proseguo. Qualche leggero sali/scendi e la roccia che finalmente inizia a dominare il mio cammino. Rimango fermo ed immobile ai piedi di Torre Venezia, ne sono completamente plagiato. In certi istanti mi focalizzo su quello che lei stessa mi trasmette, così imponente che sembra pronta ad assalirmi con tutta la sua forza, con quella potenza incontrollabile per noi esseri umani. “Che spettacolo…”.

Torre Venezia – 2337m
Ora mi devo confrontare con quel sole di metà giornata. Forte e caldo, si riflette su questa bianca roccia aumentandone quella sua forza vitale. Potrebbe sembrare una difficoltà non richiesta, ma vivo tutto questo non come una sfida ma con quel piacere di poter sentire sulla mia pelle l’ennesima espressione di questa straordinaria Natura. Il sentiero sembra immerso all’interno di una densa coltre di neve bianca, nulla di tutto questo. Ad ogni mio passo il rumore che percepisco è quel contatto, quel rapporto che il mio corpo condivide con questa roccia.

In lontananza, sulla sinistra, Casera di Pelsa

Spunti rocciosi lungo il sentiero
Casere Favretti è un piccolo raggruppamento di baite private. Ben posizionate lungo questi verdi prati alla base di Torre Venezia, ed immerse nel più infinito silenzio. Tutte ben curate nei minimi particolari, senza nascondere da parte mia una certa invidia per chi può avere la fortuna di vivere sotto l’aspetto della quotidianità questo luogo così straordinario.



Appaiono improvvisamente come per magia, l’ampio sentiero che sale verso il Col del Camp esce quasi definitivamente dai boschi circostanti, si respira aria di alpeggio e i verdi prati che costituiscono questo territorio identificano perfettamente queste mie sensazioni e questo piacere che io chiamo “vita”.
Lo spazio che mi circonda finalmente si apre verso un orizzonte che sembra non avere fine. E’ un cammino il mio rilassato e nel pieno della sua spensieratezza. Sento di far parte di questa Natura, e da essa mi sento così attratto che tutto ciò che per me è nuovo, alimenta maggiormente il mio desiderio di pace e serenità.


Alla Pelsa ormai manca poco, il tempo scorre velocemente lungo questa ultima parte i sentiero. Da Casere Favretti una leggera svolta sulla sinistra, il sentiero prosegue su segnavia 562 ben indicato da indicazioni C.A.I., per entrare leggermente all’interno dei boschi del Mont Alt de Pelsa. Straordinario questo passaggio finale. Mi innalzo leggermente di quota e questo mi permette di poter avere una sempre maggiore visibilità verso questo versante a Sud/Ovest della Civetta. Vi posso assicurare che da questa mia posizione riesco a focalizzare la possanza di questo versante che definisce la maestosità di questo gruppo montuoso.

Il sentiero lungo il Mont Alt de Pelsa

Torre Venezia (2337m – sx), Cima della Busazza (2894m – centrale) e Torre Trieste (2458m – dx)
Casera di Pelsa – 1829m
Pacificamente adagiata su un alpeggio che guarda verso il massiccio della Civetta, ai piedi di Mont Alt del Pelsa, tra verdi prati che guardano verso l’Agordino attraverso la Valle del Fopa. Bellissimo alpeggio estivo dove già si respira l’aria di imminente arrivo di queste sue simpatiche “inquiline”. La casera durante la sua stagione estiva è dedita alla produzione di prodotti caseari praticamente a km0 (solo per produzione privata), disposta su 380 ettari di territorio dove è possibile trovare liberi al pascolo non solo mucche e capre, ma anche pecore, cavalli e galline.
Casera di Pelsa – Punti di Vista

La casera appena fuori del Col del Camp

La nuova struttura in legno (dx) a confronto con parte della più storica in pietra (sx)

Il blocco più storico della casera

La sua parte centrale adibita ai malgari

L’intero blocco della casera

Vista verso Torre Venezia (sx), Cima della Busazza (centrale) e Cima delle Sasse (dx) della Civetta

La casera e Torre Venezia

La casera verso Mont Alt de Pelsa
L’Inverno appena trascorso lascia sempre il segno addosso a queste solitarie strutture. La forza che la stagione bianca esprime sugli elementi non si limita unicamente all’ambiente naturale che forma questi luoghi così straordinari. Ciò che l’uomo abilmente costruisce quasi mai riesce a sopravvivere alle intemperie di queste forze naturali così violente. Anche Casera Pelsa porta con se i segni di un periodo sicuramente difficile, ripetitivo da millenni e come sempre senza tralasciare nulla al caso. Le parti strutturali più deboli e fragili della casera sono infatti da ripristinare, e il peso delle grandi nevicate di questa stagione appena terminata saranno per l’ennesima volta del lavoro in più per i malgari e gestori dell’intera struttura.

Ma il mio “momento” prosegue. Raggiunto il mio obbiettivo ora non mi resta che godere e vivere tutto ciò che mi circonda. Il silenzio interrotto solo dal vento che lungo il Col del Camp unisce a se le correnti d’aria che risalgono dalla Val Corpassa, con quelle che a monte, attraverso la Val Civetta, tentano di scendere verso la valle opposta. I verdi prati, questo sole così tremendamente piacevole e il forte desiderio di contemplare all’infinito questa pace e serenità che in modo quasi naturale si materializza dentro di me.

Per quanto poco impegnativo sia il sentiero si arriva sempre in quel momento in cui bisogna togliersi gli scarponi, e ricercare attraverso questi verdi e freschi prati quel contatto con Madre Terra a piedi nudi. Cammino su di uno stretto fazzoletto d’erba, seguendo il mio istinto che mi porta a definire una illogica linea immaginaria. Sento la Madre sotto ai miei piedi, la sento risalire il mio corpo fino a raggiungere il mio cuore, la mia mente. Ora sto veramente bene, il contatto è avvenuto e posso finalmente dire di aver raggiunto per intero lo scopo di giornata.

Bellissima e poco impegnativa escursione. Si completa in tutta tranquillità in una giornata e vede per il rientro lo stesso sentiero di salita. Da Capanna Trieste (1135m) al Rifugio Vazzoler (1714m) poco più di +600m di dislivello ben distribuito su ampia strada sterrata. Panoramica e ad effetto lungo alla base a Sud del massiccio della Civetta. Dal Vazzoler (1714m) a Casera di Pelsa (1829m) un dislivello di circa +100m molto piacevole e vissuto con la grande emozione di toccare con mano la dura e selvaggia roccia di Torre Venezia.
Dalla località di Casere Favretti su sentiero 560 si sale in direzione della Sella di Pelsa (1954m), Forcella di Col Mandro (2023m) prima di entrare nella splendida Val Civetta dove tutto cambia, e che a monte di Forcella di Col Rean (2107m) il Rifugio Attilio Tissi (2250m) diviene una nuova e straordinaria storia da raccontare. L’Agordino non si smentisce, per l’ennesima volta mostra il suo lato selvaggio e spettacolare. La Civetta e questo suo versante a Sud dell’intero gruppo si veste della sua grande ed impressionante immensità. Vissuta da vicina, toccandola con mano….
Rifugio Vazzoler – Malga Pelsa – Il Video
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Location: Mont Alt del Pelsa
Area Geografica: Taibon Agordino – Agordino Dolomiti (BL)
Regione: Veneto
Acceso: Da Capanna Trieste lungo la Val Corpassa – sentiero 555
Link: Agordino Dolomiti – InfoDolomiti – VisitVeneto – VenetoMontagna – Capanna Trieste – Rifugio Vazzoler