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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Tre mete per l’Inverno (Dolomiti Bellunesi…e dintorni)

Riprendo con piacere nel proporre alcune mete invernali, con ciaspole ai piedi che diventano una perfetta occasione per potersi incamminare lungo questi innevati sentieri. Vista la situazione e il periodo attuale, l’opportunità di poter riprendere in mano questa stagione porta a ritornare tra queste montagne con grande ottimismo.

Una stagione invernale colma di neve, così tanta da poter contare su di una stagione che si allungherà più della media. Tutta una serie di valori aggiunti che ripagano di tante difficoltà e di tante limitazioni che fino ad ora non hanno permesso di poter vivere pienamente questo momento così importante. Ma ora seguite i miei consigli, tre destinazioni facili facili da condividere tra le Dolomiti Bellunesi e il vicino Trentino.

 

1) Lungo il Fuciade (Passo San Pellegrino – Val di Fassa)

Il Rifugio Fuciade, fa bella presenza di se tra i Casoni

Parlare del Fuciade è come far luce su una delle perle per eccellenza dislocate lungo il territorio del Passo San Pellegrino. Da un punto di vista geografico, il Fuciade è quella prima parte di Trentino che si allunga verso Ovest, fino a scendere verso la Val di Fassa. Valle che il Fuciade stesso rientra dal punto di vista geografico.

Attrazione principale è la presenza dei suoi Casoni. Antiche strutture adibite in tempi lontani come fienili e ricoveri estivi per i pastori e le mandrie. La semplicità dei due sentieri che risalgono ai 1980m di quota, fanno si che questo territorio possa essere tranquillamente raggiunto da qualsiasi tipologia di escursionista.

Famiglie con bambini a seguito, persone anziane e per chi decide di passare un’intera giornata rilassandosi e rigenerarsi all’interno di uno spettacolo straordinario. Dal sentiero più lungo, che dal Passo San Pellegrino si addentra attraverso i boschi della Val Scura. Ampio sentiero ben battuto, con un dislivello di circa 80m che in un’ora di spensieratezza attraversa l’unica strada presente. Sarà un susseguirsi di punti di vista sulle più alte vette che a Nord compongono gli interi versanti che danno vita alla cima più blasonata dell’intero territorio: la Cima dell’Uomo (3010m).

La lunga via che attraversa i Casoni

Vista verso il Sass di Valfredda (dx)

Ponta de Jigole (sx) e il Sass di Valfredda (dx)

Il fascino di questi Casoni non ha eguali. Percorrere l’unico sentiero presente è come immergersi all’interno di una serie di strutture che sono la testimonianza ancora vivente di una montagna antica. Alcune di queste baite viene ancora oggi adibita a fienili, mentre una buona parte sono delle strutture private ben conservate, seguendo l’antico disegno strutturale di quei tempi.

In lontananza le Pale di San Martino

Il secondo sentiero, quello più corto ma che aggiunge un centinaio di metri in più di dislivello rispetto al precedente, parte direttamente da Malga Boer. Una Malga non pubblica, la si trova appena oltrepassato il piccolo Lago dei Zinghen lungo la SS che risale direttamente da Falcade. La parte iniziale del percorso segue la linea della strada asfaltata che sale al Rifugio Flora Alpina, che dovrete per una prima parte tenere come riferimento per il proseguo.

Si arriva così ad un bivio, seguendo le indicazioni che sulla sinistra segnalano il Rifugio Fuciade. Anche in questo caso l’itinerario si addentra attraverso una zona semi boschiva. Ampi spazi aperti dove poter vedere in lontananza l’avvicinamento alla grande parete della Cima dell’Uomo e della Ponta de Jigole (2851m). In tutte e due le situazioni il punto di arrivo resta il Rifugio Fuciade, posto a 1982m al termine di quella che è l’ampia piana che accoglie questo raggruppamento geografico.

Panoramica sulle vette rocciose a Nord

Uno dei primi Casoni risalendo da Malga Boer

Una delle cartoline più conosciute. Ponta de Jigole (centro) e il Sass di Valfredda (dx)

Il Rifugio Fuciade, aperto per quasi tutto l’anno offre ospitalità come ristorazione e pernottamento all’interno di un’elegante e nuova struttura. Dove il legno lavorato da abili falegnami ne compongono i suoi interni. Piatti tipici della vicina Val di Fassa e la cordialità che merita la tradizione strettamente familiare, all’interno di un ambiente caldo e confortevole.

Per chi vuole addentrarsi maggiormente attraverso i sentieri che si allungano verso le cime più a Nord, è arrivato allora il momento di infilare le ciaspole ai piedi. La fattibilità e l’assenza di punti pericolosi, porta ad allungarsi con piacere seguendo la linea di sentiero (il 607) che dal Rifugio stesso risale verso il vallone della Pala Martina. Si costeggia così la sublime imponenza di Cima dell’Uomo per giungere ai piedi de la Ponta de Jigole.

Le Pale di San Martino dal Vallone di Pala Martina

Un interessante avvallamento a circa 2100m di quota. Un lungo abbraccio roccioso distaccato dal mondo intero, che da Est inizia con il Sass Valfredda (3009m) per coprire interamente l’intero versante Nord. Sarebbe un’azzardo voler salire nuovamente, seguendo il sentiero 607 ed addentrarsi così nel cuore in alta quota di queste vette, per il Passo delle Cirele (2683m). In questo azzardo si deve considerare la difficoltà di un sentiero invernale, poco battuto e adatto a chi di montagna ne nutre una certa esperienza.

 

Lungo il Fuciade – Il Video


 

2) La Rocchetta di Prendera (Mondeval – Val Fiorentina)

Le Dolomiti Bellunesi, il Mondeval nel versante più in quota della bellissima Val Fiorentina. L’intera muraglia rocciosa della Rocchetta de Prendera, vetta che si innalza a 2484m dando vita ad altre Rocchette di altezza leggermente inferiore. Punto di riferimento per questa bella escursione, ambiente naturale ed idilliaco dai bellissimi panorami verso i punti più belli tra la stessa Val Fiorentina e la Valle del Boite.

Come punto di riferimento il Rifugio Città di Fiume (1918m), il più conosciuto e blasonato dell’intero territorio. Reso famoso dalla sua posizione come uno dei punti di vista più belli verso il versante a Nord del Pelmo. Struttura che offre ospitalità anche durante determinati periodi invernali, seguendo un calendario che, vista l’attuale situazione Covid-19, è consigliabile valutare direttamente con i proprietari.

Il Rifugio Città di Fiume

Vista sul Pelmo dal Rifugio

Facile e poco impegnativa escursione. A stagione invernale inoltrata il sentiero 467, che parte direttamente dal Rifugio, è per buona parte ben battuto. Si tratta dell’ampia carrareccia estiva, di facile cammino e che non richiede nemmeno l’utilizzo delle ciaspole. Anche in questo caso, la possibilità di affrontare un’escursione nella più totale spensieratezza e facilità, senza nessun possibile pericolo e il piacere di una bella giornata invernale.

Bellissimi punti panoramici. Lungo il sentiero il primo approccio visivo è dedicato alla Val Fiorentina. Non solo il Pelmo ma anche la Civetta e tutto quel territorio boschivo ad Ovest della Valle. In lontananza, sempre verso Ovest, nelle giornata più limpide la Marmolada, il Sella e buona parte delle vette rocciose che si innalzano dall’Agordino.

Bellissimo punto di vista della Civetta. In primo piano la vetta del Monte Crot (2158m)

La Marmolada (sx) e il Sella in lontananza nel centro

Le varie Rocchette lungo la Prendera

Ma non ci si sofferma solo sulla Val Fiorentina. Questa mia escursione vi porterà ad ammirare alcun dei punti più belli della Valle del Boite. In Forcella Roan (1990m) vi si apre lo spazio temporale in una bellissima panoramica rivolta all’Antelao e al Sorapis, che da questa prospettiva in quota danno il massimo splendore della loro imponenza.

Il Sorapis (sx) e l’Antelao (dx)

Primo piano del Sorapis dal suo versante che guarda verso la Valle del Boite

Da mia esperienza si vuole che l’utilizzo delle cisapole potrebbe essere molto relativo. Il territorio durante l’Inverno è sempre molto frequentato, e questo comporta la possibilità di camminare seguendo sempre la strada sterrata invernale e libera da qualsiasi cumulo nevoso. Mi sento di dire però che averle appresso potrebbero diventare quel valore aggiunto per qualche iniziativa che vi porti fuori pista, uscendo dalla linea di sentiero più tradizionale e senza nessun possibile pericolo.

Passo dopo passo, le Rocchette sempre più vicine

Forcella Col Roan (2075m) è il punto in cui si lasciano definitivamente i boschi. Inizia quella seconda parte a libero cielo aperto. Improvvisamente la linea della strada sterrata scompare lasciando spazio ad un immenso deserto bianco. Alcuni tratti potrebbero essere ghiacciati, quindi si richiede un po di attenzione. Di fronte a voi l’intera spinale composta dalle varie Rocchette, spettacolo finale di questa escursione.

Bellissimo punto fermo verso le Rocchette

Il Becco di Mezzodì (sx) e la Rocchetta de Prendera (dx)

Il Col Duro (2335m a sx) e Forcella Col Duro (2295m a dx)

Ultimo step, l’arrivo in Malga Prendera. Situata a 2148m, Malga Prendera è uno dei punti di riferimento dell’intero territorio che anticipa l’entrata al Mondeval. Per tutte le stagioni la Malga diviene quel punto di arrivo o di semplice passaggio che merita quella sosta di giornata di grande importanza. Durante l’Estate raccoglie a se i pascoli che si liberano all’interno di questo bellissimo territorio. D’Inverno viene invece presa dalla morsa della neve a renderla quasi invisibile ad occhio nudo.

Malga Prendera

Vista del Pelmo dalla Malga

L’Antelao

Il Pelmo

Bellissima e facile escursione dunque. In meno di due ore potrete risalire l’intero versante più in quota della Val Fiorentina e giungere ai piedi delle Rocchette, godendo in pieno delle belle panoramiche naturalmente offerte. E’ possibile proseguire in direzione di Forcella Col Duro (2295m), dove poter raggiungere Forcella Ambrizzola a 2277m in circa 60 minuti di cammino dalla Malga. In questo caso sentiero leggermente più impegnativo solo per il raggiungimento di Forcella Col Duro, per proseguire in via perfettamente lineare ed ammirare così l’Intero Mondeval con i colori invernali.

 

La Rocchetta di Prendera – Il Video


 

3) Val Venegia (Passo Rolle – San Martino)

Si ritorna in Trentino, in quella parte confinante con le Dolomiti Bellunesi e quindi “nei Dintorni”. La Val Venegia, splendida vallata che si allunga dal Passo Rolle a circa 1800m di quota. Famosa vallata posta ai piedi del versante Nord dell’intero Gruppo delle Pale di San Martino.

La Val Venegia, guardando verso Nord

Una delle più belle e facili escursioni invernali che si possono affrontare lungo questo territorio. Punto di riferimento è l’arrivo al Passo Rolle (1973m), che collega il centro turistico di San Martino di Castrozza con le vicine Val di Fiemme e Val di Fassa.

Zona geografica che rientra all’interno del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino e importante centro turistico invernale, con innumerevoli impianti di risalita ai piedi dei meravigliosi bastioni rocciosi che nel Cimon della Pala vede la sua migliore cartolina.

Cima dei Bureloni (3122m – sx), Cima della Vezzana (3192m – centro) e Cimon della Pala (3129m – dx). Spettacolo di roccia da Baita Segantini

Punto di riferimento invernale è raggiungere inizialmente Baita Segantini (2182m) che del Rolle è sicuramente la Malga più storica e blasonata. Per raggiungerla è necessario districarsi leggermente tra le varie piste da sci che fanno parte del comprensorio turistico locale, raggiungere così Capanna Cervino (2082m) e di seguito la Segantini. La via comunque è ben segnalata anche durante l’Inverno, basta solo porre un po di attenzione.

Vista sulla Tognazza (2206m – sx) e il Colbricon (2602m – dx) da Capanna Cervino

Capanna Cervino (2082m)

Baita Segantini (2182m) e il Cimon della Pala (3129m)

Baita Segantini (foto Gennaio 2020)

Lunga e spettacolare serpentina che dalla Segantini scende verso la Val Venegia. Ampio e facile sentiero che segue la strada sterrata estiva, scende di quota per circa 300m di dislivello e offre un punto panoramico di straordinaria bellezza. Sicuramente il punto più bello e significativo di tutta la valle.

Lasciata la Segantini, il Mulaz (2906m – sx) e il vallone innevato che d’Estate conduce al Rifugio Volpi di Misurata al Mulaz (2571m – centrale)

Da Cima dei Bureloni ( 3122m – sx) si segue verso destra tutti i campanili minori del versante Nord delle Pale di San Martino

Il Mulaz (2906m – sx) visto dalla base della Val Venegia

Il Campigol de la Vezzana apre così le porte all’intera valle. La particolarità del sentiero rimane sempre facilitato dalla sua ampiezza e tranquillità. Durante l’Inverno l’intera vallata è facilitata per l’avvicinamento alle due Malghe che per antonomasia sono il punto di riferimento come ospitalità per quasi tutto l’anno: Malga Venegiota e Malga Venegia.

Malga Venegiota (1824m) chiusa durante l’Inverno

Malga Venegia (1774m) aperta durante l’Inverno

Le due strutture offrono ospitalità in periodi differenti. Per l’Inverno si trova aperta unicamente Malga Venegia, mentre la Venegiota segue solamente un calendario stagionale per l’Estate.

Rimangono ugualmente due punti di passaggio di grande interesse. Anche panoramico, visto che la Venegiota si pone con grande eleganza ai piedi del massiccio roccioso del Focobon (3054m).

La Venegiota e alle sue spalle la vetta del Focobon (3054m – sx)

Completamente abbracciati da questa splendida valle. Un cammino dolce e leggero che vi conduce, attraverso i boschi, nel cuore di questa splendida valle. Ogni vostro passo sarà accompagnato dal fruscio delle acque del Travignolo, il corso d’acqua che percorre per intero la valle tagliandola nettamente in due. Man mano che ci si avvicina a Malga Venegia, lascerete dietro di voi l’intero versante roccioso Nord del Gruppo delle Pale, che ad ogni passo si aprirà maggiormente a qualsiasi vostra aspettativa.

Facile e dolce sentiero

Muro roccioso sempre più in evidenza

Il letto del Rio Travignolo

L’arrivo in Malga Venegia è il punto dove l’intera valle finisce. Guardarsi indietro per ammirare ciò che si è lasciato in questa facile escursione che in circa 90 minuti è facilmente percorribile anche durante la stagione bianca.

Panoramica dell’intera Valle da Malga Venegia

Per rientrare al Passo Rolle si deve riprendere lo stesso itinerario al senso opposto. E qui scatta il piano B che vi consiglio con l’utilizzo delle ciaspole. Risalire nuovamente l’intera Valle da Nord a Sud seguendo una linea di sentiero, magari già precedentemente battuta da altri escursionisti, che tenga sulla sinistra il sentiero originale ma che vi permetta di camminare attraverso neve fresca lungo i boschi e i tratti più selvaggi della vallata. Non sarà difficile, basterà avere un po il senso dell’orientamento e tenere come riferimento la grande muraglia rocciosa delle Pale. Raggiunto nuovamente il Campigol inizia così la lunga serpentina che risale verso Baita Segantini.

Spettacolare e classica escursione invernale. Per nulla impegnativa la fase iniziale che scende completamente di dislivello fino a completare l’intero percorso lungo la valle. L’unico punto più impegnativo è quello riguardante la serpentina che al ritorno vi conduce nuovamente a Baita Segantini (+300m di dislivello).

Escursione semplice e piacevole. Essendo una vallata, le panoramiche che potrete cogliere durante il cammino saranno uno dei spettacoli più belli per l’intera giornata. Da organizzare esclusivamente durante il pieno della stagione per poter così usufruire dell’ospitalità delle diverse baite presenti.

 

Val Venegia – Il Video


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