Stefano Germano
Trekking del Cristo Pensante – Parco Paneveggio
Aggiornamento: 20 feb
Oltre il Trekking, un esperienza che rimane impressa nel cuore…
Si aprono le porte di una nuova stagione. Guardo all’Estate che ormai lascia spazio ai primi colori di un nuovo periodo che sembra scalpitare dalla porta principale. L’Autunno entra così quasi di prepotenza all’interno dei grandi prati e degli alpeggi estivi del Passo Rolle.

L’erba ha ormai perso quella sua naturale e fresca colorazione tipicamente estiva, per assumerne tonalità molto diverse e che preannunciano un nuovo percorso stagionale da intraprendere. Nel giro di una decina di giorni, dopo il mio Trekking ad anello attorno alle Pale, dal Passo Rolle osservo questo meraviglioso ambiente sotto una luce molto diversa. Do così il via a questa nuova stagione, guardando alla croce di vetta del Castellaz e del famoso Cristo Pensante un ottimo spunto per il nuovo che avanza.
Passo Rolle – 1972m
L’Estate salutata da doversi giorni, temperature che al Passo si aggirano sui 2 gradi in una splendida mattinata di Settembre inoltrato. Un leggero ma pungente vento che risale direttamente da San Martino di Castrozza sfruttando la lunga valle che dai Piani di Cavallazza risale verso il Rolle. Riuscire a mantenere buona parte della “divisa” escursionistica estiva è cosa quasi impossibile.
Mi trovo nella situazione dove passare dalle maniche corte al piumino invernale è questione di un nulla. Ciò trasmette un senso di grande pace, come se queste nuove ventate gelide siano premonitrici di un momento importante e da vivere sotto ogni loro aspetto. Ed è così che mi sento quasi d’obbligo dare il mio personale arrivederci all’Estate 2k22, rinnovando l’appuntamento per un 2k23 sicuramente carico di spunti motivazionali e personali.

Vista verso il Colbricon
Dal grande parcheggio delle sorgenti risorgive dell’Acqua Benedetta, la strada sterrata per Capanna Cervino e Baita Segantini ne è la via da seguire per l’avvicinamento al Castellaz. Questo tratto iniziale rientra all’interno del Sentiero Italia, una bella serpentina panoramica che guarda verso il versante Orientale delle Pale con il Cimon della Pala (3184m) a farne da attore principale. La sua visione è magnifica…
Nulla da aggiungere, se non arrivare su di una piana che costeggia gli impianti invernali del comprensorio di San Martino – Passo Rolle. Da questo punto una croce segna il territorio dedito agli alpeggi estivi del Campo Croce. Una serie di spalline erbose che in assenza di boschi adiacenti si allungano in modo del tutto meraviglioso verso la Val Travignolo, e tutte quelle cime erbose che compongono la parte più a Nord del Paneveggio.

Da Campo Croce verso il Cimon della Pala

Il Cilbricon e l’alpeggio di Campo Croce
In giornate perfettamente limpide come queste, il punto di vista si allunga verso meravigliosi punti all’orizzonte, con qualche primo debole accenno delle lontane vette rocciose della Val di Fassa che a croce di vetta raggiunta saranno più visibili. In questo punto, parlando di alpeggio estivo, le mandrie di Mucche sono già rientrate nelle stalle a valle, ad eccezione di qualche Pecora e di un piccolo agnellino venuto alla luce da pochi minuti.
La cosa non poteva sfuggirmi di mano. Richiuse all’interno di un piccolo rettangolo queste adorabili creature pascolano liberamente tra questi prati ormai essiccati dal freddo. Il piccolo con il cordone ombelicale ancora addosso bela, richiama l’attenzione della madre per un mondo a lui sconosciuto e del tutto nuovo come a chiedersi: “ma io qui che cosa ci stò a fare?”. Ed eccola che in modo naturale la mamma lo accudisce, portandosi ancora addosso quelle tracce di un parto avvenuto da pochi minuti e con quell’istinto così naturale da porre i primi insegnamenti al nuovo nato. Magnifico esempio di Natura.

Punto di partenza del sentiero R09 per il Trekking del Cristo Pensante

Tengo sempre come riferimento la piccola croce in legno posta su di una piccola spallina erbosa che guarda verso il Campo Croce. Più ad Ovest, seguendo con occhio attento una nuova strada carrozzabile, è ben visibile Malga Costoncella (1941m), che volendo raggiungere porta via una decina di minuti. La Malga è una delle tante presenti all’interno di questo territorio che guarda dal versante più a Nord delle Pale, verso le lontane vette del Passo San Pellegrino e della Val di Fassa.

L’alpeggio che guarda verso Malga Iuribello
Malga Iuribello (1868m), Malga Venegia (1778m), Malga Iuribrutto (1912m) e Malga Colbricon (1838m) solo per accennarne qualcuna. Tutte ben distribuite all’interno di questo meraviglioso contesto naturale che forma il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. In un unico territorio un enorme alpeggio che d’Estate si anima di queste meravigliose creature libere e sovrane di questa Natura.
Il mio sentiero guarda invece verso il versante opposto. Già si riesce a scorgere l’inconfondibile sagoma rocciosa del Castellaz, che sembra quasi a portata di mano. In effetti raggiungere la sua base non impone molto tempo di cammino. Oltrepassata Capanna Cervino (2082m) seguo la poco impegnativa salita che guarderebbe poi in direzione di Baita Segantini (2170m), che però raggiungerò nel pomeriggio in fase di rientro. Dopo la Cervino un paio di curve e sulla sinistra un cambio di sentiero.

Vista verso il Castellaz
Il mio Trekking vero e proprio inizia da qui. Seguo le facili segnalazioni su sentiero R01 per il Castellazzo e il Trekking del Cristo Pensante. Lascio in via definitiva la strada sterrata per inoltrarmi su ampio sentiero all’interno di questi grandi prati, dove la totale assenza di boschi mi apre un mondo che sembra non avere fine. È un po’ la stessa sensazione provata al Campo Croce: ampi spazi che in questo frangente si perdono tra le maestose pareti rocciose delle Pale di San Martino.

Il sentiero prosegue dolcemente. Un bellissimo tratto che definisco una semplice passeggiata. Guardando verso la grande montagna, il Castellaz e quella sua inconfondibile parete di roccia frastagliata con la croce di vetta già ben visibile da questa mia posizione. È lassù che devo arrivare, lassù in quel posto così meraviglioso che raccoglie a se una storia tutta da scoprire.
Trovo un terreno abbastanza fangoso. Infatti è di pochi giorni una leggera nevicata che ha posto lungo questi ampi alpeggi un velo di circa 5cm di neve. Ma le temperature non sono ancora sufficienti per mantenere stabile il manto nevoso, e questo comporta un repentino disgelo e una serie di tratti fangosi dettati da un terreno argilloso e facilmente pesante. Un nuovo bivio per un possibile cambio di direzione.


A circa 2159m il sentiero si divide in due parti. Di fronte a me sempre impassibile l’enorme bastione del Castellaz, ma con una scelta da fare. La tabella indicativa segna il sentiero R01 da seguire sulla destra, senza dare l’opportunità di poter scegliere come riferimento anche il sentiero opposto, quello che sale verso sinistra. Il Trekking del Cristo Pensante si compone di un anello. Questo permette di poter scegliere da quale versante iniziare la salita per poi seguire una discesa dal versante opposto.

Per conoscenza preferisco tenete la mia sinistra, il senso opposto alla tabella e non indicato come alternativa. Infatti questo versante risulta più corto per raggiungere la vetta, mentre quello di destra è più lungo e a mio giudizio più impegnativo come dislivello. Prosegue in leggera salita, punti di vista che sembrano cambiare un passo dopo l’altro dove in lontananza la grande forma piramidale del Colbricon diviene così uno dei punti di riferimento più importanti.
Da questa mia posizione il Colbricon si osserva dal suo versante a Nord, quello in questo periodo prevalentemente coperto dal sole e che ancora mantiene integra quella sporadica nevicata di qualche giorno prima. Ciò che danno come spunto le grandi pareti che compongono il versante più a Nord delle Pale rimangono ancora un’incognita. Solo il Cimon della Pala (3184m) per la sua possanza rimane ancora la vetta più definita e visibile dell’intero gruppo roccioso.


I prati lasciano quasi nell’immediato posto alla roccia. Si sente già il respiro del Castellaz, con il sentiero che inizia ad impennarsi sempre più ponendo così quell’unico tratto più impegnativo dell’intera giornata. Il dislivello che separa il Passo Rolle con la vetta del Castellaz è di +361m, che si affrontano per buona parte da questa ultima parte prima della vetta. Sale guardando ad Occidente, dove le già menzionate vette Fassane iniziano un po alla volta a far parte del panorama che mi circonda.
Non è difficile scorgere così una debole presenza del Sassopiatto e del Sassolungo, vette mitologiche della lontana valle. Più a ridosso del mio cammino Cima Bocche e una serie di vette che scendono in direzione della Val di Fiemme. Tutte così ben visibili che sembrano quasi alla portata di mano. Punti di vista meravigliosi, che alimentano la mia voglia di guardare lungo questa serpentina che sembra impennarsi verso il cielo.


Ed è così che giungo nel versante centrale del Castellaz. Geologicamente parlando il monte si compone della sua estremità maggiore a 2333m, che scende su di uno scivolo roccioso a formare una specie di falsopiano, sempre roccioso, che chiude questa sua leggera discesa su delle pareti semi verticali che guardano verso la Busa di San Giovanni, al cospetto di Malga Iuribello.
Il tratto finale del sentiero di salita si pone proprio al centro di questo suo falsopiano, a circa 2200m di quota. In questo punto la croce di vetta e la statua del Cristo sono ben visibili e la loro vicinanza fa ben capire che l’ultimo strappo per la vetta è solo questione di pochi minuti. Per questo colgo l’occasione per guardarmi un po’ attorno prima della salita finale.

Possente Castellaz

Sale il sentiero lungo il suo versante Occidentale…

Magnifica vista verso il Paneveggio

Posto al centro e in lontananza il Colbricon…
Questo è un territorio che porta con se i segni della Grande Guerra. Postazioni militari, grotte e altre strutture create nella roccia e costruite dall’uomo stesso in tempo di guerra. Situazioni che alimentano la mia voglia di guardare a cose sempre nuove. Mi distacco leggermente dal sentiero, attratto da due punti di osservazione militari che guardano verso la vicina Val Venegia e le lontane vette che oltre il Passo di Valles danno vita alle roccaforti rocciose del Passo San Pellegrino.
Punti di vista che prima venivano nascosti dalle pareti del Castellaz, ma che ora, guardando verso questo nuovo versante, prendono vita saziando così una piccola parte di questa mia “fame” di montagna. Momenti che meritano il tempo dovuto. Dopotutto sono partito dal Passo Rolle da meno di 2h, e questo è un valore aggiunto per questa mia fantastica giornata.




Ultimo strappino di sentiero. Da dove mi ero fermato riprendo con grande vigore. Tutto ciò che fino ad ora ha composto questo mio Trekking è il risultato di una positività e carica interiore che alimenta maggiormente il mio desiderio di arrivare il più in alto possibile. Tutto ciò che fino ad ora è stato non ha per nulla stancato il mio fisico. Mi sento così talmente bene da desiderare questo tratto finale all’infinito.
Ed è così che riesco a mantenerlo. La serpentina rocciosa finale per la vetta permette di uscire dal sentiero e di muoversi sulla parte centrale di questo falsopiano. Prime avvisaglie panoramiche che per ora guardano verso il Mulaz (2906m) e di Cima Venegiota (2440m). Una specie di assaggio preliminare di ciò che mi aspetta una volta giunto al cospetto della croce.



Il Castellaz al Cristo Pensante – 2333m
Raggiunta la vetta ora posso aprire lo sguardo verso un nuovo mondo. Se da prima era solo il Cimon della Pala a lanciarsi nel cielo azzurro di questa giornata autunnale, ora ciò che appare ai miei occhi si compone di un’enorme parete di roccia selvaggia. Dal Cimon la Cima della Vezzana (3192m), Cima di Val Grande (3038m), Cima del Focobon (3054m) e il Monte Mulaz (2906m) a chiudere questo fantastico panorama. All’interno di queste vette così blasonate, campanili e guglie rocciose che si alternano a lunghi valloni e canali che con grande prepotenza scendono verso la Val Venegia.



Lo spettacolo lascia senza parole, dettato da quel silenzio che in un modo quasi mistico si respira in questo punto di questa mia montagna. Non solo panorami già descritti e che guardano a 360° verso i territori confinanti di questa valle. Oltre alla Val di Fiemme, la Val di Fassa e le vette del lontano Passo San Pellegrino e della Valle del Biois, quassù si respira un’energia che lega l’uomo alla montagna e a questa meravigliosa statua che guarda in modo del tutto particolare verso valle. E’ il Cristo Pensante.
Il Cristo Pensante
La storia di questa statua è molto particolare. Una storia che sembra uscita dalla fantasia di un abile scrittore, solo dal lungo calvario che ha scaturito la realizzazione di un sogno. Tutto nasce dalla spontanea volontà di Pino Dallasega, il desiderio di collocare all’estremità del Monte Castellaz, a 2330m all’interno del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, una croce ed una statua in marmo di Cristo in una posizione molto particolare.

Rappresentare un Cristo pensieroso, sceso dalla croce e guardare verso l’orizzonte con qualche perplessità, e quei dubbi su ciò che è diventato il genere umano all’interno di un Mondo alla deriva. Una specie di riflessione su di un sacrificio di cui lui stesso ne è stato vittima, per la nostra salvezza. Questa idea e questa tipologia di pensiero da parte del Cristo sono stati l’inizio dei problemi per Dallasega, riscontrando nell’immediato il dissenso da parte della Chiesa per questo suo Cristo volto al pentimento.
Senza mai arrendersi nemmeno di fronte all’indifferenza da parte delle autorità del Parco, nel 2009 un potente elicottero militare italiano posa sulla sommità del Castellaz sia la croce che il Cristo tanto inquisito. Un sogno che così si realizza e che porta tutti noi a contemplare e entrare nel pensiero del Cristo stesso su come questo nostro Mondo moderno abbia cambiato molte aspettative di vita.
Una bellissima frase è posta ai piedi della statua di marmo: “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere”. Una frase che racchiude a sé tre espressioni molto importanti, che personalmente leggo come un possibile riferimento per affrontare la quotidianità all’interno di questo stesso Mondo visto con gli stessi dubbi del Cristo in vetta al Castellaz.
Il Cristo Pensante – Punti di Vista






Passato il momento dedicato al pensiero e alla storia di questo importante simbolo, è tempo di una lunga fermata ristoratrice. Lascio lo zaino su di una roccia adiacente alla croce, trovando così spunti interessanti su cui porre le mie migliori attenzioni. La vetta si compone di una serie di piccole vie formate da trincee su roccia. Alcuni punti molto esposti sui cui fare molta attenzione e la libertà di poter ammirare questo immenso panorama che dall’alta Val Venegia risale i versanti rocciosi delle Pale di San Martino.
Lo spettacolo è eclatante. Oltre alle maestose vette, guardando verso valle tutto ciò che mi sono lasciato alle spalle diviene ora un punto di raccolta visivo unico nel suo genere. Parte del Passo Rolle, i prati di Campo Croce e Capanna Cervino che si disperdono all’interno di questi grandi alpeggi a cielo completamente aperto. Nessun albero o bosco ad interferire su questa mia panoramica. Rimane ancora fuori Baita Segantini, completamente nascosta dalla cima erbosa della Costazza (2290m).



Il cielo completamente azzurro e questo vento che spazza via qualsiasi foschia mi permette di guardare verso punti lontanissimi. Il Colbricon e il Colbricon Piccolo che si allungano verso Cima Valcigolera (2540m) e il Tognola (2383m), per scendere poi in modo repentino verso la lunga valle boschiva che porta all’abitato di San Martino di Castrozza.
Più a Nord la lunga spinale rocciosa che guarda verso il Passo San Pellegrino. Cima dell’Uomo (3010m), Cima de la Costabella (2761m), il Sass de Valfredda (3009m) e la consuetudine di altre vette e campanili di roccia che si espandono al cielo dagli alpeggi della Valfredda e del Fuciade. Uno spettacolo a dir poco immenso, dove perfino alcuni deboli riferimenti della Marmolada possono essere visti.



Ma ciò che rimane di grande impatto emotivo, e che lega la mia curiosità, viene espresso dalle grandi pareti di queste vette che vanno così a formare questo versante più a Nord delle Pale. Buona parte di esse, soprattutto quei frangenti nascosti dal sole, mantengono ancora vivo quel leggero manto nevoso che con le fredde temperature della notte avrà sicuramente creato quella base ghiacciata per le nevicate future.

Osservare questi enormi bastioni rocciosi da questo punto in alta quota, rende maggiormente l’idea della possanza rocciosa che sia da Baita Segantini che dal versante più a monte della Val Venegia è impossibile notare. Un grande momento di montagna, una perfetta espressione di quell’eleganza naturale che solo le Dolomiti riesco ad esprimere ormai da millenni.
Quella del Castellaz è un’escursione che merita fare per tanti motivi, non solo legati al punto di vista del Trekking o dalla sacralità di questo luogo così particolare. È un’escursione che merita soprattutto per lo splendore che l’ambiente regala, per quella sua espressione di Natura meravigliosa e incontaminata sebbene molto vicina al traffico veicolare del Passo Rolle. Quassù qualsiasi rumore meccanico viene nascosto dal vento e portato lontano, molto lontano.
Baita Segantini – 2170m
Il rientro verso valle e la Segantini segue un unico senso di marcia, un unico sentiero che inizia a scendere lungo il versante ad Est del Castellaz. Prevalentemente a cielo aperto si allunga su di una bellissima e panoramica serpentina rocciosa, da prima costeggiando la via di alcune trincee e con il Mulaz e Cima della Venegiota a fare da riferimento visivo del cammino da seguire.
Il rientro in questo primo tratto è molto piacevole. Mi sento bene e la nuova esperienza vissuta tra questi luoghi stimola maggiormente questa mia sensazione di benessere. Il sole pomeridiano è tiepido, mi permette addirittura qualche momento in manica corta e con il terreno con quella sua fase di disgelo che dai colori e dalla situazione espressa assomiglia molto al periodo di disgelo primaverile.

Vista verso il Mulaz

Vista su sentiero che guarda verso il Passo Valles

Nuovamente il Mulaz
Tutto questo mi porta verso valle con maggiore sicurezza in me stesso. Un momento di “terapia” personale molto particolare e dai riscontri sicuramente positivi. Alcune gallerie, postazioni e punti che tabelle indicative del Parco raccontano e spiegano l’utilizzo di questi luoghi durante la Grande Guerra, fino a giungere, con la migliore espressione di spensieratezza, ad alcuni ruderi risalenti alla Guerra. Di oi a poco cambio di sentiero, e il desiderio di un buon caffè alla Segantini che tiene già le ore contate.




Seguo sempre la linea di sentiero R01 che si innalza leggermente verso la base della Costazza. Tra questi enormi prati per buona parte essiccati dal gelo. Mi muovo costeggiando sulla sinistra il monte, guardando verso nuovi punti di vista che prendono ora in considerazione il versante più a monte della bellissima Val Venegia. Il prospetto della grande parete rocciosa delle Pale ora assume un aspetto ancora più diverso.
Ci si avvicina così tanto a questo versante che ho l’impressione di sbatterci quasi addosso. Non riesco a quantificare quanta distanza mi separi da queste pareti così vertiginose e da questo punto di vista così immense. Il sentiero volge poi ad una bella ed ampia strada sterrata che dopo una serie di cambi di direzione si collega con la sterrata principale che scende lungo l’intera Val Venegia, per transitare in Malga Venegiota (1824m) e la più lontana Malga Venegia (1778m).





Baita Segantini ha una storia a sé. Il suo passato la colloca come uno degli emblemi più famosi e storici dell’intero territorio che compone le Pale di San Martino. Si posiziona a 2170m di quota su di un piccolo dosso montuoso a ridosso del suo piccolo lago. È una delle cartoline fotografiche più belle, raggruppando a se uno dei punti di vista migliori del Cimon della Pala (3184m), di cui dal suo punto di osservazione ne rende maggiormente l’idea dei questa suo perfetto disegno geologico.

Baita Segantini

Il piccolo lago della Segantini verso il Cimon della Pala
Diviene quel caffè tanto desiderato sin dalle ore precedenti, programmando questo momento così “di gusto” e spensierato all’interno di queste sue storiche mura. La Segantini merita il tempo dovuto. Trovato il mio punto fermo, lascio lo zaino per terra per distendermi al sole per quell’ora che fa la differenza. Un lasco di tempo che identifica uno degli ultimi giorni in cui il caldo sole permette di rimanere con le braccia scoperte.



È questione di poco tempo, poche settimane prima che l’avvento dell’Autunno nel pieno della sua stagione porti verso queste quote l’aria fredda e piccante. Tutto questo per me è gioia, l’occasione per vivere questi momenti in assoluta spensieratezza mettendo da parte qualsiasi problema dettato da quella quotidianità (negatività) che fortunatamente non fa parte di questa Natura così meravigliosa.
Trekking del Cristo Pensante – Note Tecniche
Bellissimo anello sia estivo che autunnale. Pone dei tempi di marcia complessivi che si aggirano sulle 5h soste incluse. Da un punto di vista tecnico il dislivello maggiore si affronta alla partenza dal Passo Rolle (1980m) alla vetta del Castellaz (2333m), con un +353m complessivi. Come senso di marcia da seguire io consiglio il versante di salita verso il Castellaz che guarda sulla sinistra, in senso orario.
Lungo il percorso c’è l’opportunità di usufruire di due strutture aperte durante l’Estate come Capanna Cervino (chiusa per ristrutturazione durante il periodo di questa mia escursione) e Baita Segantini. Strutture che poi sono aperte al pubblico anche durante la stagione invernale. Consiglio di guardare verso il Cristo Pensante tenendo in considerazione la sua storia e la filosofia per cui è stato creato.
Il Trekking del Cristo Pensante – Il Video
Guarda i miei video all’interno del mio Canale YouTube
Location: Monte Castellaz 2333m
Area Geografica: Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino – Trentino
Regione: Trentino
Accesso: Dal Passo Rolle su sentiero R09 per il Trekking del Cristo Pensante