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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Il Sasso Piatto - Val di Fassa

Aggiornamento: 5 ago

Meraviglioso anello che unisce a sé la Val di Fassa, la Val Gardena e l’Alpe di Siusi.

 

Il Sasso Piatto e il suo più famoso anello accompagna lungo una linea di sentiero che guarda a questi tre diversi territori per dare così un’idea, un interessante riferimento geografico di ciò che sta oltre ai grandi massicci rocciosi che con il vicino Sassolungo (Langkofel) da vita a queste imponenti pareti rocciose. Ciò che trovo interessante di questa escursione è la facilità di un cammino, che sebbene si snodi in una lunghezza di poco più di 11km, rimane stabile in un dislivello ben gestibile sebbene abbastanza lungo.


Mi sento ugualmente di sottolineare la tipologia di escursione, EE escursionisti esperti e anche ben allenati. Ciò che risulta molto semplice è la parte iniziale che scende lungo un canalone roccioso che divide il Sasso Piatto (Plattkofel) dal Sassolungo fino al Rifugio Vicenza, per poi iniziare una graduale e continua salita che vede al Rifugio Sasso Piatto il culmine maggiore del suo dislivello complessivo. Ma andiamo con ordine.

 

Rifugio Toni Demetz 2685m -> Rifugio Vicenza 2256m


E già da queste prime indicazioni si percepisce un inizio tutto favorevole visto la differenza di quota dei due Rifugi di riferimento. Decido di partire direttamente in quota dal Rifugio Toni Demetz, utilizzando la comoda e storica cabinovia che parte all’altezza del Rifugio Passo Sella (Sella Joch Haus – 2180m) evitando così la parte iniziale del sentiero 525 che con un impegnativo dislivello sale in direzione delle Cinque Dita ( Funffingerspizte) e al Rifugio Toni Demetz. Scelgo questa facile variante (cabinovia) evitando così un intenso impegno fisico iniziale e mantenermi bello fresco per l’intero anello.



Rifugio Toni Demetz - 2685m

Il Rifugio si posiziona in Forcella Sassolungo (Langkofelscharte - 2685m) su di una meravigliosa posizione panoramica che guarda verso la Val di Fassa e sovrastato dall’imponente parete rocciosa del versante più ad Ovest del Sassolungo. L’impressione che provo è quella di vedere nel Rifugio stesso la porta di entrata di un mondo roccioso di grande impatto visivo. Difatti dal Toni Demetz il sentiero 525, che come già scritto sale direttamente dal Rifugio Passo Sella, da questo punto prosegue in una lunga discesa rocciosa attraverso un grande canalone che su di una bellissima serpentina si snoda ai fianchi del Sassolungo (versante Este) e del Sasso Piatto (versante Ovest).




L’inizio di per se è già entusiasmante, pochi passi per lasciare il Rifugio e guardare nell’immediato a questa nuova prospettiva naturale. Se dal Demetz era ben chiara una panoramica verso la Val di Fassa, bastano pochi passi lungo questa vallata per avere già all’orizzonte i primi segni visibili dei grandi alpeggi della Val Gardena. Due diverse vallate in questa parte iniziale di questo mio Trekking che passo dopo passo mi permetterà di sfiorare diversi territori geografici in due diverse regioni. L’Anello del Sasso Piatto lo voglio vedere come una di quelle opportunità in cui potermi muovere su più versanti e su diverse prospettive, ed ammirare cime e massicci Dolomitici che da lontano prendono così forma ed arricchire questo mio cammino.



La serpentina scende con grande intensità. In alcuni punti devo porre un po di attenzione rischiando di trovarmi in modo molto semplice con il culo per terra. Un primo tratto ben battuto e con una buona manutenzione soprattutto in quei frangenti leggermente più ripidi. Nessun rischio e pericolo, nessuna esposizione ma solo il grande piacere di affrontare questa bella discesa con delle pause di rito, per fermarsi un attimo ed osservare le grandi pareti che ora sovrastano questo lungo vallone roccioso.




Se da un versante il Sassolungo si arricchisce con il Gran Campanile (Langkofelcar – 3096m), il versante del Sasso Piatto diviene il Paradiso per chi affronta e sfida la verticalità di queste sue lisce e indomabili pareti. Una su tutte il Piza Deantersasc (Langkofelkarsp – 2821m) che apre uno scenario dove il sole di primo mattino ne illumina le sue pareti e i suoi meravigliosi campanili rocciosi. Un susseguirsi di canaloni che salgono nelle quote più alte e dare così vita a nuove vette e a pinnacoli che sembrano toccare il cielo. Riesco perfino a vedere una parte del Sas de Mesdì (Innerkoflerturm – 3081m) che da quella sua posizione guarda in quella direzione che nel pomeriggio chiuderà definitivamente questo mio anello.




È un passaggio meraviglioso. Le pause limitate sono doverose in questo frangente, mi permettono di concentrarmi sulla mia mappa escursionistica e su di essa trovare e dare i nomi alle diverse cime che in questo frangente mi sovrastano. È una lunga discesa dunque, di quelle che non vorresti finissero mai per la loro naturale bellezza e per quella sensazione di avventura e di appartenenza nei confronti di queste meravigliose montagne. Ma come spesso capita, la montagna stessa è anche testimonianza della sua durezza, di quel suo lato così terribile e che nel passato ha dettato il destino di chi ne ha voluto sfidare la verticalità.


Un paio di piccoli mausolei a ricordare chi non è più tra di noi. Chi nel passato e in tempi recenti ha voluto sfidare ogni suo ostacolo naturale e che per distrazione o per un segno del destino hanno trovato quassù i loro ultimi attimi di vita. Chi va oltre sa bene a cosa va incontro. Chi decide di guardare la montagna verso quel suo aspetto più difficile, e a volte impenetrabile, si assume una sua responsabilità con la consapevolezza di quella inferiorità che potrebbe rendere sempre la montagna vincitrice in ogni nostra sfida. È una legge naturale che noi esseri umani nella nostra consapevolezza decidiamo a volte di oltraggiare. Mausolei a ricordo di chi una targa porta nell’eternità parole e frasi che inducono a spontanei momenti di assoluto silenzio e di rispetto.



Ed eccomi al Rifugio Vicenza (Langkofelhutte 2256m – 69 posti letto) dopo questa prima parte entusiasmante e ricca di belle emozioni. Torno nuovamente al cospetto di questo storico Rifugio dopo tanti anni, e il ritornare su ciò ha fatto parte della mia vita passata è sempre un gran piacere. Altri tempi come altri momenti legati a periodi che non potrò mai dimenticare e che ora tornano nuovamente a far parte di questa mia giornata, di questo mio periodo di vita. Arrivare al Rifugio Vicenza è quel piacere legato a quella piccola sosta di metà giornata. Un caffè di quelli buoni e quella fetta di torta che ora fa la differenza.


Rifugio Vicenza - 2253m

Un gran bel movimento escursionistico rende “vivo” questo luogo così particolare, incastonato su di un piccolo pianoro roccioso al cospetto delle Torri del Sassopiatto (Plattkofelturm 2860m) e di una grande vallone roccioso che sale in direzione della vetta del Sasso Piatto stessa, che raccoglie a se un sentiero avventuroso e attrezzato solo nella sua parte finale. La sua posizione dal punto di vista panoramico è sicuramente strategica. Oltre alle Torri che svettano ad Ovest, ad Est il Gran Campanile (Langkofelkar (3096m) è solo quella prima parte che ora mi permette di ammirare l’intera ed immensa parete rocciosa di questo versante del vicino Sassolungo.



Dal Rifugio Vicenza verso la parete del Sassolungo

Rimanere seduto comodamente su uno dei tavoli di questa sua grande terrazza panoramica dice già tutto, gustare la mia pausa al cospetto di questi punti di vista è il miglior regalo che possa ricevere da questi luoghi così meravigliosi. Un punto di ritrovo del tutto naturale per gli escursionisti che salgono dalla Val di Fassa, la Val Gardena e l’Alpe di Siusi, quel luogo che nel mio immaginario collettivo unisce persone ed emozioni raccolte lungo il proprio cammino. È un susseguirsi di pensieri, di tante parole che racchiudono le più svariate esperienze dove ognuno di noi vive la montagna separatamente e a modo suo.

 

Piz da Uridl – 2101m


Ma ora è tempo di partire. Lasciare il Rifugio Vicenza è quell’arrivederci a chissà quando, e una promessa che un giorno tornerà nuovamente far parte di una mia quotidianità lungo questi suoi meravigliosi sentieri. Ora la Val Gardena entra come protagonista in questa mia nuova parte di cammino. Il sentiero 525 scende leggermente guardando verso gli alpeggi Gardenesi fino a raggiungere un nuovo cambio di sentiero. Un ultimo sguardo al Rifugio Vicenza che ora rimane più in quota, un ultimo sguardo a ciò che mi lascio alle spalle e che vede nel sentiero 527 una lunga linea retta con leggeri sali/scendi attraverso il versante più a Nord del Sasso Piatto.




La Val Gardena e il mio nuovo sentiero che guarda verso il Plan de Cunfin, e delle lontane vette che dominano questo nuovo punto geografico. Il sentiero stesso scorre alla base di una serie di pinnacoli rocciosi e di bellissime insenature naturali che lentamente danno vita a bassi boschi e le prime avvisaglie dei pascoli in quota. Giunge fin quassù quell’inconfondibile tintinnio che dal Cunfin stesso sale a ridosso della montagna. Si sentono e si intravedono a debita distanza ed immerse nei loro ampi spazi liberi e a contatto con una Natura meravigliosa. Il Piz da Uridl è un luogo molto particolare, un punto di passaggio che io ricordo con molto piacere tornando indietro di un bel po’ di anni fa.






Si apre così il panorama verso la Val Gardena

Leggeri sali/scendi che camminano su roccia all’interno di questi nuovi boschi e di ampi sprazzi erbosi. Una leggera salita dove una vasca con dell’acqua corrente diviene importante per un’ottima scorta di liquidi, per giungere in una piccola forcella che si pone a ridosso di questo piccolo scollinamento. Il Piz da Uridl non è che una piccola collina di riferimento adiacente ad un bellissimo alpeggio di Mucche, Cavalli e un paio di Muli. Ricordo perfettamente come allora, quando passai da queste parti salendo però da un versante opposto. Da quel sentiero, il 531A direttamente dal Compatsch (Alpe di Siusi) transitando dal Rifugio Zallinger (Zallinger Hutte 2037m). Oltre alla presenza di queste adorabili creature, il panorama ora assume un aspetto del tutto nuovo, uno scenario che merita sicuramente una pausa di riflessione.





Parlare dell’Alpe di Siusi è come mettere assieme una parte naturale e culturale dell’Alto Adige di grande rilievo. Oltre che entrare definitivamente all’interno della più solida e tradizionale cultura Ladina, queste nuove prospettive ora danno vita a gruppi montuosi e cime che dell’intera Alpe ne sono la cartolina turistica più diffusa al mondo. Una grande pianura che si estende all’interno di grandi alpeggi, dove malghe e piccole baite danno vita ad un Presepe che incanta. Un susseguirsi di suoni che arrivano fin quassù trasportati da un leggero vento e la grande sagoma del massiccio dello Sciliar che con il “dente” roccioso più famoso dell’intera Alpe, Cima Santner 2413m, chiude questa meravigliosa e quasi infinita visione.


L'Alpe di Siusi
Vista verso lo Sciliar e Cima Santner

Mi prendo tutto il tempo necessario. Questo mio cerchio inizia un po' alla volta a chiudersi, e il versante ad Ovest del Sasso Piatto è parte di un passaggio molto interessante con quella netta sensazione di un cammino sempre più agevole, piacevole e ricco di ogni buon proposito. Tutto questo è l’insieme di tanti fattori che spontaneamente prendono vita lungo il sentiero. Il bellissimo sole su questo mio cielo azzurro che illumina di vita questi grandi e verdi pianori. Quella tipica giornata estiva dove il caldo non impone nessuna pressione e nessuna difficoltà. La presenza di tanti escursionisti che raggiungono la mia stessa via di cammino salendo dai vari sentieri che dall’Alpe si collegano al Sasso Piatto. Tante cose come tante situazioni che alimentano questa mia positività, questo infinito desiderio di andare oltre per scoprire cose sempre nuove.


Vista verso l'Antermoia e i Denti di Terrarossa


All’inizio di questo mio Trekking mi sono posto dei principi per rendere perfetta questa mia giornata. Il primo di questi è di mettere da parte tutto ciò che mi riporta a più di dieci anni fa, quando per la prima volta entrai a far parte di questi luoghi. Resettare tutto per rendere così speciale ogni mio passo con quella consapevolezza di guardare con occhi sempre nuovi a questa mia ennesima esperienza Dolomitica. Un po’ come dover mettere definitivamente da parte un passato e quei momenti che, per vari motivi, non debbono mai più far parte della mia vita. Ci sto riuscendo perfettamente, e la serenità e tranquillità che ora provo è il risultato di quella giornata che ora io considero perfetta. Se sulla sinistra del mio cammino il Sasso Piatto acquisisce forme sempre diverse che dai verdi prati si innalzano a grandi e possenti pareti, la mia destra mi distrae su punti di vista in continuo cambiamento. Avvicinarmi al Rifugio Sasso Piatto (Platkofelhutte 2300m) non è solo la fame che mi invoglia a sedermi comodamente e a gustare la sua cucina, avvicinarmi al Rifugio è soprattutto l’apertura di nuove prospettive.






 

Rifugio Sasso Piatto – Platkofelhutte – 2300m


Un po alla volta inizio a sentirmi meno solo rispetto alle ore precedenti. La mia solitudine lungo questi sentieri la ritengo di grande importanza per valorizzare al meglio tutto l’ambiente che mi circonda. L’avvicinamento al Rifugio Sasso Piatto è anche sinonimo di congiungimento di diversi sentieri che a partire dall’Alpe di Siusi si collegano con la vicina Val Duron e ovviamente i territori limitrofi della Val di Fassa. Tutto questo crea durante l’Estate un continuo movimento escursionistico che dalle adiacenti valli vedono il Rifugio come punto di riferimento per quella meritata pausa di metà giornata, per poi riprendere un lungo cammino dove ognuno di noi guarda a prospettive sempre diverse.


Rifugio Sasso Piatto - 2300m

Questa sua posizione risulta così “strategica”. Permette di raggiungere il Jeuf de Fascia (Fascia Joch 2300m) in circa un’ora direttamente dal Rifugio Zallingher (Zallingherhutte 2037m versante Alpe di Siusi), un’ora circa dal Rifugio Sandro Pertini (2300m lato della Val di Fassa) e in poco più di due ore e mezza direttamente dal Rifugio Alpe di Tires (Tierser Alp Hutte 2440m) dal Parco Naturale Sciliar Catinaccio. Un fantastico punto di incontro per quei possibili confronti e scambi di pensieri e informazioni che vanno sempre messi in agenda per future e possibili varianti tutte da scoprire.







La lingua è tipicamente Ladina, con quelle risonanze che richiamano l’Alto Adige di antiche e sempre vive tradizioni. La simpatia del cameriere che segue con attenzione ogni mia piccola curiosità culinaria, porta alla scelta di seguire il suo consiglio e di immergermi all’interno di piatti tipici che vede come apertura di questa mia festa personale gli insaccati migliori, la pasta lavorata secondo tradizione e quella fetta di Strudel a chiudere quel tempo necessario per caricare bene di energie il mio corpo. Una terrazza esterna che guarda verso questo versante del Sasso Piatto.

Punti di vista molto particolari che attirano la mia attenzione soprattutto nel momento in cui un elicottero del Soccorso Alpino per circa una mezz’ora vola per eseguire una manovra di recupero di qualcuno sicuramente nei guai.

 

Rifugio Friedrich August – 2238m


Ma situazione spiacevole a parte mi sento in dovere di pensare alla mia giornata. Ormai non manca molto, il sentiero 4557 guarda verso nuovamente verso la Val di Fassa. È il Friedrich-August-Weg, una linea di cammino quasi orizzontale che scorre alla base di questo nuovo versante del Sasso Piatto, a dare risalto e forma a nuove prospettive rocciose. Forse quelle più conosciute. Una piccola Malga posta leggermente sulla destra (Malga Sasso Piatto 2320m) per un sentiero che rimane molto piacevole e di facile cammino. La Val di Fassa ora rientra nuovamente a far parte di questa mia giornata, quella finale e che mi riporta da dove in questa giornata tutto è iniziato. Il Rifugio Sandro Pertini (2300m) è l’occasione di quella pausa caffè già preventivata prima, con particolari spunti panoramici che dal vicino massiccio dell’Antermoia si spostano verso la Marmolada e i primi frangenti visivi del Sella.



Malga Sasso Piatto - 2248m


In lontananza la Marmolada...
Rifugio Sandro Pertini - 2300m

Il Rifugio Friedrich August (2298m) è la porta di uscita, l’ultimo Rifugio di giornata quando ormai mi trovo già ai piedi del Col Rodella (2485m) e del regalo finale che mi riserva. Il Sella ora è una delle meraviglie assolute, che con la vicina Marmolada si illumina del sole che leggermente volge al tramonto.


Il Col Rodella...
Il Sella...

Due massicci rocciosi che chiudono in modo perfetto questo mio anello che abbraccia a se tre diversi territori geografici, ma che vedono nel massiccio del Sasso Piatto il cuore di un emozione senza fine. L’ennesima che riscopro dopo tanti anni lungo la Val di Fassa. La funivia del Col Rodella per scendere così in pochi minuti a Campitello di Fassa (Ciampedel 1448) con quel sorriso stampato in faccia che si mescola tra la felicità e il lungo cammino percorso.

 

Anello del Sasso Piatto - Note Tecniche


Lunghezza sentiero: 11km

Dislivello totale: 520m

Tempi cammino: 4h 30m (individuale)

Tipologia di sentiero: EE - escursionisti esperti

 

Anello del Sasso Piatto - La Mappa


 

Anello del Sasso Piatto - Il Video


Guarda i miei video all'interno del mio Canale YouTube

 

Location: Gruppo del Sasso Piatto

Area Geografica: Val di Fassa - Val Gardena - Alpe di Siusi

Regione: Trentino e parte di Alto Adige

Accesso: dalla cabinovia del Passo Sella per il Rifugio Toni Demetz

Alloggio in Val di Fassa: B&B Ingrid - Campitello di Fassa (TN)


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