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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

In Val San Nicolò - Val di Fassa

Aggiornamento: 3 ago

Un mondo tutto nuovo da scoprire, che va oltre alla rinomata Valle.

 

Tornare nuovamente in Val di Fassa dopo tanti anni è una grande emozione che mi porta indietro nel tempo. Un tempo che mi vedeva quel ragazzo che con grande entusiasmo e curiosità camminava all’interno di questa grande vallata alla costante ricerca dell’avventura, di quel contatto con questa Natura così meravigliosa e con gli occhi di chi era affamato di vita.



Ritrovo tutto questo oggi, come se tornare dopo tanti anni lungo questi meravigliosi sentieri identifichi un percorso lasciato unicamente in sospeso, un temporaneo time-out che ora, a distanza di tanti anni, riprende nuovamente un suo cammino mai messo da parte. Sarà forse dettato da quel forte desiderio di ampliare maggiormente ogni mio punto di vista, ogni mio desiderio di guardare a nuovi territori per identificare in modo del tutto definitivo quel mio cambiamento, quel mio forte richiamo da vero #spiritolibero.


La Val di Fassa torna così protagonista (e non solo Lei). Un lungo cammino che per un lungo periodo mi accompagnerà attraverso nuovi sentieri e quei passaggi già vissuti anni fa e che per mia curiosità personale voglio nuovamente affrontare con quel forte desiderio di tornare indietro nel tempo e rivivere nuovamente ciò che è stato e che ha fatto parte di un periodo che non tornerà mai più. Ma ciò che ora conta è ciò che sono oggi e tutto quello che ancora voglio e desidero, con quella stessa fame di vita di un tempo.


Parlare della Val San Nicolò è come mettere su di un piatto d’argento una delle classiche escursioni lungo la Val di Fassa. Una delle tante tra le più blasonate e più rinomate dell’intero territorio geografico. Ma questa bellissima valle coronata dal verde e dalle sue baite offre anche qualcosa di più, un valore aggiunto che in questa mia scelta mi viene offerta su di un vassoio completamente dorato. Troppe volte ci si concentra su ciò che maggiormente viene acclamato, su quella classica via di cammino che sembra arrivare in un unico punto ben preciso. Ma se guardiamo bene oltre, magari verso quote superiori e osserviamo bene le mappe escursionistiche, esiste un mondo naturale che apre nuove prospettive.


Parto da questo mio ragionamento, pianificando ad hoc la Val San Nicolò guardando però più a monte, verso quei versanti maggiori che in gran segreto custodiscono dei lunghi cammini che non solo portano al cospetto delle grandi vette superiori, ma che guardano verso quelle destinazioni più blasonate sotto una prospettiva completamente diversa e carica delle emozioni più forti. Ed è dentro a tutto questo che ora desidero portarti caro/a amico/a escursionista, perché se guardi bene quella tua mappa è possibile che tu possa trovare quella via di cammino che va oltre a qualsiasi tua aspettativa.

 

Valle dei Monzoni


Sì, perché la Val San Nicolò è una lunga spinale centrale che taglia di netto l’intera area, una spinale che da vita ad una serie di piccole vallate che si impennano lungo quote sempre maggiori. Alcune di loro si identificano con nomi che richiamano alla cultura tradizionale della Val di Fassa, quella cultura legata al Ladino e che viene così ben marcata all’interno dei suoi territori. La Valle dei Monzoni è una di queste, e la si trova percorrendo la San Nicolò fino a giungere in Malga al Crocifisso (1526m), prima di iniziare il lungo camminamento verso il Ciamp. Devi considerare che l’intera San Nicolò è completamente chiusa al traffico, a differenza di quei miei tempi in cui si poteva giungere fino all’altezza di Mezzaselva, per cui all’altezza dell’area camper della San Nicolò si deve lasciare l’auto in un ampio e gratuito parcheggio (che poi diviene il punto di partenza delle varie navette che salgono lungo la valle stessa).



Inizialmente non seguo la strada asfaltata centrale, preferisco seguire una strada sterrata che parte adiacente al parcheggio stesso e che è ben visibile dalle tabelle escursionistiche presenti (sentiero 615B). Via dall’asfalto, sebbene poi mi ci congiungo per un breve tratto, per immergermi all’interno dei boschi camminando in assoluta libertà ed immedesimarmi in questa meravigliosa Natura già nell’immediato. Un po’ di dislivello, una serpentina che sale leggermente lungo i boschi del Boresch per poi diventare una piacevole passeggiata che guarda verso la San Nicolò con delle prospettive già diverse, direi promettenti.




L’inizio è perfetto, quei primi passi dove mi immedesimo perfettamente con questo ambiente che per l’ennesima volta mi ospita. Un cielo bellissimo, pulito da qualsiasi nuvola e gli orizzonti così limpidi da permettere al mio sole di illuminare di vita il mio sentiero. Aria di vacanze e tanto movimento escursionistico che assieme a me sta’ per dare inizio a questa lunga giornata. Un movimento che per l’ennesima volta (anche se non sempre) porta ognuno di noi perfetti sconosciuti a quel saluto che suona in modo piacevole, come se ogni sguardo ed ogni sorriso racchiudesse a sé le stesse emozioni e la stessa voglia di “vita”.


Qualche centinaio di metri per congiungermi nuovamente con la strada centrale. Sbuca improvvisa all’altezza di Malga al Crocifisso (1526m) che in quest’ora mattiniera deve ancora aprire i battenti ai turisti in transito. Quella sua bellissima cappella (Cappella del Crocifisso - anno di costruzione 1835) che di stagioni ne ha viste così tante da richiamare la mia attenzione. Solo per qualche istante, per rendermi conto ed osservare con molta attenzione la cura di ogni suo minimo particolare. Non solo stagioni penso, chissà quante persone avrà visto transitare al suo cospetto. Turisti, contadini, cacciatori, chissà quante testimonianze portano con sé queste sue mura e ogni oggetto sacro che rappresenta.


Malga al Crocifisso
Cappella del Crocifisso

La cappella e la Malga divengono anche un punto di riferimento. Da qui saluto temporaneamente la San Nicolò per iniziare quella lunga salita che guarda verso la Valle dei Monzoni. Le tabelle di sentiero presenti identificano una nuova via di cammino, che con sé ora porta anche una mia nuova esperienza che guarda con occhi attenti ad ogni particolare mai visto prima. Il sentiero 603 segue inizialmente una stradina asfaltata che si innalza leggermente tra questa meravigliosa vegetazione composta da soli boschi. Giochi di luce ed ombre lungo il mio cammino. Giochi creati da quel sole limpido e pulito che tra questa foresta crea così delle perfette sfumature dove il verde va in contrasto con quel tipico rossore del sole di primo mattino.




Il Rio Munciogn mi è di compagnia. Il suo fragore di tanto in tanto mi porta ad allontanarmi dalla mia via di cammino principale, soprattutto in quei frangenti in cui il suo fragore stesso si fa più assordante e testimoniare così la presenza di qualche cascata. È una Natura libera e selvaggia quella che sto ora affrontando. È una Natura che profuma anche di nuovo per me, e vivo tutto questo con grande energia e con quel forte desiderio di essere già lassù dove i miei occhi non hanno mai posto il loro sguardo prima. Io non so voi, ma tutto questo per me è emozione pura…



L’asfalto lascia improvvisamente spazio alla strada bianca, quella che preferisco anche se non identifica perfettamente il sentiero. Quello lo troverò alle quote più alte e all’interno del vero cuore pulsante di questo anello (non crediate che sia la Val San Nicolò il centro di tutto questo…non crediate). Una grande tabella indicativa territoriale con tutte le indicazioni del caso. Di tanto in tanto qualche navetta che sale o scende guardando verso Malga Monzoni, su cui porre un po’ di attenzione e soprattutto da cercare quel minimo riparo dalla polvere che in certi frangenti eleva.


 

Malga Monzoni (Stalon de Munciogn – 1820m)


E come spesso accade, l’arrivo in Malga identifica un grande alpeggio e di conseguenza i boschi che si diradano per dare così spazio ai grandi pascoli in quota. Malga Monzoni, o in lingua originale Stalon de Munciogn, si eleva a 1820m di quota lungo il versante più a monte della Mandra de Sen Nicolò e della possente cresta rocciosa del Monzoni (Monciogn – 2400m di media) che dell’intero alpeggio ne forma un possente abbraccio. La vista è stupenda e infinita. Dall’alpeggio della Malga la vista si innalza a ridosso di questo grande versante roccioso che sembra desideroso di accoglierti all’interno di tutto ciò che è in grado di offrire a chi desidera veramente vivere questo suo ambiente così naturale e selvaggio.




L’arrivo in Malga è solo un punto di transito, quella perfetta occasione per quel caffè che ora diviene come l’oro. Un bellissimo alpeggio per una bellissima ed ospitale struttura dove consumare tutte le delizie e i prodotti caseari che a km0 vengono così messi a disposizione all’escursionista. È una pausa piacevole, di quelle che vivi veramente con il cuore e che condividi con la cortesia e la gentilezza di chi è intento ad offrirti il meglio e, come in questo mio caso, a darti i consigli e le indicazioni migliori su ciò che più avanti avrai l’occasione di affrontare.


Malga Monzoni


Mi prefisso un tempo di pausa, e non perché abbia energie e forze da recuperare, ma per quella mia “fame” di conoscenza che ora trova il piatto ideale in questo luogo. Quella sua piccola chiesetta che avrà raccolto chissà quante preghiere e quanti pensieri personali, ben tenuta e adornata da un piccolo giardino floreale ricavato dalla base di un antico albero dalle possenti radici. Il panorama ora guarda oltre la San Nicolò, dandomi così l’opportunità di focalizzare le grandi montagne che sovrastano la Val di Fassa. Quella curiosità di scoprire nuovi sentieri che da questo punto partono in direzione di territori geografici opposti al mio, come il Rifugio Vallacia (2275m in circa 1h30m – sentiero 624) e il Rifugio Taramelli (2040m in 50 minuti – sentiero 603 e 604). Spunti importanti per il futuro, e per pianificare così nuove mete.





È una pausa ricca di informazioni e di stimoli per guardare al futuro verso questi territori. Devo riprendere il mio cammino e staccare momentaneamente la mia attenzione a questo versante del Monzoni. Ci sarà tempo, magari con i prossimi colori autunnali…ci sarà tempo. Ora mi aspetta la lunga traversata in quota, quella che dalla Malga scorre alla base dei versanti rocciosi de L’Ort (2689m) e di Cima Costabella (2762m) solo per citare quelle principali. All’interno di queste una serie di vette e campanili di roccia che guardando il loro versante opposto danno vita al famoso Passo San Pellegrino (1900m) e nuovi territori e regioni Dolomitiche.

 

Baite dei Monzoni (Ciajae di Munciogn – 1805m)


Il mio sentiero parte ad una cinquantina di metri più giù della Malga. Si scende leggermente per poi seguire il 603A che costeggia le recinzioni in legno del pascolo della Malga per tornare così nuovamente tra i boschi. Ora il sole è più alto, scalda maggiormente e il refrigerio che sento lungo questa nuova parte di cammino è una piacevole passeggiata che di tanto in tanto offre spunti panoramici per alcuni prati e alcune baite private sparse lungo questo versante più a monte della Monzoni. Appaiono improvvisamente, abilmente nascoste tra questa fitta vegetazione che, come per incanto, apre verso ampi e verdi prati dove i legittimi proprietari possono vivere momenti di stagione in assoluta solitudine e libertà.



È una visione piacevole, di quelle che per chi come me vorrebbe esaudire in un desiderio che non avrebbe nessun paragone. Un viaggio quasi immaginario dove la mia mente si immedesima in chi realmente ha l’opportunità di vivere questo Paradiso di giorno come di notte, dove quel silenzio e quella pace interiore viene unicamente “sopraffatta” dal vento e dal cinguettio di una miriade di uccellini liberi nel loro cielo più bello. Sebbene sopraffatto dalla mia fantasia il mio rimane ugualmente un viaggio meraviglioso, arricchito da questi colori e da tutta questa serie di elementi naturali di grande valore dove la Natura per l’ennesima volta mi permette di guardare la vita stessa con occhi fortunatamente diversi.





Il sentiero 603A si incrocia con il 641 che ora diviene il mio riferimento da seguire. Precise tabelle di sentiero danno spunti per altre vie di cammino, mentre la mia inizia già da subito ad “impennarsi” lungo questo nuovo versante. Il verde e i boschi rimangono sempre protagonisti in questa mia giornata. Una strada forestale interna che si mescola con alcuni tratti di sentiero leggermente ampio, e un improvviso tintinnio di campane che anticipa di poco un piccolo ed improvviso alpeggio. Una bellissima sorpresa, di quelle che dopo un po’ di impegno di gambe fa veramente bene.



Baite de Monzoni (Ciajie di Munciogn) si racchiude in una piccola baita con un alpeggio dove poche le poche Mucche presenti identificano un nuovo e piccolo angolo di Paradiso. Prati di erba alta che si mescola a delle bellissime e fresche fioriture, l’ideale per queste meravigliose creature. Rispetto alla Malga precedente questa baita si eleva ad una quota maggiore, il che identifica un ambiente naturale meraviglioso e ben colorato dalla presenza di queste pacifiche e adorabili creature. È un punto di transito, un passaggio degno di nota e che dà maggior risalto e valore a questa mia escursione.







 

Forcella dal Pief – 2177m


Di escursionisti quassù ormai ben pochi. Il movimento maggiore lo riscontro più a valle disperso tra le destinazioni più "gettonate". Quassù invece una coppia di escursionisti con il loro bellissimo cane, oltre a loro nessun’altra presenza umana. Il che mi fa capire quanto poco sia percorso (o forse conosciuto) questo sentiero. Lascio la Baita per lasciare quel po’ di strada forestale precedente ed iniziare una bella serpentina su puro sentiero di montagna. Ora tutto cambia nuovamente d’aspetto. Sebbene inizialmente tra i boschi, il mio sentiero mi permette di camminare guardando verso nuovi punti di vista e panoramiche. L’ultimo tratto che precede Forcella dal Pief prosegue lungo ampi spazi privi di alberi ed avere questo bellissimo sole tutto per me, con occhi che guardano sempre verso questo magnifico versante roccioso de L’Ort.





Sto così per raggiungere la massima quota, quella che si aggira ai 2200m di media e che mi vedrà camminare lungo una perfetta linea d’orizzonte. Raggiunta la Forcella ora la San Nicolò diventa effettivamente protagonista della mia giornata. Quel protagonismo da condividere con queste quote più elevate, dove l’altezza stessa mi permetterà di osservare la Valle da una prospettiva decisamente diversa e unica.



Forcella dal Pief si trova a poche centinaia di metri dal Lauscel (2098m), un piccolo lago adiacente ad una piccola Malga. Io rimango leggermente più in quota rispetto al piccolo lago, verso la Palacia dove la presenza di una piccola baita adiacente ad un piccolo specchio d’acqua adibito ad abbeveratoio alpino, apre così le porte ad una nuova e fantastica scenografia naturale.








 

Sella Palacia – 2262m


Un'unica via di sentiero per un'unica destinazione, impossibile sbagliarsi. Tutto cambia notevolmente. Oltre a punti di vista “privilegiati” che guardano verso la San Nicolò e la lunga spalla rocciosa che mi divide dal Passo San Pellegrino, più ad Est il Sas de Roces (2612m) e il Col Ombert (2670m) danno forma al Passo di San Nicolò (2340m) e al Rifugio omonimo. Ma questo diviene come riferimento unicamente per Baita alle Cascate (2011m) che sarà il mio giro di boa, quel mio punto perfetto per il mio pranzo di metà giornata. Un sentiero lineare, dunque, che di tanto in tanto si pone su leggeri sali e scendi e che rimanendo perfettamente in alta quota rende piacevole ogni mio passo per esaudire così ogni possibile curiosità.





Lontane vette, fiori e alcune tabelle di sentiero che danno così vita a quella mia curiosità di studiare la mia mappa escursionistica Fassana e cercare di capire dove portano quelle nuove numerazioni di sentiero, in quali nuovi Paradisi conduca di ora in ora ogni possibile cambio di direzione. Tutto questo non mi fa minimamente immaginare ciò che mi riserva una piccola spallina rocciosa che trovo lungo il mio cammino. La Palacia si apre su di uno scenario che sembra uscito dal Paradiso di Dante. Non solo dettato dai verdi ed ampi spazi che la circondano, ma dalla presenza di una ventina di cavalli liberi al pascolo. Sono tranquillamente presenti all’altezza di Sella Palacia, dove queste adorabili creature condividono in pace e serenità questo spazio che nella mia mente ora diviene solo loro.



Possenti, eleganti, di una bellezza quasi disarmante. Ben curati e così abituati dalla presenza umana a voler quasi condividere con me ogni mio passo. Mi avvicino a loro con tutto il rispetto e le attenzioni del caso. Si lasciano accarezzare, toccare quelle lunghe e morbide criniere e assolutamente benevoli nell’avvicinarmi a qualche cavallino che di giornate di vita già vissuta si potrebbero contare sulle dita di due mani. È tutto così perfetto, tutto così naturale che la sensazione che in questo momento provo è dettata dalla libertà di Madre Natura nel farmi camminare all’interno di questo suo Paradiso e a stretto contatto con un mondo di creature che rappresentano la perfezione di Madre Natura stessa.




“Mi pendo del tempo, trovo posto dove il mio istinto mi fa capire dove stare per poter osservare, nel silenzio assoluto e in tutta tranquillità, ogni singolo movimento di queste creature ed ammirare così il naturale percorso di vita dettato da Madre Natura…..”




Tutto questo è fantastico, mi permette di osservare momenti di vita che mi distaccano completamente dalla realtà, da tutte quelle frenesie in cui la società moderna ti impone di vivere giorno dopo giorno. Guardo questi Cavalli, dai possenti maschi alle femmine attente ad accudire i propri cuccioli. Guardo ogni singolo movimento, ogni reazione dettata da un istinto per noi esseri umani impercettibile. Osservo quella loro tranquillità in ogni singolo movimento, dettata sicuramente da quel loro stesso istinto ma che trasmette quel senso di libertà per noi esseri umani ormai persa. Quassù non c’è caos, nemmeno frenesia e quella fretta dettata da tempi prestabiliti da rispettare e che rendono “felice” unicamente chi più ha da guadagnare. Quassù il tempo è unicamente dettato dal movimento del sole, dove ad ogni angolatura segue un lento cambio di direzione dove trovare altra erba fresca colorata da fioriture meravigliose.


Sento il respiro di queste creature. Percepisco la loro totale indifferenza alla mia presenza. Mi trasmettono quella tranquillità in cui capisco il valore di seguire il tempo scrutando il movimento del sole, che non detta orari, scadenze o appuntamenti da rispettare senza scuse, ma lunghe giornate dove poter vivere in assoluta libertà ogni istante e “sfruttare” l’ultimo raggio di sole a favore di una vita libera e in pace. Quante cose riesco a vedere osservando tutto questo. Vorrei rimanere al cospetto di queste creature il più tempo possibile, per percepire da loro stesse quel vero significato dettato dal “mio senso della vita”.



Ma ora devo andare avanti, proseguire il mio cammino e distaccarmi da tutto questo. Sella Palacia è il punto più in quota di tutta la mia giornata. Da qui inizia una lunga e bellissima discesa su sentiero 641 verso la piccola Val de Coàm che anticiperà di poco il Ciamp, il versante più a monte della San Nicolò e dove mi congiungerò con Baita alle Cascate. Una lunga discesa, dunque, in certi tratti molto ripida e che dai verdi e lussureggianti prati della Sella inizierà piano piano a farmi tornare sui boschi. La vista da questo versante è sublime, mi regala punti panoramici che guardano a questo meraviglioso angolo della Valle e della lunga spinale tra l’erba e la roccia che dal Sas de Roces da poi vita al famoso sentiero attrezzato Pederiva.



Un tracciato completamente in alta quota che fa da variante alla strada centrale che attraversa la San Nicolò e che in certi momenti mi permette di focalizzare alcune sagome umane in lento movimento intente a seguire questo sentiero sicuramente affascinante. Nel mio caso però il contesto è ben diverso. Man mano che scendo rimango sempre più rapito da questo angolo così particolare. Ciò che percepisco è un forte e possente abbraccio che dal versante di Cima de Costabela (2762m) e Col Ombert (2670m) raggiunge il Pas de San Nicolò (2340m) e il Rifugio Passo di San Nicolò che, come per magia, ora inizia a fare la sua comparsa alla mia vista.







Nei giorni passati il Rifugio era la mia meta prefissata in previsione di questa escursione. Improvvisamente un cambio di programma e guardare invece verso la Monzoni, spinto da un istinto molto forte a farmi capire che per il Rifugio si tratta solo di un appuntamento rimandato. Però osservando da quassù quella sua magnifica locazione e l’intero habitat in cui si trova provo quel senso di leggero rammarico. Ma come da sempre penso, non rinnego mai le scelte fatte anche se l’occhio in vari momenti cade sempre verso quella magnifica locazione geografica.


Ormai ci siamo. La pancia chiama fame per quanto io mi sia ugualmente rifocillato durante il cammino. Chiama fame perché le barrette energetiche o la frutta secca in questo caso fanno ben poco a confronto di una buona tavola imbandita e che solo Rifugi e Baite sanno rispettare con grande onore. In Strada di Rusci (1896m) deviazione di sentiero. Una tabella indicativa mi anticipa quei 10 minuti necessari per giungere in Baita. Una strada forestale che sale nell’immediato al fianco di un vivace torrente che spegne qualsiasi silenzio. Un ponticello in legno da attraversare, ed eccomi immerso nell’immediato su dei grandi e fioriti prati.


 

Baita alle Cascate – 2011m


Una netta marcatura di cammino scorre lungo questo lussureggiante erba fresca. Fiori e piccole piante di diversi colori arricchiscono questo mio passaggio, dando sempre più vita al mio status di fame che ora prende sempre più il sopravvento. Il cammino è stato lungo e le energie spese tante che i leggeri spuntini della mattinata ora non riescono ovviamente a contenere. Una serie di ombrelloni, l’inizio di un fragoroso chiasso “umano”, quel forte richiamo dell’acqua che identifica le bellissime cascate poste al fianco della Baita e una miriade di persone più intente a trasformare questo luogo più in una spiaggia che in una tranquilla e pacifica Baita di alta montagna.





Baita alle Cascate

Però ognuno giustamente si vive la sua montagna alla propria maniera. Io onestamente rimango ben saldo a quel modo del tutto tradizionale di vivere questo ambiente naturale così fragile e che merita il rispetto da parte di tutti noi. Mi siedo così in un tavolo che nel giro di pochi minuti risulta ben imbandito di tutto ciò che mi serve per smorzare la fame e caricare nuovamente per bene le batterie. Rimango fermo a rilassarmi per quel tempo più che sufficiente e cercare di trovare quel mio angolo tra questi prati il più lontano possibile da un frastuono che in tutta onestà in certi contesti veramente non capisco.


Risalgo di poco il sentiero 608 che in circa 1h sale poi in direzione del Rifugio Passo di San Nicolò. Risalgo ciò che basta per entrare al Prè de Contrin e riuscire così ad isolarmi dal frastuono dei villeggianti estivi. Rimango li all’ombra di un grande albero che anticipa di poco un grande e fresco bosco. Ora il sole è alto e le temperature fanno ben ricordare di essere nel cuore di questa nuova Estate. Ammiro da questa posizione tutto ciò che dalla Sella Palacia osservavo con una prospettiva completamente diversa. Ora mi trovo alla base sia del Passo di San Nicolò che del Sas de Roces e tutto prende una forma completamente diversa, come avere di fronte una montagna completamente diversa.




Dalle tabelle di sentiero presente, confronto sulla mia mappa le varie opportunità che si possono intraprendere da questo punto. Da qui, oltre al Passo San Pellegrino, potrei arrivare addirittura ai piedi della Marmolada, attraversando valli e creste rocciose ed immergermi in un Trekking di più giorni con il comodo conforto di due storici Rifugi: il Rifugio Contrin (2016m) e il Rifugio Falier (2074m) e chiudere questa esperienza direttamente in Malga Ciapela (1480m). Sarebbe una di quelle opportunità da cogliere sicuramente al volo, e vivere così un’esperienza di grande impatto escursionistico.

 

Val di San Nicolò


Si rientra e per fare questo ora mi aspetta la Val San Nicolò, quella classica e più turisticamente conosciuta. Il sentiero è il 608 ma nel suo contesto si tratta della lunga strada forestale che attraversa per intero la Valle stessa. Una lunga discesa che si addentra tra le baite private e i fienili posti all’interno di queste vaste aree prative. La Valle richiama a sé tanti turisti invogliati dalla facilità di cammino (sebbene siano presenti delle navette di collegamento con l’area camper della San Nicolò) e dalle strutture ricettive presenti. Oltre alla Crocifisso posta all’inizio della Valle, Baita Ciampiè (1826m) posta a metà strada e Baita alle Cascate posta nel versante più lontano.





Baita Ciampiè

Ciò che in un certo senso mi dispiace è il fatto di rendermi conto che poche persone sfruttano questa opportunità di movimento ed affidarsi così alle navette di collegamento interno. Nei vari punti di salita trovo decine di persone addirittura in fila ad attendere la possibile navetta successiva, invece di approfittare di questa facile discesa e di questa meravigliosa giornata di un Estate indimenticabile. E si che per raggiungere il punto di arrivo, sempre l’area camper, è solo questione di poco più di un’oretta e mezza camminando al cospetto di questa bellissima Valle e di tutte quelle piccole Baite presenti. Dal mio punto di vista un’occasione sicuramente persa…






L’occasione di prendersi tutto il tempo voluto. L’occasione di fermarsi in diversi punti per osservare spunti panoramici di grande valore. L’occasione di scoprire e conoscere la storia culturale di questa Valle che viene ben descritta e testimoniata dalle stesse Baite presenti. L’occasione di vedere addirittura alcuni agricoltori lavorare il fieno come si faceva una volta, e carpire così metodi e usanze lette magari nei libri o visti in qualche documentario dedicato. Tante occasioni, come quella più importante legata al movimento.

Certo, perché non esiste cura migliore per il nostro fisico fare del costante e continuativo movimento in mezzo alla Natura più bella e più benefica. Pensa un po' caro lettore, pensa di tornare poi nuovamente in città con la consapevolezza di aver perso un’occasione che quasi sicuramente ti capita poche volte durante l’anno.





Però, giustamente che sia, ognuno ha pieno diritto di vivere le sue vacanze a modo proprio. Io giungo al punto di arrivo della Valle con le mie gambe, consapevole della grande esperienza vissuta e di tutto ciò che questa Natura ha saputo regalarmi. Non solo sentieri perfettamente curati e ben allestiti, ma anche grandi boschi, immense e colorate distese erbose, pascoli da portare per sempre nel cuore come quei meravigliosi Cavalli in Sella Palacia, e questo profumo di fieno lavorato che porta con sé tutti gli aromi di questa mia meravigliosa Estate lungo la Val di Fassa.

 

In Val San Nicolò - Note Tecniche


Lunghezza sentiero: 17km

Dislivello totale: 987m

Tempi cammino: 6h 15m (individuale)

Tipologia di sentiero: EE - escursionisti esperti

 

In Val San Nicolò - La Mappa


 

In Val San Nicolò - Il Video


Guarda i miei video all'interno del mio Canale YouTube

 

Location: Val San Nicolò - Pozza di Fassa (TN)

Area geografica: Val di Fassa

Regione: Trentino

Accesso: dall'area camper della Valle su sentiero 615B per Malga al Crocifisso

Alloggio in Val di Fassa: B&B Ingrid - Campitello di Fassa (TN)

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