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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

Malga Canvere e Malga Bocche - Val di Fiemme e Paneveggio

Mille emozioni che possono nascere da una semplice escursione.

 

Ritengo questa uscita una media passeggiata che una vera e propria escursione in alta montagna. Quella che ti propongo è una giornata invernale da vivere soprattutto per le panoramiche che offre, e per quei passaggi nel cuore della storia di questa montagna che meritano sicuramente attenzione.



Ritorno nuovamente con grande piacere all’interno di questo territori. La mia giornata si snoderà ai piedi dell’Alpe di Lusia, per allungarsi verso il territorio geografico del Panaveggio Pale di San Martino. Un angolo Dolomitico che si divide tra la Val di Fiemme e la Val di Fassa, sebbene Malga Bocche rientri unicamente all’interno del territorio della Fiemme. La giornata è piacevole, non promette bel tempo e cielo sereno, ma quella leggera velatura che comunque sia darà risalto all’intero territorio che mi aspetta.

Bellamonte è una delle rinomate località turistiche di questo versante del Trentino. Un piccolo centro che si posiziona lungo la strada che collega il Passo Rolle con Predazzo, a 1372m di altitudine. Durante l’Estate diviene una piacevole località turistica dedita unicamente ai Trekking che dalla Val di Fiemme si allungano verso la vicina Val di Fassa, mentre la stagione invernale offre uno degli impianti sciistici tra i più conosciuti: L’Alpe di Lusia.



Ed è proprio dal Castellir, spalla boschiva di 1548m, che inizia questa mia giornata così particolare. Punto di partenza degli impianti invernali che con una comoda funivia sale direttamente allo Chalet (1967m), stazione a monte, per trovare il sentiero 623 che, attraversando per intera la base di Cima Bocche, giunge direttamente alla malga omonima.

La giornata è tiepida, abbastanza fuori dalla norma visto la stagione fredda ancora in corso. L’intera area sin dalle prime ore del giorno è pacificamente invasa da un esercito di sciatori pronti per risalire i versanti più a monte del Passo di Lusia (2055m) e dare il via alla loro ennesima giornata sugli sci. Arrivare allo Chalet, una bellissima struttura ricettiva posta su di un punto panoramico verso il Lagorai, e l’Alpe di Lusia stessa, è questione di pochi minuti salendo direttamente con la funivia da Bellamonte. Dietro a questa moderna struttura è ben visibile il sentiero, che durante il periodo estivo è una bellissima strada forestale.



Questo facilita per una parte il mio proseguo. Il resto è reso complice da quel minimo dislivello che separa il punto di partenza (lo Chalet) al punto di arrivo in Malga Bocche. Un dislivello di +21m su questa ampia strada ben battuta che attende solo di essere parte della giornata. L’idea di non portarmi appresso le ciaspole è pensata perfettamente. Bastano solo i ramponcini per tutto l’itinerario che ho di fronte. L’unica insidia, se così posso chiamarla, è data da alcuni tratti del sentiero leggermente ghiacciati che con il rampone toglie qualsiasi possibile attenzione in più.

Un po alla volta mi allontano da quel mondo invernale fatto di sciatori, impianti in continuo movimento e la musica ad alto volume dettata da un contesto turistico dove le persone, giustamente, hanno anche voglia di divertirsi. I boschi della Morea mi ingoiano praticamente nell’immediato, ed io mi faccio piacevolmente assecondare da questa situazione. Una leggera velatura, quel sole che riesce ugualmente a trasmettere un timido calore e che mi fa percepire quel piacere in cui, un passo dopo l’altro, sento il bisogno di alleggerire il mio abbigliamento.



Non un filo di vento, questo silenzio che si materializza all’interno di questa boscaglia, e quel primo accenno panoramico verso Sud dove la lunga spinale rocciosa della catena del Lagorai inizia così ad accompagnarmi all’interno di questo piacevole contesto, di questa Natura che sembra annusare sentori di Primavera. Ciò che percepisco da questo silenzio è il frenetico lavoro del bosco. Non solo uccellini che ad ogni cinguettio mi accompagnano con grande disinvoltura, ma anche il frenetico lavoro di alcuni picchi che con grande energia danno forma ai loro nidi lungo le spesse cortecce degli alberi che mi circondano.

Il loro è un piacevole “concerto”, inimitabile per la velocità di esecuzione in cui la loro presenza, più che dal canto, è svelata dal rumore sordo del suo picchiettare sulle cortecce, udibile anche fino a un km di distanza. Tutto questo rende i boschi in fremito, come se dietro l’angolo fosse già in arrivo la stagione della fioritura, delle nuove e belle giornate di sole. Un fremito dettato dall’istinto di queste creature che sembrano non voler perdere quel tempo prezioso e frasi così trovare pronte quando il disgelo primaverile darà il via definitivo ad un nuovo periodo.


Tutto questo per me, è pura poesia…


 

Malga Canvere – 1977m

Seguo questa facile serpentina, qualche leggero dislivello e i ramponcini che in certi tratti fanno egregiamente il loro lavoro. Ora sono solo, completamente solo al cospetto di questa continua quotidianità. La lunga catena del Lagorai di tanto in tanto spunta da Sud, quella catena montuosa che da questo versante mi fa ben capire quanto sia lungo ed immenso uno dei suoi Trekking più famosi. Quel TransLagorai che collega la Val di Fiemme al Passo Rolle, seguendo una perfetta linea di cammino completamente in cresta. Le prime baite, quei primi fienili che ora entrano a far parte della mia giornata.


Tra queste una rapisce la mia attenzione e curiosità. A differenza delle prime incontrate, questa è leggermente distaccata dal mio sentiero, più a monte di circa 200m che sembra volutamente tenuta lontano da occhi indiscreti. E lo capisco benissimo, vista la sua particolarità è bellezza che esprime. Sebbene consapevole che si tratti sempre di proprietà private in cui non sempre è ben accetta l’intrusione di estranei, salgo quei 200m di spalla nevosa, camminando in certi frangenti anche con una certa difficoltà visto il livello di neve presente. Ma la trovo troppo bella, troppo particolare per essere lasciata da parte.



Mantengo le dovute distanze, non tocco nulla che non sia il terreno dove cammino. La osservo con quel grande desiderio che un giorno una di queste possa diventare il sogno della mia vita. Ogni minimo particolare richiama piccoli lavori e sculture ricavate completamente dal legno. Oggetti di ordinaria quotidianità di quella che io considero la montagna di una volta, una quotidianità simboleggiata da un vecchio zaino da montagna, un vecchio slittino come si costruiva una volta, e tutto ciò che porta in modo dettagliato e preciso indietro nel tempo. Questo luogo è magnifico, e di fronte a lei rimangono impassibili le vette del Lagorai.




Tutto questo è solo un piccolo assaggio di ciò che ora mi aspetta. È questione di una decina di minuti riprendendo il sentiero principale. Entro all’interno del territorio del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, lasciandomi alle spalle quel mio piccolo sogno di un domani. Malga Canvere è un piccolo agglomerato di masi e fienili che portano il nome della malga principale, la Canvere, completamente esposte al sole, al di fuori dei boschi adiacenti e una bellissima ed ampia vista panoramica che ora, oltre alle sempre presenti Lagorai, aprono i primi accenni visivi verso il Colbricon e il Cimon de la Pala.



Rimane un silenzio straordinario, impassibile ed interrotto solo da qualche creatura che liberamente vola nel cielo. Il mio sole rimane ancora leggermente vestito di quella timida velatura, ma sento ugualmente quel suo tiepido calore quasi a volermi “coccolare” di fronte a questo meraviglioso panorama di cui mi sento omaggiato. È tutto così perfettamente naturale, è tutto così perfettamente in simbiosi con il mio pensiero e con quella perfezione che cerco sempre nella Natura che mi ospita.


Qualche escursionista mi raggiunge in Malga Canvere. Salgono direttamente da un sentiero differente, da una seconda via (sempre strada forestale) che costeggiando la Costa Mongaia (1784m) da Bellamonte stessa evita la funivia e sale fin quassù con l’utilizzo delle sole gambe. Questa è un’alternativa che mi fa pensare, mi fa ben capire che forse ho sbagliato qualcosa. Non ho considerato questa possibilità, ed evitare così una facile salita a scapito di un cammino sicuramente più impegnativo (+450m circa). Di questo mi dispiaccio, abituato come sono alle sole gambe ed evitare mezzi meccanici, mi sembra quasi di affrontare questa escursione senza quel valore aggiunto che da sempre ritengo la base della mia filosofia escursionistica: usare le gambe, in ogni possibile contesto ed in ogni possibile situazione.



Mi conforta il fatto che da parte loro c’è la conferma che l’intera salita è stata difficile, su terreno poco battuto e con difficoltà del tutto naturali che si potevano ben evitare. Buono a sapersi per la prossima Estate, quando tornerò nuovamente quassù alla ricerca di nuove escursioni e di nuove emozioni di stagione. Una baita dopo l’altra, punti di vista che ora si aprono anche verso il versante dell’Alpe di Lusia e quei particolari panoramici che ispirano i miei occhi di tanta bellezza e positività. Si prosegue, costeggiando le ultima baite presenti con occhio vigile verso Nord, verso il versante più a monte di Cima Bocche (2745m) ora sempre più visibile.




La carenza di neve è ben evidente. Non cadono fiocchi da circa due mesi e questo fa ben capire la presenza di grandi macchie composte da erba essiccata dal gelo. In alcuni tratti queste lunghe spalle erbose assumono la caratteristica colorazione delle mucche maculate, e il passare delle ore e quei gradi sopra lo zero, iniziano ad alleggerire leggermente la neve posta lungo il mio sentiero. Una bella bevuta rigenerante di acqua fresca da quel ruscello, il Rio di Costagnella, che dalle Laste de Boce scende verso valle, un paio di curve su quell’ultimo tratto leggermente in pendenza. Il cielo si apre nuovamente, lascio dietro di me i boschi della Val de Leghes e quella panoramica inconfondibile, una delle più belle ed affascinanti che raccoglie a sé l’intero versante a Nord delle Pale di San Martino. Arrivo così in Malga Bocche.




 

Malga Bocche – 1946m

Si apre così uno dei sipari panoramici più belli che guardano verso le Pale di San Martino. Quel loro versante più a Nord, che improvvisamente si eleva da questa infinita terrazza panoramica. Dopo un cammino di circa 1h30m unicamente rapito da questi bellissimi boschi, mi si apre una veduta di quelle che possono solo togliere il fiato. Malga Bocche è chiusa durante l’Inverno, apre i suoi battenti a Primavera inoltrata con l’arrivo in quota dei pascoli. Rimane comunque affascinante ai miei occhi, ricordandomi di lei all’incirca una decina di anni fa durante una mia escursione in Cima Bocche in piena Estate.



La ricordo rigogliosa e piena di vita. Mucche, cavalli, capre e tutto il fascino del classico alpeggio estivo immerso tra questi suoi piacevoli prati. Ora, a distanza di così tanti anni, torno nuovamente al suo cospetto per ammirarla così silenziosa e quasi dimenticata da tutti. Ma in cuor mio so benissimo che si tratta ancora di un periodo limitato per tornare ad assaporare ed annusare quei suoi profumi stagionali che sanno di vita.

Mi concedo la pausa pranzo quassù, con la consapevolezza di avere in riserbo tutto per me il più bel tavolo panoramico in esclusiva. Non solo quel versante delle Pale, che dal Mulaz copre per intero questo imponente muro di roccia Dolomitica, ed arrivare al Cimon de la Pala a chiudere questa prima parte di spettacolo naturale. Al centro il Castellaz, quello del Cristo Pensante e quella sagoma scura che dal bianco affiora lo stretto necessario per riconoscere Malga Iuribello (1868m). Sembra così vicina, eppure mi separano da lei circa 2h di cammino (tempi escursionistici estivi).



Proseguo tra un morso e l’altro la mia perlustrazione visiva. Il Passo Rolle, che con il Colbricon da il via alla lunga spinale rocciosa del Lagorai che per tutta la mattina è stato al mio fianco passo dopo passo. Una serie di vette e castelli di roccia che racchiudono al loro interno il famoso Trans Lagorai che accompagna in più giorni di cammino fino alla Val di Fiemme. Di spalle la vetta di Cima Bocche, che durante la stagione estiva si raggiunge dalla Malga in circa 2h transitando per lo sperduto Lago de Boce (2253m). Una serie di utili informazioni che da Malga Bocche portano a diversi territori, in un mondo composto unicamente da roccia scura e di origine vulcanica.


Il cielo si mantiene leggermente velato, mantenendo quella luce tenue che mi accompagna dal mattino. Crea delle ombre e delle forme rivolte alle lontane vette di un certo risalto, di una bellezza naturale tutta loro. Qualche raffica di vento che risale dalla Val Travignolo mi fa ben ricordare che l’Inverno tiene ancora banco, alimentando maggiormente la sua forza non avendo di fronte nessun ostacolo naturale. Giunge così, quasi in modo spontaneo, quel pensiero che lentamente mi accompagna verso la via di ritorno.



Traccio nuovamente il mio cammino sullo stesso sentiero di andata, il sole leggermente si pone verso Occidente dando così forma a nuove sfumature all’interno di questa Natura. Anche le malghe della Canvere assumono dei toni più cupi e meno colorati del mattino. Di fatto le previsioni danno un repentino cambiamento nel tardo pomeriggio con un notevole peggioramento durante la notte. Quell’oretta o poco più per rientrare allo Chalet, è scandita da temperature più rigide rispetto a qualche ora prima. L’Inverno incombe.


 

Malga Canvere e Malga Bocche – Note Tecniche

Escursione facile e dalle mille emozioni. Dallo Chalet, a monte degli impianti di Bellamonte e dell’Alpe di Lusia, su facile strada forestale si raggiunge Malga Canvere e il punto finale di Malga Bocche in meno di 2h con un dislivello complessivo di +25m. Vista la particolarità del sentiero consiglio di utilizzare i ramponcini per un cammino più agevole. Le varie malghe che si incontrano strada facendo sono tutte private, e che richiedono il giusto rispetto per chi le vuole visitare da vicino.

Per il rientro si segue lo stesso sentiero di andata. È possibile, a sentiero battuto, scendere direttamente a Bellamonte evitando la funivia dell’Alpe di Lusia tramite la strada forestale interna per la località di Bellamonte stessa. Da un punto di vista escursionistico la lunga spinale del Lagorai e delle Pale di San Martino sono sicuramente il fiore all’occhiello, per il panorama e la completa visione di queste straordinarie vette Dolomitiche.


 

Malga Canvere e Malga Bocche - La Mappa



 

Malga Canvere e Malga Bocche - Il Video


Guarda i miei video all'interno del mio Canale YouTube


 

Location: alta Val Travignolo - Paneveggio

Area Geografica: Alpe di Lusia - Val di Fiemme

Regione: Trentino

Accesso: stazione a monte impianti invernali di Bellamonte - Alpe di Lusia su sentiero 623

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