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Dentro le mie Dolomiti

  • Immagine del redattoreStefano Germano

I Laghi di Lusia - Val di Fiemme/Val di Fassa

Aggiornamento: 28 lug

Un lungo cammino attraverso un unica linea di confine, tra la Val di Fiemme e la Val di Fassa.

 

E certo, perchè se il suo punto di partenza è all'interno della bellissima Val di Fiemme la parte più in quota dell'intero itinerario si muove nella vicina Val di Fassa. Un territorio nuovo che piano piano stò iniziando a scoprire, e che questa mia voglia di nuove aperture Dolomitiche mi accompagna nella meravigliosa Alpe di Lusia.


L’Estate apre finalmente le porte alla stagione dei Trekking in alta quota, verso sentieri che raggiungono le quote massime e i Rifugi che aprono definitivamente i battenti. Tutto splende di un sole quasi premonitore, di un cielo azzurro a fare da cornice a questa mia prima escursione di una nuova stagione ricca di grandi obbiettivi e territori sempre nuovi da scoprire.


La Val di Fiemme che incrocia la Val di Fassa, lungo questo mio nuovo sentiero che salirà in quota alla scoperta dei meravigliosi Laghi di Lusia. Bellamonte, rinomata località turistica estiva della Val di Fiemme e dello Ski Area invernale che collega a sé queste due bellissime valli del Trentino. Di Bellamonte una recente esperienza invernale vissuta tra i territori del Passo Lusia (2055m) e Malga Bocche (1946m) per quella che io definisco come una classica da effettuare durante la stagione bianca.



La mia Estate parte da qui, da questo 17 Giugno che vede in questa giornata la data ufficiale dell’apertura di tutti gli impianti di risalita della Val di Fiemme. Data che cade in concomitanza con le aperture di tutti i Rifugi nelle alte quote. Per me una data importante, una di quelle che identificano l’inizio di un nuovo percorso dove migliaia e migliaia di escursionisti potranno finalmente tornare a camminare verso quei sentieri che si avvicinano sempre di più al cielo.

Di Bellamonte scopro così questo suo lato estivo che non conoscevo. Una serie di attività molto interessanti che interagiscono non solo con gli escursionisti e i grandi Trekking, ma che offrono anche per le famiglie tutta una serie di iniziative per poter programmare quella vacanza perfetta dove sentirsi tutti protagonisti. Una serie di fattori che messi insieme danno così forma e vita a questo angolo della Val di Fiemme confinante con il vicino territorio delle Pale di San Martino. Non per nulla l’anello dei laghi per buona parte si snoda all’interno del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, rendendosi parte dell’immenso gruppo delle Pale di San Martino.

Mancano pochi minuti alle nove del mattino, qualche decina di minuti per mettere in funzione il potente traliccio della funivia di Bellamonte che da valle mi porterà a ridosso del Passo Lusia (2055m), punto di partenza di questo mio anello estivo. Tutto il personale addetto sembra pronto per dare così il via ufficiale a questa mia nuova Estate, che in pochi minuti mi porterà in quota per iniziare il mio lungo cammino.

Lo Chalet (1967m) è il punto finale della funivia di Lusia. Un sentiero adiacente che in pochi minuti mi conduce all’interno di un piccolo bosco, dove la presenza di alcune baite solitarie danno quella forte carica emotiva. Quell’energia naturale che luoghi come questi alimentano sempre di più il mio desiderio di scoprire, di camminare e guardare verso orizzonti sempre più lontani.




Un breve tratto che uscendo dal bosco si incrocia con una nuova via di cammino. Il sentiero 623 tiene due diverse direzioni. Seguendo la destra si raggiunge Malga Bocche in circa 90 minuti, mentre la via di sinistra per il Rifugio Lusia dà già indicazioni per il mio anello in quota. Il cammino è piacevole, mi sento rilassato e in perfetta simbiosi con questo luogo. Come spesso mi capita, cammino quassù per la prima volta, o meglio verso questa direzione essendo Malga Bocche (versante opposto) una destinazione raggiunta più volte.




La strada forestale sale leggermente, quel poco per raggiungere quel dislivello che affronto con molta calma. Luoghi nuovi per nuove cose da osservare, come alcune baite private ben tenute e che guardano verso la Val di Fiemme e quella serie di tabelle escursionistiche che mi fanno capire di camminare già all’interno del territorio geografico della Val di Fassa. La Val di Fassa certo, da quanti anni non cammino all’interno di questi suoi sentieri. Da quanti anni non guardo con occhi attenti verso quei suoi grandi massicci Dolomitici che tra qualche settimana, e per un lungo periodo, torneranno nuovamente a far parte dei miei prossimi Trekking.




Percepisco tutto questo come un grande stimolo, una grande voglia di vita per quello che tra qualche settimana diventerà parte della mia stagione escursionistica. Stimolo e voglia che poi ti racconterò all’interno del mio Blog strada facendo. Ma ora sono qui in questo versante più orientale della valle Fassana, in questo angolo che vede formarsi una catena montuosa completamente immersa in un verde dove grandi distese di prati condividono con scure formazioni rocciose. Grandi distese che durante la stagione invernale danno vita ad un comprensorio sciistico che in modo del tutto perfetto unisce queste due valli Trentine.


Vista verso la Catena del Lagorai

Il Passo Lusia e l’omonimo Rifugio si posizionano a 2055m di quota. Un punto di osservazione che guarda verso la grande Catena del Lagorai che più a Sud prende il volo dai verdi e fioriti prati del Campo, ampi spazi che guardano verso Bellamonte e la magnifica cresta rocciosa del Viezzena (2490m). Lo spettacolo merita una pausa di rilievo, un punto di osservazione così intenso che sembra perdersi verso orizzonti sempre più lontani. Questi colori, questo verde che viene invaso da una miriade di fiori che vanno in contrasto nell’immediato con questo mio immenso cielo. L’aria fresca sale dalla valle e con essa anche un nutrito numero di escursionisti pronti a seguire sia il mio stesso sentiero che altri, e disperdersi così all’interno di questa grande area naturalistica.


Rifugio Lusia - 2055m



Baito del Lastè – 2327m


Adiacente al Rifugio un monumento commemorativo ai soldati Fassani, di Moena in questo caso, caduti durante la Grande Guerra. È da questo punto così importante, che ancora oggi fa pensare alle assurdità di tutte le guerre, che il mio sentiero, il 633 inizia a salire in direzione delle “Lastè de Lucjia”, Lastè di Lusia, ai piedi di Cima de le Mandre (2372m) e di Cima Lastè (2343m). Un ampio sentiero composto da pietre ben marcate che sale mantenendo fede a questi grandi prati verdi. Il Lastè segue quelle che durante la stagione invernale divengono le piste da discesa, rendendo coì l’intero spazio circostante libero da qualsiasi ostacolo.




Questo fatto voluto dall’uomo mi permette così di guardarmi bene attorno e scoprire punti di vista sempre nuovi man mano che la quota aumenta. Ciò che fino a poco tempo fa vedevo da una certa prospettiva, salire a quote sempre maggiori identifica quella stessa prospettiva con spunti e angolature completamente diversi. Sebbene questa prima parte di panorama si concentri quasi unicamente verso il Lagorai, la quota lo rende maggiormente interessante, quasi a volermi svelare segreti e sfumature che prima non riuscivo a percepire.


È una delle tante magie di questa mia Natura, magie che la Natura stessa mi svela un passo dopo l’altro. Un cammino che prosegue con un leggero impegno, tra questi massi di roccia scura che in alcuni tratti vengono sommersi da piccoli ruscelli di acqua fresca. Fresche serpentine trasparenti che in certi tratti danno vita a piccole paludi dove l’erba e le piccole rocce rimangono immerse tra queste piscine naturali. Tutte cose che fanno la differenza, tutte situazioni che attirano la mia attenzione rendendomi partecipe di ciò che è un naturale ciclo dettato da tempi e misure stagione dopo stagione.




Essendo anche area invernale capita di doversi trovare di fronte gli impianti di risalita. Come quello che si pone nelle quote maggiori dell’intera area quasi ai piedi Cima de le Mandre. Un grande traliccio che sale vertiginosamente lungo la mia stessa linea di cammino. Quella sua stazione a monte che ne evidenzia il punto massimo raggiungibile da questo versante, e due piccole baite in legno ben attrezzate e mantenute a dovere.


Si tratta del Baito del Lastè, due piccole ma efficienti baite in perfetta sintonia con il panorama che da questo punto intravede le Pale di San Martino, con il Cimon de la Pala in primis, in quello che io ora considero una nuova parte di questo anello. Le trovo chiuse, non danno l’idea di essere agibili per qualsiasi escursionista come spesso capita in questi casi e a queste quote. Ma se sei alla ricerca di quel luogo adatto per una pausa di metà mattina, le baite divengono quel tuo punto perfetto. Perfetto per tante cose, ad iniziare dal panorama che ora si apre verso nuovi punti di vista.


Baite de Lastè - 2333m - e le Pale di San Martino


Mi piace questa situazione. Mi piace prendermi i dovuti tempi sgranocchiando qualcosa e camminare senza pesi sulle spalle (zaino). Osservare (ciò che mi circonda), ascoltare (il fruscio del vento e gli uccelli in volo), respirare (aria sicuramente pura) e sentirmi parte del sole (il suo calore). È tutto un insieme di fattori che regolano ogni mia sensazione, una continua ricerca di quel benessere fisico che la Natura detta seguendo dei ritmi che per noi esseri umani sono dei doni a volte inconcepibili.




“La Natura la devi sentire, la devi vivere seguendo quei suoi cicli naturali e riuscire a cogliere in tutto questo tutte quelle sue sfaccettature e renderle parte della propria vita”.

Riprendo così il mio cammino con quella sensazione di aver raggiunto un livello di serenità ancora maggiore. Un breve tratto pianeggiante che tra improvvisi acquitrini e ampi prati erbosi mi accompagnano guardando verso le Pale di San Martino sotto un punto di vista completamente diverso. La sensazione che provo è quella di un sentiero che con molta lentezza mi conduce verso queste imponenti pareti di pura roccia. Una lunga e retta via di sentiero che sembra quasi dedicata a questo versante roccioso.




Ma è solo una mia impressione, dettata dalla mia stessa fantasia che in questi contesti dà vita a viaggi immaginari e stimolati ovviamente dal contesto naturale che mi ospita. L’ultimo strappo per raggiungere nuovamente quota. Una deviazione sulla sinistra sale seguendo una serpentina e rimanere sull’unico sentiero presente. Qualche tratto leggermente più impegnativo ma reso più agevole da questa liscia roccia a crearne delle piacevoli scalette naturali. Una piccola forcella ora guarda a quello che è il punto panoramico verso Sud nel suo massimo splendore.



Un forte militare della Grande Guerra, o meglio ciò che ne rimane e che una targa commemorativa aiuta a capire quello che a prima vista sembrerebbe un naturale cumulo di rocce sparpagliate un po’ dappertutto. La sommità di tutto questo per quel punto panoramico che ora amplia maggiormente la mia vista. Oltre alle già citate Pale di San Martino riesco a focalizzare per bene il Castellaz (2333m), il Passo Rolle con i suoi impianti invernali di Cima Cavallazza (2322m) e del Colbricon (2602m).




Ciò che guarda verso questo versante finale del Lagorai è a portata di mano da questo punto di vista che si posiziona su di una piccola forcella.



I Laghi di Lusia – 2053m


Ed è proprio da questa forcella che i Laghi di Lusia entrano in scena con una classe e una bellezza naturalistica di grande spessore. Un panorama che non si limita al suo lago maggiore e al suo bivacco che si pone lungo le sue placide acque. Un panorama che abbraccia a sé i due laghi minori, quelli leggermente in quota rispetto al principale, e alla vetta di Cima Bocche (2745m) ancora coperta per una buona parte dalla neve. Una lunga e decisa discesa rocciosa che affronto con la consapevolezza di aggiungere qualcosa di nuovo al mio libro escursionistico e di vetta. Momenti che vivo con grande intensità e quel grande desiderio di toccare con mano un qualcosa di nuovo, mai visto e vissuto prima e che ora "respiro" con grande vitalità.




Un paesaggio meraviglioso, chiuso da un silenzio quasi impossibile da credere. Ciò che “disturba”, per modo di dire, questa piacevole atmosfera è il fruscio dell’acqua che dalle vette di Cima Bocche raggiungono il lago seguendo delle venature disegnate in modo spontaneo da questa Natura. Inizialmente percepisco tutto da lontano, da quel versante opposto del lago e che guarda direttamente alla base di Cima Bocche. Il mio tempo per ora è unicamente dedicato a questo versante che si collega con il mio sentiero.







Il Bivacco Redolf si adagia dolcemente lungo le sponde di questo bellissimo lago. Guarda verso le sue placide acque, scrutando in lontananza la vetta di Cima Bocche (2745m). È un bellissimo punto di vista che guarda verso una serie di spalle rocciose che per una loro parte le trovo ancora coperte di vari spazi nevosi. Quei versanti che rimangono ancora ben nascosti dal caldo sole di stagione, bianchi versanti che invadono quella linea di sentiero, il 663, che in circa 90 minuti sale verso la vetta del “Cimon de Boce”.



Il bivacco porta il nome di Sandro Redolf, importante uomo politico di Moena che il C.A.I. locale vuole così ricordare in questa storica struttura. Costruito completamente utilizzando la rossastra e scura roccia che compone l’intero territorio che mi circonda, al suo interno un unico ed ampio spazio dove trovare tutto il necessario per una notte in bivacco. Il luogo è magnifico, tanta armonia che si assimila all’interno di questa meravigliosa Natura, dove un perenne silenzio va leggermente in contrasto con quel ruscello che dal lago stesso prende vita per scendere in direzione della Val de Leghes.






Val de Leghes


Ed è proprio la Val de Leghes, che guarda verso una lunga discesa avvicinandomi sempre di più a quel meraviglioso scenario naturale che si compone nelle Pale di San Martino. Il sentiero 621 inizia da subito a guardare verso questo imponente versante roccioso all’interno del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Costeggia la base del Laste de Boce, un ampio altipiano rocciose che nella sua sommità custodisce altri due piccoli laghi che nel contesto geografico danno così vita ai Laghi di Lusia.




Ma il mio cammino rimane ben saldo lungo questa bellissima valle. Quei due laghi rimangono lassù, con quei momenti in cui la mia memoria visiva me li ha precedentemente fatti osservare da quella piccola forcella in quota all’altezza del forte militare della Grande Guerra. Ciò che ora guardo è il passaggio finale che lentamente mi accompagna in direzione di Malga Bocche. Un cammino che mi fa stare bene, leggermente stanco ma pieno di energie positive acquisite durante l’intera giornata. Quel ruscello iniziale che prende vita dal lago superiore ora diviene un piccolo torrente che segue di pari passo il mio sentiero. Una doppia serpentina che da una parte si compone di acqua fresca di alta montagna e l’altra di questo mio spensierato sentiero.






Dai verdi prati fioriti al bosco che più a valle mi attende. Un paio di passaggi su dei pontili in legno in cui l’acqua sottostante prosegue la sua lunga discesa verso i margini inferiori dell’Alpe di Lusia. Un bivio che improvvisamente mi si pone di fronte. Seguendo una leggera salita in circa dieci minuti porta direttamente a Malga Bocche, mentre seguendo la destra evita la Malga per addentrarsi nuovamente all’interno di questa fitta e bellissima boscaglia e sbucare improvvisamente in quella strada forestale che poi non è che il sentiero 623 che collega Malga Bocche stessa alla Funivia e punto di arrivo di Bellamonte.









Malga Canvere – 1977m


Decido di tralasciare Malga Bocche di mia intenzione. È una Malga che ho visitato più di qualche volta e in questo frangente ciò che mi interessa maggiormente sono le bellissime baite di Malga Canvere. Non posso desiderare un finale migliore di questo. Pure le Canvere non mi sono nuove, sebbene viste e riviste specialmente durante la stagione invernale. Ora il loro aspetto è completamente diverso, così beatamente immerse all’interno di questi verdi e rigogliosi prati. Poco prima incrocio pure un bellissimo pascolo che immancabilmente guarda verso le Pale di San Martino per mettere un po' di luce ai miei occhi. Una serie di piccole creature che beatamente vivono la loro quotidianità all’interno di questo ennesimo Paradiso in terra.




Le baite invece rimangono eleganti ed impassibili, tutte ben tenute curate nei loro minimi particolari. Ora a differenza delle ore precedenti inizio ad incrociare un considerevole numero di escursionisti. Ciò che rende questa parte finale si compone di una strada forestale che dalla funivia a monte di Bellamonte raggiunge in circa 90 minuti Malga Bocche. Molto adatta a famiglie e persone di una certa età in cui le quote più elevate possono diventare una possibile difficoltà.









Chiudo il cerchio, questo anello meraviglioso che mi riporta nuovamente allo Chalet, dove ne approfitto per una bella pausa ristoratrice e per godermi un bel tratto pomeridiano disteso al sole e al cospetto di questo fantastico panorama verso la Catena del Lagorai che ora, visto l’orario pomeridiano, acquisisce una nuova luce e una serie di colori che come da sempre emozionano.


 

I Laghi di Lusia - Note Tecniche


Lunghezza sentiero: 13km anello completo

Dislivello totale: +570m

Tempi di cammino: 4h 30m anello completo

Tipologia di sentiero: escursionistico EE


 

I Laghi di Lusia - La Mappa




I Laghi di Lusia - Il Video


Guarda i Miei video all'interno del mio Canale YouTube


 

Location: Alpe di Lusia

Area Geografica: Val di Fiemme/Val di Fassa (TN)

Regione: Trentino

Accesso: dalla stazione a monte della funivia di Bellamonte, sentiero 623 in direzione del Passo di Lusia e Rifugio Lusia

Alloggio in Val di Fiemme: B&B Affittacamere Ceschini - Lago di Tesero (TN)

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