Stefano Germano
Rifugio Talamini - Tabià de Fies - Val di Zoldo e Valle del Boite
L'unione di due bellissime vallate, al centro due luoghi molto particolari.
Una bella escursione, di quelle che impegnano ben poco e che allo stesso tempo mi permettono di pranzare comodamente all’interno di un bel Rifugio: il Gianpietro Talamini. Una giornata che vede il mio cammino all’interno di due vallate opposte, che dalla Val di Zoldo si sposta verso la Valle del Boite.

Una mattina come tante durante questo “strano” Inverno. Sebbene le temperature all’inizio di giornata siano sempre sulla media, le previsioni per le ore che seguiranno vedono il barometro alzarsi e che porta a pensare ad un imminente Primavera. Zoppè di Cadore, il mio punto di partenza a 1460m, è quello che io considero il mio piccolo sogno per un possibile futuro. Si adagia piacevolmente lungo al Val di Rutorto, estremo lembo boschivo della Val di Zoldo.
Una piccola comunità che da sempre, indipendentemente dalla stagione, mi trasmette quel senso di pace e tranquillità. Alle prime luci dell’alba è ancora completamente immerso in quel silenzio classico di questo periodo. Zoppè mi piace, la sua vista verso la Ponta (1952m) e il Col del Pian (1554m) mi appare come quella perfetta difensiva dal mondo esterno. Zoppè mi piace principalmente per questo motivo, dove il tempo sembra scandito da un ritmo che non segue nessun schema, ma unicamente quello in cui la vita scorre in modo molto piacevole.
L’intera giornata si snoderà su quella che abitualmente è una bellissima e comoda strada forestale, che dal centro del paese, con indicazioni di sentiero 456, senza troppo dislivello è la porta di accesso di uno del più bei Trekking del territorio: il Rifugio Venezia e il Monte Pelmo. Per quel primo tratto iniziale la via da seguire per il Rifugio Talamini è la stessa. Quella sua strada inizialmente asfaltata porta alcuni tratti ghiacciati, dove l’assenza di neve forma delle ampie croste trasparenti che facilmente possono tradire il passo.
Guarda verso il Col del Pian (1554m) seguendo una panoramica passeggiata che in un frangente ben preciso permette di ammirare alcune parti sommitali della lontana Civetta, uno dei simboli della Val di Zoldo. Alcune case private che si riversano alla base del Col de la Vizia (1732m) e Malga Livan come ultimo frangente di civiltà prima di iniziare il cammino tra boschi e bellissimi tratti a cielo aperto. Quello della Malga è il punto di riferimento dove precise tabelle di sentiero danno così una chiara prospettiva di quelle che sono le vari destinazioni da intraprendere. Non solo il Talamini, ma anche il già nominato Rifugio Venezia e il Pelmo, la lontana Malga Ciauta e l’abitato di Borca di Cadore, in quel versante che già si pone lungo la Valle del Boite.
Una leggera velatura di neve copre questi rigogliosi prati. Pure il cielo si presenta con una leggera velatura che vede il mio sole illuminare di una luce molto tenue questa mia prima parte di giornata. Tutto sembra avvolto da un silenzio quasi surreale, quel silenzio che viene interrotto unicamente dai miei passi riversi in questa strada forestale, ben battuta e leggermente ghiacciata. Un bivio, un crocefisso e una strana scultura di roccia che ancora oggi non riesco a descrivere. Quest’uomo intento a trattenere la forza di un grande masso, o quest’uomo intento a spingere in un unico senso questo grande masso. Tante volte passato in questo luogo e sempre con la stessa domanda che ancora oggi non trova risposta.


Un crocefisso che guarda verso un Antelao completamente grigio, con quella sua inconfondibile forma piramidale che ora però non brilla per niente al sole. Di norma, con le belle giornate, il primo sole dona subito luce a questa che è la seconda vetta più alta dell’intero arco Dolomitico (3264m), ma che per ora non promette nulla di buono da un punto di vista meteorologico. Peccato, sarebbe stato sicuramente un inizio di giornata sicuramente molto particolare. È da questo punto che devo cambiare il mio sentiero. Difatti questo è il punto esatto dove sulla sinistra la forestale prosegue in dolce salita. È il sentiero 493 che in circa due ore porta alle pendici del Monte Pelmo e del Rifugio Venezia. Il 456, il mio sentiero invece sulla destra scende leggermente, entrando definitivamente all’interno di questo tratto dell’Anello Zoldano Alta Via n°3.

Il cammino è molto piacevole, la giornata porta ad alcune timide aperture del cielo da permettermi comunque di assaporare, ed anticipare, ciò che il pomeriggio mi riserverà. Un’ampia strada ben battuta, dei leggeri sali e scendi attraverso questi boschi e le prime baite che ora danno vita ad un luogo certamente molto particolare. È uno dei due obbiettivi di giornata, che vede nei Tabià de Fies uno dei punti più interessanti già segnati sulla mia agenda escursionistica. Un raggruppamento di Tabià e fienili privati che costeggiano leggermente lungo la mia forestale.
Non sono al massimo del loro splendore, questo cielo così strano e opaco non da merito a questo luogo come vorrei veramente viverlo. Sembra quasi che i colori caldi del legname con cui sono costruiti rispecchino la stessa opacità di questo mio cielo. La cosa non mi soddisfa molto, per uno come me da sempre attratto da questi luoghi che ancora oggi testimoniano una montagna di altri tempi. Mi piace vivere questi luoghi con quel sole che ne contraddistingue colori e sfumature. Mi piace fermare loro nel tempo, con quelle foto che mettono in netto contrasto i colori di questo legname naturale con il cielo più bello che esista sulla terra.
Ma come sempre sono fiducioso. Fiducioso nelle previsioni meteo che danno un possibile miglioramento nel pomeriggio e con quella netta convinzione che a chiedere porta sempre ad ottimi risultati. In montagna con me spesse volte va così, come spesse volte ogni richiesta viene così esaudita.
Rifugio Giampietro Talamini – 1582m
Una breve cognizione del territorio che ospita questi Tabià, convinto che è sicuramente meglio aspettare il pomeriggio nella fase di rientro e raccogliere ciò che ora sto seminando. L’itinerario offre pochi spunti dove guardare lontano, perfino quando giungo a quel bivio che divide il Talamini con il territorio che guarda verso Casera Ciauta e Borca di Cadore. Di fatti l’Alta Via n° 3 prosegue seguendo il sentiero 493, che innalzandosi in direzione delle paludi del Palù de Serla guarda verso il territorio più a Nord della Valle del Boite. Pure da questo punto è possibile raggiungere il Rifugio Venezia e il Pelmo, ma con delle tempistiche più lunghe rispetto al bivio del Col de la Vizia trovato in precedenza.
Il mio cammino prosegue all’interno di questa fitta vegetazione. In effetti sono pochi i punti di vista a cielo aperto concessi durante l’intero cammino. Il sentiero inizia leggermente a salire, l’utilizzo dei ramponcini nell’immediato lo trovo un’ottima idea visto che in alcuni tratti si presentano delle ampie formazioni di ghiaccio lungo la forestale. Un paio di leggere curve e quell’ultima discesa finale che finalmente mi porta fuori dai boschi. Il Rifugio Giampietro Talamini a 1582m di quota.


L’orario è quello giusto, quello di metà giornata che scandisce un ottimo pranzo seduto comodamente al caldo e con quell’ospitalità che da sempre si respira all’interno del Rifugio. Non vado troppo per il sottile, formaggio fuso con polenta e il tutto ricamato da un’ottima portata di funghi degni della migliore tradizione boschiva di questi luoghi. Ma il Talamini non è solo ottima ospitalità, diviene quel perfetto spunto panoramico per osservare tre dei più famosi bastioni Dolomitici del territorio. Da qui, infatti, l’Antelao lo si può ammirare da una distanza più favorevole, come la Civetta e i suoi crepuscoli più alti e il caregon del Pelmo in una delle sue panoramiche sicuramente più significative.
Da un punto di vista logistico itinerante, il Rifugio Talamini è un punto di collegamento che non solo si espande verso la Val di Zoldo, ma guarda verso quel versante che dalla Boite stessa confina con la lontana Forcella Cibiana (1530m) e il Monte Rite (2183m). Forcella Val Inferno, Monte Rite e Passo Cibiana su sentiero 494, rimanendo sempre costantemente collegati con l’Anello Zoldano attraversando i boschi della Val Doza e il Pian de la Pera. Escursioni queste che sono praticabili dalla Primavera in poi essendo, durante l’Inverno, poco o per nulla battute e magari poco consigliate.
Inizia così il mio pomeriggio. Quel finale di escursione che nelle ore precedenti ho temporaneamente messo da parte, ora prende definitivamente vita con la complicità del meteo che a poco a poco inizia a guardare a mio favore. I Tabià de Fies sono stati momentaneamente messi da parte, con quella fiducia che da sempre riservo alle previsioni meteo e che anche per questa mia giornata sembrano mantenere le promesse fatte.
I Tabià de Fies – 1584m
Il perché guardare a questo luogo così particolare preferendo il bel tempo rispetto alle ampie velature presenti al mattino, è dettato unicamente dal risalto e dalla bellezza artigianale di questi Tabià che, mantenendo la perfetta tradizione di montagna, si presentano ben lavorati e decorati dalle migliori ed abili mani di esperti falegnami. Dal Rifugio Talamini rientrare ai Tabià è questione di una quindicina di minuti. Il tempo necessario perché questo unico spazio a cielo aperto e al di fuori dei boschi limitrofi possa finalmente brillare al mio sole e un cielo blu di grande intensità.

Una decina di baite, tutte rigorosamente private ma bene in vista per gli escursionisti di passaggio. Ora, con l’avvento dell’Inverno, sono lasciate sole ma con quella perfetta curanza che evidenzia la passione e l’amore che i diretti proprietari riservano a queste strutture così meravigliose. Da sempre i tabià e i fienili di alta montagna attraggono la mia curiosità ed attenzione particolare. Sono una delle poche testimonianze di una montagna di altri tempi, dove tutte le caratteristiche di ciò che una generazione dopo l’altra trasmette, rimangono intatte e da valorizzare come un bene prezioso per le nuove di generazioni.

Tutto deve svolgersi nel pieno rispetto di ciò che questo territorio offre. Nessuna limitazione, nessun cartello con divieto o altro, nessun ostacolo che possa tenermi lontano da questi piccoli e preziosi gioielli. Mi muovo al cospetto di queste strutture come sempre faccio, mantenendo la distanza dovuta e soprattutto considerando che non sono cosa mia, e per tale motivo senza mettere le mani dove non mi è concesso. In diverse occasioni mi sono trovato a vedere rifiuti o altro lasciati da escursionisti di passaggio intenti ad uno spuntino su qualche panca esterna, con ciò che ne rimane lasciato direttamente in loco.

I Tabià de Fies sono dei piccoli gioielli incastonati tra la Val di Zoldo e la Valle del Boite. Un punto di passaggio lungo questa bellissima strada forestale, uno dei pochi spunti panoramici che guardano direttamente verso il Col de Bagn (1859m) e i fitti boschi che salgono in direzione del Col Duro (2012m).

E’ un rientro piacevole, quello che con i Tabià chiude una bellissima giornata dalle temperature quasi primaverili. Rientro a Zoppè motivato e carico di soddisfazione a fronte di quella che si può benissimo dire una passeggiata e non proprio un Trekking invernale. Ma tutto ha seguito una linea ben precisa, dove i boschi mi hanno regalato l’emozione di sentire uccellini e qualche picchio intento nel suo frenetico lavoro. Un Rifugio aperto anche durante l’Inverno e la sua tradizionale ed ottima ospitalità, e quei punti panoramici che vedono tre delle vette più blasonate viste da diversi punti di vista.
Zoppè di Cadore è già immerso nel suo pomeriggio inoltrato. Un piccolo paese a 1460m di altitudine dove la pace e la tranquillità è la stessa delle prime ore del mattino. Alcuni punti di vista verso le vette più lontane della Val di Zoldo, e il Monte Pelmo che chiude la mia giornata abbracciando a se alcuni fienili di Zoppè. Il sole da luce e quel tiepido calore ancora per poco tempo, prima di nascondersi dietro al Monte Punta (1952m) e salutare definitivamente questa mia giornata.
Rifugio Talamini – Tabià de Fies – Note Tecniche
Facile passeggiata escursionistica che si affronta tranquillamente anche in una sola metà di giornata. Da Zoppè di Cadore (1460m) si raggiunge il Rifugio Talamini su strada forestale (sentiero 456) in circa 2h soste incluse, camminando pacificamente tra questi boschi e con un dislivello complessivo di +122m.
Il Rifugio Talamini è aperto anche durante la stagione invernale, di cui si consiglia comunque un contatto telefonico per avere così conferma (380-9081496).
I Tabià de Fies si trovano all’incirca a metà strada, e possono essere visitati sempre nel rispetto della proprietà privata a cui ne fanno parte. Per il rientro a Zoppè direttamente dal Rifugio Talamini si segue lo stesso sentiero di andata, il 456.
Rifugio Talamini - Tabià de Fies - Il Video
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Data Escursione: 11/02/2k23
Location: Prarossito (Tabià de Fies) - Forcella del Col Botei (Rifugio Talamini)
Area Geografica: Val di Zoldo - Valle del Boite (BL)
Regione: Veneto
Accesso: da Zoppè di Cadore su sentiero 456