Stefano Germano
Solstizio di Primavera al Mondeval - Val Fiorentina.
L’ultima uscita invernale, l’ultima prima del solstizio di Primavera.
A distanza di qualche anno torno nuovamente lungo il Mondeval, seguendo quella linea di sentiero che dalla bellissima Val Fiorentina sale in direzione di Casera Mondeval de Soto. Un piacevole cammino di fine Inverno dove, se le basse quote sono già da tempo pulite dalla neve invernale, quelle più alte portano ancora i segni dei grandi manti nevosi. Un parte di Inverno che inizia a confrontarsi con quella nuova di una imminente Primavera.

Mi sento molto affezionato alla Val Fiorentina per tanti trascorsi personali. È una valle che da un punto di vista affettivo adoro per quella sua semplicità, per quel calore umano che si respira all’interno di quei pochi, e piccoli, paesi che la rappresentano.
I suoi due punti cardinali vedono ad Est la presenza del Monte Pelmo, mentre ad Ovest la magnifica visione della Marmolada. Al centro di questi due bastioni rocciosi la mia Val Fiorentina, la valle del sole.
Pescul (1315m) è la prima frazione abitativa che si presenta dopo il Passo Staulanza (1766m). Il primo centro turistico sia estivo che invernale lungo la valle, e che vede il punto di partenza degli impianti sciistici del comprensorio che, nel cuore dello SkiCivetta, racchiude a se, Val Fiorentina compresa, la Val di Zoldo e Alleghe. Durante la stagione bianca è un continuo via vai di sciatori e di quella buona parte di escursionisti intenti a seguire le vie invernali che si allungano nei vari versanti dell’intera valle. Uno di questi è quello che sale direttamente alla grande piana del Mondeval, all’estremo Nord del confine delle Dolomiti d’Ampezzo.

Palui è un tratto di territorio a 1474m che si trova prima di raggiungere Pescul. Si trova all’altezza del piacevole ristorante Baita Flora Alpina, che consiglio per l'ottima cucina, con una serie di parcheggi riservati ai camper e alle auto private. Da questo punto, con la presenza di tabelle indicative ed escursionistiche presenti, una comoda strada forestale inizia a salire lungo una valle boschiva delimitata dalle Stroppe. Il sentiero non è numerato, ma le chiare indicazioni per il sito archeologico del Mondeval e per Piera de l’Auta divengono il riferimento da seguire per la salita.
A dire il vero in questo primo tratto iniziale la via da seguire è unicamente questa, ciò che cambierà il senso di direzione lo si troverà più a monte. Un primo tratto che si snoda attraverso questi boschi, dove la possibilità di qualche bella panoramica è praticamente nulla. Qualche tratto ancora coperto di neve unicamente in quelle zone in cui il sole a fatica riesce in questo periodo a penetrarvi. Quelle prime avvisaglie della nuova stagione si fanno sentire anche dal piacevole cinguettio degli uccellini e il fremito lavoro “martellante” dei Picchi. Posso ben definire l’inizio come una bella passeggiata molto rilassante.

Il cielo di primo mattino rimane leggermente coperto da un sottile strato di velatura bianca. Il sole è già alto da un bel po', ma la sua forza di calore stagionale fa un po’ fatica ad esprimersi nel modo migliore. Di tanto in tanto, boschi permettendo, riesco a scorgere dei leggeri punti di vista che guardano verso alcuni denti rocciosi che stanno più a monte. Si tratta di qualche anfratto dello Spiz del Mondeval, punti di roccia che saranno il mio punto di arrivo di questa mia giornata.
Quel poco che riesco a scrutare mi trasmette comunque una buona sensazione di piacere, sebbene questo timidissimo sole non permetta a questi bastioni di roccia ad esprimere al meglio quella loro naturale colorazione. Una bella passeggiata attraverso questi boschi che termina in circa 1h raggiungendo Piera de l’Auta. Si posiziona a 1759m di altitudine e forma una specie di piccolo bacino idrico. È il punto di congiunzione più elevato di un piccolo anello escursionistico (adatto a famiglie) che da Pescul sale in direzione della Piera per poi scendere verso il mio punto di partenza a Palui. Da Palui stesso poi, un piccolo sentiero boschivo interno permette di rientrare nuovamente a Pescul.
Casera Mondeval de Soto – 1841m
Ora lascio la strada forestale, inizia da questo punto il vero sentiero di montagna che mi accompagnerà direttamente al Mondeval. Il 466 sale piacevolmente seguendo una linea ben marcata, dove la neve inizia così ad essere più presente e i boschi a diradarsi definitivamente. Ora con il mio cielo completamente a mia disposizione posso osservare e scrutare gli orizzonti più lontani.
Arrivando a Casera Mondeval de Soto (1841m) finalmente il mio sguardo si allunga verso i primi massicci Dolomitici presenti. Una piccola sporgenza del Monte Pelmo e l’intero versante Sud Orientale della Val Fiorentina, dove il Monte Crot (2358m) anticipa la bellissima panoramica verso l’intero versante ad Est del Monte Civetta.
La vista è magnificamente pura. Sebbene questa leggera velatura del mio cielo induca a colori poco espressivi, la visuale che mi si presenta di fronte merita quella prima piccola pausa della giornata. Casera Mondeval de Soto è una piccola struttura in legno che durante l’Estate viene utilizzata come punto di appoggio per i pascoli di stagione. In quei pochi tratti dove la neve ha già lasciato spazio all’erba bruciata dal gelo, sono ben visibili le tracce lasciate dagli animali al pascolo la scorsa Estate (escrementi). Abbastanza malridotta ma con quel suo particolare fascino che mi riporta alla mente quel mio piccolo sogno, dettato dal poterne possedere una e rimetterla nuovamente in funzione seguendo un mio piccolo desiderio, che forse un giorno prenderà vita.

La Casera si posiziona su di una piccola terrazza che guarda verso la Val Fiorentina. Il suo sguardo accoglie a se il Monte Civetta come a voler lodare questo enorme basitone roccioso, mentre la parete del Monte Mondeval (2455m) si appoggia dolcemente sul suo lato destro come a volerne proteggere quella sua ben visibile fragilità. Ora i boschi rimangono lontano, questo mi permette di prendere spunto dalle spalle montuose che la circondano per quelli che sono i miei pensieri personali più belli.



Il disgelo e quel suo immancabile rumore dettato dai torrenti di montagna crea così quella perfetta alchimia che si fonde con tutto ciò che mi sta a attorno. Il Ru Mondeval scende pacificamente dai versanti più a monte. Raccoglie a sé il disgelo della parte più estrema del Mondeval, che con quel senso di naturalezza accoglie altre piccole diramazioni dei versanti più alti. Quelli che tra un po’ di tempo diventeranno nuove e rigogliose distese di verdi prati compongono gran parte del territorio. Ora tutto è in quella fase di ripresa, quella lenta progressione stagionale che per ora forma disegni maculati che la neve e i primi grandi spazi erbosi abilmente disegnano all’interno di questa mia Natura.

Tutto questo sviluppa pensieri carichi di positività. Nessun rumore dettato dalla civiltà riesce a salire lungo queste piccole insenature e promontori. Il vento viene unicamente interrotto, di tanto in tanto, da quella forza martellante che i Picchi in modo quasi impensabile riescono a penetrare all’interno di questi alti e forti arbusti. Il Ru Mondeval esprime quella perfetta sinfonia che la Natura stessa riesce a plasmare all’interno di questo che io definisco ugualmente come il silenzio perfetto. Tanta pace, tanta tranquillità.
Il dislivello ora inizia a farsi sentire. Buona parte di quei +648m complessivi si affronta in questo tratto centrale. L’intero vallone che sto risalendo si compone di un leggero strato di neve che in alcuni frangenti aumenta di livello. I ramponi in questo caso sono quasi d’obbligo per poter risalire con una migliore presa questa parte più impegnativa. Ma il periodo è quello che è, e per questo i grandi spazi nevosi presenti in certi frangenti lasciano spazio a tratti fangosi e ricchi di quei piccoli acquitrini di stagione. Il fango che si mescola con la neve, tratti ghiacciati che poi trovano nuovamente l’erba completamente inzuppata da ciò che per mesi la copriva.
D’altronde tutto segue il corso delle stagioni. Da qui e per i prossimi due mesi questa Natura effettuerà una mutazione che la porterà a spogliarsi di tutto ciò che l’acqua ha formato nei mesi invernali. Piccole paludi, torrenti e acquitrini saranno una delle testimonianze di questo nuovo e repentino cambiamento. Ed è proprio questo repentino cambiamento a farmi percepire anche quel calore del sole che ora inizia a farsi sentire. Seguo sempre quel mio pensiero in cui per avere bisogna chiedere. Infatti ciò che chiedo è che il cielo possa spogliarsi di quella leggera velatura così compromettente, per lasciare così dribblare lungo la Val Fiorentina quel suo meraviglioso calore che in questo periodo sta già riscaldando le nostre giornate.


Una bella serpentina si apre ora al mio cospetto. Un piccolo ponticello in legno da oltrepassare indica l’inizio di quella parte più impegnativa. Il Ru de Col Duro, un piccolo torrente che scende dai versanti più Orientali del Mondeval, forma in questo tratto acquitrini ancora più consistenti. In certi tratti seguono la mia stessa linea di sentiero, alimentati dalla pendenza che il sentiero stesso impone. Più fango che neve, cerco quindi di rimanere il più possibile fuori da questo piccolo impiccio sebbene tutto questo mi trasmetta comunque quel piacevole senso che la Primavera di anno in anno mi trasmette.
Il Mondeval – 2170m
Aumenta la quota e prendono così vita nuovi panorami. In alcuni di essi si completano, come la vista del Monte Pelmo e la perfetta vetta del Monte Mondeval a 2455m di altitudine. Il Pelmo è una montagna che conosco meglio delle mie tasche. I suoi torrioni e le sue grandi pareti sono parte di quella mia famigliarità che non mancano mai di stupirmi. Il Monte Mondeval invece vedo di rado, se non in quelle occasioni che i miei Trekking mi accompagnano lungo i suoi territori. La sua croce di vetta guarda verso la Val Fiorentina da un punto sicuramente privilegiato, andando a toccare punti geografici che vanno ben oltre la valle e addirittura oltre l’Agordino.



Il suo versante a Nord, quello che guarda verso il Lastoi de Formin e del Mondeval stesso, ora si compone di un grande avvallamento completamente ricoperto dalla neve. Ciò mi fa ben capire che ciò che mi aspetta lungo il Mondeval, nel punto di arrivo massimo di questa mia giornata. Un paio di tabelle indicative di sentiero, danno l’idea di altri punti escursionistici molto importanti. Forcella Ambrizzola (2277m) e la Croda da Lago (2046m) giusto per citarne alcuni. Ma il mio riferimento per la Sepoltura Mesolitica e Casera Mondeval de Sora mi portano a guardare verso versanti opposti.

Il panorama è a dir poco stupefacente. Completamente solo all’interno di questa meravigliosa dimensione, dove sentirsi completamente abbracciato da versanti montuosi che delimitano la linea di confine tra la terra e il cielo. Il forte vento dei giorni precedenti da vita ad un manto nevoso che in certi tratti mi permette di camminare in tutta tranquillità sopra impenetrabili lastre di ghiaccio, per poi sprofondare leggermente quasi a tradimento in quei frangenti dove le temperature hanno la meglio su di una rifinitura nevosa più debole alla nuova stagione in arrivo.

Forti vedi che scendono dai diversi versanti che fanno da cornice a questo Paradiso naturale. Da Forcella Ambrizzola (2277m) come da Forcella Giau (2360m) seguendo dei tempi scansiti in modo naturale, dando l’ennesima dimostrazione di quella loro forza concentrando ogni loro alito nel cuore di questo promontorio. Casera Mondeval de Sora sta nel centro di tutto questo, una piccola Casera che si pone tra queste due forcelle e la grande spinale rocciosa che dallo Spiz de Mondeval (2504m) si allunga verso il dente roccioso di Ponta Lastoi de Formin (2657m).
Casera Mondeval de Sora - 2158m
Pongo il mio zaino sull’unica panca esterna alla Casera. Oltre a questa mia Natura nessun essere vivente che segua le mie tracce. Sono solo, forse come non lo sono mai stato in questi ultimi tempi. Completamente dimenticato dal mondo interno e allo stesso tempo mai stato così bene. Il panorama che mi circonda vede ancora il Monte Pelmo prendere il posto per diritto, come a volersi ancora identificare nell’eterno custode di questo territorio.
Il Mondeval si compone anche di alcune spalle montuose che si elevano a quote che si avvicinano ai 2300m. Come il Col Duro (2335m) che padroneggia verso Est e che anticipa di poco le Rocchette di Prendera, e il Beco de Mezodì (2603m), una delle cartoline più pregiate della vicina Croda da Lago. La Casera in questo istante diventa il mio ombelico del mondo, dove poter abbracciare un contesto naturale di grande effetto interiore. Faccio fatica a calcolare possibili distanze che mi separano da questo mio punto così privilegiato alle grandi vette che mi circondano.

Per poter vedere oltre, per cercare nuovi punti di osservazione che guardino maggiormente ad Occidente, devo salire leggermente in direzione della vetta del Monte Mondeval (2455m), che da questo mio punto si innalza verso il cielo seguendo una via di cammino che guarda verso un enorme scivolo naturale completamente immerso nella neve. Risalgo quel sentiero che durante l’Estate dalla Casera accompagna verso il Lago delle Baste (2281m), che non diviene una mia meta di giornata, ma quel fuori programma ispirato al momento da quel mio forte desiderio di poter guardare il più lontano possibile.

Tutto diviene improvvisamente fatica, un impegno che passo dopo passo aumenta di consistenza. Non ho le ciaspole con me, per mia decisione personale sono rimaste a valle trovandomi di fronte un versante montuoso con una maggiore quantità di neve. Il primo pomeriggio e le temperature elevate mi sono completamente sfavorevoli. Il calore del sole è così forte da ammorbidire l’intero versante che guarda verso la vetta del Monte Mondeval.
È un susseguirsi di passi che sprofondano sempre più all’altezza del ginocchio. Impossibile proseguire, guardando verso un punto ben preciso il limite massimo che mi concedo in questo fuori programma.
Ciò che basti per esaudire questo mio desiderio di andare leggermente oltre. Ciò che basta per avvicinarmi maggiormente al Lago di Baste, ora completamente coperto dalla neve, ed osservare con più nitidezza le croste rocciose del Monte Cernera (2657m), di Forcella Giau e la magnifica visione della Ponta Lastoi de Formin. È l’occasione perfetta per ammirare anche un gruppo di escursionisti, dotati di ciaspole e sci ai piedi, scendere dalla forcella stessa (Forcella Giau) e salire in direzione della croce di vetta del Monte Mondeval. Tutto questo vale per me come l’occasione di una lunga pausa di riflessione.

Sebbene la presenza di altri escursionisti più lontani dal mio punto fermo, voglio ugualmente immaginarmi di essere per l’ennesima volta l’ultimo sopravvissuto della terra. Sono circondato da un enorme e candido tappeto bianco. Un panorama che avvolge la mia persona che si compone di spazi che in lontananza trovano nell’immediato il cielo e questa grande muraglia di roccia del Lastoi, che nella mia più intima immaginazione in questo contesto diviene quella naturale roccaforte di chissà quale regno perduto.
Il silenzio per l’ennesima volta si presenta spettrale. Quelle che in precedenza si presentavano come forti raffiche di vento, ora sembrano aver alleggerito ogni loro forma di possanza. Le mie ginocchia in questo momento sono sprofondate nella neve, e ciò non mi costa nulla che piegarle leggermente e sedermi sopra questo morbido e naturale cuscino. Rilassato, spensierato, desideroso di prendere il volo per impadronirmi dell’intero habitat che mi ospita. Tutte emozioni che si innalzano al cielo come la mia fantasia, e quel forte desiderio di poter avere il più tempo possibile per rimanere così.

Ritorno sui miei passi non con poca fatica. Sebbene ricalchi le orme da me lasciate in precedenza rientrare in Casera Mondeval de Sora rimane sempre abbastanza impegnativo. Mi siedo così al sole, consumo il mio pranzo a sacco e colgo l’occasione per mettere ad asciugare calzoni e scarponi. Tutto questo allunga la mia permanenza lassù, allunga il tempo che serve per rimanere immerso nel cuore del Mondeval, che vede nella sua Casera più blasonata quel mio centro del mondo in questa mia giornata nella splendida e solare Val Fiorentina.



A volte il rientro a valle è sempre difficile, soprattutto quando questo impone di seguire lo stesso sentiero di salita.
Guardo le mie impronte lasciate qualche ora prima. Le guardo con una certa malinconia, perché fanno parte di un momento in cui stavo per entrare all’interno di una dimensione lontana dalla realtà, una dimensione in cui il confronto era tra me e questo ambiente così selvaggio e solitario.
Ma ora c'è un particolare che coglie la mia attenzione rispetto le ore precedenti.
Il sole illumina la mia via di ritorno, regalandomi nuove espressioni di luce che danno vita a ciò che in precedenza era reso cupo da quelle velature nel cielo. E con il sole le prime immagini di quella Primavera che fiorisce tra questi ampi spazi di erba bruciata dal gelo. Poche volte come in questo momento mi sono sentito il nulla rispetto alla Natura che pacificamente mi ha accolto lungo il Mondeval.


Il Mondeval – Note Tecniche
Escursione giornaliera, pone un dislivello totale di +648m dal punto di partenza di Palui in un tempo complessivo di 2h 45m (individuali). Si segue un unico sentiero che, mancando in certi frangenti di numerazione (466), da come indicazioni “sepoltura mesolitica” o “Casera Mondeval de Sora”. Interessanti punti di vista che prendono maggiormente vita grazie alla totale assenza di boschi o altri ostacoli naturali che si pongano nelle quote superiori. Per il rientro a Palui si segue la stessa via di cammino seguita in fase di salita che in circa 2h riconduce nuovamente a Palui. Durante la stagione invernale si consiglia ramponi e ciaspole.
Il Mondeval - La Mappa
Il Mondeval - Il Video
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Location: Mondeval de Sora
Area Geografica: Val Fiorentina - Dolomiti Bellunesi (BL)
Regione: Veneto
Accesso: dalla località di Palui (Pescul) su sentiero indicativo per "Sepoltura Mesolitica"