Una delle più belle terrazze panoramiche delle Dolomiti d'Ampezzo.
Di casera in casera per assistere giorno dopo giorno al cambiamento che la Natura mi regala. Le malghe, quelle che durante l’Inverno rimangono isolate dal mondo intero e che nella mia memoria mi riportano sempre alla Primavera. Non sono mai riuscito a capire più di tanto il perchè di questo strano “connubio”, di questo strano “sodalizio” che vede la stagione primaverile specchiarsi tra queste piccole realtà antiche come il mondo.
In Casera Ciauta sono racchiusi tanti bei momenti della mia vita escursionistica, una vita che mi lega in modo profondo con queste montagne che sin da bambino hanno fatto parte della mia stessa vita. Pensare alla Ciauta è vedermi di fronte al suo ampio alpeggio, che lungo la Valle del Boite guarda verso il Monte Antelao, il Sorapiss e quei frangenti che da lontano accompagnano il mio sguardo verso il Faloria e il Cristallo. Laggiù, dove la Conca Ampezzana custodisce a se la “perla” di Cortina d’Ampezzo.
Arrivare lassù è come aprire la porta verso uno dei punti naturali più belli delle intere Dolomiti d’Ampezzo. Il Monte Pelmo, il “caregon”, che mi propone quel suo maestoso versante a Est in un eterna spinale di roccia rossastra. Il Pelmo in tutta la sua bellezza, dove questa piccola casera nella mia “immaginazione” assume il ruolo di eterna custode di questo millenario massiccio roccioso. Un contrasto perfetto, dove i suoi verdi alpeggi e i suoi rigogliosi boschi risaltano maggiormente la naturale bellezza del “caregon”.
Sia in Primavera, ancora chiusa, che durante l’Estate, in piena attività, quello di Casera Ciauta è sempre stato un punto di passaggio, e mai di arrivo. Un punto di passaggio lungo un bellissimo sentiero che da Villanova, Valle del Boite, sale attraverso boschi e qualche fienile disperso in solitudine. Boschi che diradandosi improvvisamente mettono in risalto la bellezza di questo luogo, dove la Ciauta, leggermente più a monte, sembra darmi il suo benvenuto più bello. E’ uno di quei passaggi che non possono mancare, che danno più energia alla mia voglia di “vita”.
Se durante l’Estate diviene per me quel punto di passaggio, quella pausa perfetta per quel caffè e fetta di torta di metà giornata prima di proseguire la salita in direzione del Pelmo, in Primavera te la puoi “godere” in tutta la sua solitudine e lontananza dal mondo intero. Mi prendo così ogni istante che riesco a cogliere da questo suo ambiente naturale. Magari con quel pranzo a sacco, con quel panino che con grande piacere condivido con tutto ciò che mi sta attorno. Non riesco nemmeno a rimanere fermo, seduto in qualche punto ben definito, che la voglia di muovermi con quel pezzo di pane in mano mi assale improvvisamente.
Piccoli passi dettati da un ritmo spensierato e senza tempo, che si divide da quei pochi fazzoletti di neve ancora presente e le verdi distese maggiormente ampie e che identificano in modo definitivo questa mia nuova Primavera. Fiori e rigogliose piante selvagge che con il calore di questo “nuovo” sole finalmente percepiscono la vita al mio stesso modo, e che come me aspettano solo che l’avvento degli animali al pascolo per dare così nuovamente rigore a questa meravigliosa casera.
In Ciauta certo, perchè se hai buon occhio e i tuoi sentimenti guardano a tutto questo con grande “onestà”, è inevitabile innamorarsi di tutto ciò che da questo puoi serenamente raccogliere.
Stefano
Top come sempre. Saluti Dario