In lingua italiana il Monte Specie, tra le alte vette delle Dolomiti di Braies.
A poco più di 2300m di altitudine, si apre uno dei scenari panoramici più belli che dalle Dolomiti di Braies si espande verso un mondo Dolomitico di grande spessore. Una bellissima vetta che dalla sua grande croce guarda verso un vero "impero" di guglie e campanili rocciosi, con una delle viste più belle, ed esclusive, verso le magnifiche Tre Cime di Lavaredo.
Carbonin (Schluderbach) - 1438m
Un cammino che di poco tocca le Dolomiti d'Ampezzo (Dolomiti Bellunesi), pochi passi su di una strada forestale che delle tabelle escursionistiche definiscono il territorio del Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies. Ciò che mi riporta brevemente alle Dolomiti Ampezzane è il grande versante a Nord del Cristallo e in lontananza, già illuminate dal sole di primo mattino, le meravigliose Tofane già vestite candidamente di quel manto invernale.
Carbonin è una località che già parla una lingua che differenzia in modo totalitario questa nuova regione, che vede in Braies l'Alto Adige con tutti gli usi e costumi. Un paio di strutture turistiche e un ampio parcheggio che anche durante l'Inverno viene ben tenuto lungo la strada che collega Cortina d'Ampezzo con Dobbiaco. E' un'ampia strada forestale, che per tutto l'Inverno è ben battuta per permettere così un avvicinamento alle quote superiori con maggiore facilità, sia per escursionisti che per sciatori, considerando quei suoi primi +600m di dislivello in continua salita.



In Val di Specie (Seelandtal)
Il sentiero 37 è una lunga serpentina che con poco impegno sale verso i versanti superiori e le spalle boschive dell'Alpe di Specie (Strudelalm), che nei versanti maggiori vede la mia croce di vetta. Ma uno dei particolari che maggiormente mi affascina (da sempre) è la Val di Specie, che tra boschi e ampi alpeggi estivi esprime in modo perfetto il fascino dei boschi e quell'unicità dettata da questo suo ambiente naturale.
Durante l'Estate l'opportunità di abbandonare in un paio di occasioni la strada bianca interna per salire tra questi boschi attraverso sentieri diversivi e immergersi così in modo più intenso all'interno di questa loro misticità. Ma l'Inverno rende lo scenario molto diverso, dove per libera scelta decido di salire seguendo quest'ampia strada ben battuta. So per certo che l'impegno che mi viene chiesto per oggi non è da ritenersi secondario. Sono quei poco più di 800m di dislivello in continua salita che con la neve diventano maggiormente impegnativi.

Il freddo si fa sentire, il vento gelido penetra tra questa fitta vegetazione e tutto questo porta a quell'impegno in più che non deve essere sottovalutato.

E' un cammino piacevole, il freddo pungente previsto per tutta la giornata passa decisamente in secondo piano. Salgo lungo questa valle con occhi che si perdono verso i bianchi boschi che dalla Specie stessa si innalzano verso quei versanti che un passo dopo l'altro si aprono al cielo azzurro, ad ampi spazi prativi e quei primi punti di vista che primeggiano maggiormente la meraviglia delle Tofane. Sebbene lontane è sempre una grande emozione poterle ammirare da versanti opposti e identificarne così una formazione geologica fuori da quelle abitudinarie.
Prato Piazza (Platzwiesen) - 2000.
La naturale "poesia" dei boschi non si fa mai attendere. Un pensiero che spesse volte mi riporta indietro nel tempo e a quelle lunghe estati dove tra i verdi alpeggi e la naturale presenza di pascoli al cospetto di un ambiente naturale indimenticabile, dando vita a una forte sensazione di malinconia. Ricordi che mi riportano nuovamente quassù, a quelle lunghe estati piene di movimento al cospetto di quel caldo sole in alta quota.
Momenti che fanno sempre piacere ricordare. Momenti che fanno parte della mia vita passata e che in questi anni hanno "forgiato" il mio #spiritolibero. E' così, seguendo questi pensieri, che ritorno alla realtà e allo spettacolo di questo nuovo Inverno. L'arrivo a Prato Piazza è quella prima parte che vede il dislivello maggiore superato. Il Rifugio Vallandro e il forte militare sono l'occasione perfetta per una bella pausa. Un caffè e quella fetta di torta che ora fanno la differenza, una carica di energia prima di guardare alla mia croce di vetta di giornata.

Lo spettacolo che offre Prato Piazza non conosce stagione. Ampi spazi che durante l'Inverno danno vita a un centro di fondo per gli appassionati, ai piedi della grande e maestosa mole della Croda Rossa (Hohe Gaisl - 3175m). E' uno dei spettacoli più belli che si possono ammirare all'interno delle Dolomiti di Braies. I tavoli esterni del rifugio offrono così una prospettiva di questa mole in modo perfetto, tanto quanto la perfezione della pausa stessa in una location unica. Un mondo che si divide tra Natura e storia.
La Croda Rossa (Hohe Gaisl) 3175m




Il Forte di Vallandro apre le porte a un viaggio nel tempo. L'intera area di Braies durante il primo conflitto bellico rientrava all'interno del territorio Austro Ungarico e la Grande Guerra stessa porta con se quei ricordi e quelle testimonianze di un periodo di grandi sofferenze e di morte. Ma il forte non è l'unica testimonianza storica di giornata. Più in quota e a ridosso di Cima Specie la Grande Guerra tornerà nuovamente a fare parlare di se.

Il sentiero 34 lascia da parte l'ampia strada forestale per salire leggermente su di una stretta via ben battura dove la neve ora si fa più consistente. L'idea di utilizzare le ciaspole rimane ancora una possibilità secondaria, con l'ottima battitura presente i ramponi sono più che sufficienti. Risalito leggermente un versante che costeggia il rifugio, e che non perde mai di vista la Croda Rossa. Un cambio di direzione sulla destra saluta per ora questo luogo cosi silenzioso. Il sentiero ora si aggancia in un tratto dell'Alta Via n°3, salendo con poco impegno e con punti di vista che si disperdono tra ampi spazi di soffice ed invitante neve, mentre all'orizzonte si preannuncia una piccola parte di tutto ciò che la mia croce di vetta mi attende.
L'Alpe di Specie (Strudelalm)
Orizzonti certo. Lo spettacolo naturale prende vita tra questi ampi spazi dove, un passo dopo l'altro, la linea d'orizzonte a Sud amplia maggiormente la visibilità verso il grande massiccio del Cristallo. Ora, questo suo versante a Nord, si apre magnificamente verso nuove e indimenticabili aspettative. Dalle Dolomiti di Braies alle Dolomiti d'Ampezzo, è questo il colpo al cuore che mi giunge da lontano. Sembra quasi che la Croda Rossa voglia spontaneamente lasciare spazio a nuove vette e gruppi Dolomitici che inizio a guardare da lontano.

Oltre il Cristallo anche una perfetta visuale delle Tofane, e leggermente più lontano l'Averau e il Nuvolau. Il sentiero si addolcisce in modo perfetto, seguendo una linea di cammino che tenendo leggermente la sinistra si apre verso gli ampi spazi che durante l'Estate divengono dei meravigliosi e indimenticabili e verdi alpeggi, dove mucche e cavalli vivono in assoluta libertà la stagione del caldo sole. Di li a poco un tornare nuovamente alla storia. Quel piccolo forte militare della Grande Guerra, dove solo le sue pareti esterne rimangono a testimoniare un periodo da non dimenticare.
Un ceppo in pietra e una targa commemorativa descritta in tedesco per non dimenticare l'appartenenza storica di questo territorio. Mi soffermo maggiormente in questo luogo, al cospetto di questo piccolo mausoleo che guarda verso la Val Chiara (Helltal). Mi soffermo mettendo a confronto queste mura storiche sommerse dalla neve, paragonando il freddo e il gelo attuale con i lunghi inverni passati quassù da quelli che all'epoca, e solo sulla carta, erano nostri nemici, ma che nel mio pensiero personale riconosco come "esseri umani".



Ciò che furono le guerre purtroppo non sono un monito positivo per i tempi attuali. A nulla è servito il sacrificio di tanti giovani esseri umani confrontando i periodi attuali, dove le guerre sembrano tornare a essere le uniche soluzioni a fobie etniche, esaltazioni religiose e quella che io considero una "fame di territorialità".
Riprendo il mio cammino con una certa tristezza. Queste sono certamente delle occasioni per parlare con noi stessi, per esprimere i nostri pensieri con la mente e con il cuore. Momenti che devono comunque far capire ciò che è giusto o sbagliato nei comportamenti di ognuno di noi, e alle possibili conseguenze che l'odio e la discriminazione potrebbero portare all'umanità intera.
Cima Specie (Strudelkopf) - 2307m
Salita finale verso la vetta. Ora, man mano che salgo gli ultimi metri di dislivello, la consistenza della neve aumenta. Una bella traccia battuta sale da prima affrontando una leggera serpentina per poi seguire una linea che in modo perfetto guarda verso la croce di vetta. E' questione di poco, quel tempo necessario per espormi maggiormente alla vetta principale e raggiungere un ampio pianoro che mi espone tra la terra e il cielo. Ora non ho più boschi o altri elementi naturali a proteggermi da eventuali elementi di stagione. Improvvisamente mi sento addosso tutta la forza del vento gelido dove, forti raffiche che provengono dai diversi punti cardinali, fanno sparire completamente ogni possibile e leggero tepore di quel sole "vissuto" nelle ore precedenti.


La neve da soffice si tramuta in un'enorme lastra di ghiaccio, perfettamente levigata dal forte vento di queste quote. I miei ramponi ora non affondano più ma si muovono liberamente per gli ultimi passi, quelli finali e che mi portano a toccare con mano la croce di vetta di Cima Specie a 2307m di altitudine. Abbigliamento adeguato, solo il meglio per poter affrontare l'elemento vento che prende maggiormente forza dal gelo di stagione. Ma questo è un particolare che passa tranquillamente in secondo piano perchè nulla ora è da ritenersi impossibile.
E' impossibile desistere solo dal panorama che ora ammiro per la prima volta con questa veste invernale. Se pochi passi prima le Dolomiti Ampezzane aprivano il sipario verso nuovi punti di vista, ora le Dolomiti di Auronzo e Misurina risultano la finestra perfetta che dai Cadini di Misurina si espande verso le Marmarole e la Croda dei Toni. Ma se pensi caro lettore che tutto finisca qui, ti stai certamente sbagliando. Le Tre Cime di Lavaredo come mai si possono vedere. Uno spettacolo visivo che ora si apre verso le Dolomiti di Sesto, per chiudere questa magnifica visuale verso la Valle di Landro, le pareti e i campanili delle varie Crode che contornano in modo perfetto la possente mole delle Lavaredo e il Picco di Vallandro perfetto "panettone" roccioso ricoperto da ampi spazi di neve.
Le parole servono poco in queste situazioni. Le immagini rispecchiano perfettamente ciò che all'occhio umano nulla può sfuggire.....



Il vento e il gelo sono solo quell'ostacolo che potrebbe influire solo al pensiero di fermarmi quassù per quel pranzo di metà giornata, che ora vedrebbe una terrazza panoramica esclusiva e unica nel suo genere. Avvolto da così tanta immensità cerco un po di protezione da quel poco che questo luogo potrebbe mettere a disposizione, ma senza esito purtroppo. Ancora quel tempo necessario per guardarmi per bene attorno e memorizzare nella mia mente ogni minimo particolare.
Per concedermi il "lusso" di pranzare a sacco in modo ragionevole e meritato, ora scendere a Prato Piazza è questione di meno di mezz'ora. Una fase di rientro facile e spensierata dove avere libera scelta di trovare il posto giusto al cospetto del meraviglioso panorama che vede convivere in perfetta e naturale armonia Prato Piazza e la maestosa Croda Rossa.
Una panca e un tavolo che per buona parte rimangono sommersi dalla neve. Quel poco spazio libero per sedermi comodamente e godermi quella che per oggi è la più bella terrazza "ristoratrice" che meritatamente vivo per l'ennesima volta da #spiritolibero. Minuti che diventano quell'ora piacevolmente vissuta con quella sensazione di libertà, di piacevole solitudine e con quella spensieratezza che porto con me giorno dopo giorno.
Esperienza straordinaria, che profuma di vita.
Stefano
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