Quella prima e calda Primavera ai piedi delle Pale di San Martino.
Quella che ti presenta quel forte calore di un sole e di un cielo che non vedevo così da diversi mesi ormai, all'interno di un ambiente così perfetto per una giornata perfetta.
Quei primi sentori in cui la neve ormai lascia spazio ai verdi prati, a quelle prime fioriture che lentamente si espandono tra questo improvviso e rigoglioso verde.
L'erba ora trasmette vivaci colori che guardano verso la nostra stella primaria quasi alla ricerca di un calore che per diversi mesi è venuto a mancare.
E' questione di poco tempo, di quella manciata di giorni per perdere nell'immediato quell'abito bruciato dall'Inverno per indossare quello primaverile, e di un sole che in questa mia giornata di Aprile sembra quasi estivo.
Non scelgo un luogo ben definito come tanti, vado alla ricerca di un tratto di Natura che cammina ai piedi del Cimerlo, che dalla Val Canali alla Val Cismon da vita al versante roccioso più a Sud delle Pale di San Martino.
Il Primiero mi accoglie così, in un primo mattino leggermente velato e che lungo la Val Canali profuma di fresco. Tutto sembra fermo nel tempo, come se l'Inverno appena passato e la neve già disciolta fossero ancora presenti all'interno di questo mondo ancora immerso nel silenzio.
Il silenzio, certo...
Sembra lo stesso della lunga stagione bianca nelle quote maggiori, in quelle quote dove nessuno, fauna a parte, riesce a giungere. Un'incredibile alchimia del tutto naturale che lentamente sembra lasciare la presa di fronte a quel primo e tiepido sole che dalla Val Canali spunta verso questo mio cielo.
Ed è con esso che lentamente tutto inizia e prende piede, a riprendere una vita e un frenetico movimento dove i boschi finalmente mi accolgono a "braccia" aperte.
Queste grandi distese prative si alternano a quei boschi che animano di vita una flora e una fauna finalmente rigogliosa. La sensazione che provo è di una forte carica di positività, di benessere, e di quella libertà di movimento che ora lentamente prende piede.
L'anello dei prati dalla Val Canali si allunga guardando in direzione della Val Cismon, dove in certi passaggi i boschi diradati mi permettono di osservare la valle nei suoi frangenti maggiori. Non solo il Tognola e le sue vette che guardano a Ovest, ma anche quei primi accenni della Cavallazza che nel suo insieme da vita all'abitato di San Martino di Castrozza e del Passo Rolle.
Dopotutto il mio cammino si allunga verso quelle possibili due ore per raggiungere passo dopo passo San Martino. Ma il mio cammino trova il suo "giro di boa" all'altezza dei Prati Ronz, dell'abitato di Siror.
Piereni, Prati Fosne, il Bosco del Cimerlo, Forcella Col dei Cistri. I primi frangenti naturali che lentamente scopro lungo il mio cammino che con i Prati Ronz e il Dagnoli vanno a completare questo mio perfetto quadro naturale, questa mia "prima" e perfetta giornata di Primavera. All'interno di tutto questo prende vita in modo naturale un piccolo mondo fatto di masi, baite e fienili tutti esclusivamente di privata proprietà. Le varie tabelle di divieto che scorgo lungo il mio cammino identificano perfettamente un limite, un confine da non oltrepassare.
Rispetto tutto questo, lo faccio per quell'educazione che mi porta a "non" ostacolare ciò che "non mi è concesso". Quello status di privacy che i diretti proprietari chiedono senza troppe pretendere, come a mantenere integri quei loro limitati spazi dal turismo di massa che troppe volte non rispetta una cultura che pone "radici" secolari.
Il mio cammino è una sorta di aspettative sempre nuove vista anche la bella stagione ormai alle porte. Nemmeno quel tratto che si innalza leggermente verso la Val Fatane e che ancora oggi porta con se l'impronta di Vaia riesce a spegnere questa mia perfetta alchimia con il mondo che mi circonda. E' quel lungo tratto che cammina ai piedi di Cima della Stanga, di Cima della Madonna e di quel primo frangente dell'imponente Sass Maor.
Nemmeno questa devastazione riesce a distrarmi dalle meravigliose sensazioni che ora sto vivendo, provando sulla mia anima e sul mio cuore.
La mia massima espressione di libertà raggiunge un punto tale dove nulla ora può influire in modo negativo. Il mio cielo rimane splendidamente libero da quelle leggere velature di primo mattino. Il mio sole ora scalda in maniera così lodevole da spogliarmi lentamente da ogni possibile capo di mezza stagione. I miei occhi e la pelle del mio corpo ora sono alla ricerca del calore di questa giornata spensierata e completamente lontana dalla frenesia di una quotidianità completamente sbagliata.
Nemmeno la Val Cismon e la sua trafficata strada che dal Primiero sale in direzione di San Martino riesce a penetrarvi quel flusso motorizzato che non conosce sosta.
Uno dopo l'altro questi miei prati scorrono velocemente, seguendo un movimento terrestre che regala giochi d'ombra da ogni elemento naturale presente. Dagnoli è uno degli ultimi frangenti prima di chiudere questo mio perfetto cerchio e guardare nuovamente in direzione di Piereni, da dove sono partito qualche ora fa.
Dagnoli: e trovo così una nuova strada che dal precedente sterrato ora mi accompagna su di una facile e spensierata stradina d'asfalto.
L'asfalto, certo....
Ma non fraintendermi quando disco asfalto. Non parlo di quello trafficato e rumoroso che nulla centra con tutto il contesto che mi circonda. Parlo di stradine interne che mantengono quella privacy concessa unicamente a quei stessi proprietari che hanno la libertà di accesso per raggiungere i rispettivi angoli di Paradiso. Il traffico è così limitato che per l'intera giornata avrò si e no incrociato un paio di auto.
L'unico tratto accessibile a tutti è quello che dalla Val Canali raggiunge il Rifugio Petina. Lo stesso rifugio che ora io approfitto per quel mio delizioso e sostanzioso pranzo di metà giornata. L'occasione è troppo ghiotta, abbandonando per oggi il mio pranzo a sacco e deliziarmi così alla comodità di un portico al sole e a dei piatti che mi ricaricano nuovamente di energia.
Rientrare nuovamente a Piereni è questione di quell'oretta perfetta che lungo queste mie stradine disperse nel nulla guardano ora verso punti straordinari del Primiero. Ritrovo così la Val Canali e quei versanti maggiori che guardano verso il Passo Cereda e quell'angolo dell'Agordino che si avvicina al mio anello di giornata.
Un primo giorno di Primavera caldo, solare, azzurro e spensierato nel cuore di questi luoghi e di questa importante pagina di storia di alta montagna.
Storia, certo...
Perchè in ogni prato, in ogni alpeggio e tra quelle baite e fienili io vedo da sempre una lunga storia che porta con se cultura e tradizioni secolari di una montagna di altri tempi. Una montagna che si componeva di umiltà e di quella semplicità dove non esisteva quella frenesia di cui si è sempre maggiormente dipendenti.
Umiltà e semplicità, la stessa che ora questi divieti cercano di mantenere integra e tenere a debita distanza quel turismo di massa, troppe volte arrogante e irrispettoso per tutto ciò che vi circonda.
Stefano
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