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  • Immagine del redattoreStefano Germano

Rifugio Biella all'Alpe di Fosses.

In quello che io definisco uno degli angoli più belli delle Dolomiti d'Ampezzo.


 

Un richiamo quasi naturale che di anno in anno, indipendentemente dalla stagione, mi porta fin quassù. Le Dolomiti d’Ampezzo, e in particolar modo quei territori che guardano verso quei suoi versanti maggiori a Nord per accarezzare delicatamente quella sottile linea di confine che separa le Dolomiti Bellunesi dalle Dolomiti di Braies. Ma tutto questo è solo la punta di un iceberg carico di tante emozioni, e che in quello che io considero uno degli alpeggi più belli in assoluto trova la massima espressione di bellezza e spazi infiniti del tutto naturali.  





La località di S.Uberto si pone a poca distanza da Fiames, che sulla SR collega Cortina d’Ampezzo a Dobbiaco. Un punto di partenza ben conosciuto essendo ciò che io giudico come la “porta” di un eterno Paradiso. Quel sentiero interno al bosco che fortunatamente si tiene lontano da quella stradina asfaltata che lungo la valle attraversa il Son Pouses e giungere direttamente in Malga Ra Stua. Un sentiero pedonale che, seguendo bene le tabelle indicative di sentiero, solo in un’occasione si ricongiunge per pochi metri da questa stradina trafficata da bus navette, ciclisti e quant’altro. L’occasione perfetta per iniziare già da subito quel stretto e confidenziale rapporto con questa Natura così meravigliosa.



Vista verso la Val di Fiames e la Tofana



 

Malga Ra Stua e il Cianpo de Crosc – 1700m


Gole di roccia rossastra, passaggi che costeggiano l’Aga de Cianpo de Crosc e che danno vita alle tortuose Cascate del Boite dove sicuri e facili passaggi attrezzati rendono maggior valore a questo spettacolo di Natura. È qui che l’immersione all’interno di questi boschi distacca completamente da quella stradina d’asfalto centrale, per immedesimarsi nell’immediato in questa Natura così selvaggia e in continuo fermento. Un leggero e facile dislivello in quella parte finale di questa prima parte per giungere così in Malga Ra Stua, tra questi suoi verdi e rigogliosi prati di quel suo alpeggio che ora non attende che di essere “vissuto”. 



Primo alpeggio in Malga Ra Stua


La stagione è appena alle porte, pensare di trovare in questo luogo quella pacifica invasione di mucche e cavalli per ora rimane ancora fuori luogo. Un po dispiace nel constatare questa che dal mio punto di vista è una mancanza molto importante. Quel caffè in malga e due chiacchiere con il gestore, che trova subito risposta a questo mio pensiero. Le ultime settimane sono risultate ancora fredde e piovose, ciò che completa questo alpeggio naturale impone per ora la presenza di poche unità in attesa di temperature migliori e di giornate più calde.



Al Cianpo de Crosc

Il Valon Scuro sale leggermente attraverso questi ampi spazi per poi rientrare brevemente tra i boschi. Lungo il cammino la presenza di mucche liberamente dedite alla loro quotidianità sono la perfetta compagnia, mentre il sole ora finalmente splende alto nel cielo. Cianpo de Crosc sta laggiù, dopo un paio di serpentine e poco lontano dalla malga, appena fuori nuovamente dal bosco e con quella sua lontana e piccola baita a rappresentare ciò che i miei occhi vedono come la libertà. Una piccola pausa, rimanendo fermo e assorto su questo luogo che mescola questa libertà con le alte Crepe de Socroda e le sue rocce rosse e frastagliate. Un “piccolo” anticipo di ciò che mi attende nelle quote maggiori. È ciò che voglio, è ciò che mi fa stare bene.



L'alpeggio del Cianpo de Crosc




Alpe di Fosses – 2160m di media


Il sentiero 26 sale, con quel vigore in cui l’impegno di giornata si manifesta in questo tratto tra i bassi boschi del Sote Socroda e quel dislivello che supera abbondantemente i +400m in continua salita. Per oggi è l’impegno maggiore, l’ennesimo confronto con tutte le difficoltà che la Natura giustamente impone. Una serpentina che una curva dopo l’altra da maggiore dimensione e bellezza alla vicina Val Salata, che posta da un versante opposto guarda in direzione del Rifugio Senes (2116m) e di quel primo tratto geografico dell’Alto Adige, delle Dolomiti di Braies. L’occasione risulta così perfetta, dove l’utile e il dilettevole – tirare fiato e guardarmi per bene attorno – esprime al meglio la magnificenza di questo territorio.  



Dal Sote Socroda verso la Val Salata


Sono quelle occasioni in cui ti rendi veramente conto della bellezza di questi territori, dei grandi spazi che nelle quote superiori sembrano abbracciarsi al cielo azzurro e alle bianche nuvole. La salita è impegnativa, e qui non ci piove, ma tutto regna nella massima tranquillità e spensieratezza dove una piccola forcella chiude definitivamente per oggi l’impegno maggiore. Si pone a poca distanza dal Crosc del Grisc, dove prati verdi ricchi di fioriture multi colore abbelliscono al meglio questo nuovo angolo di questo mio ennesimo Paradiso. Il vento ora soffia maggiormente, rende quasi viva questa miracolata vegetazione e questa flora che sembra danzare seguendo un ritmo che solo l’istinto e Madre Natura riesce loro scandire.





Un regno solitario e lontano dal mondo intero dove fortuna vuole che solo ad alcune piccole comunità di marmotte venga dato il privilegio di vivere quassù. Un fischio dopo l’altro, muovendosi con destrezza alternando passi veloci e sicuri con quella tipica postura su due zampe per osservare ogni minimo movimento “dell’invasore” di turno. L’Alpe di Fosses comincia in questo punto. Un grande altipiano, verde e leggermente ondulato a guardare quel grande frangente di roccia frastagliata che dal lago Remeda Rosses (2120m) da poi vita alla vetta per antonomasia: la Remeda Rosses.









Lago Remeda Rosses - 2120m



Il cammino ora è piacevole, leggermente ondulato mi accompagna con grande tranquillità e pace. La Remeda Rosses primeggia lungo questo territorio sebbene, in lontananza, il sipario si apre verso quel grande monolite di bianca roccia per l’ennesima volta frastagliata della Croda del Becco (Seekofel – 2810m). Ma tutto a un suo tempo e la fretta quassù non centra nulla nei confronti di ciò che io ritengo uno dei luoghi sicuramente più straordinari dell’intero Parco Ampezzano. Come dicevo all’inizio, il Lago Grande di Fosses (2149m) è l’ombelico di un vasto e immenso pianoro erboso dove in lontananza la Croda del Becco è la migliore cornice che si possa desiderare.



Spunta verso il cielo la Croda del Becco (Seekofel - 2810m)

L'Alpe di Fosses al Lago Grande di Fosses - 2162m

Se sulla Luna l’uomo ha identificato un determinato luogo come il “mare della tranquillità”, in questo punto non potevo trovare di meglio per identificare il “mio” mare della tranquillità più assoluta. Il lago più grande viene affiancato così da un lago leggermente più piccolo, mentre il versante Ovest dell’alpeggio si innalza verso verdi creste che sembrano salire in direzione del mio cielo azzurro. Un contrasto perfetto che si diversifica con la possente e massiccia roccia che compone la Remeda Rosses, che come per magia si specchia perfettamente sulle placide acque dal Lago Grande. L’alchimia per oggi è così raggiunta. La piccola baita adibita ai pastori rimane ancora chiusa, come l’alpeggio stesso che purtroppo non presenta quelle anime vive che di norma si compongono di pecore dalla bianca lana, cavalli, asini e piccole caprette a farne da mascotte.




L'Alpe di Fosses al Lago Grande di Fosses - 2162m












Rifugio Biella – 2327m


Ne rimango un po deluso a dire la verità. La mancanza di queste adorabili creature è tale da rendere questo luogo come un quadro mancante di certi colori. Potrei sembrarti troppo presuntuoso, dopotutto in ciò che la stessa Natura mi dona in questo luogo per me così idilliaco, la mancanza di queste adorabili creature è quel valore aggiunto che ne farebbe la differenza. Porto avanti questo pensiero tornando leggermente indietro nel tempo, quando in un paio di occasioni mi sono trovato al cospetto di questo meraviglioso quadro naturale dove la presenza di quei colori ora mancanti suggellavano delle emozioni uniche e per me irripetibili. Pazienza, sarà forse occasione durante l’Estate in corso tornare quassù unicamente per “vivere” la completezza di questo luogo.


E dove l’erba fresca cresce rigogliosa all’interno di un territorio completamente soleggiato e in abbondanza di terreni umidi e con la presenza di acqua, non poteva mancare il “piacevole”, sebbene improvvisato, incontro con un bellissimo esemplare di Natrice o biscia dal collare. Sfila improvvisamente ai miei piedi, sbucando improvvisamente dall’erba alta dell’alpeggio per rifilarsi con tutta destrezza verso il grande lago presente. È questione di quei pochi secondi che mi bastano per quel brivido che nell’immediato scorre lungo la mia schiena. La cosa non mi ha mai spaventato anzi, ma l’improvvisazione del caso coinvolge le mie emozioni. La seguo per qualche metro mentre tra l’erba alta scivola via con la stessa velocità del vento, tenendo questo momento come l’ennesima esperienza positiva da portare per sempre con me.


Un’emozione dopo l’altra che lungo il mio sentiero provo guardandomi per bene attorno. Ora il grande pianoro che compone il Monte de Fosses mi da il benvenuto all’interno di questo aspro e roccioso territorio. Sembra di camminare all’interno di un ambiente lunare, con quella naturale scenografia che spesse volte si rispecchia perfettamente in qualche fantasia Hollywoodiana. La Croda del Becco, questa grane e massiccia vetta di bianca e millenaria roccia di Dolomia, testimonianza di una formazione geologica molto diversa da come siamo abituati a osservare la Dolomia stessa. Il Rifugio Biella si adagia su di un piccolo terrazzo che amplia maggiormente il grande pianoro del Monte de Fosses, dove l’orizzonte guarda lontano lontano. Oltre che al Sorapis e al Monte Pelmo, punte di diamante delle Dolomiti Bellunesi, le lontane creste frastagliate che all’interno di quel vicino territorio dell’Alto Adige si specchiano nelle Dolomiti di Marebbe, all’interno del Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies.













Storica e centenaria struttura, l’ultima nel suo punto più lontano delle Dolomiti Ampezzane e Bellunesi. Bastano pochi passi per lasciare definitivamente questa regione per entrare nell’immediato nelle Dolomiti di Braies. Mi siedo beatamente su quella sua meravigliosa terrazza esterna, dove il mio pranzo prende con occhi che si perdono negli orizzonti più lontani. La giornata fino a qui mi sembra lunga, così ricca di tante emozioni che sembrano prolungare ogni mio istante. La cordialità e la simpatia di chi per l’intera Estate vive e lavora quassù è tale da sentirmi parte di loro, e mi sento di ammettere, per l’ennesima volta, di provare quel senso d’invidia (positiva) per un mondo che da sempre fa parte dei miei sogni da verso #spiritolibero.



Stefano






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