L'alpeggio della Tschamin Tal
- Stefano Germano
- 17 ago
- Tempo di lettura: 2 min
La Val di Ciamin.
Il sentiero 3 sale dolcemente lungo la Valle de Ciamin. Siamo nel territorio di Carezza ai confini con il Parco Naturale delle Sciliar-Catinaccio. Un meraviglioso territorio Dolomitico sovrastato dalle imponenti vette che delimitano gli spazi del Catinaccio d'Antermoia e del vicino Sciliar.

La Valle di Ciamin è un meraviglioso e facile cammino che nelle quote superiori accompagna l'escursionista nel cuore del Catinaccio d'Antermoia. Verso quella sua parte finale che nelle quote maggiori apre un meraviglioso scenario naturale e che vede nel Rifugio Bergamo uno dei riferimenti di arrivo, come di transito, sicuramente indimenticabili.

Punto di partenza per l'alpeggio la località di San Cipriano, in quel di Tires. Una facile strada bianca che con molta facilità sale alla base di queste prime pareti di roccia scura. Ampi spazi erbosi che condividono questo territorio boschivo e che nulla contrappone con i punti panoramici di queste meravigliose vette.

Tutto risuona in un silenzio quasi eterno. Non solo per la lontananza dai centri abitati e dalla frenetica quotidianità, ma anche per quel senso di pace e solitudine che si respira all'interno di questo alpeggio di stagione. Mucche, solo mucche che si dividono in due diversi spazi erbosi ai piedi dell'Ochsengufi e del Manestrabuhel, due vette poco o quasi del tutto sconosciute ma che in questo contesto sono alcune dei riferimenti ad ospitare questo alpeggio.
L'alpeggio perfetto. Quel luogo che diviene solo un punto di passaggio magari per quella piccola pausa di rito, per condividere questa meravigliosa sensazione di libertà con un mondo antico e che nell'alpeggio stesso tramanda tradizioni e culture secolari.

Il cammino poi prosegue, lungo quel sentiero che in circa 60 minuti sale successivamente al Rifugio Bergamo per poi entrare a stretto contatto con una dimensione rocciosa selvaggia, ferma nel tempo e che nel Catinaccio d'Antermoia prima e il Rosengarten poi descrive perfettamente l'armonia tra la montagna e quei suoi lati più selvaggi e millenari.
Stefano
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