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Malghe della Val Sorda - Lagorai

La Val Sorda, quel versante meraviglioso che dalla Valsugana sale in direzione della selvaggia catena del Lagorai.


 

Come per tradizione primaverile, il cammino verso le malghe e casere in alta quota diviene per me uno di quei cammini che si aprono all'interno di ampi spazi e di intere "praterie" erbose. Ampi spazi, grandi distese a cielo aperto che finalmente riescono un po alla volta a liberarsi dalla coltre invernale e riprendere così vita.




Ponte Consèria - Val Campelle - 1500m


Il Trentino e i suoi alpeggi. La Valsugana e i grandi valloni che si innalzano verso il Lagorai per dare così vita a questi "regni" estivi di una bellezza unica.

La Val Campelle chiude la strada che collega la Valsugana con i piccoli centri montani di Prai Tomei e Carota. Piccoli centri, piccole realtà che nella loro pace e tranquillità vivono la loro quotidianità all'interno di questa valle solitaria e fuori da qualsiasi contesto urbano.


Rifugio al Crucolo e il Rifugio Carlettini sono in due punti di riferimento per il turismo di stagione più conosciuti, prima di giungere al Ponte Consèria dove il movimento escursionistico si divide tra la Val Campelle, la Val Caldenave (Rifugio Caldenave) e la Val Sorda che guarda verso il Lagorai e un mondo nuovo e selvaggio tutto da scoprire un passo dopo l'altro.




Malga Consèria - 1857m


Dal ponte il Rio Valsorda porta verso valle il disgelo primaverile già in fermento, mentre la mia strada inizia leggermente ad alzarsi verso il Vallone con quell'aria frizzante che di primo mattino primeggia all'interno di questi boschi ancora nascosti al caldo sole di stagione. Una strada forestale che raggira l'Alpe di Consèria che improvvisamente trovo completamente coperta da una serie di tratti ghiacciati e che con la Primavera attuale centrano ben poco.





Un versante questo che per ora rimane all'ombra delle grandi vette, mantenendo così integra quella veste invernale lasciata da tempo. Un ambiente che rimane però suggestivo per i colori che ora si dividono in un ristretto spazio boschivo. Se il mio versante cammina ancora lungo una veste invernale, leggermente lontano da me, qualche centinaio di metri nel versante opposto, i boschi sono già illuminati da quel rossore di un sole di primo mattino. E' solo questione di tempo. Lo vedo e lo sento scorrere inesorabilmente.





Il sentiero L36 abbandona la strada interna iniziando così quello che sarà il tratto di salita maggiore della giornata, ma di questo per ora non ne sono ancora a conoscenza. Sta di fatto che i miei obbiettivi di giornata guardano verso due malghe che si dividono tra la Val Campelle e la Val Sorda (Malga Consèria e Malga Valsorda Prima) tenendo Malga Valsorda Seconda l'obbiettivo finale e a quote maggiori. Tre malghe per tre diversi contesti naturali di maggiore interesse.



Ma andiamo per ordine...



Con il sentiero L36 cambiano tutte le prospettive di ciò che mi lascio alle spalle. Lascio la neve e quell'ultima facciata invernale per salire con molta calma su di un tranquillo sentiero erboso e uscire così dai boschi. Ampi spazi di erba bruciata dal gelo si aprono ora verso punti panoramici che guardano in direzione delle ancora bianche vette della Val Campelle e di quei versanti rocciosi che lungo la Val Caldenave vedono nel Monte Cengello una delle punte di diamante di questi primi frangenti.


Un cammino spensierato e fonte di ispirazione per i pensieri più positivi dettati da una Natura e dai colori che di primo mattino mi riscaldano di un dolce tepore che finalmente illumina questo mio mondo. Un po alla volta le parti di abbigliamento più pesante lasciano spazio a quelli più leggeri. E' un piacere così forte che non percepivo da tanto tempo, a indurmi a delle piccole pause e guardare verso il sole alla costante ricerca di questa energia che nel mio viso si traduce in "vita".







Lungo il Vallone una sorpresa dopo l'altra, dettata non solo da un luogo nuovo per me e quindi ricco di tante cose da vedere, ma anche dalla presenza di un piccolo mondo naturale che al cospetto dell'uomo dura ben poco. Il sentiero gira sulla destra su di una piccola spallina erbosa entrando all'interno di un'insenatura prativa dove la presenza di un piccolo branco di caprioli mi si pone di fronte a pochi metri. Rimango sorpreso io quanto loro nei miei confronti.


E' questione di pochi secondi, il tempo necessario da parte mia di conteggiare un paio di adulti e quattro cuccioli. Un confronto che dura quanto un paio di battiti di ciglia prima che l'intero branco in pochi passi si volatizzi all'interno dei primi boschi che costeggiano l'insenatura erbosa. Istanti che sembrano fermare il tempo e che capitano così raramente toccando le emozioni più forti. Un confronto dove ti rendi conto della maestosità di questi liberi animali e allo stesso tempo di una fragilità che sembra correre sul filo di un rasoio. Momenti così intensi dove per pochi istanti ti senti partecipe di una quotidianità che vorresti per sempre tua ma che, fortunatamente, appartiene unicamente al regno animale.







E' così che giungo in Malga Consèria. Giungo ai piedi di questa struttura estiva carico di grandi emozioni, e di quelle magnifiche sensazioni donate da una Natura che senza chiedere nulla in cambio per diversi istanti mi ha reso partecipe di un mondo meraviglioso.


Malga e rifugio allo stesso tempo. Struttura dedita ai pascoli estivi e all'accoglienza turistica dove prendere al volo l'occasione per donare al proprio palato le migliori tradizioni culinarie del Trentino lungo il Lagorai. Malga Consèria si posiziona a poco più di 1800m su di una terrazza panoramica che guardando verso la Val Campelle scruta al meglio le vette che dalla Caldenave si innalzano al cielo. Vette di quella roccia scura tipica del Lagorai, che per ora rimangono ancora isolate dal mondo dai grandi nevai invernali che da quassù sembrano "eterni".







La vista è meravigliosa. Un punto fermo dove dedicare un po del mio tempo sebbene la malga stessa sia ancora chiusa durante questo primo periodo primaverile. Dagli ampi spazi erbosi a quei primi frangenti dove la neve ora si fa più consistente. La forestale guarda verso nuove vie di cammino che con molta dolcezza iniziano ad innalzarsi verso la grande catena, quella del Lagorai e che strada facendo prenderà maggiormente vita.





Il Passo Cinque Croci (2018m), il Col di San Giovanni (2251m) e la più lontana Malga Val Ciòn (1972m), sono solo alcuni dei riferimenti escursionistici che attirano maggiormente la mia attenzione. Ottimi propositi certo, ma per ora da tenere in considerazione per la bella stagione in arrivo. Troppa la neve che da questo mio punto fermo evidenzia già la notevole difficoltà di proseguire verso questi vicini e lontani versanti.




Malga Val Sorda Prima - 1863m


Per ora sono alla ricerca di tranquille e poco impegnative camminate. La Primavera mi porta mentalmente verso frangenti montuosi che si legano maggiormente con il "nobile" lavoro dell'uomo e che nei meravigliosi alpeggi del Lagorai trovano il Paradiso perfetto per questo mio pensiero.


Lasciata la Consèria ora tutto segue una via di cammino dove il sentiero lascia il posto a queste strade interne di collegamento a unire, come una magnifica ragnatela, tutte le malghe che da ora iniziano a disperdersi nelle quote maggiori. Peccato però non poterle per ora raggiungerle visto che da ora la neve è maggiormente consistente.

Sta di fatto che da questo punto inizio a focalizzare quei versanti maggiori che guardano direttamente verso il Col di San Giovanni e il Passo Cinque Croci.


Questo primo "presagio" mi fa ben capire che per la Valsorda Seconda per ora è tutto da vedere. Il cammino che scorre dolcemente lungo la base dei Campivi di Dentro rientra nuovamente nei boschi, all'ombra di questi grandi arbusti che per ora rimangono la perfetta e naturale "copertura" per la neve invernale più imperterrita. Ma è questione di un cammino limitato per poi tornare nuovamente al cielo aperto e avere così una magnifica visione di ciò che i Campivi "nascondono" nei versanti maggiori.


Si apre così una meravigliosa panoramica dove prendono vita le grandi distese prative dei Campivi, almeno da questo versante. Ampi spazi dove gli alpeggi di Malga Val Sorda Prima ora si confrontano con le lontane vette rocciose di quel versante del Lagorai che guarda verso il Passo Manghen.

La Cima delle Buse (2574m) - il Montalon (2501m) - la meravigliosa Cima delle Stellune (2550m) che nel suo versante opposto da vita al meraviglioso Lago delle Stellune, per chiudere questo abbraccio roccioso con la vetta di Cima Lagorai (2578m).





Ora tutto prende una piega completamente diversa. Un ambiente naturale completamente nuovo e che si stacca definitivamente da tutto ciò che mi lascio alle spalle. Ampi spazi che si dividono tra gli alpeggi, la roccia delle vette lontane e un cielo azzurro meraviglioso. Al centro di tutto questo l'ennesimo angolo di vita solitaria che porta il nome di Malga Val Sorda Prima, a 1863m.





Il mio passo e le mie energie prendono vita. Questi prati mi accompagnano verso la malga con quell'eccitazione in cui per la prima volta ti accade qualcosa di nuovo. Il nuovo è tutto questo. Il cammino stesso e questi ampi pianori che per la prima volta nella mia vita conosco un passo dopo l'altro. Lo spazio certo, quello che ora mi vede come al centro dell'ombelico di un mondo tutto mio e che non condivido con nessuno.

Il caldo tepore di un sole meraviglioso e quell'aria fresca spinta con leggerezza dai versanti maggiori.



"Sto così bene con questa mia solitudine che potrei condividere tutto questo con il mondo intero in pace assoluta"



La malga a differenza della precedente (Consèria) non è adibita all'accoglienza turistica. E' una struttura completamente adibita all'alpeggio e alla custodia dei pastori di stagione. Messa abbastanza bene da un punto di vista strutturale sebbene con dell'evidente disordine lasciato alle intemperie di un lungo Autunno e di un altrettanto infinito Inverno. Nulla di particolare se non ciò che per i pastori stessi risulta necessario per vivere quassù per diversi mesi estivi.





Ciò che coglie la mia attenzione è la grande stalla che si posiziona alle spalle dell'unità centrale. Strutturalmente ben conservata e che con grande sorpresa trovo con la porta posteriore aperta. Cosa abbastanza inusuale per queste strutture che di norma a fine Estate vengono tutte messe sotto chiave per mantenere lontani occhi troppo curiosi, compresi i miei. Sbirciandoci dentro una prima parte che si compone di spazi dediti alla mungitura e alla lavorazione del latte, mentre il rimanente adibita alla rimessa notturna degli animali al pascolo.


Momenti così importanti che tradiscono il tempo che passa. Ciò che ora guarda verso Malga Val Sorda Seconda, terzo punto di riferimento per questa mia escursione, si traduce in grandi spazi completamente ricoperti di neve dove è già possibile vedere in lontananza la sagoma della malga stessa. Da qui non sembra molto lontana. All'incirca quell'oretta di un cammino che compone un basso dislivello ma che con questi ampi nevai ancora presenti mettono in serio dubbio qualsiasi possibile previsione.


Dubbi che prendono vita quasi nell'immediato. Mi basta lasciare Malga Val Sorda Prima e seguire la strada forestale che ora si incammina ufficialmente lungo la Val Sorda. Quasi tutta sotto bosco, la piacevole presenza del Rio Valsorda e il suo ampio bacino ricco di quel disgelo delle quote maggiori. Neve "marcia" lungo tutta la lingua che compone questa via di cammino. Marcia, consistente e resa completamente molle dalle alte temperature. Nemmeno le ciaspole ora faciliterebbero il mio proseguo. A ogni passo quei 10/20cm in cui i piedi si immergono all'interno di un acquitrino che non si differenza molto dal rio che mi costeggia.





Tutto questo rende difficoltoso ogni mio passo. In certi punti mi trovo sprofondare addirittura poco sopra alle ginocchia. Alcuni cumuli maggiori portati dal vento sono traditori rispetto alla base originale del sentiero, e questo alimenta maggiormente la difficoltà e la pesantezza del mio cammino. Avanzo con un ritmo che mi da l'impressione di non arrivare da nessuna parte, come se questi versanti cercassero in tutti i modi di tenermi lontano da loro.


Incrocio due escursionisti che dal senso opposto mi consigliano di lasciare perdere. Pure loro un dietrofront dettato da una consistenza nevosa maggiormente presente strada facendo. Pure per loro l'effetto "acquitrino" a inzuppare per bene le gambe fino alle ginocchia. Uno scambio veloce di opinioni e la consapevolezza che per ora Malga Val Sorda Seconda è solo da mettere in cantiere per la bella stagione.


Approfitto di uno dei pochi spazi erbosi presenti lungo il rio. Pranzo a sacco al cospetto di questo meraviglioso tepore e calzini e pantaloni appesi su di un ramo ad asciugarsi per benino. Eppure non dovrebbe mancare molto. La malga rispetto alla precedente dista poco più di un chilometro, e il mio punto fermo arriva dopo un buon tratto di questa distanza. Ma i boschi non mi permettono di avere riferimenti. Cerco con il mio cellulare di trovare la mia giusta posizione rispetto alla malga, ma il campo telefonico quassù è praticamente assente.


Il frastuono di queste acque sono la perfetta colonna sonora di questa mia lunga pausa. Mi stendo praticamente in mutande su quei pochi spazi dove trovare l'erba asciutta e non umida dal disgelo. Addormentarsi con questa natura che dolcemente coccola ogni mio respiro è praticamente questione di un attimo. L'acqua, il cinguettio degli uccellini e quella leggera brezza che sembra da riferimento a una Natura in fermento e continuo movimento.



"Ora sto bene in tutto per tutto. Con quel piacere di rimanere isolato dal mondo intero quasi praticamente nudo all'interno di uno spazio temporale che vorresti non finisse mai"



Il Lagorai e le sue meravigliose malghe in alta quota. Il Lagorai dei grandi spazi a cielo aperto dove la Natura selvaggia dei suoi versanti maggiori mi accompagna con grande piacere all'interno di ciò che l'uomo ancora oggi mantiene integro. Come gli alpeggi per esempio, e queste piccole malghe che tra queste loro vecchie mura trasmettono ancora il "profumo" di quell'antica tradizione dettata da quella montagna di una volta che tanto mi attrae durante la Primavera.




Stefano


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