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SILENZIO - TEMPO  -  MISURA

Al Pass de Mura

  • Immagine del redattore: Stefano
    Stefano
  • 25 set
  • Tempo di lettura: 9 min

Dal Trentino alle Dolomiti Bellunesi, nel Veneto.



Una di quelle promesse da mantenere. Uno di quei luoghi che per la prima volta mi accompagnano lungo un meraviglioso cammino di fine Estate. Un insieme di fattori che raccolgono a se una giornata indimenticabile che lentamente si avvicina alla fine di Settembre. E questo periodo così particolare non è solo un mese che volge al termine, ma anche il periodo di chiusura di un rifugio per me nuovo e mai visto prima.


Una promessa scritta su pietra a metà della scorsa Primavera, quando in una bellissima giornata di metà Aprile salivo lungo la Val Noana per raggiungere le Malghe di Neva e successivamente al Rifugio Bruno Boz. Una salita che all'altezza delle malghe stesse ha posto quel limite in cui la grande quantità di neve ancora presente ha fermato ogni possibilità di raggiungere il rifugio. Una di quelle decisioni da mettere sempre in programma visto il periodo, ma che ha posto la base di questa mia promessa che finalmente posso tranquillamente esaudire.




Rifugio Fonteghi - 1100m


Una delle strutture più conosciute dell'intera Val Noana. Una valle che si apre lungo il territorio del Primiero per salire di dislivello attraverso i boschi in una comoda strada forestale. Un inizio di giornata che vede nel Rifugio Fonteghi il mio punto di partenza, dal territorio del Primiero (Trentino) per poi raggiungere nelle quote maggiori il Rifugio Bruno Boz all'interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi - Alpi Feltrine - Regione Veneto. Un cammino che non solo si muove tra due differenti regioni, ma che si compone di due habitat completamente diversi: dai boschi della Val Noana alle grandi distese prative delle malghe superiori.



Rifugio Fonteghi - 1100m
Rifugio Fonteghi - 1100m

E' una facile strada forestale quella che dal Fonteghi mi accompagna attraverso questi boschi. La Val Noana è abbastanza famosa per quel suo particolare in cui durante l'anno il sole difficilmente riesce a penetrarvi. Una mattina bella fresca, di quelle che rendono frizzante ogni inizio di giornata sebbene le prospettive meteo siano per le ore successive calde e assolate. Tutto risulta perfetto, anche in quei miei primi frangenti di cammino in cui questa prima parte di strada asfaltata permette un limitato traffico di auto in direzione di un ampio parcheggio a poco più di un chilometro dal Fonteghi.




In Val Noana


Boschi quasi impenetrabili all'interno di un ambiente che per la maggior parte della giornata rimane nascosto al sole, se non in quei versanti più a Nord che già di mattina presto vengono illuminati dalla prima luce. E' il versante del Primiero, quello del Trentino dove il Fonteghi si raggiunge tramite una stretta strada che dalla località di Mezzano si inoltra lungo una gola rocciosa e selvaggia. Il mio cammino inizia da qui, snobbando nell'immediato quel possibile chilometro di "comodità" per rendermi attivo sin da subito e respirare così tutta l'energia e la freschezza di questo nuovo giorno.


Mi "godo" questi momenti unici, dove la quasi assenza di dislivello mi permette di camminare con quella perfetta sintonia in cui sentirmi bene sin da subito. Il mio corpo è rilassato e tranquillo. Un passo dopo l'altro scandito con la stessa semplicità e la spensieratezza di qualche mese fa, di quel periodo di inizio Primavera dove molte cose rispetto a ora erano differenti. Vaticano come le Buse, due piccole località che incrocio strada facendo e ben nascoste tra questi boschi. Un pugno di bellissime baite private nascoste al mondo intero, dove scorgere dei punti di vista verso le cime circostanti all'interno di ampie distese prative.






I boschi rimangono in silenzio. Tenendo sempre come riferimento ciò che la Primavera scorsa mi aveva riservato all'interno di queste foreste, ora tutto sembra fermo o quasi limitato allo stretto necessario. Solo il Rio Neva in lontananza fa sentire la sua presenza, mentre il resto si compone di un fitto bosco dove il tempo sembra essersi fermato a una frazione di secondo. Manca tutta quella frenesia che la stagione delle nuove fioriture e della rinascita sembra ora soffocata da quel velo di silenzio come se la Natura, durante la Primavera e la recente Estate ormai finita, avesse fatto il suo corso.


Nulla cambia per il mio spirito. Sebbene le sensazioni che percepisco, in tutto questo vivo quella unicità in cui trovarmi per la seconda volta nel giro di pochi mesi nello stesso posto con due situazioni naturali del tutto diverse. Tutto come allora, come quel tratto di serpentina finale all'ombra della foresta e delle cime circostanti per ritrovarmi improvvisamente immerso dal calore e dalla luce di questo mio meraviglioso sole di metà Settembre. Una sensazione meravigliosa, di quelle che in tutto e per tutto impone una piccola sosta per "dissetarmi" di questo tepore e di un cielo limpido e ricco di vita.



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Ora tutto assume un aspetto completamente diverso. Ora le ampie distese prative che guardano verso il Monte Neva si elevano in modo nitido e percettibile. I boschi che per l'ennesima volta danno vita a quella "magia", in cui mettersi da parte per lasciare questo meraviglioso palcoscenico naturale ai grandi piani nelle quote maggiori e a quei primi punti di vista dove oltre al Neva anche il Sas de Mura "pretende" di entrare finalmente in scena. E' una di quelle pause che meritano il tempo necessario. Nulla viene per caso, come nulla deve essere tralasciato quando la Natura ti coinvolge non solo visibilmente ma anche sentimentalmente.





Rifugio Bruno Boz - 1711m

Un bivio. Un cambio di sentiero che equivale a una scelta da fare. Ai piedi della Val Fonda, una piccola insenatura che segna la fine della Val Noana, dove il cammino si divide in due parti. Se sulla sinistra, guardando verso il Monte Neva, il cammino sale per un breve tratto alle Malghe di Neva, la mia destra guarda verso la via più diretta per raggiungere il rifugio. Seguo come sempre il mio istinto, lasciandomi libera scelta per le malghe nella fase di rientro nel pomeriggio.






Qualche centinaio di metri di strada forestale. Una discesa, all'altezza della teleferica del rifugio e su verdi prati, l'abbandona definitivamente per l'attraversamento di un pontile e trovare così l'ultima traccia di puro sentiero per entrare in via definitiva all'interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Lascio il Trentino, entro all'interno della regione del Veneto e più precisamente nelle vette Feltrine. Un paio di leggere salite per quelle prime distese prative ancora ai piedi del rifugio. Un cammino facile e reso spensierato dalla vicinanza del rifugio e da tutto ciò che da ora i miei occhi vedono per la prima volta. Il cuore batte, come il mio sguardo che si disperde verso nuovi punti di vista, verso il nuovo che finalmente mi accoglie a se.



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Giungere in questo punto così particolare mi riempie non solo di gioia, ma anche dalla soddisfazione di essere testimone di questo luogo che mi accoglie a se nella sua forma migliore. Il rifugio è una di quelle occasioni dove poter toccare con mano quel riferimento a me tanto caro, quel rifugio che in modo tradizionale rimane quello di una montagna di una volta. Sono entusiasta e felice di essere quassù per la mia prima volta. Una struttura non molto grande ma che nell'immediato mi trasmette calore e accoglienza. E' troppo presto per il pranzo. Il rifugista gentilmente mi fa capire che l'ora del mattino per ora invita a un buon caffè e a quella fetta di torta che non manca mai. Accetto volentieri.





Rifugio Bruno Boz











Passo di Mura - 18567m


L'ora mattiniera e caffè con torta già al loro posto. E' l'occasione perfetta per salire più in alto. Il passo dista una ventina di minuti da rifugio, perfetta come tempistica per tornare poi al Boz per il mio meritato pranzo. Un sentiero (801) sale con impegno lasciandomi alle spalle le prime panoramiche che per me rappresentano per buona parte ciò che è stato, per districarmi verso nuovi punti di vista. Il passo e il Sas de Mura, l'unico modo per un confronto tra me e questa maestosa montagna rocciosa dove il Sas stesso da dimostrazione di tutta la sua imponenza e bellezza.



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Le vette Feltrine che non ti aspetti. Siamo così abituati a seguire quelle vie di sentiero maggiormente blasonate, che nemmeno ci si rende conto del valore e della bellezza di luoghi come questo. Meno blasonati dal sistema ma di una bellezza e di una Natura selvaggia disarmante. Al passo qualche minuto di raccoglimento. Zaino a terra per focalizzarmi su tutti i particolari che questo punto geografico mi "impone", cogliendo con grande facilità ogni singolo spunto. Dall'Agnelessa allo Spallone Su/Ovest. Lunghe vallate che scendono espandendosi verso ampie foreste dominate dalla Cima de Demonio e da tutta una serie di spinali rocciose che delimitano questo territorio delle Dolomiti Bellunesi con il vicino Trentino.



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La vista mi accoglie con quel silenzio che solo altri due elementi, il Rio Neva e un leggero vento, sono ben accolti in questo mio momento di ispirazione e di meditazione personale. Un momento in cui approfittare di questi istanti di solitudine assoluta per "vivere" nel modo migliore tutti i miei pensieri e tutti quei propositi che per l'ennesima volta mi fanno capire quanto valga la mia persona e il mio modo di essere. Sono momenti come questi, in luoghi come questi, che riesco a raggiungere il mio "Nirvana", quella mia sensazione che rispecchia la mia realtà e che mi fa sentire libero come in nessun altro contesto riesco a sentirmi.



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Libertà certo. Come quella che ora giustamente pretendo per uno dei lati più belli della vita: mangiare bene per sentirmi bene. Puntuale all'ora di pranzo seduto comodamente tra i prati del Rifugio Boz. Bene ordinati e puliti, con i tavoli esterni pronti per accogliere chi arriva fin quassù con le giuste energie da recuperare. Il luogo è stupendo. L'ideale per rimanere al cospetto di un tiepido sole nel cielo più azzurro che si potrebbe desiderare, dove i panorami che assaporo un pasto dopo l'altro guardano verso le lontane Vette e quelle creste erbose che dal Colsent (2021m) si allungano verso la Val Fonda e la lontana Val Noana.



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Malga Neva di Mezzo e Malga Neva Prima - Malghe di Neva


La magia degli alpeggi in alta quota. I grandi altipiani erbosi che durante l'Estate ospitano la perfetta rappresentazione in quello che io identifico come la "libertà". Caldi mesi in cui svariati esseri viventi a quattro zampe vivono all'interno di una dimensione dove il tempo sembra essere fermo da sempre. Le Malghe di Neva ora mi rappresentano tutto questo. Ne sono solo un piccolo esempio di ciò che per me da sempre questi luoghi così particolari rappresentano. Lasciato il rifugio è questione di circa una ventina di minuti dove immergermi nel cuore di queste distese prative. Ma ora le tempistiche sono a mio favore.



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La fine dell'Estate combacia con il rientro di uomini e animali verso le valli, per guardare verso l'Inverno in arrivo nelle stalle calde e accoglienti dei paesi. Malga Neva di Mezzo la trovo chiusa, dove rimangono ancora vive le tracce appena fresche di ciò che la lunga stagione calda ha portato quassù. Una lunga stalla e un'unica unità centrale che funge sia da alloggio per i pastori che per la lavorazione a km0 di latte e affini. Un piccolo mondo su questo piccolo promontorio erboso ai piedi del Monte Neva e del Col San Piero. Un piccolo angolo di un Paradiso che ora rimane in attesa di quei primi freddi e di quella prima neve che a queste quote non tarderà certo arrivare. Tutto è armonia, dove il silenzio risuona come una dolce compagnia.


Ora tutto cambia nuovamente ogni tipo di aspettative. Il mio spensierato cammino scende lungo la strada forestale che mi ero lasciato alle spalle qualche ora prima. Scende attraverso un'ampia e facile serpentina che risalendo leggermente un promontorio erboso mi accompagna in Malga di Neva Prima. E' arrivato a questo punto che la mia memoria di una recente Primavera mi ricorda il punto di arrivo, o meglio di resa, in quella giornata dove la neve non mi permise di andare oltre. Anche qui la stessa armonia, ma con un valore aggiunto che leggo come un immenso regalo per questa mia lunga giornata che lentamente sta per volgersi al termine.




Malga Neva di Mezzo



Se la Neva di Mezzo porta con se solo delle tracce fresche, la Neva Prima mi accoglie con la meravigliosa presenza di due muli e tre cavalli dalla chiara criniera. Sono quassù, ancora liberi di muoversi tra questi promontori erbosi senza tempo e seguendo solo ciò che il loro istinto dice di fare. Liberi di correre, di muoversi in quella che per loro è stata una casa per un intera stagione prima che anche per loro arrivi il momento di scendere a valle. Ma in malga non trovo solo la bellezza naturale di queste splendide creature. In malga rivedo tutto ciò che è stata questa mia giornata. La Val Noana come la Val Fonda, dove ai margini del Colsent e del Rifugio Bruno Boz il Pas de Mura, il Sas de Mura e il vicino Monte Neva mi invitano all'ultima pausa di giornata.



Gli alpeggi di Malga di Neva Prima
Gli alpeggi di Malga di Neva Prima


Con il sole ancora alto e aspettative di luce che mi permettono di rilassarmi più del dovuto, mi prendo il mio tempo. Prendo spunto da tutto ciò che i miei occhi possono "vivere" in questo luogo. Prendo come riferimento questi 5 esseri viventi che in questo momento mi concedono il piacere di condividere con loro lo spazio eterno che mi si apre di fronte. La curiosità dei muli e la totale indifferenza dei cavalli. Saluto così la Val Fonda prima d'iniziare a camminare nuovamente lungo la Val Noana. Saluto così questa mia prima e indimenticabile volta quassù, e piena di quella voglia di vivere questo mondo sempre e per sempre.


L'Autunno non sembra ma già avanza.

Avanza con questo rifugio che nel giro di poche ore chiuderà i battenti.

Avanza con quelle prime colorazioni rossastre che già invadono alcuni alberi e piante di basso bosco.

L'Autunno avanza anche con quella sensazione in cui gli alpeggi ora lasciano posto al silenzio e alla desolazione.

Una serie di modi in cui la parola "arrivederci" accomuna tutte le emozioni, per quei primi sintomi in cui le prime avvisaglie di una certa malinconia di stagione iniziano un po alla volta a farsi sentire...




Stefano



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